Di quanto travel hai davvero bisogno?
Dipende, direte voi.
Eppure dopo aver provato a lungo e in largo la Canyon Spectral Al 9.0 Sl, cioè la più raffinata della gamma, viene da dire che 140 mm con ruote da 27,5” siano una cifra congrua.
Ok, togliamo la Dh, i drop e tutto ciò che è estremo, ma teniamo dentro i confini l’all mountain e un po’ di enduro.
Infatti, dalla scorsa stagione il Canyon Factory Enduro Team ha corso anche con una Spectral, oltre al prototipo da enduro che verrà svelato a breve.
La Spectral, però, si colloca al centro della gamma Mtb di Canyon in termini di escursione della ruota posteriore e quindi di possibilità di utilizzo.
Mette d’accordo chi ama pedalare a lungo con chi cerca traiettorie più divertenti in discesa.
Non è facile metterle un’etichetta e forse non è nemmeno del tutto corretto: questa bici ne meriterebbe diverse, a seconda dell’indole di chi la guida.
Oppure delle sensazioni del momento.
Una bici per fare di tutto, tutti i giorni.
La scegli sul sito e ti arriva a casa
Questa è una caratteristica di tutte le bici Canyon: si acquistano solo online, direttamente dal produttore.
Ti arriva a casa dentro una scatola di cartone che funge anche custodia, nel caso si avesse necessità di portare con sé la bici in aereo in futuro.
Appena si apre la scatola si devono montare le ruote, i dischi, il reggisella (che però ha il cavo di comando remoto già istallato) e il manubrio.
E si parte. Le regolazioni riguardano solo la posizione in sella e il setup delle sospensioni. I dischi sono perfettamente centrati. Il cambio è ben regolato.
Chi ha infilato la bici in scatola si è assicurato che fosse già tutto ok.
Questa bici ha una garanzia di 6 anni sul telaio e nel caso qualcosa non fosse di proprio gradimento la si può restituire entro 30 giorni.
Cioè, acquistare online una bici non deve essere fonte di preoccupazioni.
Una nuova Nerve? No, qualcosa di più
Canyon ha deciso di cambiare tanti dettagli su questa bici.
La geometria della sospensione posteriore, concettualmente, è sempre la stessa, ma sono stati rivisti tutti i leveraggi prestando maggiore attenzione anche all’estetica della bici. Il triangolo principale conferma questo processo di rivisitazione: il tubo superiore è fortemente inclinato, abbassando lo standover e togliendo qualunque rischio di contatto fra manubrio e telaio in caso di caduta.
Il tubo superiore, inoltre, ha la stessa inclinazione dei foderi alti del carro e questo contribuisce a rendere più armoniosa la linea del telaio. Che è tradizionale, ma non banale.
Per rispettare un’estetica semplice ed efficace Canyon ha creato un passaggio interno per i cavi del cambio e del reggisella telescopico, mentre deragliatore (qualora ci sia) e freno posteriore corrono all’esterno.
Da notare che i fermaguaine sono in plastica, non sono avvitati, ma sono anche piuttosto tenaci e tengono i cavi in posizione.
Ancora un dettaglio sul cavo del cambio: il suo passaggio, ad eccezione nella parte inferiore del movimento centrale, è interno anche sul fodero basso destro.
Qui troviamo un giunto Horst che dona alla sospensione un comportamento ormai ben conosciuto e bilanciato.
Un carro rigido come non t’aspetti
Parliamo di lega leggera 7005, quindi di un materiale che per sua natura è molto rigido.
Ma Canyon ha lavorato di fino per accentuare queste doti.
Innanzitutto la struttura del carro è abbastanza compatta: i foderi alti e bassi non sono troppo distanti fra loro.
Ci sono due ponticelli di rinforzo sia sui foderi alti che su quelli bassi ed entrambi sono molto vicini alla gomma.
Nulla di preoccupante perché pur montando copertoni Continental MountainKing da 2,4” (quindi piuttosto “panciuti”) rimane uno spazio sufficiente in caso di fango.
