TEST - Trek Slash 9.8: sali in sella e sei al centro della bici

Simone Lanciotti
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TEST - Trek Slash 9.8: sali in sella e sei al centro della bici

Simone Lanciotti
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Che cosa davvero fa la differenza su una bici da enduro?
Mettendo da parte dettagli come le grafiche del telaio o un nome più o meno accattivante, a caratterizzare fortemente una bici da enduro è prima di tutto la geometria.
Ok, anche la qualità costruttiva del telaio (cioè la tipologia di fibra di carbonio), ma quella oggi è relativamente facile da raggiungere soprattutto se si parla di marchi come Trek, che sulla fibra di carbonio ha costruito le proprie fondamenta.
La sigla Oclv Mountain che campeggia sul tubo obliquo è un pezzo di storia della Mtb. Ma di questo parleremo dopo.

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Torniamo al discorso della geometria.
La Trek Slash 9.8 27.5 è una delle bici più indovinate in termini di angoli e misure e per arrivare a questa constatazione non sono necessari molti km.
La prima impressione è stata chiara: sali in sella e sei al centro della bici.
Non hai la sensazione di essere troppo in avanti o troppo indietro, ma semplicemente di essere al posto giusto, sempre.
I numeri della geometria, giusto per farvi capire, sono i seguenti:
- angolo di sterzo 65° (in opzione 65,6°),
- carro da 43,5 cm,
- tubo sterzo da 11 cm (in taglia 19.5”),
- tubo superiore da 61,4 cm,
- interasse di 120,5 cm,
- altezza del movimento centrale di 35 cm
- e, ultimo ma non ultimo, travel posteriore di 160 mm.

Per arrivare a questa sensazione idilliaca abbiamo solo dovuto sostituire l’attacco manubrio da 60 mm di serie con uno da 40.
Una volta fatto, la Slash 9.8 è diventata la bici che guidavamo da una vita.

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Feeling immediato in discesa
Ci sono diversi aspetti che concorrono a rendere esaltante la guida della Slash 9.8.
La geometria prima di tutto, certo, ma anche altri dettagli come la qualità della fibra di carbonio, il tuning della sospensione posteriore e la presenza di un ammortizzatore Rock Shox Monarch Plus Rc DebonAir, il sistema Active Braking Pivot (Abp) sul mozzo posteriore più una serie di componenti come la forcella Rock Shox Pike Rc, le ruote Bontrager Maverick Pro (con cerchi da 28 mm di larghezza interna) e i freni Shimano Deore Xt.

La forcella Rock Shox Pike Rc da 160 mm

La forcella Rock Shox Pike Rc da 160 mm

In discesa, pur avvertendo l’interasse da 120,5 cm, la Slash 9.8 si mantiene sufficientemente agile, ma soprattutto molto stabile e più facile da condurre sui tratti più difficili.
Qui aiutano l’angolo di sterzo da 65° e un tubo superiore adeguatamente dimensionato per un uso enduro che permette al corpo di restare sempre in una posizione centrale, rendendo più difficili gli spostamenti in avanti del busto.
Questo riduce l’affaticamento della muscolatura che risulta meno impegnata nel contrastare le sollecitazioni provenienti dalla ruota anteriore.

L'ammortizzatore Rock Shox Monarch Plus Rc DebonAir.

L'ammortizzatore Rock Shox Monarch Plus Rc DebonAir.

Ne risulta quindi una bici più bilanciata e, in generale, meno stancante.
In sostanza è più facile andare veloce perché ci si sente un po’ più sicuri.
I 160 mm di escursione sulla ruota posteriore, poi, rappresentano un aiuto quasi infinito.

Il bilanciamento ottimale della geometria ispira una grande confidenza in sella. Bastano pochi metri con la Trek Slash 9.8 per sentirsi a casa.

Il bilanciamento ottimale della geometria ispira una grande confidenza in sella. Bastano pochi metri con la Trek Slash 9.8 per sentirsi a casa.

