LT è l’acronimo di Long Travel e distingue la bici da noi testata dalla Ghost Riot LC. Cosa cambia fra questi due modelli?
Non il telaio, che è lo stesso per entrambi, anche se proposto con colorazioni differenti. Il travel posteriore è di 130 mm e resta dunque invariato.
Cambia invece l’escursione della forcella, che viene portata a 150 mm, e l’allestimento, che in tutta la gamma LT, si contraddistingue per essere destinato a un utilizzo più spinto del trail riding.
Fin dove può portarci la Ghost Riot LT 8 LC?
E’ l’interrogativo che ci siamo posti subito, sin dal momento in cui abbiamo estratto dal suo imballo questa bici con ruote da 27.5”.
La risposta non è così immediata e, per cominciare, un’analisi statica della Ghost Riot LT 8 LC potrebbe fornire i primi indizi per essere in grado di rispondere alla domanda iniziale.
La Fox Talas CTD Performance con idraulica FIT e i suoi 150 mm di escursione riducono il valore dell'angolo di sterzo di questa Ghost, portandolo a ben 67°: niente male per una bici da trail, se proprio così vogliamo classificarla.
Così come l'angolo di sterzo, anche quello del tubo sella perde un grado, passando dai 74° della Riot LC ai 73° della Riot Long Travel.
Gli steli da 34 mm della sospensione anteriore donano a questa Ghost un aspetto più aggressivo, e ben si integrano con le spigolosità di cui il triangolo anteriore del telaio, in fibra di carbonio, è ricco.
Il tubo sterzo è uno degli elementi di design che contraddistingue il telaio della Riot LT e la sua particolare forma da quest’anno è riprodotta anche sul nuovo missile da XC del brand tedesco, da poco presentato al pubblico.
Per la bici in taglia M, ovvero quella utilizzata per il test, l’altezza del tubo di sterzo è di 120 mm. E’ proprio da qui che tutti i cavi entrano e scompaiono all'interno del telaio, a vantaggio di un look particolarmente pulito.
Il carro è lungo 430 mm, una misura spesso riscontrata su diverse geometrie di telai destinati a utilizzi più gravosi. Il sistema di sospensione è il noto Riot, un “Four Bar Linkage” con giunto Horst, il cui funzionamento si basa sulla compressione di entrambe le estremità dell’ammortizzatore.
Il Riot Link è parzialmente nascosto all’interno della parte bassa del telaio che ospita il movimento centrale e in prossimità del quale c’è il collegamento con i foderi bassi del carro.
Il sistema non è ben identificabile in tutte le sue parti guardandolo dall'esterno e allo stesso modo non è così immediato capirne il funzionamento.
A questo proposito ci viene incontro questa’animazione, molto utile per comprendere la dinamica della sospensione.
La curva di compressione generata dal sistema di sospensione è divisibile in tre fasi distinte, corrispondenti a tre diversi step di corsa dell’ammortizzatore.
Nella parte iniziale (0-30%) della corsa la sospensione impone una piccola resistenza alla compressione, in modo da garantire particolare efficienza durante la pedalata ma restando comunque sensibile ai piccoli colpi imposti dal terreno.
Il successivo 50% dell’escursione è totalmente lineare, per ottenere il massimo della sensibilità e del confort dalla sospensione. Il restante 20% del travel è caratterizzato da una accentuata progressività, che preserva la sospensione da eventuali bottom out dovuti a impatti violenti.
Il “gioco” funziona a patto di impostare correttamente il Sag dell’ammortizzatore che, per tutte le versioni della gamma Riot LT è il Cane Creek DB Inline, una soluzione che offre grandi possibilità di personalizzazione del tuning e sul quale spenderemo qualche parola durante il test.
Un’altra caratteristica singolare di questo telaio è il sistema introdotto da Ghost per fissare la pinza del freno posteriore al carro.
Il “Disconnect Brake Mount” (questo è il suo nome) prevede il montaggio della pinza su un supporto di alluminio, installato attorno al passaggio del perno passante posteriore X12 , prodotto da DT Swiss. Il vantaggio, secondo Ghost, è una riduzione delle sollecitazioni sul tubo sella durante la frenata, poiché la pinza o eventuali distanziali non vengono avvitati direttamente sul fodero alto del carro.
Ghost ha pensato anche a semplificare e velocizzare controllo e manutenzione dei cuscinetti e degli snodi di collegamento fra i foderi del carro e i link della sospensione: con la sola chiave torx T30 è possibile fare tutto ciò, anche montare un portaborraccia, per il quale è stato riservato il classico posizionamento sul tubo obliquo.
La scatola del movimento centrale è ben protetta da uno strato di gomma morbida, che preserva da colpi accidentali anche la parte più bassa del tubo obliquo.
Per evitare che il fango rimanga all'interno della zona di connessione fra carro e telaio anche in seguito a un accurato lavaggio della bici, è stato previsto un foro alla base del tubo obliquo per far defluire lo sporco eventualmente accumulato.
E adesso... in sella
La prima volta sui sentieri con la Ghost Riot Lt 8 LC è servita per cominciare a conoscerla, “a prenderne le misure”.
ll Sag dell’ammortizzatore è stato impostato ad un valore di poco inferiore al 30%, così come consigliato dalla casa produttrice della bici.
