La nuova Rocky Mountain Slayer 790 Msl è nata con un obiettivo importante: imporsi fra le Mtb da enduro più “cattive” sulla piazza.
Con 165 mm di escursione posteriore, telaio in carbonio Smoothwall, geometria ampiamente modificabile (come leggerete più avanti), forcella da 170 mm e ruote da 27,5” (oppure 26 Plus) Rocky Mountain ha voluto dare nuova vita al modello Slayer con una vocazione non molto lontana da quella della serie precedente: bike park, ma anche lunghe uscite all mountain-enduro.
Per essere così polivalente la Rocky Mountain Slayer è stata profondamente rinnovata con la nuova sospensione Smoothlink con pivot nascosti alla vista che mantiene una forte vocazione gravity aggiungendo una migliore propensione alla pedalata grazie sia al sistema Ride- 4 (più semplificato rispetto al Ride 9) che permette di variare la geometria, sia alla taratura dell’ammortizzatore Fox Float X2 Evol Factory.
L’abbiamo attesa a lungo e, dopo averla presentata nei dettagli in questo articolo, finalmente è arrivato il momento di dirvi come va.
A Luca "Cobra" Colasanto, dopo aver affidato gli Short Test di Trek Slash 29 9.9 Rsl, Specialized S-Works Enduro Carbon 650b ed Enduro Elite Carbon 29 a Whistler, abbiamo chiesto di mettere alla frusta anche la Rocky Mountain Slayer 790 Msl, ossia la versione di punta.
Ecco un breve video che vi mostra uno dei single track sui quali Luca ha girato con questa bici:
La prova della Slayer 790 Msl è stata condotta sui single track intorno a San Diego, Temecula e Fontana, in California, per oltre due mesi.
Adesso, vediamo com’è andata questa bici…
1 - GEOMETRIA
- Angolo di sterzo: 10
Parliamo dell’angolo di sterzo che grazie al sistema Ride-4 può variare dal più aperto 64,75° al più “in piedi” 65,85°. Per una Mtb da enduro si tratta di un angolo molto ridotto già nella modalità più chiusa, mentre diventa quasi da downhill nella posizione più aperta. Abbinato alla forcella Fox 36 Float da 170 mm è sicuramente una delle caratteristiche chiave di questa Slayer, dotata di una stabilità fuori dal comune.
- Angolo piantone: 9
Parliamo di 73,75° in configurazione più aperta e di 74,85° in quella più chiusa. Si tratta di un angolo che rientra nella media delle bici da enduro moderne, che permette una valida posizione in sella anche per lunghe ore e molto dislivello.
- Lunghezza tubo superiore: 9,5
627 mm in taglia L (con geometria più aperta) sono tanti e mediamente parliamo di un paio di centimetri in più rispetto ad altre Mtb da enduro (come ad esempio la Nomad o la Enduro 650b). La posizione in sella permette di essere dentro la bici conferendo una piacevole sensazione di controllo e stabilità.
- Altezza movimento centrale: 9,5
33 cm in assetto “aperto”, che vuole dire anche 15 mm di BB drop (cioè quanto è più basso il movimento centrale rispetto alla linea dei mozzi delle ruote) rispetto alla più chiusa, garantiscono precisione e stabilità alle alte velocità.
- Altezza manubrio da terra: 8,5
Con quattro spessori sotto l’attacco manubrio l’altezza è di 107 cm con piega RaceFace Sixc 35 low rise. Il dislivello sella-manubrio è giusto per avere un ottimo controllo sia in discesa che in salita.
- Lunghezza carro: 9
Anche la Slayer segue la tendenza di accorciare il carro il più possibile per ottenere una bici più manovrabile e reattiva. Il valore di 430 mm denota una lunghezza decisamente contenuta che aiuterà a mantenere una buona agilità nonostante l’interasse molto lungo.
- Interasse: 9
1212 mm non sono il valore più alto fra le bici da enduro, ma poco ci manca. Una Mondraker Dune è ben 3 cm più lunga, ma comunque questa Rocky rimane quasi 2 cm più lunga di una Nomad e 1 cm più lunga di una Trek Remedy. Nella guida questo aspetto ne esalta la stabilità, soprattutto sul veloce.
