FORMELLO – La Gt Force Carbon Pro ha 150 mm di travel, ruote da 27,5” ed è costruita per competere con Martin Maes nell’Enduro World Series.
Però non è una bici prettamente da enduro, perché nasconde anche una certa versatilità per fare dall’all-mountain a qualche giornata in Bike Park.
Qui trovate l’articolo di presentazione del modello 2019 insieme alla Gt Sensor, due biciclette completamente ridisegnate con importanti novità che riguardano oltre la geometria anche il sistema di sospensione, non più con lo schema I-Drive.
Il sottoscritto l'ha provata il secondo giorno dell'Italian Bike Test di Formello (RM) con un terreno particolarmente segnato dall’abbondante pioggia del giorno precedente, rivelando un’indole giocosa ma anche molto racing.
La Gt Force che vedete nelle foto è una versione test, mentre quella che verrà venduta al pubblico presenterà alcune differenze riguardo il montaggio che ancora non sono state definite.
IN SELLA
Salendo sulla Gt Force Carbon Pro mi sento subito a mio agio, sento la bici compatta e subito facile per fare qualche “trick da parcheggio” e questo già mi fa intendere che sarà divertente.
E’ una mia particolare preferenza: ho sempre il manubrio abbastanza alto e la posizione che trovo su questa bici va bene ma forse un centimetro in più mi sarebbe piaciuto.
L’angolo sella è di 75,5° nella posizione Low, sì, perché c’è un flip chip alla base dell’attacco dell’ammortizzatore che permette di variare la geometria.
La tecnologia flip chip della Gt Force Carbon Pro modifica anche l’altezza del movimento centrale di 7 mm, l’angolo di sterzo di 0,75° e il reach di 5 mm.
Con l’impostazione alta, si può sfruttare il vantaggio di una geometria ottimizzata per la pedalata che offre un’efficienza maggiore in salita e una maggiore altezza da terra, in modo da evitare che il pedale colpisca il terreno.
Con l’impostazione Low la bici ha un angolo di sterzo più aperto e si ottiene un maggior controllo in discesa.
Io l’ho provata nella sola modalità più aperta, cioè la Low, perché altrimenti ci sarebbero state altre variabili da considerare, ma ciò contava era tirar fuori delle prime sensazioni.
La bici è una taglia M e come vuole la tendenza è lunga, infatti il reach misura 440 mm.
L’angolo di sterzo nella posizione più aperta è 65°, adatto anche alle discese più cattive dell’enduro attuale.
Il telaio è completamente in carbonio e veramente ben rifinito, con passaggio dei cavi esterno ricavato sul lato superiore del tubo obliquo, portaborraccia, protezioni per il telaio e tanto spazio per gomme di generosa sezione.
IN SALITA
Per mia fortuna c’è il sole questa volta, ma il terreno si è scavato moltissimo durante il nubifragio del giorno precedente, le salite sono il mix completo di strada asfaltata, bianca e anche tecnico in salita con tornanti e gradoni di roccia.
Durante la salita la posizione non mi affatica, mentre le gomme non sono propriamente scorrevoli.
Ho due Schwalbe Magic Mary, note agli appassionati per essere delle gran gomme per l’anteriore, che offrono tanto grip ma non molta scorrevolezza, e in pedalata si sente anche un certo stridere dei tasselli.
La Gt Force Carbon Pro con l’ammortizzatore aperto ha una sospensione molto sensibile nel primo tratto di corsa rendendo la pedalata poco efficace, ma utilizzando la posizione intermedia o anche la più chiusa la situazione migliora radicalmente e la bici "si siede di meno" e avanza molto più facilmente.
Sullo sterrato la posizione chiusa è utile solo sui tratti più scorrevoli altrimenti è meglio utilizzare la posizione intermedia, che è di grande aiuto soprattutto sui tratti più tecnici dove la sospensione posteriore viene in aiuto.
Nei tornanti o sui tratti ripidi la posizione è buona e la bici non si impenna, resta ben caricata sull’anteriore ed è facile da guidare.
Quando invece la compressione è aperta tende un po’ più a sedersi scaricando l’anteriore con conseguente difficoltà nel tenere la linea scelta.
IN DISCESA
La bici è ben proporzionata come dimensioni e mi trasmette immediatamente una confidenza incredibile.
E’ molto agile, giocosa e fortunatamente la velocità di ritorno è già perfettamente regolata.
Così mi concentro subito per cercare il mio limite in sella alla Gt Force Carbon Pro.
Inizio a fare i primi tratti di discesa e la sento reattiva nei cambi di direzione, un po’ meno quando esco dalle curve ma posso entrarci ad una velocità molto alta.
Grazie anche all’ammortizzatore Fox Float Dpx, sento la sospensione molto sensibile alle basse velocità di compressione e grazie all'apposito registro riesco a regolarla ottimamente.
A metà corsa si porta dietro un po’ quell’effetto morbido però è progressiva al punto giusto sugli impatti più forti.
E’ divertentissima, mi regala tanta confidenza e così esagero un po’, ma mi asseconda senza troppi problemi, anzi, sono io che ad un certo punto... tiro un po' i freni.
I rilanci non sono fulminei, la sospensione è tarata leggermente sul soffice e forse è anche questo che la rende così facile sin dai primi metri.
Le gomme Schwalbe Magic Mary sono a dir poco perfette in queste condizioni, e al posteriore in realtà offre anche fin troppo grip.
Il telaio, così come il carro, è rigido al punto giusto, non tanto da metterti in difficoltà quando esageri ma neanche morbido da sentire che è sotto dimensionato per fare enduro.
IN CONCLUSIONE
La Gt Force Carbon Pro, se si ha l'accortezza di usare il registro della compressione dell’ammortizzatore, si pedala bene.
Il giusto mix tra taratura delle sospensioni, perfetta scelta delle gomme per le condizioni climatiche e una geometria divertente mi hanno trasmesso immediatamente un feeling incredibile.
Dopo i primi 50 metri ero già con le ruote per aria e dopo altri 50 di traverso dentro le curve... ?
Il telaio e le geometrie sembrano reggere molto bene un utilizzo anche piuttosto cattivo della Gt Force Carbon Pro e diciamo che Martin Maes l’ha anche dimostrato vincendo la tappa dell’Ews in Whistler (Canada).
Questo non è l’allestimento da catalogo, che sarà più raffinato, ma già così la nuova Force mi ha convinto.
Per informazioni gtbicycles.com
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Sull'autore
Stefano Chiri
Mi piace la guida off-road, in sella alla bici e alla moto, ho una vocazione gravity-fun e per me lo stile in sella è tutto. Se non riesco ad essere velocissimo, cerco di essere stiloso... Su MtbCult mi occupo di Mtb da enduro e da trail riding