TEST - Casco Abus GameChanger 2.0: aero, ventilato e anche leggero
Giovanni Bettini
TEST - Casco Abus GameChanger 2.0: aero, ventilato e anche leggero
Giovanni Bettini
Presentato a fine giugno ad Eurobike (QUI l'approfondimento realizzato su BiciDaStrada.it), il casco Abus GameChanger 2.0 è stato visto per la prima volta in gara al Tour de France 2023.
Un debutto in grande stile visti i quattro successi di tappa e la Maglia Verde conquistata da Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck, foto sotto).
Competizione che ancora una volta si è rivelata scenario ideale per acquisire dati dalla vita reale, o meglio, dalla strada.
Il casco Abus GameChanger 2.0 che ha protetto la testa di Enric Mas (Movistar Team, foto sotto) durante la caduta avvenuta durante la prima tappa del Tour è tornato all'origine, ovvero, in Maxi Studio.
Sui campi gara del fuoristrada, il casco Abus GameChanger 2.0 non si è ancora visto, infatti fino ad oggi gli atleti sponsorizzati hanno continuato ad usare la versione precedente del GameChanger.
Nella prossima stagione, sicuramente lo vedremo sulla testa dei riders nelle gare più veloci e nello short track, specialità in cui molto spesso si utilizzano dei caschi aero.
L'azienda vicentina, fondata nel 1993 dai fratelli Massimo e Oliver Simonaggio è stata assorbita da Abus nel 2021. Ed è anche grazie a questa operazione che il GameChanger 2.0 può sfoggiare il marchio Made in Italy.
Da fine maggio fino ad oggi, ho sempre pedalato in compagnia di questo casco.
Facile, quindi, intuire che le condizioni non sono sempre state del tutto favorevoli all'utilizzo di un modello aero semichiuso.
Tuttavia, è stato proprio il caldo a far emergere la versatilità dell'ultima novità Abus.
DETTAGLI TECNICI
- Materiali utilizzati
La calotta interna in polistirene espanso sinterizzato (EPS) viene unito al guscio esterno in policarbonato tramite il classico processo di saldatura In-Mold.
Materie prime e tecnica costruttiva rispecchiano una struttura piuttosto standard.
Imbottitura e cinturino in microfibra, anello e sistema di ritenzione in materiale composito con ancoraggio brevettato (unico componente non fabbricato in Italia) descrivono uno stile minimalista che deriva dal confronto costante tra Abus ed i suoi atleti professionisti.
Le decalcomanie con il logo dell'azienda tedesca sono impresse a caldo: una soluzione che al tatto riduce l'effetto scalino e mantiene inalterata tenuta e resa cromatica nel tempo.
Nel video qui sotto vi spieghiamo come nasce una casco Abus. L'intero processo produttivo è eseguito in Veneto.
– Regolazioni consentite
L'anello interno viene stretto o allargato attraverso il sistema micrometrico Zoom Pro, già applicato alla prima generazione prodotto. Ogni scatto è percepibile al tatto, in questo modo anche durante la marcia il ciclista può avere sempre sotto controllo il livello di tensione.
Il sistema di ancoraggio è affogato nella calotta interna. Emerge solo la relativa slitta che permette di posizionare il reticolo che avvolge la nuca in ben sei diverse posizioni.
Il consiglio è quello d'indossare il casco prima di procedere con questa regolazione viceversa potreste incontrare qualche difficoltà mentre a casco indossato la regolazione può avvenire anche con una sola mano.
Lo snodo sotto orecchio piuttosto ampio è cucito, ovvero, non presenta il classico inserto che permette di allargare o stringere il volume. Una caratteristica che, se non si hanno particolari esigenze, semplifica ulteriormente la regolazione.
– Dettagli
Se da un lato i materiali utilizzati per la costruzione del GameChanger 2.0 rimandano a standard consolidati ed ampiamente diffusi sul mercato, dettagli e finezze tecnologiche descrivo l'identità d'alta gamma di questo casco.
