Fox ha fatto per bene i compiti a casa e con una rivale agguerrita come la Rock Shox Pike, obiettivamente, non poteva fare altrimenti.
La Fox 34 Float Ctd Factory 2015 si presenta con uno chassis che sostanzialmente non muta rispetto a quello di quest'anno, ma cambia tanto al suo interno (olio, parapolvere e idraulica).
Basta poco per capirlo: una volta montata sulla bici, appena si preme sul manubrio si avverte che la forcella entra subito in azione.
Carico di stacco ridottissimo, con un feeling che è vicino quello di una forcella a molla.
L’estetica, restando sull’esame visivo della forcella, è sempre molto piacevole con la finitura oro scuro tipico del Kashima Coating.
Ma la sostanza, ovvero ciò che la rende diversa rispetto alla passata edizione, non è visibile all’occhio.
Non resta che provarla…
Super fluida e progressiva
In breve, è così che ci era sembrata in occasione di una delle prime uscite e tale si è confermata alla fine del test la nuova 34 Float Ctd. Cioè come una forcella studiata per un uso all mountain.
La grande sensibilità iniziale (che avevamo notato la prima volta sulla Mondraker Foxy Carbon), adesso, arriva a mettere quasi a disagio, perché abituati a una certa pigrizia di alcuni modelli Fox del passato (vedi ad esempio il test della 34 Talas Ctd del 2014) si sente la forcella tanto reattiva e sensibile anche ai minimi trasferimenti di carico.
In frenata, sui fondi compatti, non è raro arrivare a “mangiarsi” quasi tutta la corsa.
Il quasi, però, è d’obbligo, perché a un certo punto (in realtà, prima di quanto ci si aspetti) intervengono sia la taratura dell’idraulica in compressione (che frena l’affondamento) sia la sua progressività.
Insomma, di colpo diventa più dura e più frenata al punto che in caso di sollecitazioni in rapida sequenza i polsi se ne accorgono.
Questo, però, ha un risvolto positivo: la forcella, risultando più sostenuta, non arriva a squilibrare la geometria della bici in discesa.
Per concezione, quindi, la nuova 34 Float Ctd è una forcella che punta a salvaguardare la guidabilità della bici in curva (perché la geometria non viene alterata troppo) e a salvare il biker riducendo il rischio di fondocorsa che, per inciso, durante questo mese e mezzo di test, non abbiamo mai riscontrato.
La cosa che più convince della nuova serie 34 Float in versione Factory è la pastosità dell’affondamento: fluidissimo all’inizio (cioè alle basse velocità di compressione) e via via più frenato, anche se in maniera un può più brusca del previsto.
Le regolazioni concesse
Il sistema Ctd, migliorato e ampliato sulla carta in termini di gamma di regolazioni concesse, all’atto pratico è meno incisivo di quanto ci si poteva attendere.
La posizione Trail, cioè quella intermedia, ha beneficiato di ben 7 posizioni indicizzate che ne permettono di regolarne la durezza, per così dire.
Ruotare la ghiera nera, nonostante i 6 click, non apporta significativi cambiamenti alla velocità di compressione che, di fatto, rimane quasi identica quella della posizione Descend.
Ma questa è una precisa scelta di Fox che per il 2015 ha avvicinato la posizione Trail a quella Descend.
Scelta forse discutibile perché si toglie al biker la possibilità di personalizzare effettivamente la taratura Trail.
Il rebound, invece, è sempre un gioiello in fatto di precisione: il pomello rosso ha 18 posizioni e ognuna di queste apporta una differenza evidente alla velocità di estensione della forcella.
In termini di stabilità delle prestazioni, Fox ci ha abituato ormai a un livello di performance molto elevato per cui in discesa, anche spingendo molto, la risposta del rebound della nuova 34 Float Ctd rimane abbastanza costante.
Il confronto con la sua rivale: la Pike
E già qui si potrebbe aprire un dibattito: è davvero la 34 la rivale della Pike? Oppure è la nuova 36?
In termini di dimensioni degli steli e di interasse fra gli steli, la Pike dovrebbe teoricamente competere con la 36, che è tutta un’altra forcella rispetto alla 34, per funzionamento, per precisione e anche per peso.
Però la Pike, al pari della 34, ha la praticità delle forcelle da all mountain, cioè un controllo della compressione più rapido (c’è un manettino con tre posizioni indicizzate) e un perno passante da 15 mm con quick release.
Decisamente più facile rispetto al sistema con viti della 36 (comunque compatibile anche con il perno passante da 15 mm) e al registro idraulico Rc2.
Torniamo al confronto Pike vs 34: a nostro avviso la forcella Rock Shox è ancora superiore rispetto a quella Fox, perché, oltre a essere più leggera (1838 gr la Pike contro 2050 gr la 34 Float Ctd Factory 2015), è meno brusca in compressione (la sensazione di galleggiamento che regala è notevole) ed è più facilmente personalizzabile con i bottomless tocken.
La 34, invece, vince sulla Pike in termini di qualità delle finiture, e non parliamo solo del Kashima Coating, ma anche della finitura della testa della forcella che, sulla Pike da noi testata è risultata essere poco resistente alle abrasioni.
Infine diamo i numeri…
La Fox 34 Float Ctd Factory 160 2015 è disponibile solo in colorazione nera in aftermarket e ha un prezzo minimo suggerito di 1099€.
A chi è amante delle misure forniamo anche il valore dell’altezza della forcella che è pari a 55 cm.
Nel complesso, quindi, Fox con la nuova 34 Float ha compiuto un netto passo in avanti e ha colmato una grossa parte del gap con la Pike.
Per informazioni Ridefox.it
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.