Come suggerito in questo articolo, abbiamo consultato la pagina web di Cane Creek per verificare quale fosse il tuning iniziale del Cane Creek DB Inline consigliato per il telaio della Ghost Riot LT.
Purtroppo per questa bici non è ancora disponibile un setup specifico e quindi abbiamo preferito riportare il setup della sospensione alle impostazioni iniziali fornite da Cane Creek.
In salita l’attivazione del Climb Switch dell’ammortizzatore, mediante l'apposita leva facilmente raggiungibile con la mano, porta dei benefici indiscutibili alla pedalata, nonostante questo non corrisponda a uno bloccaggio completo alla compressione dell’ammortizzatore.
Il Climb Switch, quando attivo, impone un freno alle basse velocità e al rebound, e in salita, in particolar modo su asfalto, corrisponde a un gran contributo all’efficienza di pedalata.
In discesa va chiaramente disattivato, in modo da liberare la sospensione e lasciare che siano gli altri registri a regolarne la risposta alle diverse sollecitazioni.
E la forcella?
In tutta sincerità non si è mai sentito realmente la necessità di portarla al valore inferiore di travel di 120mm, regolazione possibile e immediata grazie al comando dell'idraulica del Talas.
Non è stato necessario agire su questa né su asfalto, né su sentiero. Restando in casa Fox, probabilmente montare una Float 34 CTD (e quindi una sospensione a escursione fissa) sarebbe stata una scelta più sensata e più pratica.
Pensiamo, per esempio, a un tour su sentieri che alternano in rapida successione salite e discese relativamente brevi: quante volte avremmo l’accortezza di modificare l’escursione della forcella? E quante volte ce ne dimenticheremmo?
Questo è sicuramente il punto di vista del sottoscritto, ma provate a leggere questa risposta ad un lettore e troverete dei fondamenti in quanto è stato appena scritto.
Disattivare il Climb Switch sui sentieri in salita è un ottimo espediente per percepire a fondo la risposta del carro.
In combinazione con l’utilizzo della posizione Trail del registro compressioni della forcella, il comportamento della Ghost Riot LT sembrerebbe essere proprio il più desiderato in queste situazioni, con entrambe le sospensioni che lavorano in armonia con l’andamento del terreno.
La leggera resistenza iniziale alla compressione dell’ammortizzatore va a smorzare quell’affondamento immediato e marcato tipico dei sistemi con giunto Horst. Ne migliora la prestazione in salita, e questo si nota in particolare sul ripido. Nell’allestimento di serie della Ghost Riot LT 8 LC è previsto il montaggio di una guarnitura Shimano Deore XT con doppia corona (24/38).
Sarebbe stata preferibile una trasmissione 1x11?
Dipende.
Il dubbio ci è rimasto, nonostante il test sia terminato. Se si gira abitualmente su sentieri, e si affrontano solo brevi trasferimenti su asfalto e dislivelli non eccessivi, la corona singola potrebbe risultare più appropriata: il modello più alto in gamma, la 10 LC è montata in questo modo.
Se invece si è soliti percorrere tour come quello che abbiamo seguito durante il nostro recente viaggio presso Alpe Cimbra, montare la doppia corona ha ancora un senso. E comunque, prima di tutto dipende dalla gamba...
Quando i “saliscendi” si alternano in rapida successione questa Ghost trova pane per i suoi denti e ne viene evidenziato il carattere particolarmente ludico.
Proprio così, perché la Riot LT è una bici con cui divertirsi sui sentieri, così come le altre che prevedono un travel “intermedio” e che purtroppo non ricevono ancora l'attenzione che meritano dal pubblico.
Lasciate a casa il cronometro e gustatevi il trail che state percorrendo. E’ probabilmente questa la filosofia con cui è stata progettata questa bici. La sua reattività e la risposta sempre pronta del sistema di sospensione portano il rider a giocare sul sentiero e a cercare sponde o salti naturalmente presenti sul trail.
Ripercorrendo percorsi a noi ben noti, ci ha stupito l’agilità che si può ottenere guidando questa bici.
Per esaltare questa qualità abbiamo modificato il tuning iniziale del Cane Creek DB Inline, avanzando di 3 click in senso orario il registro LSC (Low Speed Compression) e guadagnando effettivamente efficienza in pedalata, in particolar modo quando ci si alza sui pedali per rilanciare l'andatura.
Un reggisella telescopico è d'obbligo nell'allestimento di una bici di questo genere, e il brand tedesco non ha esitato a proporlo di serie sulle tre versioni in gamma.
Purtroppo il KS Lev Integra da 125 mm montato sulla bici in prova si è dimostrato a volte pigro in fase di estensione, rimanendo bloccato nella posizione più bassa.
Dopo aver controllato la tensione del cavo del comando remoto e portato il serraggio della brugola di chiusura del collarino reggisella a 5 Nm con una chiave dinamometrica, il problema è stato risolto, quasi completamente.
In discesa come si comporta?
