TEST - Race Face Next 35: con l'oversize sono più leggero

Simone Lanciotti
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TEST - Race Face Next 35: con l'oversize sono più leggero

Simone Lanciotti
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Il concetto di fondo è lo stesso che comparve sui telai da Mtb all’inizio degli anni Novanta: l'oversize.
Ovvero, se aumento il diametro di un tubo posso ridurne lo spessore senza perdere in prestazioni meccaniche. Ma guadagnando in leggerezza e resistenza se si sceglie il materiale giusto e si ponderano bene le misure.
Questo concetto viene applicato di nuovo nel nostro settore, ma in questo caso sui manubri, e a introdurlo è stato un marchio italiano, DedaElementi, qualche stagione fa: parliamo dei manubri con diametro centrale da 35 mm anziché 31,8.
A sposare in maniera convinto questo standard nella Mtb, però, sono stati soprattutto gli americani, fra i quali anche Race Face, del quale abbiamo avuto modo di provare il manubrio Next 35 e l’attacco Atlas 35.
Esteticamente la differenza non è immediatamente avvertibile con un manubrio classico (quello da 31,8 mm), ma in sella le differenze…

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Partiamo dai numeri
Prima di raccontarvi le sensazioni di guida, partiamo dai numeri del manubrio Next 35. Il peso? 178 grammi per una larghezza di 760 mm. Numeri molto interessanti.
Il rise è di 20 mm (oppure di 10 mm), il backsweep di 8° e l’upsweep di 5°, quindi misure che ben si adattano all’uso trail.
Race Face lo intende per un utilizzo Xc-Trail, ma, per il test, lo abbiamo montato su una bici da enduro senza avvertire particolari limitazioni.
Ma di questo vi diremo più avanti.

L'attacco manubrio Atlas 35 si presta per utilizzi che vanno dal trail alla Dh.

L'attacco manubrio Atlas 35 (qui nella lunghezza di 35 mm) si presta per utilizzi che vanno dal trail alla Dh.

E l’attacco manubrio?
Si chiama Atlas e a guardarlo lontano dalla bici sembra proprio un cubetto in lega 6061 T6 ricavato dal pieno. Misure praticamente quadrate: 35 mm di lunghezza e angolazione di zero gradi. Cioè un oggetto che farà gola a molti puristi della guida e dell’assetto in sella.
Anche se apparentemente è “solo un attacco manubrio”, Race Face ha riposto molta attenzione in questo componente.
Innanzitutto è possibile trovare (o ritrovare, nel caso capitasse di smontare il manubrio) in modo rapido e preciso la giusta angolazione grazie a una scala graduata realizzata al laser sull’attacco. Questa scala funziona in modo ottimale con manubri Race Face e con tutti quelli che presentano delle tacche di riferimento.

La scala graduata permette di capire agevolmente l'angolazione del manubrio. O di ritrovarla nel caso servisse smontarlo.

La scala graduata permette di capire agevolmente l'angolazione del manubrio. O di ritrovarla nel caso servisse smontarlo.

Il sistema di serraggio del manubrio è davvero ben realizzato: Race Face lo ha ideato proprio in abbinamento a manubri in carbonio i quali richiedono un’applicazione della forza di serraggio su una superficie quanto più estesa possibile.
Se guardate bene la piastrina frontale, una volta in posizione, insieme al manubrio cingono in modo quasi totale il manubrio per evitare, appunto, di creare zone di maggiore stress e potenzialmente foriere di rotture. Questa soluzione inoltre riduce anche possibili flessioni del manubrio nella zona centrale incrementando la precisione di guida.
Le lunghezze disponibili sono 35, 50 e 65 mm per un peso di soli 141 grammi nella misura più piccola e un prezzo al pubblico di 109,90€.

Il collarino frontale si incastona alla perfezione nel corpo dell'attacco manubrio in modo da cingere il manubrio in maniera uniforme e completa. Nella foto la versione da 65 mm di lunghezza.

Il collarino frontale si incastona alla perfezione nel corpo dell'attacco manubrio in modo da cingere il manubrio in maniera uniforme e completa. Nella foto la versione da 65 mm di lunghezza.

Le sensazioni in sella
760 mm di larghezza sono un valore che ben si presta a un utilizzo trail-all mountain ed è una misura abbastanza popolare anche nell’enduro.
Il precedente manubrio sul quale pedalavamo era largo 750 mm (il Truvativ Black Box Jerome Clementz) e quindi il confronto con questo manubrio diventa automatico.
Il Race Face è più largo, ma l’attacco manubrio è passato da 40 a 35 mm e quindi le braccia si sono allargate e il busto si è proteso maggiormente verso la ruota anteriore, arrivando a una posizione di guida un po’ più aggressiva.
Il cambiamento è abbastanza evidente: la bici è diventata più rapida e la guida ispira maggiore confidenza per via della larghezza maggiore.

La vista dalla sella dell'insieme manubrio e attacco manubrio. A prima vista le differenze con modelli tradizionali non sono avvertibili.

La vista dalla sella dell'insieme manubrio e attacco manubrio. A prima vista le differenze con modelli tradizionali non sono avvertibili.

Vogliamo parlare di comfort? Il Next 35 è più morbido, ma non impreciso. Flette di più quando serve, cioè in presenza di sollecitazioni ravvicinate, ed è quindi più confortevole, almeno per un uso trail-all mountain.
Non parliamo di enduro per il quale Race Face produce il SixC (da 780 mm di larghezza e 210 grammi di peso), ma non disdegna sollecitazioni intense.
Quindi, in definitiva, il Next 35 è più leggero, più largo di molti concorrenti in carbonio e tollera meglio le vibrazioni risultando un po’ più comodo.

Serve davvero questo standard oversize?
In fondo parliamo di un dettaglio che interessa solo due componenti, cioè l’attacco e il manubrio e che quindi non impongono di sostituire telaio, forcella, ruote o altri particolari economicamente impegnativi.
A nostro avviso, se state valutando l’opportunità di cambiare manubrio, passare a uno standard nuovo (e che non ha impatto sugli altri componenti della bici ad eccezione dell’attacco) può essere una scelta intelligente, considerando che il costo del manubrio 169,90€ per quanto non proprio contenuto, è ancora competitivo rispetto alla concorrenza più tradizionale.
Al momento questo standard non ha ancora fatto moltissimi proseliti, ma crediamo che abbia le motivazioni tecniche per emergere o, quanto meno, per trovare una schiera di estimatori.
L’evoluzione della Mtb prosegue anche attraverso piccole intuizioni come questa.
Il concetto di fondo, però, non è altro che un'applicazione dell’oversize che spopolò sui telai da Mtb in lega negli anni Novanta, ma aggiunge questa volta una gran mole di conoscenze e know-how.
Insomma, il manubrio da 35 è un'innovazione piccola, ma interessante e che si rivolge a chi cerca maggiore leggerezza e solidità nel manubrio.

Per informazioni Raceface.com oppure Dsb-bonandrini.com

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Sull'autore
Simone Lanciotti

Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.

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