TEST - Evil The Following: mettete da parte le vostre convinzioni

Simone Lanciotti
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TEST - Evil The Following: mettete da parte le vostre convinzioni

Simone Lanciotti
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Da una Porsche ti aspetti prestazioni di altissimo livello.
La storia, la tecnologia, il know-how e il blasone del marchio spingono in alto le aspettative.
Stesso discorso anche in campo Mtb.
Dai marchi più noti e di maggiore prestigio ci si aspettano prodotti di riferimento.
Dei veri e proprio benchmark.
Capita anche, però, che marchi più giovani e meno noti possano sorprendere, facciano cambiare completamente prospettiva e mettano in dubbio le convinzioni di ognuno.

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E’ il caso di Evil che è un marchio senza una lunga storia alle proprie spalle, ma che con talento e un’insospettabile capacità di visione è riuscito a crearsi uno spazio fra i brand di nicchia.
Evil non va dietro alle mode, tanto che non ha nemmeno una proposta 27,5” in catalogo, e per aggiornarsi un po’ cosa ha fatto?
Ha tirato fuori una trail bike da 29”, la Evil The Following, che si va ad aggiungere al modello da enduro, The Uprising, e da Dh, The Undead, entrambe da 26”.
Insomma, una scelta che in prima battuta può sembrare strampalata.
Il mondo della Mtb ha gli occhi puntati sull’enduro ed Evil se ne esce con una 29er da 120 mm?

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Mettete da parte le vostre convinzioni
E’ il primo passo da fare, perché altrimenti non capireste la Evil The Following. Non è una trail bike, o meglio, è anche una trail bike se volete, ma quei 120 mm di escursione incarnano il concetto di travel infinito come pochissime altre bici sanno fare.
Se vuoi portarla su un percorso da enduro non te ne penti, anzi.

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Se vuoi farla diventare una bici da lunghe pedalate, puoi farlo, basta spostare i leveraggi della sospensione Delta System e hai un assetto più “in piedi”.
La domanda che ti verrà in mente poi è: che cosa non si può fare con questa bici?
Non la si può usare in Dh, ma è una limitazione del tutto accettabile…
Se avete visto questo video vi sarete resi conto del potenziale della The Following.

Le virtù del Delta System
Delta è un acronimo davvero singolare: Dave’s Extra Legitimate Travel Apparatus. Quel Dave è Dave Weagle, il progettista del Dw-Link e dello Split Pivot che equipaggia bici di un certo spessore. Weagle è un tipo che di sospensioni ne capisce .
Il sistema Delta in pratica sfrutta un sistema molto complesso di leveraggi che varia la progressività della sospensione in funzione della velocità di compressione.
Parole complicate che, trasportate nella realtà, significano “tanto più velocemente la sospensione si schiaccia, tanto più riesce a mantenersi progressiva e sfruttabile”.
Sembra proprio che il Delta System abbia raggiunto la perfezione, ossia un comportamento da bici da Dh su un valore di travel decisamente contenuto.
Nel video in basso viene mostrato il cinematismo della sospensione:

Fra i vantaggi del sistema ci sono anche un’efficienza di pedalata notevole, grazie anche al supporto di un ammortizzatore Rock Shox Monarch Rt3 DebonAir appositamente tarato, e una precisione direzionale da riferimento.
Se guardate bene i piccoli leveraggi che circondano l’ammortizzatore questi non hanno una funzione portante, cioè in caso di flessione (ad esempio in curva) non vengono coinvolti se non in minima parte.

Leveraggi compatti e senza una funzione strutturale. Il Delta System ha tante frecce al suo arco. L'ammortizzatore, anche in questa posizione, è ancora raggiungibile stando in sella.

Leveraggi compatti e senza una funzione strutturale. Il Delta System ha tante frecce al suo arco. L'ammortizzatore, anche in questa posizione, è ancora raggiungibile stando in sella.

Il compito più gravoso spetta al pivot principale, ovvero all’unico pivot presente, posizionato in modo da bilanciare il damping con l’azione frenante.
Il pivot sfrutta un perno passante da 15 mm servito da una doppia fila di cuscinetti a contatto angolare, per incrementare la rigidità torsionale del carro (qualità di cui ci si accorge sin dalle prime pedalate).

Il carro ha una struttura in fibra di carbonio tutta d'un pezzo con un unico pivot posizionato sopra il movimento centrale.