Nonostante non avessimo ancora portato la Ghost Riot Lt su discese particolarmente significative ai fini del test, il suo comportamento su terreni misti ci aveva comunque aiutato a costruire una prima idea a riguardo.
Reattiva, giocosa, scattante… ma non c’è solo questo.
Le discese non sono (per fortuna) tutte uguali: cambiano il terreno, le pendenze, la tecnicità del trail affrontato, gli ostacoli che si incontrano.
Il peso del rider è ben distribuito al centro della bici e a tal proposito è appropriata la scelta di montare un attacco da 60 mm.
Il diametro importante dei tubi del triangolo anteriore del telaio insieme alla Fox 34 offrono quella rigidità necessaria al rider per fidarsi della risposta dell’avantreno.
Per accentuare questa sensazione e avere un maggior controllo, avremmo preferito un manubrio più largo di quello di serie da 740 mm e che, ad occhio, sembrerebbe ancora più stretto...
Le manopole marchiate Ghost sono costruite in gomma morbida e il grip è notevole, anche senza guanti.
Per quanto riguarda la sospensione posteriore, con il setup iniziale del Cane Creek DB Inline, abbiamo subito notato una certa attitudine a comprimersi troppo velocemente durante il superamento degli ostacoli più consistenti.
Il giusto feeling è stato raggiunto solo dopo aver dato “un giro” in senso orario al registro HSC (High Speed Compression) e mezzo nello stesso senso al HSR (High Speed Rebound), ottenendo un sostegno più accentuato nella parte centrale della corsa dell’ammortizzatore. I quattro registri per regolare i freni in compressione e in estensione dell’ammortizzatore potrebbero sembrare inizialmente troppi, ma la personalizzazione del funzionamento della sospensione che si può ottenere con l’uso di una semplice brugola è davvero di livello superiore.
Dopo aver acquisito un certo feeling con questa bici (e c'è voluto poco), non abbiamo potuto fare a meno di aumentare le velocità di crociera.
Quando si scende su sentieri flow con la Riot LT, i cambi di direzione si riescono ad affrontare con una velocità che quasi non ci si aspetta. La lunghezza ridotta del carro, gioca un ruolo fondamentale in questi frangenti.
Purtroppo, di contro, la rigidità laterale non è al massimo livello.
Forse la causa è da ricercare nel diametro ridotto dei foderi alti del carro e degli snodi di congiunzione con il Rocker Link (il link superiore), di cui è facile constatare a prima vista una certa esilità rispetto alle dimensioni del triangolo anteriore.
Questo aspetto non influisce comunque in modo negativo sulla guida, se non nelle porzioni di sentiero ricche di sassi smossi, dove è richiesta quella rigidità laterale che spinge il rider ad affrontare in tutta sicurezza queste sezioni tecniche, riuscendo a mantenere la traiettoria desiderata.
E’ stata la prima volta in cui abbiamo provato le Schwalbe Hans Dampf con sezione da 2.25”, al posto delle collaudate con sezione da 2.35”e la differenza fra le due sezioni si nota parecchio.
Sia la gomma anteriore che la posteriore sono in versione Evo Snakeskin TLE in mescola Pace Star, la più dura.
All’anteriore il volume d’aria ridotto e la mescola dura dei tasselli privano il copertone di quella tenuta che è tipica del modello con sezione più larga e mescola Trail Star. E di questo ce ne si rende conto sia in curva che in frenata, dove è capitato più volte di “andare lunghi”.
La gomma posteriore tende invece a usurarsi molto rapidamente, nonostante la mescola del battistrada sia quella più indicata per la ruota posteriore.
Quindi, fin dove può portarci la Ghost Riot LT 8 LC?
Il tempo dedicato al test è stato determinante per poter rispondere finalmente a questo interrogativo. Se vi state chiedendo il perchè di questa affermazione, ecco a voi la risposta, molto più semplice di quanto pensiate.
In un mese e mezzo abbiamo avuto, per pura coincidenza, la possibilità di pedalare in più location, ciascuna con sentieri di natura diversa. Ci siamo divertiti parecchio con questa Ghost, che ci ha portato dappertutto, dimostrando "quasi" sempre di essere idonea e all'altezza della situazione.
Il "quasi" è d'obbligo, perché la Riot LT non ama le condizioni estreme.
Il suo limite sono proprio le situazioni estreme.
Ad esempio, le competizioni-uscite XC/Marathon: in questo caso serve una bici più efficiente (ma inevitabilmente meno divertente da guidare).
Oppure i bike park: vi servirà qualcosa che segua più fedelmente le vostre traiettorie.
Come già accennato prima, questa bici non è per coloro che sono particolarmente affezionati al cronometro, che venga esso utilizzato in salita piuttosto che in discesa. In questo allestimento il peso da noi rilevato è di 12,8 Kg (taglia M), mentre il costruttore dichiara 12,4 Kg ma per la taglia XS. La differenza non è trascurabile, soprattutto dando un occhio al suo prezzo di listino, pari a 4599 €.
Potete trovare qui il resto della gamma Riot Lt, già presentata ad Eurobike 2014.
Queste sono le geometrie:
Per informazioni: www.ghost-bikes.com