FORMELLO – In occasione degli Italian Bike Test a Formello (RM) abbiamo avuto modo di fare un giro con la Trek Remedy 9.8.
La gamma Remedy ha 150 mm di escursione al posteriore e 160mm all’anteriore, ruote da 27.5” e, volendo, fino a 2.8”.
Se si considera le scelte fatte sulla geometria (che fra poco vi diremo) e la solidità del telaio è una Mtb da enduro a tutti gli effetti.
Qui trovate l’articolo di presentazione del modello 2019, mentre di seguito state per leggere le impressioni di guida ricavate, ahimè, sotto una pioggia per niente simpatica.
Il sottoscritto, però, è riuscito a carpire le doti principali della nuova Trek Remedy 9.8, doti che però verranno fuori meglio quando riceveremo la bici per un test più approfondito.
L'ASSETTO IN SELLA
Salendo sulla Trek Remedy 9.8 mi sento un po’ strano, nel senso che avverto di essere poco dentro la bici e questo lo imputo al 90% al fatto di avere il manubrio un po’ troppo in basso.
E’ una mia particolare preferenza, ho sempre il manubrio abbastanza alto e la posizione che ho non è di mio totale gradimento.
L’angolo sella è ottimale, e ho il telescopico ben inserito.
Se avete molto fuorisella a differenza della sorellona Trek Slash 29 non vi troverete troppo indietro.
La bici è una taglia M e, come vuole la tendenza più moderna, la bici è lunga: il reach misura 441 mm.
L’angolo di sterzo nella posizione più chiusa è 66° ma grazie al MinoLink possiamo regolare di un altro mezzo grado verso la geometria più downhill e impostarlo a 65,5°.
Il telaio è completamente in carbonio, ad eccezione dei foderi bassi, e veramente ben rifinito, con passaggio dei cavi interno, tanto spazio per le gomme (fino a 2.8”) e c’è anche lo spazio per il portaborraccia sul tubo obliquo.
Come si può vedere dalle foto in basso, la nuove generazione della Trek Remedy adotta una sospensione posteriore che è ispirata a quella della Trek Slash, cioè non è più un FullFloater e l'ammortizzatore ha il sistema ThruShaft.
IN SALITA
Il giro, se pur sotto l’acqua, è stato molto completo: salita su strada asfaltata, sterrata ampia, single track, radici e rocce bagnate, tutto il repertorio classico, insomma.
Durante la salita si nota una posizione per la pedalata adeguata, anzi, anche piuttosto comoda, adatta a trascorrere molte ore in sella, mentre le gomme non sono propriamente enduro come tassellatura, anche se le Bontrager SE4 Team Issue 27.5×2.6” anteriore e posteriore hanno una generosa sezione.
La Trek Remedy 9.8 si pedala bene e l’ammortizzatore anche da aperto è ben sostenuto in pedalata, ma ovviamente chiudendolo si pedala ancora meglio.
Sullo sconnesso la posizione intermedia è di grande aiuto soprattutto sui tratti particolarmente ripidi, mentre se è molto scassato il consiglio è di aprirlo, perché si sfrutta al meglio il grip offerto dalla sospensione con sistema Abp, cioè il pivot posteriore e il perno del mozzo posteriore sullo stesso asse.
Nei tornanti o sui tratti ripidi la posizione è buona e la bici non si impenna, resta ben caricata sull’anteriore ed è facile da guidare, anche grazie alle ruote in fibra di carbonio Bontrager Line Carbon 30.
Sebbene sia un giudizio da prendere un po’ con le pinze, visto le condizioni proibitive, sento che gli pneumatici da 2.6" sono pesanti e hanno poca scorrevolezza.
IN DISCESA
La bici è ben proporzionata come dimensioni, e se non fosse per l’impostazione del manubrio che mi richiede un po’ di adattamento, considerate le condizioni, trasmette una buona confidenza.
Inizio a fare i primi tratti di discesa e correggo immediatamente il registro del ritorno, la sento un po’ "addormentata" nei cambi di direzione o quando esco dalle curve.
Così facendo la situazione migliora notevolmente.
In compressione l’ammortizzatore RockShox Deluxe RT3 RE:aktiv Thru Shaft lo sento troppo sostenuto come soglia di stacco (cioè come sensibilità iniziale), ma una volta in movimento cambia completamente, ha un’ottima fluidità anche se i fine corsa si sentono un po’ sui piedi.
La posizione troppo bassa per me del manubrio si ripercuote con il feeling in curva: sento la bici impegnativa da girare, non divertente come mi sarei aspettato però è evidentemente veloce.
La sensazione di lentezza credo derivi molto dalle gomme, forse molto pesanti (per costruzione o semplicemente per il fango attaccato), magari vi sapremo dire di più durante il test definitivo.
La sospensione posteriore, grazie anche al sistema Abp, invece, impressiona sempre come funzionamento, soprattutto in frenata dove resta molto attiva.
La bici sul ripido e sui salti ha un ottimo comportamento, non si sente affatto il limite della bici, anzi, sento che quello che manca è solo più feeling per spingere.
IN CONCLUSIONE...
Si pedala benissimo, come poche enduro di adesso, e si riescono a fare anche dei ritmi alti in salita senza per questo stremarsi, ma c’è qualcosa da scoprire in discesa della Trek Remedy 9.8.
E' una enduro e si sente, ma durante la mattinata di test non sono riuscito a capire dove ci si può spingere.
Non ho minimamente avvertito dei limiti nella guida, ma nel feeling che mi ha trasmesso.
Sono uno che si adatta molto molto velocemente alle bici nuove, ma vuoi per la pioggia, vuoi forse per l’impostazione del manubrio, delle gomme da 2.6” e forse per il telaio, sono rimasto sempre un po’ impacciato e non sono riuscito ad emozionarmi come avrei voluto in sella ad una bici così tecnologicamente avanzata.
Il potenziale è evidente perché nonostante le sensazioni non perfette la bici è veramente veloce.
Sono proprio curioso di provarla per un long test anche su pietre e asciutto, dove la velocità aumenta e la Trek Remedy 9.8 potrà esprimere a pieno tutto il suo potenziale, comprese le gomme da 2.6” di sezione.
Qui tutte le novità 2019 provate o presentate su MtbCult.it
Per informazioni Trekbikes.com
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Sull'autore
Stefano Chiri
Mi piace la guida off-road, in sella alla bici e alla moto, ho una vocazione gravity-fun e per me lo stile in sella è tutto. Se non riesco ad essere velocissimo, cerco di essere stiloso... Su MtbCult mi occupo di Mtb da enduro e da trail riding