Il carro ha una struttura in fibra di carbonio tutta d'un pezzo con un unico pivot posizionato sopra il movimento centrale.

Se non siete contenti del tuning scelto da Evil per l’ammortizzatore, sappiate che è possibile modificare la progressività del Monarch Rt3 DebonAir (come vi mostreremo in uno dei prossimi articoli) per adeguarla alle vostre necessità.
Evil ha scelto appositamente un ammortizzatore con un volume d’aria notevole, per abbinarlo al meglio alla sospensione Delta che invece è progressiva. In aggiunta a ciò, Evil propone anche una serie sterzo opzionale che permette di variare l'angolo di sterzo.

Le sensazioni in sella
E’ raro trovare una 29er con un angolo di sterzo così aperto (circa 66 gradi e rotti) e una sospensione posteriore così morbida nella prima parte di escursione da ricordare una bici da Dh.

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Il primo impatto è sconvolgente, perché invoglia subito a guidarla forte, senza riguardi nella scelta della traiettoria.
Un carro così corto (sono 43,2 cm con i leveraggi in posizione Low) ha solo un rivale in campo 29er a doppia sospensione, ovvero quello della Specialized Enduro 29.
E il confronto fra due bici così diverse non è per niente fuori luogo, perché sui sentieri le sensazioni non sono affatto lontane fra le due bici.

La posizione Low dei leveraggi esalta la guida in discesa, senza compromettere troppo l'efficienza di pedalata. A patto di scegliere la taglia del telaio corretta.

La posizione Low dei leveraggi esalta la guida in discesa, senza compromettere troppo l'efficienza di pedalata. A patto di scegliere la taglia del telaio corretta.

La taglia che il sottoscritto ha provato è una M (ma avrei preferito una L) e questo ha amplificato le doti di maneggevolezza della bici.
La Pike Rct3 da 140 ha svolto come al solito un grande lavoro, ma c’è anche chi (Pro-M) ha allestito la The Following con una Fox 36 da 150 mm (foto in basso).

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Cosa che non sembra affatto sacrilega in discesa…
Il manubrio da 76 cm di larghezza permette tutto il controllo necessario e appena agganciate i pedali vi sentite pronti per tutto.

Le sue doti #1: non sembra una 29er
Rapida e reattiva come poche altre Mtb con le ruotone sanno essere, la The Following è un giocattolo che stupisce ogni volta, fino al punto da dimenticarsi di essere su una 29er.
Spieghiamo meglio il concetto: la trazione, la stabilità e anche quella tipica maggiore inerzia delle ruote non mancano, ma ci si mette davvero poco a dimenticarsi di quest’ultima caratteristica perché la maneggevolezza è spaventosa.
L’interasse è di 114,5 cm con una Pike da 140 mm (foto in basso).

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Le sue doti #2: la sospensione Delta fa quello che ti aspetti
Una volta capito che non si tratta di una trail bike comune e che le si può chiedere molto di più, ogni salto, ogni ostacolo, ogni curva in appoggio ti dicono che il sostengo dell’ammortizzatore è davvero controllato, al punto che in uscita di curva ti spara fuori e ti dà la sensazione (concreta) di velocità.
La prima parte del travel se ne va in un attimo e serve ad assorbire le piccole asperità, rendendo, fra l’altro, la The Following, anche molto comoda e piacevole da usare; la parte centrale, invece, è più sostenuta e serve a migliorare l’efficienza di pedalata (in assenza di sollecitazioni dal terreno) e l’assorbimento degli impatti (in presenza di sollecitazioni dal terreno); la parte finale è quella più difficile da sfruttare, perché serve per gli impatti più violenti e rappresenta una riserva di travel per la sicurezza.
Nel complesso il lavoro di fine-tuning compiuto da Evil sulla sospensione posteriore è davvero ammirevole.

La Evil The Following non teme scalini, gradoni e drop.

La Evil The Following non teme scalini, gradoni e drop.

Le sue doti #3: è realmente versatile
Di base è una trail bike e come tale deve essere versatile. La The Following non solo è versatile, ma è anche camaleontica, cioè diventa quello che serve a chi la pedala.
Non stupitevi se con la stessa bici vi cimentate sia in discese enduro che in uscite più tranquille e di lunga durata.
In salita, bloccando l’ammortizzatore (il Monarch Rt3 DebonAir prevede un “quasi lock-out”) la pedalabilità è notevole. Con una forcella da 140 mm di corsa, però, l’angolo piantone diminuisce rispetto ai 72,7° (dichiarati con una forcella da 130 mm) portando il baricentro ad arretrare e ad alleggerire la ruota anteriore.
Nel nostro caso, con una taglia M (cioè quasi oltre il limite di accettabilità), abbiamo avuto la sensazione di essere seduti sulla ruota posteriore e questo riduce un po’ l’efficienza della pedalata in salita.