Sotto il forcellino posteriore e leggermente spostato in avanti troviamo il giunto Horst, ossia il pivot che permette alla sospensione di rimanere attiva anche sotto l’azione del freno posteriore e di avere un valido bilanciamento fra assorbimento delle asperità ed efficienza di pedalata.
L’ammortizzatore, poi, fai resto.
Taratura super sensibile dell’ammortizzatore
Quasi non sembra un Float Ctd classico.
La sensibilità di cui è capace questo ammortizzatore è notevole, merito della taratura scelta Canyon.
Poco freno in compressione, tanta sensibilità iniziale e una corsa ampiamente e realmente sfruttabile, avendo cura di indovinare il Sag (durante il test lo abbiamo tenuto al 20% o poco di più).
Queste caratteristiche tecniche si ripercuotono in maniera marcata sulla guida della bici.
Vedremo più avanti come.
Parliamo di angoli
Il modello da noi testato era di taglia M e, al pari di tutte le altre taglie, hanno un angolo di sterzo di 67°, cioè abbastanza aperto se si considera la forcella da 140 mm.
Il carro è da 43 cm, quindi abbastanza compatto per una 27,5”, mentre l’interasse arriva a 113,7 cm.
A guardare bene la bici con i numeri alla mano si nota come Canyon abbia cercato di tenere vicina la ruota posteriore al tubo piantone, aumentare il front center (cioè la distanza fra il movimento centrale e l’asse della ruota anteriore), tenere basso il movimento centrale (siamo a 34 cm da terra) e inclinare in modo, diciamo, attuale il tubo di sterzo.
Ne deriva una geometria indovinata per il trail riding e anche per qualcosa di più.
E’ per questo che è difficile dare un’unica etichetta alla Canyon Spectral.
Una volta saliti in sella…
Il manubrio Race Face Turbine da 74 cm di larghezza farà contenti tutti gli amanti di questa tipologia di bici, perché ci si sente subito padroni del mezzo. I valori di rise, backsweep e upsweep mettono subito a proprio agio. L’attacco manubrio di serie è da 70 cm, ma per gusti personali lo avremo preferito anche più corto.
La sella Ergon Sm30, per quanto poco popolare, è ben fatta a riprovare dell’attenzione che il marchio tedesco pone nello studio delle forme e dell’ergonomia.
Serve solo un po’ di pazienza per individuare la giusta inclinazione.
Fatto il Sag, controllata la pressione delle gomme, la Spectral Al 9.0 Sl è pronta a partire.
Il carro fa un ottimo lavoro offroad
E’ una bici da fuoristrada e tanto più riuscirete a tenerla su sentieri e sterrati e tanto più vi darà soddisfazioni. La sospensione posteriore rimane sempre molto attiva, anche con un Sag sotto il 20%, per via della taratura dell’ammortizzatore. Tutto ciò di traduce in comfort, controllo del mezzo e in generale più divertimento.
Ma fintanto che si resta sullo sterrato.
Appena si incontra una superficie compatta, in particolare l’asfalto, il comportamento cambia nettamente. Si avverte che la Spectral non è più nel suo habitat naturale, ma gli spostamenti su asfalto, volenti o nolenti, sono una circostanza abbastanza frequente nell’uso di una Mtb. Per qualcuno di più, per qualcuno di meno.
Nel nostro caso abbiamo preferito non alterare il Sag per affrontare la salita (anche in caso di salite molto lunghe), ma abbiamo agito sul registro di ritorno, riducendo al massimo la velocità di estensione.
In questo modo la sospensione posteriore diventa un po’ più efficiente in caso di terreni compatti e scorrevoli. Un piccolo aiuto soprattutto nelle lunghe salite su asfalto.
Sui single track
C’è un altro dettaglio che caratterizza la guida di questa bici: l’altezza del tubo di sterzo. Parliamo di 120 mm, ovvero una misura che rende più facile la guida soprattutto a chi non ha grande confidenza con i sentieri più impegnativi.
