La Cannondale Scalpel Si Carbon 2 Eagle nel panorama delle Mtb a doppia sospensione per un utilizzo racing (sia Xc che marathon) è uno dei punti di riferimento da oltre 15 anni e con l’ultima evoluzione, grazie a una geometria ispirata alle trail bike, questa bici va anche un po' oltre l'ambito agonistico.
La Scalpel, insomma, ha un’indole fuori dal coro ed è proprio questa una delle sue caratteristiche più apprezzate.
La versione più recente ha guadagnato tanto in direzioni apparentemente opposte:
- più efficienza racing grazie a una sospensione completamente rivista
- più piacere di guida grazie a una geometria ispirata a una moderna trail bike
Vi rimandiamo all’articolo di presentazione ufficiale per quanto riguarda le specifiche tecniche, mentre adesso proseguiamo con le impressioni di guida e il test vero e proprio.
1 - GEOMETRIA
- Angolo di sterzo: 9
69,5° rappresentano la nuova generazione di geometria per bici da Xc. Se aumentano le pendenze dei percorsi di gara la bici si adegua con un angolo di sterzo ridotto (come si dice in gergo “più aperto”).
Questo migliora la confidenza di guida sia in gara sia nell’uso non racing.
- Angolo piantone: 8
73,5°, cioè un dato che permette a chi sta in sella alla Cannondale Scalpel Si Carbon 2 Eagle di pedalare in modo efficiente e ben centrato fra le due ruote.
- Lunghezza tubo superiore: 9,5
In taglia L parliamo di 62,4 cm, cioè un valore anche questo moderno. Il biker è posizionato in mezzo alle due ruote, migliorando la stabilità e la confidenza di guida quando il sentiero diventa ripido.
- Altezza movimento centrale: 8,5
33,4 cm per le taglia M, L e XL e 33,3 cm per le taglie XS e S.
La Scalpel Si è bassa quanto basta per dare a chi guida il controllo necessario in gara.
- Altezza manubrio da terra: 9
103 cm non è il valore più basso in assoluto per una full da Xc (ed è il valore più contenuto possibile con l’attacco manubrio di serie).
Questo dato è influenzato dalla presenza della forcella Lefty che impone una distanza minima fra le due piastre aumentando inevitabilmente la lunghezza del tubo di sterzo e, quindi, l’altezza da terra del manubrio.
Questo però ha anche un lato positivo in discesa, perché il dislivello sella-manubrio è più simile a quello di una Mtb da trail o da enduro piuttosto che a quello di una Mtb da Xc.
Volendo si può aumentare il suddetto dislivello montando degli attacchi manubrio (proposti da Cannondale) con un’angolazione maggiore.
- Lunghezza carro: 9,5
42,5 cm per le taglie XS e S (per via della ruota da 27,5”) e 43,5 cm per le taglie M, L e XL. E’ un valore in linea con quello che è lo status quo in ambito full da Xc.
- Interasse: 9,5
114,4 cm per la taglia L: anche qui abbiamo un valore che è abbastanza allineato a quelli delle concorrenti. La nuova Scott Spark Rc 900 in taglia L misura 115,8 cm, mentre la Trek Top Fuel 9.8 misura 112,7 cm.
- Assetto in sella: 9,5
Sono alto 180 cm con un’altezza di sella di 74 cm e in sella alla Cannondale Scalpel Si Carbon 2 Eagle mi sono trovato quasi subito a mio agio. Ho scritto quasi per via della lunghezza dell’attacco manubrio (100 mm) abbinata a un tubo superiore abbastanza lungo. E’ bastato poco, in realtà, per iniziare subito a guidare la Scalpel come una full da Xc moderno. Leggete qui il primo contatto…
Dopo la prima (lunga) uscita mi sono sentito decisamente a casa in sella a questa bici.
Il manubrio Cannondale CZero flat in carbonio è di una larghezza, 76 cm, quanto mai poco comune: da un lato permette un controllo notevole della bici in discesa, ma dall’altro impone un attacco manubrio più corto per evitare che il biker finisca per protendersi verso la ruota anteriore sbilanciando l’assetto.
Questo ha richiesto un minimo di apprendistato, ma, a fine test, direi che, eventualmente, un attacco da 90 mm di lunghezza potrebbe migliorare un po’ le cose.
