TORREGLIA - Come va la Olympia Hammer?
Risposta rapida: è un gran bel mezzo, di quelli capaci (sia di sospensioni che di batteria) per farti divertire, ma senza richiederti troppo impegno nella guida.
Quello che state per leggere e vedere non è un test vero e proprio della Olympia Hammer (arriverà più avanti), ma piuttosto una prima ma significativa presa di contatto con questa bici (le cui specifiche tecniche sono qui).
E anche con una versione del motore Oli Edge che, grazie ai parametri di configurazione scelti da Olympia insieme ad Oli, funziona in una maniera completamente diversa rispetto a quello da me provato qualche settimana fa.
Quindi, chi è interessato all'acquisto di questo mezzo può tirare un sospiro di sollievo: la Hammer con il motore Oli è un gran bell'oggetto.
Adesso mettetevi comodi e premete play oppure proseguite la lettura dell'articolo:
Prima di proseguire un cenno sulla versione che vedete in queste immagini: si tratta di un modello che non è ancora entrato ufficialmente nei listini Olympia, ma arriverà a breve.
Rispetto alla versione Hammer presente nel catalogo questa differisce nella colorazione e nell'adozione di un cambio Sram GX Eagle AXS in luogo di quello a comando meccanico.
Il resto della componentistica è identico.
Altra precisazione: il reggisella telescopico montato, un Crank Brothers HighLine 3, ha un travel di 125 mm per errore, trattandosi di una bici pre-serie.
Ma adesso entriamo nel vivo della questione...
Come va la Olympia Hammer in salita?
Ho provato insieme ai colleghi delle altre riviste italiane la Hammer solo per un'uscita sui Colli Euganei (trovate la traccia in basso) e sebbene fosse solo un'uscita le sensazioni percepite sono state subito molto chiare.
Specialmente in salita.
Il motore OLI Edge della Hammer ha 5 livelli di assistenza più il livello R (peculiarità di Olympia) che rispondono con logiche ben precise.
I primi 3 sono pensati per ottimizzare il consumo della batteria, mentre il 4º, il 5º e il livello R sono dinamici, ovvero variano l'assistenza in base sia alla potenza applicata dal ciclista sui pedali, sia alla variazione di cadenza di pedalata.
Il risultato è eloquente: i 3 livelli dinamici sono molto sensibili ai piccoli input e sanno accompagnare-supportare il biker nei passaggi più tecnici senza troppi timori reverenziali rispetto all'ultimo Bosch SmartSystem.
Poco altro da aggiungere...
Un cenno sulla posizione in sella: ho provato la Olympia Hammer in taglia M/L (sebbene fosse riportato S/M sul telaio) e si avvertono subito un paio di aspetti.
Il tubo superiore è compatto (60,9 cm la misura del tubo orizzontale virtuale) e il tubo piantone è piuttosto dritto (77,5° in taglia M/L) e questo avvicina molto il biker alla ruota anteriore.
La sospensione posteriore, disegnata da Flavio Servadio come anche il resto della geometria, in zona Sag, permette al biker di sentirsi in mezzo alle due ruote.
A ciò aggiungete un angolo di sterzo molto aperto (64°), una forcella da 170 mm e una ruota anteriore da 29" per chiudere un quadro che sul fronte dinamico preannuncia molte cose...
E infatti una volta in sella, in salita, non occorre tirare troppo con le braccia per ricentrare il baricentro e avere il manubrio più vicino al busto facilita anche la guida nello stretto.
Quindi, un equilibrio dinamico davvero ben riuscito.
Come va la Olympia Hammer in discesa?
Poiché non è troppo lunga (l'interasse è di 1254 mm in taglia M/L) e ha uno sterzo molto aperto (come si dice in gergo), poiché ha una forcella molto possente e una ruota anteriore da 29", la guida in discesa è stata subito molto intuitiva.
Personalmente mi sono sentito subito a casa e la cosa mi ha permesso di cavarmela piuttosto bene sui ripidi sentieri intorno a Torreglia.
Con mia grande soddisfazione.
E per quanto riguarda dietro?
La ruota posteriore è da 27,5" e questo incrementa le doti di agilità della bici.
Ma non solo: la sospensione posteriore, se la guardate bene, è composta da elementi molto massicci e, soprattutto, da una battuta del mozzo di 157 mm in luogo dei canonici 148 mm.
Questo permette una maggiore rigidità torsionale alla ruota e, di conseguenza, a tutta la bici.
Il potenziale è molto alto.
Come va la batteria da 900 Wh?
In quanto ad autonomia non posso ancora esprimere giudizi perché il giro che ho fatto è stato piuttosto breve e comunque impegnativo per il motore perché ho utilizzato sempre i livelli 4 e 5 e talvolta R e 3, giusto per capire le differenze.
I dati parlano chiaro: 1323 metri di dislivello, 30,95 Km, terreni scivolosi e una carica residua di circa il 40%.
Mi sbilancerò di più appena avrò modo di provarla per bene.
In conclusione...
Questa versione della Olympia Hammer (il cui prezzo verrà reso noto al pubblico quanto prima) è un oggetto capace di far divertire una schiera di utenti molto eterogenea: dal biker meno esperto desideroso di imparare al biker più smaliziato che sa sfruttare ogni mm di escursione.
Ma anche il biker non troppo esperto che cerca una bici capace di aiutarlo nella guida e non di impensierirlo.
Ecco, con questa indicazione concludo la mia esperienza d'uso della Hammer e di una versione del motore Oli che, finalmente, ne ha fatto capire le reali potenzialità.
Per informazioni OlympiaCicli.it
Qui tutti i nostri articoli e video sulle bici Olympia e qui tutti i nostri contenuti sulle e-Mtb
Condividi con
Tags
Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.