- Assetto in sella: 9,5
Il sottoscritto è alto 188 cm con 90 cm di altezza sella. La posizione è neutra e bilanciata, cosa insolita per me che normalmente sento molte Mtb con ruote 650b piuttosto piccole e basse sull’anteriore in taglia L.
- Altro e/o eventuali sensazioni:
Il telaio della Slayer permette di scegliere tra 4 diverse geometrie agendo sul sistema Ride-4 (foto sopra), un’evoluzione del Ride 9 presente anche su altre bici del marchio canadese. Dopo aver provate le 4 impostazioni possibili, ho scelto di condurre il test con l’impostazione più “aperta”, quella che rende più giustizia al carattere della bici.
Voto finale (da 1 a 10): 9,3
2 - COMPORTAMENTO IN SALITA
- Tuning scelto per l’ammortizzatore: 7,5
L’ammortizzatore di serie è un Fox Float X2, cioè un ammortizzatore da downhill-enduro e, in questa versione, anche senza la nuova leva X2 con 2 posizioni per la compressione. Ho trovato le regolazioni di serie adatte alle mie caratteristiche di guida e ho adottato un sag generoso come consigliato dalla casa americana, arrivando a circa il 35% con una pressione di 170 Psi.
- Efficienza sospensione posteriore nell’andatura regolare: 7,5
In salita su asfalto la bici tende a un leggero affondamento, ma del resto con un Sag di oltre il 30% è un fenomeno difficile da evitare. Ricordiamoci che non stiamo parlando di una Mtb pensata per la massima efficienza in salita, soprattutto su asfalto, e questo è evidente sin dalle prime pedalate.
- Efficienza sospensione posteriore nell’andatura fuorisella: 7
Aspettarsi un affondamento importante della sospensione quando ci si alza sui pedali è più che lecito. Ed è quello che avviene sulla Slayer. Di fatto si riesce a pedalare in fuorisella solo per brevi tratti o per sciogliere un po’ i muscoli sulle lunghe salite.
- Efficienza sospensione posteriore in salita offroad: 8,5
In questo frangente la Slayer è in grado di stupire: nelle salite più sconnesse la sensibilità dell’ammortizzatore si trasforma in grande trazione, permettendo di superare pietre e radici come se stando seduti su un cuscino, senza fastidiosi affondamenti. Inoltre, la lunghezza complessiva della bici permette una buona trazione anche sulle salite più ripide, senza incorrere in vistosi sollevamenti dell’anteriore.
- Commenti sui componenti montati sulla bici: 8,5
Nelle salite più lunghe, come detto, manca la possibilità di poter bloccare il Float X2 e le gomme Maxxis Minion DHF da 2,5” poi non facilitano di certo la pedalata.
La prestazione in salita migliorerebbe notevolmente con componenti diversi, come quelli montati sulle versioni inferiori.
La cassetta pignoni Shimano Deore Xt M8000 11-46 (foto sopra), invece, è un dettaglio che merita attenzione: su una bici non facile da pedalare è un bel vantaggio per le gambe e rispetto al pignone da 42 è un’altra storia.
La cambiata salendo dal 37 al 46 è molto fluida nonostante ci siano 9 denti di differenza e su questa bici l’11-46 Shimano è un dettaglio che può fare la differenza durante una salita.
La spaziatura dei pignoni è la seguente: 11-13-15-17-19-21-24-28-32-37-46 e Shimano ha adottato, in pratica, una soluzione non molto diversa da quella che Sram ha adottato sull’Eagle, ossia ha mantenuto la medesima spaziatura dei pignoni più piccoli è ha maggiorato solamente l’ultimo pignone, quello da 46.
Infatti, la cassetta 11-42 del Deore Xt M8000 ha la seguente scala pignoni: 11-13-15-17-19-21-24-28-32-37-42 che differisce dalla 11-46 solo per l’ultimo pignone.
