TEST - Specialized S-Works Epic World Cup: attenti al cuore...

Simone Lanciotti
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TEST - Specialized S-Works Epic World Cup: attenti al cuore...

Simone Lanciotti
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Fra la Specialized Epic e la Specialized Enduro 29 c’è un sottile filo che le lega.
Non è solo il diametro delle ruote o lo schema Fsr della sospensione.
Queste due bici rappresentano, per le loro rispettive categorie, un’icona e incarnano il concetto di bici da gara.
Quando pensi alla Epic pensi alla Coppa del mondo, all’efficienza, a una delle poche full che stabilmente gareggia nell’Xc di tutto il mondo.
A loro modo, tanto la Epic quanto la Enduro 29, hanno cambiato il modo di fare e intendere la Mtb.

«Una full per le gare Xc?»

«Una 29 per l’enduro?»

E le risposte le conosciamo tutti: ebbene sì.

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La prima Epic è arrivata quando c’era la Stumpjumper e poco più e per conquistare l’attenzione di tutti Specialized ha tirato fuori un’arma che sa usare bene: l’innovazione.
La Epic, infatti, è stata la prima bici a introdurre il concetto di automatismo sulle sospensioni.
Ovviamente non fu solo un concetto, ma una realtà ben concreta e del tutto nuova per l’epoca.
Il Brain, cioè il controllo automatico della sospensione, dal 2002 a oggi è stato costantemente migliorato.
Ma anche imitato, sminuito, ammirato e criticato.

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“Non devi pensare alle sospensioni, ma solo a guidare”: ecco il concetto sul quale si basa questo dispositivo.
E oggi, salire sulla versione più aggiornata e più orientata al cross country di tutte le Epic equivale a salire su una macchina da corsa.
Non c’è il motore e nemmeno l’acceleratore, perché la propulsione viene sempre dalle tue gambe.
Ma appena inizi a spingere sui pedali ti accorgi che poche bici ti spostano in avanti con tanta immediatezza e facilità.
Quando afferri il manubrio ti rendi conto che è essenziale come deve essere per una bici da competizione.

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Spartana, efficiente, efficace e incredibilmente affascinante.
Che il vostro cuore batta per il cross country oppure per l’enduro non ha alcuna importanza: la Specialized S-Works Epic 29 World Cup rappresenta il concetto di Mtb da gara.

Il tubo di sterzo misura 10,5 cm nella taglia M.

Il tubo di sterzo misura 10,5 cm nella taglia M.

L’assetto in sella
Sali sulla sella e allunghi le braccia verso il manubrio e avresti detto che il manubrio fosse più vicino.
L’assetto è disteso, grazie anche all’attacco manubrio da 90 mm di lunghezza (taglia M), e la geometria è pensata per spingere sui pedali, cioè massimizzare il rendimento della pedalata.
Quindi, troviamo anche un reggisella S-Works Fact Carbon (da 27,2 mm di diametro) con arretramento di 20 mm.
Per chi ha gambe allenate questa posizione ispira velocità e ricorda quella di una bici da strada.
Giusto il tempo di pensarlo che il manubrio da 71 cm di larghezza ti riporta nella tua dimensione offroad.

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Le pedivelle S-Works Fact Carbon compatibili Pf30 hanno una lunghezza di 175 mm e montano, sull’esemplare testato, una corona Sram XX1 da 34 denti.
Tutto qui parla di agonismo.
Il tubo di sterzo è corto: siamo a 10,5 cm (per la taglia M) e questo permette di arrivare a dislivelli sella-manubrio molto marcati.
In stile Jaroslav Kulhavy, se volete…

Less is more
La versione World Cup della Epic ha 95 mm di travel contro i 100 delle versioni standard. 5 mm in meno comportano anche un cambiamento della geometria, come vi abbiamo spiegato in occasione dello Short Test di questa estate.
Nelle intenzioni di Specialized diventa meno versatile e più focalizzata per un solo obiettivo, ovvero le gare cross country, ma è ancora in grado di ospitare due portaborraccia ed ha anche il multitool della serie Swat.

Il multitool è nascosto dietro l'attacco superiore dell'ammortizzatore.

Il multitool è nascosto dietro l'attacco superiore dell'ammortizzatore.