Sospensione Full Floater, cioè tantissimo travel
Questa sospensione ha una particolarità molto importante (oltre all’Abp): l’ammortizzatore non è fissato al telaio, ma alla sospensione.
Se guardate bene il Monarch Plus Rc DebonAir è vincolato ai leveraggi della sospensione e trasla verso il basso quando si comprime.

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Ciò, unito al valore di travel di 160 mm e alla fluidità da riferimento dell’ammortizzatore di serie, si traduce in una sensazione ben avvertibile di travel e trazione maggiori.
Quei 160 mm nominali sembrano diventare di più.
L’effetto galleggiamento di cui è capace la sospensione consente al biker di non curarsi troppo della velocità e in alcuni casi anche della traiettoria, perché la Slash 9.8, con un minimo di capacità di guida, passa davvero sopra a tutto.

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Sistema Abp, cioè si frena un po’ più tardi
Spieghiamo innanzitutto cos’è.
L’Active Braking Pivot è una soluzione studiata da Trek che colloca l’asse del mozzo e il pivot posteriore della sospensione sullo stesso asse.
Tanto semplice quanto efficace.

Il perno passante posteriore è sullo stesso asse del pivot della sospensione: ecco cos'è il sistema Abp di Trek.

Il perno passante posteriore è sullo stesso asse del pivot della sospensione: ecco cos'è il sistema Abp di Trek.

Questo sistema, brevettato, oltre a rendere più solido e rigido il posteriore della Slash 9.8, permette alla sospensione di non inibirsi durante la frenata.
Ed è un risultato per nulla trascurabile.
Gli schemi di sospensione più semplici riducono la loro capacità di assorbimento degli impatti sotto l’azione del freno posteriore, mentre quelli più articolati raggiungono prestazioni migliori da questo punto di vista.
Trek si spinge un po’ oltre e questo amplifica la sensazione di controllo in discesa permettendo a chi guida di ritardare il momento della frenata.

L'Abp visto da dietro.

L'Abp visto da dietro.

Con la complicità di gomme di sezione generosa (60 mm per la precisione) come le Bontrager Xr4 Expert da 2,35” la trazione in sella alla Slash 9.8 è davvero notevole.

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E in salita come va?
A tanta esuberanza in discesa si abbina un’efficienza di pedalata in salita che non ti aspetti.
Intendiamoci: quando l’ammortizzatore è in modalità discesa, la sospensione non è proprio ferma, ma se si aumenta il freno in compressione il discorso cambia in modo abbastanza avvertibile.
La taratura media sia in compressione che in ritorno del Monarch Plus Rc DebonAir aiuta in questo, ma nelle salite lunghe su asfalto è meglio ricorrere a un trucchetto che aiuta tantissimo a migliorare l’efficienza di pedalata: leggete qui.

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Sui tratti pedalati offroad la sensibilità estrema della sospensione posteriore diventa un plus perché riesce ad assorbire anche le più piccole sconnessioni.
Migliorando il comfort e la trazione.
Insomma, la Trek Slash 9.8 in discesa è un fulmine e in salita riesce a essere più rigorosa di quanto si pensa.
Una nota sulla forcella Pike: Trek ha preferito adottare la versione con il Dual Position Air, ossia il dispositivo di Rock Shox che serve a regolare la corsa della forcella.

Il comando di regolazione della corsa della Pike.

Il comando di regolazione della corsa della Pike.

Di fatto è pensato solo per la salita e in particolare per le salite molto ripide, dove abbassare l’altezza del manubrio da terra può essere utile.
Durante il test non abbiamo sentito la necessità di ridurre la corsa della Pike e onestamente crediamo che se ne possa fare a meno.

Carbonio Oclv, tecnologia con oltre 52 brevetti
Trek ha il merito di essere stato uno dei primi grandi marchi in ambito ciclistico a sperimentare la fibra di carbonio.
La tecnologia Oclv (acronimo di Optimized Compaction Low Void) ha fatto la sua comparsa all’inizio degli anni Novanta e in quasi 25 anni è stata affinata e perfezionata di continuo.
In sostanza l’Oclv è l’antesignano dei moderni processi di lavorazione del carbonio, perché prevede una compattazione estrema degli strati di carbonio e della resina usando il vuoto, cioè aspirando la quasi totalità delle molecole di ossigeno fra gli strati di carbonio e la resina.
In questo modo Trek riesce a realizzare telai in carbonio molto leggeri e resistenti.