Abus, tramite Maxi Studio, non ha utilizzato un policarbonato qualsiasi per la calotta esterna. Sono stati eseguiti, ad esempio, test sulla capacità di assorbire e dissipare il calore: una caratteristica che declinata su strada fa la differenza in particolare quando le temperature diventano torride.
Sembra paradossale, ma non tutti i caschi utilizzati a livello World Tour godono di questa attenzione...
Lo stile minimalista può essere un'arma a doppio taglio sopratutto in fase di vendita. Durante il test ho particolarmente apprezzato il cinturino più sottile ed a larghezza differenziata (15 mm per il lacciolo anteriore e 12 mm per il posteriore) e l'imbottitura che ad un primo approccio potrebbe rivelare una struttura leggermente meno confortevole rispetto ad altri prodotti della concorrenza.
Quando si inizia a sudare però il ciclista ha solo da ringraziare anche perché le imbottiture si asciugano più in fretta rispetto a strutture dotate di spessore maggiore.
È innegabile poi la dedizione con cui Abus ha progettato la zona posteriore. A partire dalla nuova Aeroblade che è parte del design ed elimina di fatto il dislivello tra la anteriore/posteriore presente sulla prima versione. Tutto a vantaggio dell'aerodinamica senza mettere a repentaglio la ventilazione.
Uno dei punti dolenti è la difficoltà dell'ospitare gli occhiali in maniera stabile ed efficace nella parte frontale (Eyebrow Vents): nonostante la predisposizione dichiarata le aste non trovano un facile alloggiamento.
Sul retro, invece, le forme sono più permissive e sembrano lavorate proprio per questo scopo (Airport Vents), ma in salita e sotto sforzo quest'operazione potrebbe non essere del tutto agevole...
– Omologazione
Il casco gode dell'omologazione CE EN 1078 (standard europeo, QUI i dettagli).
I modelli distribuiti oltreoceano pur mantenendo inalterate le forme presentano una densità della calotta interna in EPS leggermente differente per rispondere ai requisiti dello standard CPSC (Stati Uniti e Canada).
Significa che un Abus GameChanger 2.0 "europeo" non risponde del tutto ai requisiti di sicurezza previsti dal mercato americano. Un dettaglio sottile, ma importante se teniamo presente che alcuni caschi della concorrenza, pur riportando l'omologazione CE EN 1078, possono essere usati oltreoceano senza particolari limiti.
– Colori disponibili: 10
Sono ben 11 le tonalità cromatiche a catalogo sette delle quali adottano una calotta standard con le rimanenti quattro versioni che propongono il sistema di protezione Mips Air Node.
Shiny White (non Mips) la variante cromatica utilizzata per questo test: calotta esterna bianco opaco e dettagli neri lucidi.
– Peso: 8,5
Il peso rilevato per il casco oggetto di questo test (taglia M) è di 275 gr. Abus dichiara sul proprio sito per la medesima taglia 265 gr.
Non leggerissimo in termini assoluti, ma piuttosto leggero per essere un casco aero così protettivo...
– Prezzo: 8,5
La versione standard viene 249,95€ mentre quella con sistema Mips 299,95€.
Cifre importanti che però lasciano intravedere qualche decina di euro in meno rispetto ai prodotti rivali di marchi concorrenti.
PRESTAZIONI
– Comfort della calzata
Sono passato direttamente dalla prima alla seconda generazione, mantenendo invariata la taglia M nonostante il diverso intervallo di circonferenza: Abus GameChanger (52-58 cm), Abus GameChanger 2.0 (54-58 cm).
Durante le prime uscite avvertivo un volume maggiore sulla testa ed una luce tra frontalino e montatura degli occhiali nettamente ridotta. Caratteristiche che emergono in maniera evidente anche nella comparativa di lusso data dalla foto qui sotto.
– Ventilazione
Sarà che ormai utilizzo quasi sempre caschi semi chiusi...
