La Focus Spine, di cui state per leggere il test, è una bici che si pone a metà strada fra il cross country e l’enduro ed è capace di mettere d’accordo un gran numero di utenti.
Se le sospensioni a lunga escursione vi sembrano non necessarie per le uscite che solitamente fate, se cercate una bici che sia efficiente da pedalare quando il terreno è sconnesso (ma anche quando non lo è) e se non volete rinunciare alla leggerezza, allora fermatevi su valori di travel che non vadano oltre i 130 mm.
Il diametro delle ruote sceglietelo voi.
Nel caso della Focus Spine C 0.0 l’escursione si ferma a 120 mm e le ruote sono da 27,5” e, come leggerete fra poco, è anche molto piacevole da guidare.
Una piccola premessa: l’esemplare da noi testato non aveva le ruote Dt Swiss Xmc 1200 Spline con cerchi in carbonio previste nell’allestimento di serie, ma delle ruote Dt Swiss Xm1501 Spline.
Passiamo al test…
1 - GEOMETRIA
- Angolo di sterzo: 68°, cioè un valore in linea con le tendenze del momento
- Angolo piantone: 75°: la Spine è una bici che non farà mai dimenticare la sua attitudine alla pedalata a chi siede in sella. In salita, anche su fondo battuto, non sembra più una biammortizzata.
- Lunghezza tubo superiore: nella taglia L testata misura 61,5 cm e anche qui troviamo corrispondenze con le geometrie delle sue rivali dirette.
- Altezza movimento centrale: 33 cm, cioè un valore leggermente inferiore rispetto ai canonici 34 cm e nell’uso, qualche volta, richiede attenzione per evitare contatti fra le pedivelle e il terreno
- Altezza manubrio da terra: 102 cm, senza spessori sotto l’attacco manubrio. Il tubo di sterzo, nella taglia L, misura 140 cm, cioè un valore che, oltre a essere un po’ in controtendenza, aumenta l’altezza minima da terra del manubrio e riduce il dislivello sella-manubrio.
- Lunghezza carro: Focus dichiara 42,8 cm, ma abbiamo rilevato 43,3 cm.
- Interasse: 116,6 cm, ovvero per essere una full da 120 mm non è un valore super compatto.
- Assetto in sella: sono alto 180 cm e la mia altezza di sella è di 74 cm. La sensazione, stando in sella, è che il manubrio sia sempre comunque un po’ più alto del necessario, ma qui subentra una mia abitudine-preferenza personale. In realtà con un dislivello sella-manubrio così ridotto in discesa si ha una sensazione di controllo molto migliore perché il busto si trova meno sbilanciato in avanti.
Anzi, è un assetto consigliabile a chiunque cerchi maggiore confidenza di guida sul ripido.
Voto finale (da 1 a 10): 7,5
2 - COMPORTAMENTO IN SALITA
- Tuning scelto per l’ammortizzatore: le regolazioni permesse sul RockShox Monarch XX sono ben poche: rebound e bloccaggio, gestito in remoto dal comando FullSprint, che agisce anche sulla forcella RockShox Rs-1.
Non parliamo di un modello con il sistema DebonAir, ma nonostante ciò la sospensione, grazie sia al cinematismo che al tuning dell’ammortizzatore, è molto reattiva sulle piccole asperità. Si sente una certa vocazione alla pedalata da parte dell’ammortizzatore.
- Efficienza sospensione posteriore nell’andatura regolare: con il lock-out attivato, la sospensione è praticamente ferma. Se la volete immobile, frenate completamente il ritorno e trasformate la Focus Spine C 0.0 in una hardtail.
- Efficienza sospensione posteriore nell’andatura fuorisella: vale il discorso di sopra per quanto riguarda la pedalata su fondi battuti, mentre pedalando sullo sterrato a ogni pedalata si avverte la compressione dell’ammortizzatore.
Il disegno della sospensione scelto da Focus (monopivot con leveraggio), del resto, non può fare miracoli.
- Efficienza sospensione posteriore in salita offroad: la trazione in salita sullo sterrato non è un problema, grazie anche alla gomme Continental Mountain King Race Sport da 2,2” al posteriore (davanti è da 2,4”)
Voto finale (da 1 a 10): 8,5
3 - COMPORTAMENTO IN DISCESA
- Tuning scelto per l’ammortizzatore: in salita se la cava piuttosto bene e questo si traduce in un comportamento più “sostenuto” in discesa. Occorre prenderci un po’ la mano per imparare a sfruttare a dovere la sospensione posteriore.
- Curva di compressione della sospensione: l’ammortizzatore la rende piuttosto progressiva, senza sorprese spiacevoli verso il finecorsa.
- Impatti di piccola entità: la sospensione reagisce con prontezza, migliorando la confidenza con la guida.
- Impatti di grande entità: si sente l’assenza di un piggyback (cioè di un serbatoio ausiliario), c’è poco da fare, ma l’obiettivo della Focus Spine C 0.0 non è la discesa, bensì la versatilità.
- Rigidità torsionale del carro: la struttura del carro prevede gli elementi superiori in fibra di carbonio monoscocca, mentre i foderi bassi sono in lega leggera. La struttura, pur permettendo alla bici un’ottima leggerezza complessiva, garantisce anche una discreta rigidità torsionale.