Meno versatile, quindi? A noi viene da dire più cattiva.

La reattività ti sorprende
Sono una serie di fattori che rendono questa bici così agile e veloce.
Prima di tutto la leggerezza complessiva della bici, 9,88 Kg (senza pedali), poi quella delle ruote (1370 gr la coppia) e infine la rigidità di tutti i componenti utilizzati.
Ruote in primis.

Visto dall'alto, il cerchio delle Roval Control Sl 29 è notevole: ben 26 mm di larghezza.

Visto dall'alto, il cerchio delle Roval Control Sl 29 è notevole: ben 26 mm di larghezza.

Il risultato è che il posteriore, pur non vantando le misure brevilinee della Enduro 29 (43,5 cm), ti sembra attaccato sotto la sella. Basta un movimento laterale più deciso del bacino per provocare una scodata, se il terreno è a basso grip.
Questo permette alla S-Works Epic World Cup di essere agile in discesa, anche se non facilissima da guidare.

Un angolo di sterzo molto in piedi
71 gradi sono un valore che la dice lunga sulla reattività dello sterzo.
E’ una misura che appartiene alle 29er della prima ora, ma che mantiene una sua validità se l’obiettivo è massimizzare la velocità di reazione del manubrio.
Questa bici richiede una guida decisa e penalizza chi esita.

L'ammortizzatore è realizzato da Fox per Specialized e ha misure specifiche. Presenta anche il dispositivo AutoSag.

L'ammortizzatore è realizzato da Fox per Specialized e ha misure specifiche. Presenta anche il dispositivo AutoSag.

Sospensioni “set and forget”
Cioè un volta fatto il Sag e trovata la giusta velocità di rebound non le tocchi più.
O quasi. Il Brain, il dispositivo che aziona le sospensioni solo in presenza di sollecitazioni provenienti dal terreno, lavora in modo egregio al punto da non far rimpiangere pomelli e manettini.

Il dispositivo Brain è collocato sul carro. Da questa posizione riesce a "leggere" meglio le sollecitazioni.

Il dispositivo Brain è collocato sul carro. Da questa posizione riesce a "leggere" meglio le sollecitazioni.

Fa tutto da solo e lo fa bene, con transizioni fluide dalla posizione bloccato a sbloccato.
In realtà, tanto per la forcella quanto per l’ammortizzatore, il Brain non arriva mai a un lock-out vero e proprio, ma ci va molto vicino, al punto da rendere la S-Works Epic World Cup molto piacevole in salita.
L’unico registro con il quale puoi aver bisogno di dialogare è quello del Brain Fade, ovvero la “durezza” del Brain.
Sul cilindro collocato nelle vicinanze della pinza freno posteriore Specialized ha inserito un pomello blu che permette proprio di gestire quanto sensibile (ovvero quanto morbida) deve essere la taratura del Brain.
Sono cinque le posizioni possibili, sia sull’ammortizzatore che sulla forcella: se ruotate il pomello verso “firm” e provate a “pompare” sul manubrio o sulla sella vi accorgerete che le sospensioni sono quasi bloccate.

Il Brain è presente anche sulla forcella. In questo caso una Rock Shox Sid World Cup 29 custom.

Il Brain è presente anche sulla forcella. In questo caso una Rock Shox Sid World Cup 29 custom.

Non appena, però, arriva un colpo dal terreno si sbloccano in modo automatico ed iniziano a funzionare.
Se invece state pedalando sui pedali noterete che le sospensioni rimangono ferme, perché il Brain capisce che l’input arriva dall’alto (cioè dal ciclista) e non dal terreno.

Il pomello blu del Brain Fade

Il pomello blu del Brain Fade

Ruotando il pomello blu del Brain Fade verso “soft”, invece, la sospensione assume un assetto più morbido e permissivo.
In particolare, se state pedalando su terreni compatti, meglio ruotare il Brain Fade verso “firm”; se siete su sterrato un Brain Fade più morbido vi darà maggiore comfort nella pedalata.
Per capire come funziona il Brain vi rimandiamo a questo articolo oppure al video seguente:

Brain: transizioni superfluide
Rispetto alla prima versione introdotta nel 2002, la Epic ha subito numerosi cambiamenti, sia stilistici che tecnici. Anche il Brain è cambiato e in meglio.
L’ultima serie è estremamente fluida e precisa nel passare dalla posizione “bloccata” ad “attiva”, tanto che in sella non si percepisce alcuna esitazione.
Solo se il Brain Fade è completamente ruotato verso “firm” allora si può avvertire una minima durezza quando si è su sterrato.
In tal caso basta anche solo un click verso “soft” per risolvere.

