La Trek Supercaliber è il mezzo da Xc e Marathon che ha fatto più parlare di sé negli ultimi mesi.
Ve l'abbiamo mostrata più volte anche noi, in occasione del lancio ufficiale e poi per raccontarvi le nostre sensazioni dopo la prima uscita (guardate qui).
Ma ora, dopo un lungo periodo di utilizzo e test, è arrivato il momento di tirare le somme, evidenziando ulteriori dettagli e sensazioni.
Iniziamo con un video:
1 - DETTAGLI TECNICI TELAIO
- Geometria: 10
Se dovessimo trovare un aggettivo per descrivere la geometria della Trek Supercaliber, questo sarebbe “bilanciata”. Le quote, infatti, sono pensate per offrire stabilità nel veloce, ma anche maneggevolezza nello stretto. Ma questa è da sempre una filosofia di Trek...
Per snocciolare qualche dato tecnico, in taglia M troviamo uno sterzo di 69 gradi, abbinato ad un rake della forcella (Fox Performance 32 SC, nel caso del modello 9.8 in test) di 44 mm.
Il piantone, invece, misura 74 gradi.
Il top tube di 59,5 cm insieme al reach di 42,5 cm confermano la volontà di Trek di offrire un mezzo polivalente e destinato ad ogni tipo di biker e a diverse conformazioni fisiche.
Il carro misura 43 cm, quindi è piuttosto compatto trattandosi di una full.
Da segnalare la presenza in gamma di una taglia ML, ossia una via di mezzo tra Medium e Large destinata a chi si trova in bilico tra le due misure.
Ma ecco le geometrie complete di tutte le taglie:
- Assetto in sella: 10
Appena salito in sella ci si accorge che il lavoro di Trek sulle quote è stato indovinato.
Personalmente, mi sono trovato subito a mio agio, è bastato regolare la sella per trovarmi “a casa”. D'altronde, questo era già capitato con la Procaliber, con la Top Fuel 2018 e con la Top Fuel 2020. Non credo sia un caso...
In generale, senza fare particolari adattamenti e senza sostituire l'attacco manubrio di serie (da 80 mm sulla taglia M) ho raggiunto un ottimo compromesso sulla posizione: pedalata efficiente e “diretta” in salita e nel pedalato, ma anche pieno controllo in discesa.
- Cura costruttiva: 10
Anche in questo caso, Trek non si smentisce...
La nuova Trek Supercaliber riprende alcuni dettagli già presenti sui modelli precedenti, come il carbonio Oclv Mountain di alta qualità, il passaggio cavi Control Freak, il blocca sterzo Knock Block e le numerose protezioni nelle zone più esposte, come quella del batticatena e del tubo di sterzo.
Non dimentichiamo la possibilità di inserire due portaborraccia anche sulle taglie più piccole, un dettaglio che apprezzeranno gli amanti delle lunghe distanze.
Per concludere, l'ammortizzatore IsoStrut e l'intero schema sospensivo è qualcosa di innovativo, originale e molto curato, che conferma la volontà di “osare”.
- Tuning ammortizzatore: 8
E' stata l'incognita maggiore delle prime uscite, perché l'IsoStrut è un sistema nuovo e mai utilizzato da nessuno. Ho dovuto capire bene il suo funzionamento e ci è voluto un po' più del solito, ma alla fine ho raggiunto un buon compromesso.
Parlando delle pressioni e delle regolazioni esterne, sono partito da quelle generate dalla piattaforma on line di Trek: basta impostare il proprio peso corporeo, l'anno e il modello della bici per avere dei dati abbastanza precisi. Infatti dopo aver settato l'ammortizzatore nel modo giusto, la bici si è comportata molto meglio.
Di serie, però, la progressività della sospensione non è ottimale ed anche per via del travel ridotto (60 mm) era troppo facile raggiungere il fondo corsa negli atterraggi dai drop e dai salti.
Per questo, ho dovuto agire sui token interni: Trek dà la possibilità di sostituire quello di serie più sottile (di colore verde) con altri due spessori più grandi di colore arancione (intermedio) o viola (il più voluminoso).
Nel mio caso ho scelto quello intermedio, che per il mio peso di circa 64 chili mi è sembrato un giusto compromesso.
Dopo aver fatto questa modifica presso un centro Trek autorizzato (Cycle 'n Cycle Roma), la situazione è migliorata nettamente: utilizzando la stessa pressione, ho potuto beneficiare di un margine maggiore verso il fondo corsa, senza perdere la sensibilità iniziale.
Il lato negativo sta proprio nella sostituzione dei token, perché è piuttosto delicata e non facile da effettuare a casa propria... Proprio per questo motivo, anche noi ci siamo recati presso un centro Trek autorizzato e consigliamo di farlo a chiunque voglia effettuare questo tipo di intervento.
Ecco perché, il voto di questo settore si abbassa: questo dettaglio potrebbe rendere le operazioni di personalizzazione più macchinose del solito.
- Posizionamento ammortizzatore: 9,5
L'ammortizzatore della Trek Supercaliber si trova sotto al tubo orizzontale ed è facile da raggiungere con le mani, anche se nel caso dei modelli con comando remoto non è quasi mai necessario intervenire sui registri mentre si pedala.
Il registro del rebound (di colore rosso) è visibile e comodo da azionare, c'è anche una scala numerata che facilita la regolazione.
Per contro, la valvola dell'aria passa molto vicino alla sede della sospensione nel telaio e potrebbe creare qualche difficoltà per svitare il tappo se si hanno le mani molto grandi o se si utilizzano delle pompe con innesto poco sottile.
Tuttavia, nel mio caso non ho avuto questo tipo di problemi.
