Il settore delle ruote in carbonio è diventato nel giro di poco tempo uno dei settori più inflazionati e popolati da produttori del più svariato livello qualitativo e produttivo.
Se è vero che il cerchio in fibra di carbonio apporta innegabili vantaggi nella guida (a patto di saperli apprezzare, ovviamente), è anche vero che il crescere dell’attenzione e della richiesta di cerchi in carbonio da parte degli appassionati ha portato a una proliferazione pazzesca di marchi e produttori più o meno noti.
E i risultati?
E’ diventato arduo distinguere la qualità e l’affidabilità di un prodotto, soprattutto perché sia brand che gli utenti stessi si sono rivolti direttamente ai produttori asiatici, con risultati fortemente altalenanti (ne abbiamo parlato qui), allettati dalla prospettiva di un consistente risparmio e di un upgrade tecnicamente importante per la loro bici.
Le Alchemist Z16 Racing oggetto di questo test sono delle ruote che fanno di tutto per uscire dal coro: sono studiate e costruite in Italia con tecnologie e accorgimenti che difficilmente si trovano nei marchi concorrenti, e con costi allineati ai prodotti di fascia alta.
Di quali tecnologie parliamo?
Ad esempio, le resine arricchite da polimeri plastici (per aumentare la resistenza della ruota agli impatti), il disegno Diamond Technology del cerchio (migliore aerodinamica e maggiore rigidità), il profilo Naca M18 del cerchio (minore portanza, ovvero maggiore stabilità in velocità) e via dicendo.
Insomma, il carbonio sui cerchi piace a molti e Alchemist è uno di quei (pochi) marchi che sa come costruirsi un cerchio in fibra di carbonio in casa.
Le ruote Alchemist Z16 Racing sono pensate per un utilizzo abbastanza vario, che va dal road al gravel passando per il ciclocross, e sono compatibili solo con freni a disco.
E sappiamo anche che per allestire una bici da strada o una gravel bike quanto più leggera possibile le ruote svolgono un ruolo chiave e non solo per il responso della bilancia.
Le Zirconium sono state montate su una Santa Cruz Stigmata e testate per diverse centinaia di chilometri, tanto su asfalto quanto su sterrati battuti (l’Italia ne è piena…).
1 - DETTAGLI TECNICI
- Caratteristiche dei cerchi e diametri disponibili: i cerchi sono in fibra di carbonio 18k Ud Impact-Proof con finitura esterna con fibra unidirezionale opaca realizzati in stampo ad alta pressione. La resina utilizzata (la cui qualità è un dettaglio a cui Alchemist presta molta attenzione), come detto, è arricchita da polimeri plastici e il cerchio ha un profilo ribassato da 16 mm con Diamond Technology, ben evidente se si osservano le ruote di lato (foto in basso).
Infatti, lo spazio fra un foro delle nipples e l’altro è caratterizzato non da una curva, ma da una linea retta e questo amplifica la rigidità della ruota e ne migliora l’aerodinamica.
La sezione del cerchio ha un profilo Naca M18 e una foratura fuori asse per le sedi delle nipples, rinforzate per resistere meglio alla trazione e alla tensione elevata dei raggi.
Le Z16 Racing da noi testate sono compatibili con copertoncini e, tramite un flap, abbiamo potuto istallare le gomme Schwalbe G-One da 35 mm di sezione in modalità tubeless (foto in basso).
I cerchi hanno una larghezza esterna di 25 mm e interna di 18,7 mm, non sono di tipo “hookless” ed esistono anche in versione per tubolare.
Il peso del singolo cerchio da 28” (valore dichiarato da Alchemist) è di 360 gr.
- Caratteristiche dei raggi: Alchemist utilizza 24 raggi Sapim Cx Ray a testa dritta con incrocio in seconda e nipples in ergal.
- Caratteristiche dei mozzi e compatibilità varie: i mozzi sono gli Alchemist Penta Spr con flange in ergal ricavate dal pieno e corpo centrale in fibra di carbonio. I Il mozzo anteriore lavora su due cuscinetti sigillati, mentre il posteriore su tre cuscinetti, uno dei quali integrato nella cassetta.
I mozzi sono compatibili con diverse tipologie di assi: QR, 12 e 15 mm.
Nel caso del nostro test, il posteriore è per una battuta da 142x12 mm e l’anteriore da 100x15 mm.
- Peso: 580 gr la ruota anteriore (con adattatori per asse passante) e 710 gr la posteriore con cassetta Shimano 11v. Sono delle ruote molto leggere per un utilizzo anche offroad.
