La RDR Deus 3.0 esce dal classico stereotipo di hardtail da Xc.
L'ultimo telaio realizzato dalla casa valdostana riprende i concetti rivoluzionari che diedero vita al “vecchio” Deus, ottimizzandoli e migliorando altri aspetti tecnici come la geometria e i vari standard.
Ne abbiamo parlato in questo articolo di presentazione:
Nei mesi scorsi abbiamo avuto la possibilità di provare in anteprima la RDR Deus 3.0 ed è arrivato il momento di dirvi come si comporta e cosa cambia rispetto alla precedente.
Prima, però, facciamo un recap sulle caratteristiche del telaio...
DETTAGLI TECNICI
- Telaio
La tecnica costruttiva del telaio RDR Deus 3.0 è molto particolare e studiata per ottenere un comportamento ben preciso, in grado di garantire la necessaria flessibilità verticale (per assorbire le asperità provenienti dal terreno) senza penalizzare la rigidezza torsionale (per avere la giusta reattività in pedalata e un'ottima precisione di guida).
Rispetto al Deus 2.0, quest'ultimo modello fissa una sorta di “fine corsa” sul movimento del carro posteriore, una caratteristica che rende il telaio più resistente e stabile.
La tipologia di carbonio impiegata nelle varie direzioni di laminazione è costituita da filamenti delle migliori fibre esistenti in commercio, incrociati nelle direzioni: 0°- 90°- +/- 20° - +/-45°. Una piccola percentuale di laminazione impiega fibra HM K63712 nella direzione 0° per ottimizzare la rigidezza del telaio.
Il carro posteriore, il piantone sella e la zona del movimento centrale vengono realizzati in un unico blocco in carbonio monoscocca, mentre il tubo superiore, quello obliquo e la zona di sterzo sono realizzate con una tecnica diversa, ovvero vengono fasciati seguendo le geometrie standard di RDR, oppure quelle fornite dal cliente: come sempre, RDR Italia punta molto sulla personalizzazione, sia a livello costruttivo che per quanto riguarda l'allestimento.
In ogni punto del telaio, la disposizione delle fibre è stata progettata in base all'analisi agli elementi finiti (FEM), per reagire nel modo corretto alle sollecitazioni derivanti dall'impiego nelle competizioni di Mtb.
A livello estetico, il telaio Deus 3.0 ha delle forme meno squadrate dei tubi, ma mantiene la linea caratteristica del modello: è stato cambiato, ma non rivoluzionato.
Una delle migliorie "pratiche" più interessanti riguarda il passaggio più ampio per la ruota posteriore, sia nella parte alta, sia in quella bassa.
Tra le altre novità troviamo un movimento centrale filettato con standard T47, un attacco UDH del forcellino, un supporto della pinza freno posteriore di tipo Flat Mount e una scatola di sterzo oversize (1 – 1,2”) che consente il passaggio dei cavi al suo interno.
Questo sistema è compatibile sia con i manubri predisposti per il cablaggio nascosto (come il Fibra Race F1 di RDR), sia con quelli classici utilizzando un tappo della serie sterzo specifico.
Tutti questi dettagli rendono la RDR Deus 3.0 più moderna e compatibile con qualsiasi sistema di trasmissione sul mercato.
La sede per il secondo portaborraccia sul telaio è stata scavata per trovare il giusto spazio anche sui telai di taglia piccola, mentre per fissare la borraccia principale sono presenti tre viti, da utilizzare in base alle esigenze.
- Geometria
L'esperienza con la full Ares 1.2 è servita per capire quali fossero le geometrie più adatte e ricercate dai riders attualmente, infatti, quelle della RDR Deus 3.0 sono quasi identiche.
L'angolo di sterzo misura 67,2°, mentre il piantone ha un angolo di 76°.
Il top tube in taglia M misura 603 mm, si abbina ad un reach di 450 mm e ad un tubo di sterzo molto compatto (90 mm).
I foderi posteriori sono lunghi 433 mm e consentono il passaggio di gomme con una sezione fino a 2.4” montate sui cerchi di ampie dimensioni.
Le taglie disponibili sono tre, qui sotto le geometrie di ognuna:
- Sospensioni
Il telaio RDR Deus 3.0 è studiato per montare una forcella da 120 mm, ma è compatibile anche con quelle da 110 mm come la Ohlins RXC 34 m.1 Carbon e la DT Swiss F232 One che abbiamo utilizzato durante il test del telaio.
Una forcella leggermente più bassa fa “chiudere” un filo lo sterzo e verticalizzare il piantone, ma non apporta cambiamenti in termini di bilanciamento o stabilità.