120 mm, oggi, permettono al manubrio di stare abbastanza alto dando sempre la sensazione di controllo del mezzo anche quanto la pendenza diventa estrema.
Per chi invece è abituato a guidare veloce e spostare in avanti il peso del corpo (in stile enduro, per capirci) potrebbe trovare il manubrio un po’ troppo alto.
In caso di necessità si può optare per un attacco manubrio con un’angolazione negativa più spinta.
La Spectral, però, è nata per essere una bici facile da guidare e la geometria lo conferma.
Il movimento centrale a 34 cm da terra aumenta la stabilità della bici e la facilità di guida, ma porta anche a toccare di frequente con i pedali con rocce e scalini, ma solo in salita.
E’ un risultato piuttosto comune a molte delle bici a doppia sospensione di oggi, nulla di cui preoccuparsi, però.
In discesa
La superfluità dell’ammortizzatore è un piacere senza fine. Se volete accentuare questa sensazione provate ad aumentare il Sag e vi sembrerà di avere un Float X Ctd. Filtra di tutto, lo fa con precisione e con una certa costanza. Infatti, solo i sentieri più impervi e rocciosi lo mettono in crisi, portandolo a surriscaldarsi e mettendo in luce la sua vera natura, ossia di ammortizzatore per trail bike.
Se volete proprio esagerare, allora fate come i rider del Canyon Enduro Factory Team che montano un Float X Ctd. A quel punto però aggiungete un po’ di mm di travel anche alla forcella.
Il piantone da 74,5° si presta abbastanza bene a un simile intervento. Guardate infatti la Spectral Al 9.0 Ex...
Restando però sul montaggio standard di questa bici, Canyon ha fatto proprio un bel lavoro: dischi da 200 mm davanti e da 180 dietro, gomme da 2,4” e reggisella telescopico (anche se dovrebbe essere ormai considerato un must su una bici come questa) permettono un piacere di guida molto elevato.
Noi avremmo aggiunto di serie un settaggio tubeless ready per le gomme.
Per quanto riguarda invece la forcella Fox 32 Talas Ctd va detto che trovare il setup corretto non è stato subito facile.
Il modello montato sulla Spectral era piuttosto sensibile ai piccoli urti e con un buon bilanciamento fra linearità e progressività, ma per arrivare a questo risultato occorre spendere un po’ di tempo per cercare la pressione giusta.
Durante tutto il test abbiamo usato solo un paio di volte il dispositivo Talas, ossia abbiamo sempre girato con la forcella alla massima escursione.
In discesa la Talas fa un buon lavoro, ma non è riuscita a convincerci in termini di feeling. Le manca a nostro avviso un po’ di sostegno in compressione a metà corsa.
In conclusione…
E’ difficile trovare bici con un rapporto qualità/prezzo così elevato, visto che la concorrenza (quella che vende nei negozi, intendiamo) con un montaggio del genere chiederebbe almeno 1500€ di più.
Il telaio è semplice, ben fatto e solido, ma non è leggerissimo, perché la bici completa, compresi i pedali Shimano Xtr Trail (dal peso di 379 gr al paio e non forniti con la bici), pesa 12,98 Kg.
E’ una bici capace di assecondare esigenze molto diverse fra loro, con un’impostazione moderna della geometria e senza estremizzazioni, proprio per essere guidata da una vasta schiera di biker.
La Spectral convince per la sua praticità e con un allestimento curato, tipicamente Canyon, sta già facendo molto parlare di sé.
Il costo di questa versione, acquistabile qui, è di 3499€ ed è disponibile sia nella colorazione rossa come per il modello testato sia nera satinata.
In tutto la gamma Spectral 27,5” si compone di sei modelli, compreso uno da donna, e pur non consentendo la personalizzazione dei montaggi, vanta una schiera di proposte molto interessanti.
Per informazioni e per acquistarla online: Canyon.com
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.