Lo scorso anno avevamo provato l’Ohlins TTX22M su una Specialized Demo 8 Carbon, sulla pista di Dh di Sestola, ma siccome la curiosità intorno a questo oggetto è molto grande abbiamo deciso di montarlo anche su una bici da enduro, ovvero una Santa Cruz Nomad, e raccontarvi le sensazioni in sella.
Per chi è appassionato di moto e di auto al nome Ohlins associa le competizioni di altissimo livello e vedere un ammortizzatore giallo a bordo di una Mtb fa scattare subito una “libidine” meccanica fortissima…
Ohlins rappresenta l’apice della conoscenza e della qualità in campo sospensioni e poterne confrontare e “sentire” le prestazioni è stato un piacere autentico.
Iniziamo subito col dirvi che un ammortizzatore a molla, di solito, si rivolge a un pubblico molto attento alle prestazioni in discesa, ma in questo caso dobbiamo ampliare il ventaglio e includere anche i biker non agonisti che cercano il massimo in termini di piacere di guida.
L’Ohlins TTX22 M è un componente che è pensato per farvi andare più veloce con meno sforzo, ma è anche un oggetto che richiede più attenzione di un qualunque altro ammortizzatore ad aria per funzionare a dovere.
Se lo confrontiamo con altri modelli a molla (cosa che facemmo lo scorso anno a Sestola con il Cane Creek Double Barrel Coil) è un ammortizzatore più facile da regolare, perché, oltre al precarico della molla, questa unità Ohlins dispone della regolazione separata della compressione alle alte (3 click) e alle basse (16 click) velocità e della velocità di estensione.
Ogni registro è indicizzato e ogni click è decisamente avvertibile.
Anche se i click a disposizione del registro di rebound sono relativamente pochi (7 in tutto), la regolazione è comunque efficace perché, dettaglio cruciale, l’ammortizzatore deve essere “cucito” sulle proprie esigenze di guida e sul proprio peso.
A occuparsi della personalizzazione sono i centri autorizzati Andreani (cioè il distributore italiano di Ohlins) oppure la Andreani stessa al momento dell’acquisto e quindi ogni ammortizzatore ha le specifiche giuste per ogni utente.
La molla di serie (in acciaio), ad esempio, permette incrementi a step di 4 N/m e quindi consente di arrivare al valore di precarico corretto con maggiore precisione.
Insomma, un gioiello per palati fini.
E, come vedrete più avanti, non necessariamente agonisti.
Una volta montato sulla bici…
L’impatto estetico, specie con un telaio di colore nero, è assolutamente… beh, lasciamo a voi mettere la parola giusta.
Il TTX22 M ricevuto da Andreani è tarato per il peso del sottoscritto e di conseguenza sono state tarate anche compressione e rebound.
La molla non è quella tipica di colore giallo in acciaio, ma è della Ti-Springs, ovvero in titanio, e questo particolare cambia molto il feeling di guida.
La molla in titanio, oltre a essere un 50% più leggera di quella in acciaio (quindi circa 300 gr contro 550-600 gr) permette all’ammortizzatore un comportamento più simile a quello di modello ad aria in termini risposta elastica.
La molla in acciaio, se vogliamo, è un po’ più lenta in risposta e questo può rendere il feeling con la guida meno immediato per chi è abituato ad ammortizzatori ad aria.
Le regolazioni da fare sono sempre le stesse: si comincia dal Sag che viene verificato con lo spostamento del bumper di finecorsa. Lo abbiamo impostato fra il 25 e il 30% avvitando la ghiera superiore.
Di seguito le impostazioni più usate in discesa.
- Rebound: 3 click dal tutto aperto.
- Compressione basse velocità: fra 0 e 4 click, a seconda del percorso.
- Compressione alte velocità: fra 0 e 1 click, a seconda del percorso.
Come va in discesa?
La prima sensazione è di avere la ruota posteriore attaccata al terreno.
E non è solo una sensazione, ma è quanto avviene nella realtà.
Ce ne si accorge, ad esempio, in frenata, perché gli spazi di arresto diventano più brevi e la ruota posteriore, a meno di non decidere di farla derapare, ha più grip.
Più controllo sul veloce, perché la bici è più stabile.
E in curva le meraviglie continuano: se l’obiettivo è quello di tenere quanto più alta la velocità in uscita di curva, qui l’Ohlins, a patto comunque di indovinare la traiettoria giusta, è un bell’aiuto, perché sostiene il peso del biker, non porta a “mangiare” travel inutilmente e permette velocità di percorrenza maggiori.
Se volete lavorare di fino avete ben 16 click per il registro in compressione alle basse velocità e 3 per le alte velocità.
Insomma, trovare il tuning giusto sul percorso è questione di pochi istanti (se si mastica un po’ di sospensioni).
Tanto gli impatti più violenti quanto quelli di minore entità vengono gestiti in modo più armonico, meno brusco e possono essere controllati dai registri a disposizione oppure, volendo, è possibile intervenire internamente sull’idraulica, ampliando infinitamente il range di personalizzazione.
I circa 400 gr aggiuntivi rispetto al Rock Shox Monarch Plus DebonAir di serie sulla Nomad sono ampiamente ripagati in discesa con prestazioni più costanti (anche su terreni spacca-braccia), reazioni meno brusche e una sensazione di controllo-divertimento maggiore.
E in salita?