- Componentistica utilizzata
Da questo punto di vista, RDR offre un'opportunità che gli altri marchi non offrono: la massima personalizzazione.
In sostanza, da catalogo non esistono bici già allestite, ma è il cliente a scegliere come montare la propria Deus 3.0 in base ai gusti e alle necessità personali.
Oppure, si può acquistare il solo kit telaio, per montarlo da soli o presso la propria officina di fiducia con i componenti desiderati.
Nel nostro caso abbiamo allestito il telaio con i componenti che avevamo già e con altri prodotti che stavamo testando.
RDR ci ha fornito il telaio e il manubrio integrato Fibra Race F1, che si abbina perfettamente al telaio Deus 3.0, sia come look che come compatibilità con il passaggio dei cavi.
- Peso telaio e/o bici
Il telaio RDR Deus 3.0 pesa circa 1200 grammi in taglia M.
Quando si parla di prodotti artigianali il “circa” è doveroso, perché tra un telaio e l'altro potrebbe esserci qualche piccola differenza di peso dovuta alla laminazione o voluta dall'azienda per assecondare le esigenze specifiche del cliente: ad esempio se il telaio è destinato ad un biker particolarmente pesante si può realizzare una struttura più corposa e resistente.
Sui telai standard, grazie alle ultime tecniche costruttive utilizzate da RDR, questa differenza di peso è meno evidente rispetto al passato.
Il nostro telaio (in taglia M) è uno dei primi “esperimenti” di Deus 3.0 ed è un po' più pesante della media: la bilancia segna 1300 grammi spaccati.
Avrete capito che il Deus 3.0 non è un telaio super leggero, ma c'è un motivo ben preciso.
Durante la sperimentazione, RDR ha provato a realizzare dei prototipi ultralight, ma in quel caso si andava a perdere quella caratteristica che negli anni ha contraddistinto questo modello, ovvero la capacità di assorbire le vibrazioni più di un classico telaio front, senza avere al suo interno elementi elastici o giunti.
Per questo, il progetto è stato abbandonato per tornare sulla soluzione originale, che rende il telaio leggermente più pesante ma anche meno esigente nella guida.
La bici completa in taglia M nella configurazione che vedete nella foto qui sotto pesa 9,8 kg senza pedali, ma le ruote non sono leggerissime (1550 grammi), stesso discorso per la forcella DT (1570 grammi) e il telaio “prototipo” a nostra disposizione è 100 grammi più pesante: con un telaio di serie e dei componenti più ricercati si può ottenere tranquillamente una bici completa di circa 9,5 kg.
- Prezzo telaio e/o bici
Il kit telaio RDR Deus 3.0 costa 4350€ ed include anche la serie sterzo, il collarino reggisella e il perno passante posteriore.
Come detto in precedenza, l'allestimento è custom, quindi il prezzo varia in base ai componenti scelti.
- Garanzia
Tutti i telai RDR sono garantiti a vita dal momento dell'acquisto, ma c'è anche la possibilità di rinnovare la garanzia ai successivi proprietari, includendo anche una revisione.
L'unico requisito richiesto dall'azienda è la registrazione sul sito e una revisione annuale del telaio, che si dovrà effettuare nella sede principale o presso i rivenditori e i centri assistenza autorizzati.
Qui le altre informazioni sulla garanzia RDR Italia.
ASSETTO IN SELLA
Sono alto 172 cm, pedalo a 72,5 cm di altezza sella ed ho scelto una taglia M.
Il telaio Deus 3.0 è abbastanza lungo, quindi in teoria sarei a metà tra S e M, ma ho scelto quella più grande perché il piantone sloping e piuttosto verticale mi permettevano di farlo.
In questo modo ho potuto utilizzare un attacco manubrio della giusta lunghezza (67 mm), sfruttando del tutto le geometrie del telaio.
L'unico “adattamento” che ho dovuto fare riguarda la regolazione della sella, che ho dovuto avanzare del tutto per raggiungere il giusto compromesso tra lunghezza totale ed efficienza in pedalata.
Ma devo ammettere che questo è anche un mio gusto personale: in Mtb pedalo sempre molto avanzato, mentre su strada ho un assetto più centrale.
Avrei potuto scegliere anche una S, ma in quel caso avrei sfruttato meno le geometrie e anche le doti di comfort e stabilità del telaio.
Queste osservazioni possono servire a tutti in fase di scelta: se siete a metà tra le due taglie tenete conto che il Deus 3.0 è lunghetto, ma più sloping del precedente, quindi valutate attentamente le geometrie per capire quale potrebbe fare al caso vostro.