Durante il test non ho mai avuto problemi di sorta nel salire dal 37 al 46, né ho mai dovuto agire sul registro del cambio, nonostante durante il test ci siano stati contatti ravvicinati con rocce e sassi. E il cambio ne porta ancora i segni... (foto sopra).
- Altro e/o eventuali sensazioni: la Rocky Mountain Slayer non è sicuramente pensata per conquistare le vette nel minor tempo possibile, anche se si difende bene considerando il travel a disposizione e la solidità complessiva della bici. Il montaggio in questo caso è il fattore che influisce le prestazioni in salita.
Voto finale (da 1 a 10): 7,8
3 - COMPORTAMENTO IN DISCESA
- Tuning scelto per l’ammortizzatore: 10
In discesa, è tutta un’altra musica: il reparto sospensioni della Rocky Mountain Slayer 790 Msl in questione è quanto di meglio esista per la discesa. La nuova generazione di sospensioni Fox è davvero di alto livello, per scorrevolezza, sensibilità, solidità e ampiezza delle regolazioni possibili. Per quelle che sono le mie caratteristiche di guida non ho aggiunto token e ho semplicemente agito sui registri esterni e ho adottato un Sag generoso.
- Curva di compressione della sospensione: 10
La curva di compressione del Float X2 montato sulla Slayer è sicuramente progressiva, ma senza dare mai la sensazione di “murare” quando ci si avvicina al fondocorsa. L’assorbimento è sempre molto dolce (grazie anche al travel di 165 mm), ma allo stesso tempo sostenuto quando gli impatti sono più forti. Questo comportamento così ben bilanciato è dovuto al tuning ottimale dell’ammortizzatore e al cinematismo della sospensione Rocky Mountain.
- Impatti di piccola entità: 9,5
La sensibilità della sospensione è una delle cose che più mi ha colpito, grazie certamente all’ammortizzatore Fox e agli attacchi dell’ammortizzatore con cuscinetti (anziché boccole), sembra di avere montato un ammortizzatore a molla per quanto “copia” bene il terreno. Il tutto senza mai andare a discapito delle prestazioni sugli ostacoli di media entità, dove il Float X2 eccelle.
- Impatti di grande entità: 10
Durante questo periodo di test non sono mancati salti, drop e road gap, oltre ad un’innumerevole serie di pietraie. In tutte queste situazioni la Slayer 790 Msl invita ad essere utilizzata come una bici da downhill. Atterrare lungo dopo un salto non è mai un problema; sbagliare una linea su una pietraia neanche. La Slayer è capace di perdonare davvero tanto senza mai reagire bruscamente, semplicemente assorbendo l’ostacolo.
- Rigidità torsionale del carro: 10
Non è evidente alcuna flessione del carro: i foderi di generose dimensioni e lo standard Boost regalano una rigidità da riferimento persino negli atterraggi di traverso e negli appoggi più “cattivi” e volutamente “ignoranti” (l’abbiamo dovuta testare, in fondo, no? ?)
- Agilità della bici: 8,5
Qui sono rimasto un po’ deluso, perché mi aspettavo una bici, sì, stabile ma anche molto manovrabile. La Slayer non è quella bici da guidare passivi, ma richiede il fisico. Curve spigolose, bunny-hop e manual non sono così intuitivi come con altre Mtb della categoria. In questo frangente mi ha ricordato moltissimo una vera e propria bici da Dh, cioè stabile sul veloce e un po’ macchinosa nello stretto.
- Efficienza sospensione posteriore in frenata: 9,5
La sospensione Smoothlink della Rocky Mountain Slayer e l’ammortizzatore Fox Float X2 lavorano molto bene in frenata. Anche sullo sconnesso non si ha mai la sensazione di perdita di grip o di saltellamento del posteriore.
La ruota rimane incollata a terra e la bici fa il suo dovere.