Voto finale (da 1 a 10): 9,06
2 - COMPORTAMENTO IN SALITA
- Tuning scelto per l’ammortizzatore: 9
La sospensione posteriore è ispirata a quella della precedente Scalpel e utilizza sui foderi alti il concetto Zero Pivot, ovvero la flessione della fibra di carbonio permette di fare a meno di un pivot.
La sospensione, quindi, è semplice, leggera, richiede pochissima manutenzione e riesce a filtrare in modo valido le sollecitazioni dell’offroad quando si pedala seduti.
Cannondale ha tarato l’ammortizzatore in modo da dare alla bici sensibilità ai piccoli impatti, supporto più forte a metà corsa e una marcatissima progressività verso il fondo corsa.
- Efficienza sospensione posteriore nell’andatura regolare: 10
Se si pedala seduti e se si è impostata la sospensione con un Sag pari al 25% allora la Scalpel è in grado di migliorare il comfort e il grip durante la pedalata offroad.
Se si siamo su fondi battuti, invece, la ridotta efficienza della sospensione monopivot diventa più evidente, ma qui viene in aiuto il lock-out totale e reale delle due sospensioni tramite il comando idraulico RockShox Full Sprint.
Attivandolo la Scalpel diventa realmente una hardtail.
- Efficienza sospensione posteriore nell’andatura fuorisella: 8
Se le sospensioni sono bloccate l’efficienza è massima. La rigidità torsionale è di alto livello grazie alla struttura Zero Pivot della sospensione posteriore.
- Efficienza sospensione posteriore in salita offroad: 9
Qui dipende dal fondo sul quale si pedala: se è scorrevole è possibile anche bloccare le due sospensioni ed eventualmente riattivarle qualora si presentasse un ostacolo o una sezione più tecnica.
Il comando remoto Full Sprint è molto rapido e facile da attuare. L’importante è non confonderlo con il comando remoto del reggisella telescopico… ?
- Commenti sui componenti montati sulla bici: 9
La trasmissione Sram Eagle è innegabilmente un plus perché estende il range di velocità raggiungibili e quello delle pendenze superabili. La precisione, però, non è sempre costante e questo conferma il verdetto espresso in occasione del test dello Sram X01 Eagle.
La corona singola da 34 denti, se siete mediamente allenati, raramente sarà un limite in salita, mentre vi permetterà grandi velocità in pianura e nei falsopiani in discesa.
Voto finale (da 1 a 10): 9,0
3 - COMPORTAMENTO IN DISCESA
- Tuning scelto per l’ammortizzatore: 7,5
La Cannondale Scalpel Si Carbon 2 è caratterizzata da una sospensione capace di filtrare molto bene le piccole sollecitazioni, ma appena gli impatti richiedono il coinvolgimento di più mm di escursione, le cose cambiano in modo netto.
La progressività verso il fondo corsa è notevole, al punto che i 100 mm di corsa gestiti dal RockShox Monarch XX (foto in basso) raramente si è riusciti a sfruttarli tutti.
Considerate che quando l’ammortizzatore è a fine corsa l’O-ring rosso si ferma a circa 6 mm dalla fine dello stelo. Quindi, nella foto sopra l'O-ring si trova a pochi mm dal fondo corsa.
Una nota poco positiva, invece, per il registro della regolazione del rebound: il pomello è davvero difficile da far ruotare.
- Curva di compressione della sospensione: 7
Piuttosto lineare nella parte iniziale della corsa, facilitando l’assorbimento delle piccole asperità, molto progressiva da metà corsa in poi.
Se si tiene un Sag del 25% come raccomandato da Cannondale diventa difficile sfruttare tutti i 100 mm di travel.
- Impatti di piccola entità: 9
La sospensione fa un ottimo lavoro e questo rende la Scalpel Si molto comoda ed efficace quando si pedala su sterrati sconnessi. Appena il fondo diventa compatto, però, è meglio bloccare le sospensioni.
- Impatti di grande entità: 7
Qui emergono i limiti di una sospensione pensata per la massima efficienza di pedalata: la Cannondale Scalpel Si ha un grande potenziale nella guida offroad in discesa al punto che, guidandola, sembra di essere in sella a una bici di ben altra escursione.
Salti (fino a un metro, quindi, ben oltre le specifiche per una bici come questa) e gradoni vengono digeriti bene, ma non benissimo dalla sospensione posteriore.
