Se siete rimasti a guardare la foto sopra e vi ha lasciato perplessi, interdetti o addirittura disgustati sappiate che è normale.
La Mondraker Dune Xr è una "bestia" strana, diversa, originale, sì, anche brutta, ma prima di etichettarla come "una bici che non comprerò mai" provate a immaginare queste sensazioni.
- La confidenza sugli ostacoli di una 29er, ma con l'agilità di una 27,5".
- Stabile sul veloce, ma nervosa appena si tocca il manubrio.
- Una ruota posteriore che esegue gli input in stile 26 pollici.
Queste sensazioni sono rare da conciliare sulla stessa bici, ma Mondraker è riuscita a farlo (anche se con qualche sbavatura, come vedremo più avanti) con la Forward Geometry.
Di che cosa si tratta? Di rivedere il posizionamento del biker sulla bici per avere benefici nella guida.
Il tubo orizzontale è stato allungato, l'attacco manubrio è stato accorciato (quasi azzerato) e, complice un angolo di sterzo molto aperto (66,5°), ne risulta una ruota anteriore spostata in avanti rispetto alle geometrie tradizionali.
Di quanto più avanti? Fino a 6cm, da cui deriva un interasse di 119 cm.
Ma se la ruota anteriore è stata avanzata e il passo è aumentato, la guidabilità peggiora? No, perché cambia il posizionamento del biker sulla bici.
Cerchiamo di capire guardando questo video di presentazione.
Il test che abbiamo avuto modo di fare è durato solo 4 uscite, ossia un lasso di tempo non sufficiente per poter esprimere un giudizio definitivo sulla bici, ma abbastanza lungo da accorgersi che la Dune Xr (ossia la versione di punta della serie Dune) è una bici che è davvero fuori dagli schemi.
Ancor più che sulle altre bici, la scelta della taglia qui è cruciale.
Il nostro breve test ci ha convinto che sarebbe stato meglio un modello di taglia L, piuttosto che M, ma in ogni caso quell'attacco manubrio da 10 mm, il tubo orizzontale più lungo (62,5 cm) e un angolo di sterzo piuttosto aperto (66,5°) cambiano tutto.
Sali in sella, aggiusti l'altezza della sella, sistemi le leve dei freni e hai già la sensazione che ci sia qualcosa di profondamente differente.
Ok, una taglia L sarebbe stata meglio, ma con la M, comunque, si riesce a guidare altrettanto bene.
Il rischio di overbar è ridotto e sul ripido si riesce a guidare bene grazie a un angolo di sterzo molto sdraiato, a un travel di 160 mm e alle ruote da 27,5".
Veloce, tanto veloce.
La Forward Geometry è un'idea semplice, ma che funziona. Per apprezzarne i benefici, però occorre andare forte soprattutto in curva. Non è una bici che si presta molto per le manovre trialistiche (almeno per quel poco che ci è sembrato di notare), ma è un mezzo che invita a correre, perché se vai forte nelle curve più strette eviti che lo sterzo ti chiuda la traiettoria e ti metta nei casini.
Se vai forte ti accorgi che puoi andare ancora più forte.
Abbiamo guidato la Mondraker Dune Xr sui nostri sentieri abituali e ci siamo accorti di quanto facilmente invitasse a fare altre traiettorie rispetto al solito.
Più redditizie con il cronometro? Non sempre, ma di sicuro la Dune Xr invita a passare anche dove di solito si teme di rallentare troppo o, peggio ancora, di impuntarsi.
La sospensione Zero System
A governare i 160 mm di travel posteriori c'è un ammortizzatore Fox Float X Ctd la cui taratura ci è sembrata particolarmente adatta a un uso all mountain-enduro.
Se serve di pedalare in salita questa sospensione (con un Sag del 25%) riesce a essere piuttosto efficiente grazie anche a un tuning molto fermo del Ctd in posizione Climb.
Esteticamente ha i connotati di un Vpp o di un Dw-Link per via di un carro monolitico e dei due leveraggi piuttosto corti, ma a differenza di questi due sistemi l'ammortizzatore viene compresso da entrambe le estremità a seconda degli impatti che la ruota posteriore riceve.
Lo Zero System (che al minuto 2:23 del video abbiamo erroneamente chiamato Zero Pivot) durante il nostro breve test ha dimostrato di saper assorbire bene gli impatti più violenti e di filtrare anche le asperità meno pronunciate.
Una sospensione moderna, insomma, con un occhio anche all'estetica.
Se guardate infatti i foderi alti del carro proseguono idealmente la linea del tuo superiore, che, a sua volta, corre quasi parallelo al tubo obliquo.
L'impatto estetico è stato molto curato.
Massiccia e non certo una peso piuma
Il telaio è pensato per guidare al meglio e Mondraker non ha cercato troppi compromessi con la leggerezza. Il peso della bici è di 13,6 kg senza i pedali. L'allestimento non prevede alcun componente in fibra di carbonio e per quanto il tono complessivo del montaggio sia molto buono (da non sottovalutare la presenza delle gomme Onza Ibex da 2.4", vere gomme da enduro), volendo c'è ancora un po' di margine di miglioramento per il verdetto della bilancia.
Il prezzo della Dune Xr, ossia la versione top, è di 4999€ ed è raro trovare una top di gamma sotto la soglia dei 5000€.
Nonostante non sia leggerissima, la Mondraker Dune Xr è però molto solida.
Torniamo un attimo sul carro: gli elementi che lo compongono sono abbastanza sottili, ma la struttura del carro stesso è stata pensata per flettere poco ed essere resistente. I leveraggi sono realizzati in lega (quello superiore con due pezzi al Cnc saldati), ma non adottato perni o cuscinetti maggiorati, eppure il risultato finale è molto valido.