- Commenti sui componenti montati sulla bici: 9
Parliamo di una bici top di gamma quindi è lecito aspettarsi il top della componentistica. Il montaggio è chiaramente orientato alle massime prestazioni in discesa e la scelta è ricaduta infatti su componenti da downhill. Sospensioni Fox Factory, cerchi ZTR Flow EX, freni Shimano Saint e manubrio RaceFace SixC 35 in carbonio da ben 80 cm di larghezza. Dato il prezzo, però, mi sarei aspettato di meglio per la pedivella (una RaceFace Turbine Cinch in lega) e la sella (Wtb Silverado Race).
- Altro e/o eventuali sensazioni:
Avete presente il feeling di guida su una Mtb da downhill? Ecco, bastano veramente pochi metri sulla nuova Slayer per avere un feeling in discesa vicinissimo a quello di una bici da Dh, dettaglio “sconosciuto” ad altre bici da enduro anche recenti. Questa Rocky Mountain potrà “soffrire” quei centimetri in meno di escursione rispetto ad una bici da downhill, ma le sensazioni che regala sono molto vicine.
Voto finale (da 1 a 10): 9,6
4 - COMPORTAMENTO SUL PEDALATO
- Tuning scelto per l’ammortizzatore: 8
Il Fox Float X2 non offre nessun tipo di lock-out quindi il setup rimane lo stesso della discesa, a meno che il rider non sia disposto ad agire sui registri di compressione e ritorno prima di ogni salita. Ma non è proprio una cosa facile, visto che richiedono due chiavi esagonali per essere utilizzati…
- Efficienza sospensione posteriore nei rilanci: 8
Pedalando in piedi sui rilanci la sensazione di affondamento è meno avvertibile. Certo, la Rocky Mountain Slayer non è un fulmine ad uscire dalle curve, ma, considerati escursione e tuning dell’ammortizzatore, l’accelerazione è buona.
- Agilità della bici: 8
Le dimensioni della bici permettono di muoversi liberamente in sella e senza impaccio, anche se la caratteristica principale di questa Rocky Mountain non è certo l’agilità. L’escursione (170 mm anteriore e 165 mm posteriore) e le 4 geometrie possibili (tutte Dh oriented) non giocano a favore dell’agilità e le manovre veloci necessitano di uno sforzo mediamente maggiore rispetto ad altre Mtb da enduro.
- Commenti sui componenti montati sulla bici: 9
Il range di rapporti offerto dall’1x11 Shimano, con corona da 32 denti anteriore e cassetta 11-46, è adeguato all’utilizzo della bici. Da notare il funzionamento del comando cambio Shimano Xtr, sempre preciso e facilissimo da azionare, con in più la comodità del “two way release” rispetto al comando cambio Sram Trigger Shifter.
Voto finale (da 1 a 10): 8,2
5 - DETTAGLI TECNICI TELAIO
- Regolazioni consentite sulla geometria: 10
Il sistema Ride-4 permette di scegliere 4 impostazioni differenti che intervengono rispettivamente su angolo di sterzo, angolo piantone e altezza del movimento centrale. Il comportamento della bici è sensibilmente diverso a seconda della posizione scelta. La geometria più “chiusa” offre effettivamente una migliore manovrabilità e pedalabilità, tuttavia resta sempre una Mtb da enduro da lunga escursione, mentre la configurazione più “aperta” è quella che esprime al meglio la vera indole della Slayer.
- Spazio fra gomma posteriore e carro (in caso di fango): 9,5
In casa Rocky Mountain hanno pensato anche agli usi più estremi. Il passaggio ruota è infatti in grado di ospitare anche gomme 26 Plus fino a 3,0” di sezione…
In configurazione di serie con Maxxis Minion DHF 27,5” e sezione 2,5” c’è molto spazio.
- Cura del passaggio cavi: 9,5
Il passaggio cavi interno è curato e intelligente, mantenendo la linea della bici molto pulita e consentendo facili interventi di manutenzione.
- Attacco portaborraccia: 10
L’attacco per il portaborraccia è in posizione classica sul tubo obliquo, in taglia L non c’è nessun problema di spazio con una borraccia da 500 ml. Tanto di cappello ai progettisti Rocky Mountain…
- Attacco guidacatena: 10
Per garantire la massima rigidità torsionale il pivot centrale è stato spostato più all’esterno possibile, il risultato è l’assenza di un’attacco superiore per il guidacatena, che, volendo, può essere istallato tramite l’attacco inferiore ISCG 05.