Il casco Abus GameChanger 2.0 mi ha stupito al punto che quest'estate anche con temperature elevate su salite lunghe non ho mai sentito quell'effetto scolapasta che finisce per "soffocare la testa".
Sui medesimi percorsi alle medesime condizioni la ventilazione è migliore rispetto alla prima generazione. La scorsa estate qualche volta ho messo da parte il "vecchio" GameChanger mentre quest'anno non ho mai abbandonato il 2.0.
Non si trattava solo di portare a termine il test... Sono un tipo piuttosto tradizionale, un ciclista vecchio stampo: quando mi trovo bene con qualcosa difficilmente cambio.
Prestazioni al top in questa categoria, anche perché durante i mesi estivi ho avuto modo di testare un altro casco semi chiuso: Julbo Sprint. Di mezzo c'è una differenza di prezzo importante (100€ in meno per lo Sprint), qualche grammo in più e non solo...
I dettagli Abus più ricercati ed una calotta in policarbonato più stabile alle alte temperature finiscono per agevolare il lavoro del flusso d'aria anche in ottica rinfrescamento.
– Estensione della copertura
Il 2.0 è più avvolgente rispetto alla prima generazione sopratutto se, come nel mio caso, si è a cavallo tra due taglie.
Il volume è maggiore (vedi foto sotto), c'è più sostanza ai lati ed i sei canali d'aerazione sono più larghi e meno profondi rispetto al passato. Tutto ciò non genera ripercussioni sulla stabilità del casco una volta indossato.
– Calzata: quale taglia scegliere?
Sono tre le taglie per il casco Abus GameChanger 2.0: S (51-55 cm), M (54-58 cm), L (57 - 61 cm).
Per curiosità, durante la prima prova su strada in compagnia di Abus ho voluto provare una taglia S (51-55 cm), forse la soluzione ideale per replicare le sensazioni del precedente GameChanger.
Il nuovo stampo della calotta interna sulla mia testa tende però ad essere troppo stretto a livello delle tempie. Sono rimasto così sulla M ed in fin dei conti il tempo mi ha dato ragione.
ABUS GAMECHANGER 2.0: IN CONCLUSIONE
Ciclisti e bikers evoluti alla ricerca di un casco per tutte le stagioni, segnatevi il GameChanger 2.0 sul taccuino.
Al di là del richiamo (vincente) del marketing e della pesante eredità della prima generazione, il GameChanger 2.0 propone nuove forme e tanti piccoli dettagli che finiscono per riconfermare il GameChanger al vertice del segmento aero.
L'esperienza di Maxi Studio per quanto riguarda ricerca e lavorazione della materia prima è il vero valore aggiunto. Questo è uno dei motivi per cui Abus ha inglobato (dopo le prime collaborazioni ben riuscite) questa realtà italiana che vanta un passato legato non solo al mondo del ciclismo e dello sport.
Non è retorica: il nuovo Abus GameChanger unisce l'artigianalità e la cura dei dettagli tipici del Made in Italy all'innovazione tedesca.
Scheda tecnica in sintesi
- Omologazioni: CE EN 1078 e CPSC
- Peso rilevato: 275 grammi in taglia M
- Taglie: S, M e L
- Prezzo: 249,95 euro (standard), 299,95 euro (con Mips Air Node)
- Colori disponibili: 11
Per maggiori informazioni Abus.com/it
QUI tutte le news, i test e gli approfondimenti riguardanti Abus.
Qui sotto il test del casco Abus PowerDome, sempre Made in Italy ad un prezzo interessante:
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Sull'autore
Giovanni Bettini
"I poveri sono matti" diceva Zavattini. Anche i ciclisti oserei dire. Sono diventato "pazzo" guardando Marco Pantani al Tour de France 1997 anche se a dire il vero qualcosa dentro si era già mosso con la mitica tappa di Chiappucci al Sestriere. Prima le gare poi le esperienze in alcune aziende del settore e le collaborazioni con le testate specializzate. La bici da strada è passione. E attenzione: passione deriva dal greco pathos, sofferenza e grande emozione.