Attenzione, infatti: questa è una bici da Xc racing pensata per un uso molto specifico che non contempla utilizzi in stile trail riding.
Il fatto che dia tanta confidenza nella guida in discesa (ed è questo uno dei pregi principali della Scalpel Si) invoglia davvero a mollare i freni e a fare qualche numero che con hardtail da Xc sarebbe proibitivo.
L’importante è ricordarsi che sempre di una bici da Xc si tratta, sebbene con qualche attributo in più…
- Rigidità torsionale del carro: 10
La sospensione posteriore con un solo pivot e con il leveraggio Carbon Link, appunto, in carbonio permettono alla ruota posteriore un comportamento “da lama”.
Farla derapare senza toccare il freno dietro e senza impegnarsi in vistosi spostamenti del bacino è molto facile.
La sensazione è che questa bici faccia davvero quello che le si chiede in tempi rapidissimi.
- Agilità della bici: 10
Sebbene l’angolo di sterzo sia più aperto, l’offset da 55 mm della forcella Lefty e la geometria della bici permettono un’agilità di alto livello.
- Efficienza sospensione posteriore in frenata: 8
E’ una monopivot e, quindi, a ruota posteriore bloccata o anche solo frenata si sente qualche inibizione della capacità ammortizzante della sospensione.
Nulla di chi preoccuparsi, in realtà, anche perché la geometria della bici facilita molto il controllo del mezzo in situazioni al limite.
- Commenti sui componenti montati sulla bici: 8,5
La forcella Lefty 2.0 Carbon Xlr ha compiuto un altro piccolo passo in avanti. E’ immediata nei cambi di direzione, è leggera ed è diventata ancora più solida. Per un utilizzo Xc la sua rigidità torsionale è più che adeguata.
Alla rigidità torsionale della bici in generale, invece, concorrono anche i cerchi Cannondale CZero Superlight: si tratta di una serie prodotta direttamente da Cannondale ed caratterizzata da una larghezza interna di 23 mm e 28 fori (cioè 28 raggi). Durante tutto il test non hanno danno segni di rottura o di cedimento e abbiamo utilizzato le gomme di serie con le camere d’aria.
L’unica accortezza, specialmente con i cerchi in carbonio, è quella di usare pressioni di gonfiaggio che evitino o riducano al massimo il rischio di pizzicature e, quindi, di impatto fra cerchio e terreno.
Un altro dettaglio merita di essere menzionato: in uscita di curva questa Scalpel Si è davvero veloce perché l’ammortizzatore non si comprime in maniera troppo evidente permettendo dei rilanci fulminei.
Voto finale (da 1 a 10): 8,37
4 - COMPORTAMENTO SUL PEDALATO
- Tuning scelto per l’ammortizzatore: 9
Vale quanto detto in precedenza, ma sul pedalato si apprezza molto il supporto che ammortizzatore e sospensione posteriore sanno dare alla pedalata. Poche pedalate bastano per far guadagnare velocità alla bici, proprio come si conviene a una bici da competizione.
- Efficienza sospensione posteriore nei rilanci: 10
Di alto livello, anche con ammortizzatore sbloccato, e capace di generare autentico piacere nella guida. A patto di avere energia nei quadricipiti femorali…
- Agilità della bici: 10
Vale quanto detto per la discesa.
- Commenti sui componenti montati sulla bici: 9
In ambito Xc e marathon su terreni asciutti le gomme Schwalbe Racing Ralph Evo Snakeskin da 2,25” (foto sopra) sono molto valide. Va detto che il nostro test è stato condotto anche su sterrati sassosi, ma prevalentemente su sterrati battuti e asciutti.
Voto finale (da 1 a 10): 9,5
5 - DETTAGLI TECNICI TELAIO
- Regolazioni consentite sulla geometria: 6
Non sono permesse, ma su questa tipologia di bici non se ne sente, almeno per ora, più di tanto la necessità. E’ un’assenza giustificata.
- Spazio fra gomma posteriore e carro (in caso di fango): 10
Il fango non impensierisce e volendo è possibile montare anche gomme di sezione maggiore rispetto a quelle da 2,25” di serie.
- Cura del passaggio cavi: 9
Tutti i cavi passano all’interno del tubo obliquo, ad eccezione di quello idraulico per l’ammortizzatore. I cavi del cambio e del freno posteriore fuoriescono dalla parte inferiore del movimento centrale. Volendo è possibile montare anche un reggisella telescopico con passaggio interno del cavo.