- Agilità della bici: qui ci sono diversi fattori che concorrono a un risultato di grande impatto sul piacere di guida: l’angolo di sterzo da 68° (cioè non estremo), la rigidità del triangolo principale e la forcella RockShox Rs-1. Se aggiungete anche le ruote Dt Swiss con cerchi in carbonio previste di serie, il risultato diventa grandioso.
- Efficienza sospensione posteriore in frenata: qui compaiono i limiti del disegno della sospensione posteriore. In frenata l’ammortizzatore tende un po’ a inibirsi.
- Commenti sui componenti montati sulla bici: i 120 mm di travel della RockShox Rs-1 (qui il test completo) sembrano essere anche di più. Questa forcella, oltre a caratterizzare fortemente l’estetica della bici, concorre anche a renderla davvero precisa e piacevole da guidare. Volendo, tramite il comando remoto sul manubrio, è possibile gestire anche il livello di fermezza del lock-out, a tutto vantaggio della guida sullo sterrato.
Da premiare la scelta di montare lo stesso modello di gomma ma con sezioni differenti fra anteriore (più larga) e posteriore. Brava Focus.
Un ultimo commento sull’ammortizzatore: il registro di ritorno del Monarch XX è piuttosto restio a ruotare ed è una caratteristica tipica di questo modello di ammortizzatore. Meglio azionarlo con un paio di guanti.
Da segnalare che sul finale del test l'ammortizzatore ha avuto qualche problema con la camera negativa che gli ha impedito di sfruttare tutta la corsa a disposizione.
Voto finale (da 1 a 10): 7,9
4 - COMPORTAMENTO SUL PEDALATO
- Tuning scelto per l’ammortizzatore: il discorso fatto per la salita vale anche in questo caso. La Focus Spine C 0.0 è una bici molto piacevole da pedalare grazie anche al tuning scelto per l’ammortizzatore, cioè sostenuto in compressione quanto basta per trasferire potenza sui pedali.
Su sterrati poco sconnessi si comporta quasi come una bici da Xc e ciò ne estende il reale range di utilizzo.
Non mi stupirei di vederla sui percorsi delle Marathon, specie nell’allestimento 0.0.
- Efficienza sospensione posteriore nei rilanci: tramite il FullSprint è possibile frenare quasi completamente la sospensione posteriore e questo avvantaggi i rilanci su fondi battuti. Ma anche lasciando l’ammortizzatore “aperto” la sospensione è comunque efficiente in questo frangente.
- Agilità della bici: vale quanto detto per la discesa e qui occorre aggiungere anche l’angolazione molto “in piedi” del tubo piantone, che agevola i cambi rapidi di direzione.
Voto finale (da 1 a 10): 9,1
5 - DETTAGLI TECNICI TELAIO
- Regolazioni consentite sulla geometria: Focus non ne prevede nessuna.
- Spazio fra gomma posteriore e carro (in caso di fango): ce n’è a sufficienza con una gomma posteriore da 2,2” e volendo si potrebbe salire fino a 2,3”
- Cura del passaggio cavi: davvero notevole: l’ingresso è sul tubo obliquo, per tutti i cavi, sia freno e trasmissione che comandi idraulici del reggisella telescopico e dell’ammortizzatore. Il cavo del reggisella, però, diventa un po’ rumoroso sulle buche, perché tocca le pareti interne del tubo obliquo.
- Attacco portaborraccia: c’è ed è dove ti aspetti che sia. E sul lato inferiore del tubo obliquo, volendo, ce n’è anche un altro.
- Attacco guidacatena: non c’è quello Iscg, ma è possibile montare un guidacatena superiore tramite il supporto (rimovibile) per i deragliatore. Sulla bici in prova non era montato.
- Compatibilità deragliatore: sì, tramite un apposito supporto.
- Protezioni sul telaio e sul carro: sull’esemplare montato è prevista solo la protezione sul fodero basso, lato batticatena, per altro molto solida ed efficace.
- Posizionamento dell’ammortizzatore: trovandosi sotto il tubo superiore è estremamente facile da raggiungere anche se sulla versione Spine C 0.0 non si ha praticamente mai necessità di toccarlo.
- Peso telaio e bici: 11,35 Kg, senza pedali e in taglia L
- Prezzo telaio e/o bici: la bici, con ruote Dt Swiss Xmc1200 Spline di serie, costa 7999€ e Focus prevede 6 anni di garanzia sul telaio. E’ il modello di punta e il prezzo è in linea con quello delle concorrenti americane.
Voto finale (da 1 a 10): 7,7
VOTO COMPLESSIVO (da 1 a 10): 8,2
In conclusione…
La Focus Spine C 0.0 è una bici con una forte attitudine per le lunghe pedalate, per gli sterrati e per i sentieri non estremi.
L’impostazione che Focus ha scelto per questa bici è molto chiara: efficienza di pedalata, assetto in sella che infonde sicurezza in discesa (grazie al tubo sterzo piuttosto alto) e tanta solidità per divertirsi quando il sentiero inizia a scendere.
Se, infine, avete la fortuna di poter scegliere il modello con la forcella RockShox Rs-1 sappiate che il divertimento aumenterà in modo netto…
Per informazioni FocusItaliaGroup.it mentre qui potete trovare il rivenditore Focus a voi più vicino
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.