- Peso telaio e/o bici: 7
La Trek Supercaliber 9.8 con pedali e gomme tubeless con liquido antiforatura pesa 11,3 chili.
Come abbiamo già detto nello short test, ci aspettavamo un peso inferiore da un mezzo con travel ridotto e design così minimale... Invece, a quanto pare Trek ha lavorato più sulle prestazioni e sull'affidabilità del telaio, che sull'ago della bilancia.
E' vero anche che i componenti montati di serie sulla 9.8 non sono ultraleggeri, ma il telaio pesa 1950 grammi (con ammortizzatore) ed è quindi in linea con quello di una full “tradizionale”.
Tuttavia, con qualche upgrade sull'allestimento, arrivare intorno ai 10 chili non dovrebbe essere impossibile.
- Prezzo telaio e/o bici: 8
La Trek Supercaliber 9.8 color nero opaco utilizzata per il test e l'altra versione di serie con grafiche in celeste-giallo fluo costano 5999€ di listino. In colorazione Team Edition (rossa e bianca) la bici costa 6599€. Si può anche personalizzare la grafica tramite la piattaforma Project One, in questo caso i prezzi partono dai 6599€ in su, in base alla colorazione scelta.
Delle cifre non economiche, okay, ma nemmeno troppo elevate per una Mtb del genere, in linea con i mezzi di pari livello della concorrenza.
In questo caso, però, si paga anche la novità di un progetto esclusivo e affascinante, oltre alla possibilità di avere delle grafiche custom...
Il 9.8 è un modello di media gamma, ma ricordiamo che la gamma Supercaliber parte dalla 9.7 che costa 4499€ ed arriva alla 9.9 AXS che costa 10499€.
- Garanzia sul telaio: 10
Trek prevede una garanzia a vita sul telaio e di un anno su vernice e decalcomanie.
Esiste anche un servizio di Crash Replacement tramite il servizio Trek Carbon Care.
Per maggiori informazioni sulla garanzia Trek cliccate qui.
Voto finale (da 1 a 10): 9,06
2 - COMPORTAMENTO IN SALITA: 9
L'impostazione è veramente racing, già sulle prime rampe si avverte la sensazione di pedalare “sul movimento centrale”, senza dispersioni di potenza.
Con sospensioni chiuse si ha una Mtb veramente rigida e reattiva, paragonabile ad una hardtail. Allo stesso tempo, i foderi superiori del carro, molto sottili, riescono a flettere leggermente sui fondi sconnessi, donando un discreto comfort.
Questo è un dettaglio importante, soprattutto se pensiamo che la Trek Supercaliber di serie è munita di due sole posizioni della compressione (aperta-chiusa). In qualche modo, il carro così flessibile dà la possibilità di fare a meno della posizione intermedia (pedal).
Sui fondi molto scassati e rocciosi, con ammortizzatore aperto la bici copia bene le asperità, ma dopo aver inserito il token più spesso, le prestazioni sono migliorate anche in questi frangenti (il posteriore si “siede” di meno).
L'unico lato negativo della salita riguarda il peso, perché 11,3 chili non sono pochi per una bici da gara. E' vero che sono distribuiti bene e sui percorsi misti non penalizzano troppo, ma sulle salite molto lunghe e/o molto ripide, dove entra in ballo la forza di gravità, inevitabilmente si sentono...
3 - COMPORTAMENTO IN DISCESA: 9,5
Le geometrie sono davvero indovinate e questo si avverte già nelle prime discese.
E' molto facile trovare il proprio assetto e questo permette di spingere a fondo sin da subito, senza apportare particolari modifiche sui componenti.
L'unico intervento che necessario è stato quello dell'ammortizzatore, ma non è detto che questa operazione sia necessaria per tutti.
Diciamo che è un'ulteriore possibilità pensata per i riders più esigenti e sensibili.
Nel complesso, anche se non parliamo di un modello top di gamma, l'allestimento presente sulla 9.8 mi ha convinto in quanto a funzionalità ed affidabilità.
In particolare, un plauso va fatto ai freni Shimano Deore XT: potenti, silenziosi, super modulabili ed affidabili in ogni situazione.
4 - COMPORTAMENTO SUL PEDALATO: 9
Su asfalto o fondo battuto, con sospensioni chiuse, la Trek Supercaliber è paragonabile ad una hardtail. Si rilancia facilmente e senza dispersioni di potenza.
Al contrario, con sospensioni aperte si ha un posteriore molto sensibile ed in grado di attutire molto bene le micro-sconnessioni del tracciato.
Nei tratti con molti cambi di ritmo, dove serve rilanciare spesso sui pedali, a volte mi sono trovato un po' in difficoltà, perché la tentazione era quella di lasciare le sospensioni aperte, ma così facendo la bici risultava meno reattiva.
Insomma, si tratta pur sempre di una full, quindi nei “mangia e bevi” è meglio azionare il lockout e sfruttare la leggera flessione dei foderi.
In questo caso, una pressione leggermente più bassa delle gomme potrebbe aiutare e, pensandoci bene, le ruote Bontrager con canale da 30 mm rendono tutto più facile...
VOTO COMPLESSIVO (da 1 a 10): 9,1
In conclusione...
La Trek Supercaliber non è una hardtail, ma quando serve è reattiva come una hardtail.
Non è una full “tradizionale”, ma con sospensioni aperte lavora come una full.
E' qualcosa di nuovo, un bel compromesso che, con il giusto setup, può far divertire sia nelle marathon che nel cross country, per la sua facilità di guida e per la sicurezza che offre sin da subito.
Il peso? Sì, è vero, non è tra i più leggeri, ma con qualche upgrade intelligente si possono raggiungere dei risultati interessanti anche in questo campo...
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Sull'autore
Daniele Concordia
Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.