Da segnalare che l’inserimento dei cavi nel tubo obliquo avviene con un’angolazione tale da eliminare qualunque problema di sfregamento fra cavi e telaio.
- Attacco portaborraccia: 10
Ce ne sono ben due (foto in basso), ossia una rarità per le full da Xc. Il nuovo posizionamento dell’ammortizzatore (incassato in parte nel tubo superiore) ha creato spazio per il secondo portaborraccia.
- Attacco guidacatena: 10
Non è una necessità assoluta per questa tipologia di bici, ma, volendo, è possibile utilizzare l’attacco directmount del deragliatore per montarne uno.
- Compatibilità deragliatore: 10
Volendo è possibile allestire la Cannondale Scalpel Si anche in modalità 2x, un’opzione che continua ad avere un suo seguito fra gli appassionati.
- Protezioni sul telaio e sul carro: 9,5
Ben fatte e ben posizionate, in particolare quella sul batticatena, in gomma, decisamente solida e affidabile.
Sul fodero basso di destra, inoltre, è presente anche una piastrina metallica per evitare danni alla fibra di carbonio in caso di risucchio della catena.
Sul tubo obliquo, nella parte inferiore, è prevista una pellicola protettiva di diversi millimetri di spessore.
La forcella, infine, ha un bumper nella parte interna per evitare un pericolo contatto fra questa e il telaio in caso di caduta ad esempio.
- Posizionamento dell’ammortizzatore: 10
E’ posizionato in modo che possa essere raggiunto molto facilmente dalle mani anche pedalando, ma di fatto non ce n’è necessità perché l’unica regolazione permessa è gestibile molto più comodamente tramite il comando Full Sprint sul manubrio.
- Peso telaio e bici: 6,5
11,35 Kg, senza pedali e in taglia L, non sono pochi. Considerato il montaggio (che fa ricorso a molti e cruciali componenti in fibra di carbonio) e considerato anche che una bici come la Trek Top Fuel 9.8 con un allestimento meno pregiato pesa 11,47 Kg (sempre in taglia L) sarebbe lecito attendersi qualche etto in meno dalla Cannondale Scalpel Si Carbon 2 Eagle.
Ovviamente, volendo, è possibile scendere di peso, ma è un’operazione tutt’altro che facile a livello economico.
- Prezzo telaio e/o bici: 7
6299€ per la versione in test che può essere quasi considerata una media gamma, visto che il prezzo di partenza della gamma Scalpel è di 3199€ (per la versione con telaio in alluminio) e può arrivare fino a 12499€ per la versione Black Inc.
Il prezzo di 6299€ (aggiornato al 1 marzo 2017), però, è allineato alla concorrenza e, visto l’allestimento, non è nemmeno così elevato.
- Garanzia: 10
Cannondale è nota per la garanzia a vita sui telai e questa bici non fa eccezione. Per attivarla è necessario registrare la propria bici sul sito ufficiale.
Voto finale (da 1 a 10): 8,9
VOTO COMPLESSIVO (da 1 a 10): 8,96
In conclusione…
La Cannondale Scalpel è una delle poche Mtb con una storia agonistica alle spalle. E’ stata la prima biammortizzata ad essere utilizzata in Coppa del mondo ed è sempre stata una bici Xc da riferimento per migliaia di appassionati.
La versione più recente è diventata ancora più orientata all’Xc e all’agonismo, ma questo la rende comunque anche molto piacevole da guidare.
Con questa bici è definitivamente chiusa l’era in cui le Mtb da gara erano difficili e impegnative da condurre.
Facilità di guida in gara significa minore sforzo per essere veloci, ma anche maggiore divertimento per tutti gli appassionati, in ambito Xc e marathon.
La Cannondale Scalpel da sempre contrappone la semplicità costruttiva alle sospensioni multi link delle rivali sollevando in modo quasi provocatorio la domanda: nell’Xc servono davvero sospensioni posteriori elaborate oppure è meglio puntare su rigidità torsionale e sospensioni più semplici?
Se lo chiedeste alla Scalpel sapreste cosa vi risponderebbe…
Qui la storia di tutte le versioni della Cannondale Scalpel
Photo credit Luigi Sestili
Per informazioni Cannondale.com
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.