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Una delle ultime evoluzione di questa tecnologia si chiama Oclv Mountain che prevede spessori, materiali e processi produttivi del carbonio ad hoc per la Mtb.
Basti pensare che durante le fasi di test le tubazioni in carbonio vengono sottoposte alla famigerata prova di impatto con una roccia.
Solo se la tubazione supera il test si passa alla produzione.

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Cerchi da 28 mm di larghezza: l’aiuto che non ti aspetti
Lo abbiamo scritto in occasione del test delle ruote Mavic Crossmax Xl: pochi mm di larghezza in più sul cerchio posso fare una grande differenza.
Durante i nostri test non siamo mai andati oltre i 23,4 mm e arrivare di colpo ai 28 delle Bontrager Maverick Pro fa un certo effetto.
Si percepisce nettamente che le ruote sono più precise e meno propense a flettere e questo diventa un grande vantaggio nella guida.

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La bici riesce con più facilità a rispettare le traiettorie.
Le gomme Bontrager Xr4 Expert, poi, amplificano la sensazione di galleggiamento sopra gli ostacoli, senza perdere troppo in direzionalità.
I cerchi più larghi sono in apparenza un dettaglio marginale, ma dal punta di vista dinamico (cioè guidando sui single track) fanno una grande differenza.

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Hanno resistito piuttosto bene al nostro test riportando solo qualche graffio e nemmeno un’ammaccatura.
Durante il test abbiamo utilizzato le ruote Bontrager in configurazione tubeless e l’operazione di conversione è stata piuttosto rapida e facile.

Il montaggio della Trek Slash 9.8
Volendo è pronta per correre nelle gare di enduro e guardando la sua scheda tecnica sembra proprio che non manchi nulla.
Le note di pregio sono le sospensioni Rock Shox di ultima generazione, i freni Shimano Deore Xt (con dischi da 200-180 mm), la trasmissione Sram X1 (con corona da 32 denti), il reggisella Rock Shox Reverb Stealth e tanti componenti firmati Bontrager.

La guarnitura Sram X1 monta una corona da 32 denti di serie.

La guarnitura Sram X1 monta una corona da 32 denti di serie.

I freni Shimano Deore Xt hanno contribuito a rendere questa bici così piacevole da guidare.

I freni Shimano Deore Xt hanno contribuito a rendere questa bici così piacevole da guidare.

Il funzionamento dell’insieme si è dimostrato all’altezza delle prestazioni del telaio.
Tutto questo porta la bici a un peso di 12,67 Kg, senza pedali e con liquido sigillante nelle gomme.
Il prezzo della bici è di 6149€ e Trek fornisce una garanzia di tre anni sul telaio.

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Che cosa non ci ha convinto?
Il prezzo di listino, prima di tutto.
Rispetto alla media delle sue rivali di pari livello (cioè un gradino sotto al top) la Trek Slash 9.8 è quella che costa di più senza offrire un allestimento superiore.
Con oltre 6000€ di listino ci si aspetterebbe qualcosa in più e magari un telaio full carbon, proprio come quello della “sorella maggiore” Slash 9.9.
La 9.8, infatti, ha il triangolo anteriore e i foderi in fibra di carbonio, mentre i foderi bassi sono in lega.
Fra le cose che non ci hanno soddisfatto a pieno si può aggiungere anche l'abbinamento non ottimale fra il comando del reggisella telescopico e la leva del freno Shimano.

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In conclusione…
La Trek Slash 9.8 è un gran bici ed è destinata a diventare uno dei punti di riferimento fra le Mtb da enduro in carbonio di fascia alta.
Esce di fabbrica pronta per correre, porta in dote una grande quantità di accorgimenti costruttivi di reale efficacia e sa ispirare confidenza dopo poche pedalate.
Difficile chiedere di meglio. Prezzo a parte…

Per informazioni Trekbikes.com

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Sull'autore
Simone Lanciotti

Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.

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