- Compatibilità deragliatore: 8
Il telaio della Slayer è concepito solo per trasmissioni monocorona. Questa incompatibilità non è penalizzante per una bici da enduro-bike park come la nuova Slayer.
- Protezioni sul telaio e sul carro: 8,5
La parte basse del tubo obliquo è protetta da uno strato di gomma morbida, così come la zona del batticatena sul carro. Il materiale non è dei migliori, ma le prestazioni hanno fatto il loro dovere durante il test.
- Posizionamento dell’ammortizzatore: 8,5
Il Float X2 è in posizione riparata da fango e pietre. Per intervenire sulle regolazioni, efficaci e facili da raggiungere, c’è da considerare che dovrete portarvi dietro una brugola da 6 mm e da 3 mm. Ovvero, le regolazioni on-the-go non sono proprio possibili e occorre fermarsi ogni volta, ma del resto la vocazione di questo ammo è puramente downhill…
- Peso telaio e bici: 9,5
13,1 kg senza pedali. Dato il montaggio e la taglia della bici il peso complessivo è molto buono, la maggior parte della componentistica è pensata per un uso gravoso senza badare troppo al peso e nonostante ciò la Slayer è allineata al valore di altre concorrenti.
- Prezzo telaio e/o bici: 8
8599€ per la Slayer 790 Msl e 4199€ per il telaio.
Siamo di fronte ad un prezzo in assoluto elevato, soprattutto per il solo telaio, le cui migliorie tecniche (la geometria variabile Ride-4, lo schema di sospensione Smoothlink con pivot nascosti e cuscinetti sugli attacchi dell’ammortizzatore), la qualità del carbonio impiegato (Smoothwall), i 5 anni di garanzia e le prestazioni di cui è capace impongono un prezzo davvero salato che di fatto rende un po’ più conveniente l’acquisto della bici intera (considerando lo sconto del rivenditore).
La componentistica è sicuramente di primo livello (vedi sospensioni, freni e trasmissione), ma altre concorrenti offrono qualche ricercatezza in più a parità di prezzo, come ad esempio le pedivelle in carbonio e/o ruote con cerchi in carbonio.
Di seguito il prezzo degli altri allestimenti:
-Rocky Mountain Slayer 790 Msl: 8599€
-Rocky Mountain Slayer 770 Msl: 6999€
-Rocky Mountain Slayer 750 Msl: 5799€
-Rocky Mountain Slayer 730 Msl: 4799€
mentre qui potete vedere le immagini delle bici suddette.
- Garanzia: 9
Il telaio della Rocky Mountain Slayer è garantito 5 anni.
Voto finale (da 1 a 10): 9,1
VOTO COMPLESSIVO (da 1 a 10): 8,8
In conclusione…
Ci sono biciclette concepite per fare un po’ di tutto sufficientemente bene, poi ce ne sono altre che eccellono in un preciso frangente, senza compromessi.
E questo è il caso della Rocky Mountain Slayer 790 Msl: a questa bici non interessa essere super efficiente in pedalata e super dotata in agilità, perché il suo unico fine è scendere forte, molto forte.
Alla fine di questo test, mi viene da sottolineare un dettaglio importante: questa bici potrebbe rivelarsi molto più dotata in discesa rispetto alle proprie necessità reali.
Chiamatela “nuova generazione di Mtb da enduro” oppure, se volete, “Mtb da enduro all’americana”, ma di sicuro la nuova Slayer è qualcosa che in salita può rivelarsi un po’ impegnativo, ma in discesa aprirvi nuovi orizzonti di divertimento.
Non è una scelta facile, ma, se può aiutarvi, vi dico che se dovessi scegliere un mezzo per vincere la più scassata e veloce delle Speciali, sceglierei la Rocky Mountain Slayer.
Qui le altre Mtb da enduro trattate e provate da MtbCult
Per informazioni Bikes.com oppure Dsb-Bonandrini.com