- Prezzo: 2200€ la coppia. Le ruote in carbonio di alto livello costano, purtroppo e il prezzo di questa coppia Alchemist è in linea con quello della concorrenza più blasonata.
- Garanzia: se si registrano le proprie ruote sul sito ufficiale Alchemist entro 30 giorni dalla data di acquisto si ha diritto a una estensione della garanzia da 2 a 5 anni. Alchemist, inoltre, durante il periodo di validità della garanzia, prevede il crash replacement: se la ruota si rompe per motivi non riconducibili a un difetto di produzione Alchemist permette di riacquistare il componente danneggiato con uno sconto del 50% (soluzione valida solo per il primo proprietario).
Voto finale (da 1 a 10): 9,0
2 - PRESTAZIONI
- Rigidità torsionale: il cerchio in carbonio si sente tantissimo in questo frangente. Alzarsi sui pedali e imprimere più forza significa percepire all’istante un incremento di velocità. Le Alchemist Z16.16 Racing sono pensate per andare forte e influenzano molto e positivamente la dinamica di guida.
- Cambiamenti di traiettoria: lo stesso beneficio che si avverte in accelerazione si avverte anche quando si deve cambiare traiettoria e nonostante il test sia stato condotto solo con gomme tassellatura (che rallentava un po’ le reazioni della bici su asfalto) le Alchemist Z16.16 Racing hanno resto subito la bici più efficace e veloce.
- Precisione di guida: raggi a testa dritta incrociati in seconda, cerchio in carbonio e angolo di sterzo da 72° permettono dei cambi di direzione istantanei.
- Efficienza della centratura: da questo punto di vista c’è stata una prima iniziale delusione, perché la centratura è risultata subito compromessa dopo la prima uscita. Interpellato Alchemist a riguardo, ci è stato spiegato che per errore le ruote inviateci non erano da test e il problema è stato risolto con la sostituzione delle ruote.
La nuova coppia di ruote, infatti, ha subito manifestato ben altra tenacia nel tenere la corretta centratura.
- Comfort: il carbonio incrementa la rigidità, ma dato il profilo ribassato del cerchio (solo 16 mm) il comfort non ne risente più di tanto e pedalare offroad rimane comunque piacevole. In questi frangenti la differenza vera la fa la gomma e la sua pressione.
- Resistenza del cerchio agli impatti: nulla da segnalare, per il semplice fatto che, pur avendo pedalato su sterrati talvolta impervi, i cerchi hanno incassato egregiamente colpi e impatti con sassi. Certamente parliamo di impatti di intensità ben inferiore rispetto a quelli che possono capitare in Mtb, ma il loro comportamento, comunque, ha messo in luca una grande affidabilità.
- Facilità di montaggio tubeless: una volta montato il flap oppure nastrato i fori delle nipples a dovere, le gomme tubeless si installano facilmente.
Il profilo non hookless del cerchio è una precisa scelta di Alchemist che lo ritiene, per ora, più sicuro in presenza di pressioni di gonfiaggio che arrivano fino a 8 bar.
Nel nostro caso, con le gomme da 35 mm di sezione, non siamo andati oltre i 4,5-5 bar.
Voto finale (da 1 a 10): 9,35
VOTO COMPLESSIVO (da 1 a 10): 9,17
In conclusione…
Se sulla Mtb i cerchi in carbonio sono un beneficio non alla portata di tutti i palati, su una bici da strada-gravel-ciclocross le cose stanno molto diversamente.
Se si scelgono delle ruote con cerchi dal profilo ribassato come nel caso delle Alchemist Z16 Racing la precisione di guida, la reattività e la leggerezza aumentano in modo netto.
Il lato meno entusiasmante è il costo di questi benefici: 2200€ nel caso delle ruote in oggetto, ma è un prezzo, purtroppo, che non differisce da quello della concorrenza più blasonata (Enve, ad esempio).
Alchemist però aggiunge un valore importante (ma anche impalpabile se volete) che è la realizzazione “made in Italy” e concetti e tecnologie che non si trovano nei cataloghi dei marchi concorrenti.
Il brand veneziano, quindi, deve affrontare alcuni preconcetti che sono molto diffusi in campo Mtb: quello che non è “fatto” in America vale di meno.
Ma non è sempre così e questo test ne è una conferma.
Alchemist, anche fuori dai confini nazionali, riceve apprezzamenti e riconoscimenti perché con loro il “made in Italy” torna ad avere un valore pesante.
Complimenti.
Per informazioni Alchemistbikes.com
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.