Tornando al caso specifico, il piantone da 76 gradi (che è anche leggermente più in piedi con una forcella da 110 mm) dona un assetto in pedalata molto racing.
Inoltre, la zona anteriore è piuttosto bassa, infatti ho preferito lasciare un centimetro di spessore sotto l'attacco manubrio inclinato di - 22°: con una forcella da 120 mm e zero spessori avrei avuto comunque un dislivello sella-manubrio corretto.
COMPORTAMENTO IN PEDALATA
L'assetto molto corsaiolo offre subito un'ottima sensazione in pedalata.
Sulle salite scorrevoli, anche con pendenza importante, oltre alla posizione si apprezza la reattività del telaio stesso, che è maggiore rispetto a quella che si aveva sul Deus 2.0, soprattutto nella zona del movimento centrale.
Il nuovo RDR Deus 3.0 si scompone meno nei cambi di ritmo e quando si spinge a tutta da seduti sulle salite ripide, di conseguenza si può trasferire più potenza sui pedali.
Questo è dovuto alla dimensione maggiorata della scatola del movimento, ma anche allo standard T47 e al design specifico dei tubi.
Sulle salite sconnesse resta la reattività, ma subentra in parte anche la capacità di assorbire le vibrazioni: il Deus 3.0 non è scorbutico come le hardtail tradizionali, un dettaglio che migliora il grip e il comfort nelle lunghe distanze.
COMPORTAMENTO NEL GUIDATO
Le nuove geometrie rendono la RDR Deus 3.0 ancora più completa e divertente della precedente.
È più distesa e per questo motivo si ha più spazio per muoversi sulla bici, ma anche una stabilità di molto superiore rispetto a quella che si aveva in passato.
A primo impatto mi è sembrato di guidare la Ares 1.2: con la RDR Deus 3.0 si ha qualche limite sullo scassato, ma la sensazione in sella e la velocità che si può raggiungere sui sentieri “flow” è davvero molto simile.
Da questo punto di vista, il carro flessibile svolge sempre il compito più importante, perché tiene la ruota più incollata a terra e allo stesso tempo attutisce (in parte) i colpi importanti.
Insomma, si ha quel mix tra front classica e full a corta escursione che dona una sensazione piacevole e permette di osare un po' di più.
Rispetto al vecchio Deus si avverte il “fine corsa” negli atterraggi dai salti, questo dettaglio dà la possibilità anche ai riders meno leggeri e più aggressivi nella guida di utilizzare il telaio in questione senza troppi timori.
A mio avviso, le migliorie in discesa sono quelle più avvertibili e che fanno realmente la differenza, rispetto al vecchio Deus ma anche rispetto alla maggior parte delle front proposte dalla concorrenza.
RDR DEUS 3.0: IN CONCLUSIONE
La RDR Deus 3.0 è una Mtb molto particolare, dedicata all'utente che cerca un compromesso tra front e full, semplice ma particolare allo stesso tempo e soprattutto autentica.
Esteticamente può piacere oppure no, ma è innegabile che i telai RDR abbiano sempre il loro fascino e gli amanti dei prodotti artigianali made in Italy sanno apprezzarlo fino in fondo.
In pedalata e nella guida è migliorata parecchio: le performance erano elevate anche in passato, ma le migliorie sulle geometrie e sulla lavorazione del carbonio la rendono ancora più capace, più completa, più divertente e meno stancante sui percorsi tecnici o particolarmente veloci.
I difetti?
Di sicuro, il prezzo è un forte limite per molti appassionati, ma d'altronde le cifre richieste per questo genere di prodotti artigianali realizzati in Italia sono importanti da sempre, per ovvi motivi che non è il caso di approfondire in questo articolo.
In generale, l'azienda valdostana non punta sul volume ma vuole “coccolare” quella schiera di appassionati che sono disposti a spendere una determinata cifra per un prodotto raffinato e fuori dal coro.
Poi c'è il peso: il telaio non è tra i più leggeri, però dona un comportamento che gli hardtail tradizionali non offrono.
Qui è il rider a decidere se accettare o meno questo compromesso, che pian piano anche altre aziende più blasonate stanno proponendo. Lo ha fatto Trek con la nuova Procaliber e nei prossimi mesi potrebbe arrivare qualche proposta simile da altri marchi blasonati... #staytuned
Per altre informazioni RdrItalia.com
Qui sotto, il test della RDR Ares 1.2:
Poi, un articolo sulla storia di RDR Italia:
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Sull'autore
Daniele Concordia
Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.