La Merida One-Sixty 6000 è una bici da enduro, di quelle di ultima generazione, della quale però si sente parlare fin troppo poco.
Siamo infatti tra i primi, in Italia, a realizzare una prova sul campo della One-Sixty.
La versione affidataci è la 6000, quella secondo noi con il miglior rapporto qualità prezzo.
Una bici allestita intelligentemente, con componenti validi ma non troppo costosi, insomma, una bici per chi mastica enduro 365 giorni l’anno.
Addentriamoci nei dettagli della Merida One-Sixty 6000, scovandone pregi e difetti.
DETTAGLI TECNICI
- Telaio
Nella nostra nuova scheda tecnica (aggiornata da pochissimo) abbiamo voluto dare la precedenza alla voce “telaio” e mai come in questa occasione tale scelta si rivela azzeccata.
Il cuore della Merida One-Sixty 6000 è un telaio realizzato interamente in carbonio, le sue fibre sono legate insieme da una resina epossidica, ma con l’aggiunta di nanoparticelle, il che si traduce in un telaio fino a un 40% più resistente agli urti.
La sezione dei tubi è abbondante (come una moderna bici da enduro richiede), soprattutto nella zona del movimento centrale e della serie sterzo, lì dove le “forze torcenti” (e non solo) si concentrano.
Le sue forme sono ben proporzionate, ed anche ad una prima occhiata fanno intuire le capacità della bici.
Tanti i dettagli di pregio, dal vano porta oggetti ricavato nella zona del movimento centrale (con apertura manuale che non richiede l’utilizzo di attrezzi) alla serie sterzo che prevede l’entrata di tubi e guaine al suo interno, passando per protezioni ben fatte e un piccolo parafango posteriore sagomato a dovere.
Lo schema sospensivo è a pivot singolo ma guidato da leveraggi e sfrutta la flessibilità dei foderi alti del carro (ne parliamo più avanti).
Infine il formato ruota, la Merida One-Sixty 6000 viene proposta in chiave mullet (fino alla taglia M), ma orientando un piccolo chip presente all’interno del leveraggio può trasformasi in una 29/29” o viceversa.
- Geometria
La geometria della Merida One-Sixty 6000 sembra parlare chiaro, questa bici nasce per aggredire i trail.
Alcuni dati sono da riferimento, altri nella norma, ma tutti sembrano confermare che ci troviamo di fronte ad una bici da enduro vera!
Cinque le taglie disponibili, tra cui la M, quella da noi scelta per il test (i dettagli geometrici saranno riferiti a questa taglia).
La One-Sixty 6000 è una bici lunga e lo si capisce osservando il reach da ben 470 mm, compensato in parte dal carro abbastanza corto (434 mm).
Che sia una bici lunga e votata alla stabilità lo conferma anche l’interasse 1242 mm.
L’angolo sterzo da 64° risponde ai moderni canoni dell’enduro, mentre quello piantone è da record, addirittura 79°.
- Sospensioni
Iniziamo subito rivelandovi l’escursione di questa Merida One-Sixty 6000, 170mm all’anteriore e 171 mm al posteriore.
Se invece preferite configurare la bici in formato 29” anche al posteriore, l’escursione si ridurrà a 162 mm.
In entrambi i casi, a gestire gli urti provenienti dal terreno troviamo uno schema sospensivo a pivot singolo, guidato da leveraggi, che sfrutta la flessione dei foderi alti del carro.
Ogni taglia della bici, dalla XS alla XL ha un rapporto di compressione diverso per gestire al meglio altezza e peso del rider in sella, garantendo performance immutate al variare della taglia.
A gestire la situazione troviamo un ammortizzatore Rock Shox Super Deluxe Select+ (230X65) con regolazione del precarico dell’aria, rebound e levetta per l’eventuale bloccaggio.
Sempre marcata Rock Shox è la forcella, una Zeb Select (qui il test della versione ultimate), per lei niente “regolazioni aggiuntive”, precarico dell’idraulica, della camera pneumatica e rebound.
Tutta la linea One-Sixty carbon (3 modelli) prevede l’utilizzo di sospensioni Rock Shox.
- Componentistica utilizzata
Come vi abbiamo preannunciato ad inizio test, la Merida One-Sixty 6000 è secondo noi la versione con il miglior rapporto qualità prezzo.
Allestita con componenti “sostanziosi” punta più all’efficienza di guida e all’affidabilità piuttosto che alla leggerezza.
La trasmissione, come anche freni (a quattro pistoni con dischi da 203 mm) e mozzi (il loro suono è pazzesco) sono affidati alla linea SLX di Shimano.
Solo la guarnitura esce fuori dal contesto Shimano, infatti troviamo una Race Face Turbine con pedivelle da 170 mm e corona da 32 denti.
I cerchi (in alluminio) sono di produzione Merida e hanno un canale interno da 29 mm.
Simao rimasti un po’ delusi quando, smontando gli pneumatici per procedere alla latticizzazione degli stessi, non abbiamo trovato nessun tipo di nastro tubeless già installato, ma una semplice flap per camera d’aria.
Un componente che vale la pena analizzare e che caratterizza la bici stessa è il reggisella, marchiato Merida (Merida Team TR 34.9) ha un escursione che va da 30 mm fino a 230 mm.