Complici le ruote e*13 Trs+? Di sicuro ci mettono del loro per rendere questa bici tanto reattiva, ma non possiamo dimenticare il triangolo principale.
Mondraker adotta un obliquo decisamente oversize e un tubo superiore con uno sdoppiamento nei pressi del tubo di sterzo: in questo modo si aumenta la solidità della parte anteriore della bici.
Fra piantone e tubo superiore, poi, è previsto un traversino di rinforzo. A proposito di piantone: l'angolazione è di 74,5° e quindi più "in piedi" del solito. Questa scelta serve a Mondraker per rispettare il corretto posizionamento del ciclista in sella ed evitare che, con un angolo di sterzo così ridotto, in salita si alleggerisca troppo la ruota anteriore.
E in salita come va?
Diciamo subito che ci è piaciuta di più in discesa, ma soprattutto perché abbiamo avuto in test una taglia M anziché una L. Ciò ci ha imposto di pedalare con un assetto molto raccolto, ma nonostante ciò la ruota anteriore non tende a sollevarsi facilmente. La Forward Geometry, soprattutto con un attacco da 30 mm, si è dimostrata efficace anche in salita, ma senza convincerci pienamente come in discesa.
Troppo ridotta la distanza sella-manubrio per poter esprimersi bene sui pedali.
Non possiamo aggiungere molto altro a questa valutazione.
L'altezza del manubrio
Abbiamo provato la Mondraker Dune Xr con i due attacchi manubrio, quello da 10 e quello da 30mm.
Che cosa cambia innanzitutto?
L'altezza da terra del manubrio, e in maniera significativa: 105,5 cm per l'attacco da 30 e 110,5 cm per quello da 10mm. Ovvero 5 centimetri, un'enormità che influenza tantissimo la guida della bici.
Questa differenza così marcata è dovuta in prima battuta dalla lunghezza del cannotto della forcella. L'attacco da 30 mm richiede che questo abbia un offset di almeno 5 cm oltre la serie sterzo, altrimenti non è possibile montarlo.
L'attacco da 10, invece, ne richiede molti di meno, circa 2 cm.
Quale scegliere fra i due?
Il più corto permette una guida davvero in stile Forward Geometry, cioè veloce e davvero aggressiva, ma occorre saper guidare veloce. In discesa consente cambiamenti di traiettoria rapidi, come per nessuna altra bici della sua categoria.
A nostro avviso, però, se si sceglie il 10 occorre tenerlo più basso rispetto ai 110,5 cm della Dune Xr da noi provata.
Quindi occorre tagliere il cannotto della forcella, ma attenzione perché è una strada senza ritorno.
Il più lungo, invece, rende la Dune Xr più "normale": un attacco da 30 è pur sempre molto corto (e anche molto appetibile per altre geometrie e altre Mtb…), ma sposta un po' più in avanti il peso del biker e rende la Forward Geometry meno estrema. Quando è stato presentato insieme alla Dune Xr 2014 sembrava che Mondraker fosse tornata sui suoi passi e invece l'attacco da 30 (e da 50) mm danno la possibilità di una maggiore personalizzazione dell'assetto. I vantaggi della Forward Geometry sono ancora avvertibili.
Che cosa non ci è piaciuto?
A nostro avviso l'attacco da 10 mm dovrebbe consentire un minimo di regolazioni in altezza. Al momento, a meno di avere più forcelle con cannotti di varia lunghezza, non è possibile farlo ed è un vero peccato, perché la Forward Geometry richiede un apprendistato non proprio breve e avere la possibilità di personalizzare l'altezza del manubrio è decisamente necessario.
Che cosa stona? La cura di alcuni dettagli: i cavi del freno posteriore e del reggisella telescopico erano troppo lunghi e deformati forse da una lunga permanenza dentro la scatola di trasporto.
Il peso della bici non è contenuto (ma consideriamo che si tratta di un telaio in alluminio, di 160 mm di travel e di componenti race ready), ma è anche vero che non c'è un componente in carbonio. Questo, da una parte contiene il prezzo a 4999€ (sotto la soglia psicologica dei 5000€, non male), ma dall'altra, appunto, comporta qualche sacrificio in più in salita. Il margine di miglioramento c'è, ma occorre aprire il portafoglio.
In conclusione…
Non fatevi ingannare dalla maggiore lunghezza del tubo superiore nella scelta della taglia della Dune Xr. Se siete da L scegliete una L. Una taglia troppo piccola vanifica in parte i vantaggi della Forward Geometry. Stando in sella dovete riuscire a vedere una parte del mozzo oltre il manubrio.
Se siete riusciti a mettere in secondo piano l'aspetto estetico della Dune Xr, allora siete pronti per apprezzarne i benefici nella guida. E allora scoprirete che una bici che funziona bene diventa anche bella da vedere.
Per informazioni www.dsb-bonandrini.com oppure www.mondraker.com
Ps: nonostante Fabien Barel non sia più sponsorizzato da Mondraker va detto che è stato proprio il francese a proporre questa soluzione al costruttore spagnolo. Per Barel in realtà la Fwd Geometry è solo l'ultimo step evolutivo del suo modo di concepire la Mtb da discesa. Ricordate la Kona Stab con la quale vinse il mondiale a Livigno nel 2005? Aveva un angolo di sterzo insolitamente aperto per l'epoca. E la Mondraker Summum con la quale corse a Champery la sua ultima gara di Dh rappresenta la somma (da qui il nome della bici?) dell'esperienza del francese. Eccolo in un video dell'anno scorso mentre spiega le motivazioni della Fwd Geometry.
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.