La Specialized S-Works Epic 29 World Cup non teme una guida un po' più disinibita.

La Specialized S-Works Epic 29 World Cup non teme una guida un po' più disinibita.

Al Brain ci si abitua in un attimo perché semplifica la guida della bici: devi solo pensare a dove metti le ruote.

In discesa premia chi sa guidare
Anche nell’Xc si sta andando verso angoli di sterzo più aperti, cioè inferiori ai 71° della Epic in questione.
Questo facilita un po’ le cose a chi non ha molta dimestichezza con il ripido, ma può ridurre l’agilità della bici.
Sulla S-Works Epic World Cup, invece, hanno fatto una scelta ben precisa: non renderla alla portata di tutti in discesa per non compromettere troppo la reattività e l’agilità.
Quindi, angolo di sterzo da 71° e angolo piantone da 74,25°. Difficile trovare una bici più “in piedi” di questa.
E in discesa si sente.

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Se non sei deciso e non hai confidenza con la discesa questa bici può risultare ostica da guidare, almeno all’inizio.
Se invece ti piace guidare, nonostante i soli 95 mm di travel la Epic può diventare molto piacevole.
Devi accettare che sia un po’ brusca, nervosa, velocissima nei cambiamenti di traiettoria e in quel momento ti accorgi che ti stai divertendo.
Anche se le gomme S-Works Fast Track non ti danno il grip che ti servirebbe sull’umido.

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Le nuove ruote Roval Control Sl 29 amplificano la sensazione di “nervi scoperti”: sono leggere, rigide e in curva quasi le senti bisbigliare “Molla questi freni…”.
Il trucco è lasciarla scorrere e guardare lontano, senza il timore di non farcela.
L’unico dubbio (crediamo legittimo) che ci è passato per la mente è: “Come sarebbe con un reggisella telescopico?”

Nei rilanci è efficace come poche bici. L'andatura sui pedali, se Brain e Sag sono ben tarati, è un vero piacere.

Nei rilanci è efficace come poche bici. L'andatura sui pedali, se Brain e Sag sono ben tarati, è un vero piacere.

In salita attenti al cuore
Lo avevamo scritto sin dalle primissime uscite fatte con questa bici.
“La Specialized S-Works Epic Wc è una di quelle bici che interferisce con il battito cardiaco”.
Cioè ti porta in un attimo in zona rossa, ti spinge a usare rapporti che non useresti mai in salita e poche centinaia di metri ti accorgi di andare più veloce. Punto.

I 95 mm di travel della Sid World Cup lavorano in modo ottimale.

I 95 mm di travel della Sid World Cup lavorano in modo ottimale.

La sola cosa a cui devi prestare attenzione è il battito cardiaco, cioè il giri del motore.
Qui sei tu il motore e se vuoi arrivare a fine giro o a fine gara con le gambe intere non dimenticare di ascoltare il cuore.
Di questa bici non deve interessarti il peso (comunque basso per essere una full), ma la velocità che ti fa guadagnare.
In salita è esaltante, forse anche più che in discesa.

Il fodero basso con questo profilo è specifico per la versione World Cup.

Il fodero basso con questo profilo è specifico per la versione World Cup.

In conclusione…
Così allestita questa bici non presta il fianco ad alcun upgrade.
Al massimo entrano in gioco le preferenze personali per una sella, per i freni o per le gomme.
Il resto è a livelli di eccellenza.
Come anche il prezzo, 8390€.

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La garanzia è di 2 anni con l’estensione gratuita a 5 se si effettua la registrazione della bici sul sito Specialized.
Specialized vi dà la possibilità di provarla in occasione dei vari Test the Best. Magari salite anche su una Enduro 29 e vi accorgerete che queste due bici non sono così distanti fra loro…

Per informazioni Specialized.com

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Sull'autore
Simone Lanciotti

Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.

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