Il carro compatto e l'angolo piantone ridotto (per la presenza di una forcella da 140 mm) portano il bacino del biker a trovarsi quasi sopra il mozzo posteriore.

Il carro compatto e l'angolo piantone ridotto (per la presenza di una forcella da 140 mm) portano il bacino del biker a trovarsi quasi sopra il mozzo posteriore.

I numeri caratteristici
Evil dichiara un angolo di sterzo da 66,8° in abbinamento a una forcella da 130 mm. Parlando di una forcella da 140 mm, il tubo sterzo scende a circa 66,1°, misura rilevata con l’app Angle Finder.
Per tutti i dettagli sulla geometria della Evil the Following vi rimandiamo a questo articolo.

Allestimento molto curato per la versione più raffinata. C'è davvero ben poco da migliorare...

Allestimento molto curato per la versione più raffinata. C'è davvero ben poco da migliorare...

Il peso della bici, con l’allestimento migliore, è di 12,36 Kg, e prevede gomme Maxxis High Roller II Exo da 2,3” davanti e Ardent Lust da 2,25” dietro, ruote e*13 Trs-R, trasmissione Sram X01, guarnitura Race Face Next Sl con corona da 30 denti, freni Sram Guide Rsc, reggisella Rock Shox Reverb Stealth, manubrio Race Face Next 35 e attacco Atlas 35.
Il prezzo ne risente: 6500€ al pubblico, mentre il solo telaio 2699€.
La garanzia fornita dal costruttore è di 3 anni sul telaio che ha un peso, comprensivo di ammortizzatore, di 2,65 Kg (dichiarato).

La The Following è disponibile anche di colore grigio scuro e con un allestimento più abbordabile.

La The Following è disponibile anche di colore grigio scuro e con un allestimento più abbordabile.

La cura dei dettagli
Qui troviamo qualche imprecisione da parte di Evil, comunque veniale.
Pur essendo presente il passaggio interno per i cavi del deragliatore e del reggisella telescopico, Evil non ha previsto dei tappi per i fori di ingresso nel caso in cui il deragliatore non fosse presente.
Guardate la foto in basso.

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Il foro in basso, per l'ingresso del cavo del deragliatore, è senza tappo. Un peccato veniale.

La The Following ha il grande vantaggio di avere anche un attacco classico per il portaborraccia, ma non ci sono le viti e i due fori restano aperti (foto in basso).

I due fori per la viteria del portaborraccia sono... senza viteria.

I due fori per la viteria del portaborraccia sono... senza viteria.

La finitura colore arancio ci è sembrata piuttosto resistente agli impatti e sotto la scatola del movimento centrale è presente solo una piccola scalfittura.
Evil ha anche fatto un bel lavoro nel proteggere le parti del telaio potenzialmente più esposte agli urti con rocce, ovvero la parte più bassa del tubo obliquo, il fodero basso destro (sia la parte superiore che quella inferiore) e una parte del fodero alto destro.
L’attacco del deragliatore è di tipo diretto ed è presente una placchetta di protezione per il foro filettato.

Buon grip e comfort per le manopole firmate Evil.

Buon grip e comfort per le manopole firmate Evil.

Rispetto alla sorella The Uprising, la The Following ha finalmente un passaggio ruota sul carro più spazioso tanto da non creare problemi con copertoni fino a 2,4” in caso di fango.
La cura dei dettagli, nel complesso, dimostra che in Evil hanno saputo sfruttare le qualità dei modelli già in produzione e fare anche tesoro degli errori commessi proprio su questi.

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La Evil The Following non sarà mai una Porsche.
Ma continuando con il parallelo fra auto e Mtb, se foste alla guida di una qualunque nota Mtb di alto livello (scegliete voi quale può essere la "Porsche 911 delle Mtb") potreste rimanere amaramente sorpresi nel vedere con quanta facilità la The Following, una semi sconosciuta, vi rimane incollata alla ruota posteriore…

Per informazioni EvilBikes.com oppure Dsb-bonandrini.com

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Sull'autore
Simone Lanciotti

Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.

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