Con un po’ di accortezze è possibile arrivare a un’efficienza di pedalata del tutto inattesa. Chiudendo tutto il registro delle basse velocità di compressione si arriva a una piattaforma (si chiama così in gergo) che non fa rimpiangere troppo l’ammortizzatore di serie.
L’Ohlins TTX22 M si “muove” comunque un po’ di più, ma se la salita è molto lunga è possibile anche chiudere del tutto il registro di ritorno e avere un ammortizzatore a molla quasi bloccato.
Non male affatto.
Sul pedalato
Abbiamo iniziato a raccontarvi delle prestazioni dell’Ohlins con la discesa, perché è un oggetto votato per questo utilizzo.
Non c’è alcun dubbio.
Però, avendolo montato su una Santa Cruz Nomad, ossia una bici che non disdegna affatto i tratti pedalati, abbiamo conosciuto un aspetto che inizialmente avevamo sottovalutato, ossia la sua versatilità.
Pedalando sui sentieri e sull’offroad in generale è venuto istintivo agire sul registro delle basse velocità di compressione per avere più supporto in pedalata, a seconda della pendenza e delle condizioni del terreno.
Con un giro e poco più del pomello azzurro si arriva quasi sempre al setup desiderato e questa operazione, indossando guanti full-finger, è molto veloce, grazie anche alla vicinanza fra l’ammortizzatore e il tubo superiore nel caso della Nomad.
La molla in titanio non sta mai ferma e la sospensione posteriore è molto più vivace, senza mai “sporcare” il feeling con la ruota posteriore, ma migliorando di molto anche il comfort.
Diciamo che, inaspettatamente, questo ammortizzatore Ohlins, se si metabolizzano i 400 gr aggiuntivi e il suo costo (continuate a leggere per conoscerlo), è un oggetto che non si trova affatto a disagio lontano dai campi di gara.
Se vi piace guidare (e non necessariamente veloci come Jerome Clementz) e se siete molto attenti al funzionamento delle sospensioni, provate a non considerare solo gli ammortizzatori ad aria…
Come fa ad avere prestazioni così elevate?
Ohlins ha applicato sul TTX22 M da Mtb molte delle conoscenze che hanno resto così prestigioso il marchio in campo motorsport.
Oltre all’utilizzo di materiali speciali e al rispetto micrometrico delle tolleranze (virtù non tanto comune in ambito Mtb), il TTX22 M è dotato di un disegno interno “twin-tube”, ossia i circuiti di compressione e ritorno sono del tutto indipendenti (e questo permette un più ampio range di regolazioni) e il controllo della temperatura e, quindi, della viscosità di esercizio è gestito in modo del tutto diverso rispetto agli standard soliti in campo Mtb.
Le tecnologie applicate, come detto, sono riprese dai modelli destinati alle moto e alle auto da corsa e quindi soggetti a sollecitazioni ben più intense.
Insomma, l’Ohlins TTX22 M è nuovo riferimento in campo offroad per i più esigenti.
Quanto costa e quanto pesa?
I numeri sono importanti, in entrambi i casi.
L’ammortizzatore Ohlins TTX22 M con molla in acciaio inclusa ha un costo che parte da 695€+Iva e ha un peso di 460 gr senza la molla (circa 550-600 gr).
La molla in titanio Ti-Spring costa 178€+Iva e pesa circa 300 gr.
Nel nostro caso, con la molla in titanio, abbiamo registrato un peso di 820 gr complessivi, ovvero circa 420 gr in più rispetto al Monarch Plus DebonAir di serie.
La compatibilità del TTX22 M è sempre più vasta, ma prima di ordinarne uno verificate che sia compatibile con il vostro telaio.
Ecco la lista di quelli ufficialmente compatibili:
- Specialized Enduro Evo 26, Enduro 29, Demo 8 ed Enduro 650b
- Trek Session, Slash e Remedy
- Giant Glory
- Lapierre Dh
- Kona Supreme
- Gt Fury 2011, 2013, 2014 e 2015
- Yeti 303 DH, SB6C e SB5C
- Norco Aurum e Range
- Transition Tr 450 e Tr500
- Commençal Supreme Dh
- Nukeproof Pulse
- Evil Undead
- Pivot Phoenix
- Lee Cougan Xlerator K
- Devinci Wilson
- Scott Gambler
- Santa Cruz Nomad, Bronson e V10
- Intense Tracer, Spider e 951
ma Andreani precisa che può essere montato su qualunque altro telaio che non abbia problemi di ingombro e con un interasse fra 200 e 267 mm.
In conclusione…
Se la leggerezza non è la vostra priorità, se volete vedere la vostra sospensione (ammesso che sia nella lista di quelle compatibili) lavorare al suo meglio e se amate la ricerca del massimo piacere di guida, adesso avete un nuovo riferimento.
Per informazioni Ohlins.com oppure Andreanigroup.com
Ps: Ohlins ha compiuto il suo primo passo nel mondo Mtb introducendo il TTX22 M su una Specialized Demo 8 Carbon.
Ricordate Val di Sole 2013?
Ecco il video ufficiale del “matrimonio” Specialized-Ohlins:
Nel frattempo, però, come vi avevamo annunciato in questo articolo, il marchio svedese ha continuato a sviluppare altri prodotti per la Mtb.
Come la forcella a steli rovesciati…
e sospensioni ad aria, molto probabilmente anche per l’enduro.
Ne vedremo delle belle…
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.