Tradotto, per raggiungere la vostra altezza sella ideale non dovrete alzare o abbassare il reggisella ma aggiustarne solo l’escursione, in maniera tale da poter sfruttare l’intera escursione a prescindere dalla vostra altezza.
Un sistema ingegnoso, utile, ma un filo troppo ingombrante (guardate foto in basso).
Apprezzata e azzeccata la scelta di montare pneumatici Maxxis di tipo DD (solitamente troviamo pneumatici Maxxis o di altri brand ma con carcassa “leggera”), finalmente gomme all’altezza del situazione!
- Peso telaio e/o bici
Il peso dell’intera bici, con pedali Shimano XTR “trail” e pneumatici latticizzati è di 15,8 Kg.
Non spicca per leggerezza e vista la componentistica utilizzata non potrebbe essere altrimenti, inoltre pretendere una bici da enduro altamente prestante in discesa con pesi contenuti è quasi impossibile, almeno se si rimane su cifre simili a quelle della Merida One-Sixty 6000.
- Prezzo telaio e/o bici
La Merida One-Sixty 6000 ha un prezzo di 6.170 €.
Considerando l’allestimento, il prezzo ci sembra alto, ci saremmo aspettati qualche centinaio di euro in meno.
- Garanzia
Merida offre una garanzia di tre anni per i propri modelli da enduro (a partire dai 140 mm di escursione posteriore), di un anno per i prodotti a marchio Merida e sempre di un anno per la verniciatura, qui tutti i dettagli.
ASSETTO IN SELLA
L’assetto è quello tipico di una moderna bici da enduro, schiena dritta, manubrio largo, forcella protesa in avanti e una posizione complessiva stranamente raccolta, anche se in realtà c’era da aspettarselo visto l’angolo piantone da record.
Un tubo sella particolarmente verticale compensa infatti un orizzontale abbondante restituendo una posizione in sella centrale e di totale controllo.
Una volta in piedi ci si rende conto di essere su una bici molto lunga, con conseguenti benefici nei tratti veloci e leggeri impedimenti nelle sezioni più lente e tortuose.
COMPORTAMENTO IN PEDALATA
La guardi, ne studi geometrie e caratteristiche e tutto ti aspetteresti tranne che una bici performante in salita, ed in parte non lo è.
Eppure, considerando il tipo di bici e il suo peso, questa Merida One-Sixty 6000 non se la cava male, a patto di salire con una velocità costante evitando rilanci e accelerazioni.
Se la superficie è “liscia” e scorrevole bisogna ricorrere al “blocco” delle sospensioni per avere una piattaforma stabile e ben pedalabile, ma se la situazione lo richiede meglio lasciar agire liberamente la sospensione posteriore, aumenta grip e comfort senza essere cedevole.
Nei rilanci, soprattutto quelli più esplosivi ci vuole gamba.
La tanta escursione e sensibilità delle sospensioni vanifica, anche se solo in parte, la forza impressa sui pedali, una risposta in linea con le altre bici da enduro di ultima generazione.
COMPORTAMENTO NEL GUIDATO
La Merida One-Sixty 6000 è una bici capace e relativamente semplice da “spremere”.
Ama le forti pendenze, la velocità e i trail più tecnici, frangenti nei quali riesce ad esprimere tutto il suo potenziale.
Il formato mullet delle ruote aggiunge quel pizzico di brio al posteriore e la rende più divertente da guidare (sensazione amplificata dal carro corto e rigido), almeno per me che non supero i 170 cm di altezza (qui un articolo dove parliamo dell'argomento mullet bike).
Questo non significa che la One-Sixty sia un fulmine nello stretto, ma sicuramente più agile di tante concorrenti.
L’escursione a disposizione è tanta, si riescono a “divorare” ostacoli di grande entità con apparente facilità, ma al posteriore, la sospensione ha un comportamento un filo lineare.
Da riferimento invece il comportamento dell’anteriore, i 64° di inclinazione dello sterzo sono tanti, ma in linea con le prestazioni della bici e anche se la Rock Shox Zeb Select non ha un’idraulica prestigiosa non ha battuto ciglio nell’affrontare ogni tipo di sentiero, merito (anche) di una zona sterzo massiccia, rigida e quindi precisa nel trasferire le sensazioni provenienti dal terreno.
Forse, vista la tanta stabilità offerta dal mezzo avrei potuto provare una taglia S del telaio per guadagnare qualcosa in agilità.
IN CONCLUSIONE
La Merida One-Sixty 6000 nasce per i piloti più esigenti, per coloro che dal proprio mezzo pretendono il massimo in quanto a performance.
Non chiedetele di accompagnarvi in lunghe gite romantiche in stile all-mountain, piuttosto in un week end di gara, li saprà ricompensarvi!
La versione 6000, quella da noi provata rappresenta il punto prezzo migliore della gamma One-Sixty, date però un’occhiata anche ai modelli 10K, 8000 e alle versioni in alluminio 700 e 500.
Per maggiori informazioni consultare il sito Merida
La nuova Merida One-Sixty sarà utilizzata, quest'anno, dal team E=BR1 Squadra Corse ⬇️
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Sull'autore
Simone Lucchini
Mi piace essere estroso, mi ritengo molto versatile e sono il più giovane del gruppo, con una vocazione che spazia dall’Xc fino all’enduro senza disdegnare il mondo e-Mtb e gravel. Mi piacciono i video e la guida in generale