TEST - Specialized Defroster Trail: freddo e neve fanno meno paura
Simone Lanciotti
TEST - Specialized Defroster Trail: freddo e neve fanno meno paura
Simone Lanciotti
Il freddo, prima o poi, arriva e quando arriva occorre farsi trovare preparati, soprattutto, se siete freddolosi, su mani e piedi.
E proprio per i piedi esistono tante soluzioni che permettono alle estremità inferiori del corpo umano di non soffrire troppo.
Il freddo è davvero un pessimo alleato per chi esce in bici, però prima di alzare bandiera bianca, considerate queste opzioni.
Esistono i copriscarpe (sia impermeabili che antivento) e i calzini specifici per l’inverno, ma sono soluzioni che non raggiungono il livello di comfort e di isolamento termico di un paio di scarpe specifiche per l’inverno.
Il piede, in questo caso, è avvolto in una struttura che disperde meno calore e al tempo stesso lo isola meglio dal vento e dall’acqua (in caso di pioggia o di neve).
E il vento (ne abbiamo parlato nell’articolo sulla giacca invernale), lo sappiamo, riduce in modo drastico la temperatura percepita.
Quindi, se soffrite il freddo oppure se sapete di dover affrontare temperature molto rigide (intorno allo zero termico) per lunghi periodi una scarpa invernale è una spesa intelligente.
L'evoluzione sulle scarpe invernali, da 10 anni a questa parte, è stata notevole e a testimoniarlo sono le scarpe oggetto di questo test, ossia le Specialized Defroster Trail.
A chi si rivolgono? A chi vuole pedalare sempre anche d’inverno, sulla neve, al freddo della mattina o del tardo pomeriggio e, se capita, anche sotto la pioggia.
Prima di vedere come sono fatte e come se la cavano, vorrei precisare che il sottoscritto d’inverno non utilizza copriscarpe, né su strada, né in Mtb. In generale, non ho grossi problemi con il freddo e conosco molto bene la calzata delle scarpe Specialized.
Vi invito a tenere conto di questo nella valutazione che state per leggere.
DETTAGLI TECNICI
- Materiali utilizzati: Specialized ha fatto ricorso a una fodera in Thinsulate impermeabile per la tomaia, un materiale isolante la cui sottigliezza lo rende idoneo per le calzature invernali (ma anche per guanti e abbigliamento intimo), a una caviglia alta in neoprene e una soletta interna specifica per i climi più freddi.
La calzata è aderente e ampiamente regolabile per tenere il piede a stretto (ma non troppo) contatto con la scarpa.
La suola è in Nylon stampato con indice di rigidità 6, cioè pensata per camminare in modo agevole considerato che spesso ci si troverà ad usarla su superficie a basso grip.
Senza dimenticare i concetti Body Geometry applicati a tutti i dettagli che compongono queste Specialized Defroster Trail.
- Sistema di chiusura: il sistema Boa S4 blocca il piede in modo molto uniforme e senza creare aree di maggiore pressione. Poi c’è il velcro, utilizzato per la copertura frontale e per la caviglia. Il piede è avvolto dalla scarpa.
- Regolazioni consentite: il Boa S4 è perfetto per regolare la calzata con una sola mano: basta sollevare il pomello (fino a udire un “tac”) per sbloccare il Boa, muovere il collo del piede per allentare la scarpa e quindi schiacciare di nuovo il pomello del Boa. Se la scarpa è lenta, basta ruotare di poco il pomello per trovare la stretta opportuna. Infine si può decidere di non stringere troppo il velcro sulla caviglia per lasciare più libertà di movimento al piede.
- Peso: 580 gr per scarpa (taglia 45), cioè tanto, ma per avere un simile livello di protezione e isolamento termico è uno dei prezzi da pagare. Il comfort della calzata, però, compensa piuttosto bene questo aspetto.
- Prezzo: 199€ il paio, cioè quanto una scarpa da ciclismo di alto livello. Qui di materiale ce n’è molto di più rispetto a una calzatura estiva e pur non avendo particolari in fibra di carbonio (che di certo qui non serve sulla suola) è una scarpa di grande pregio.
Voto finale (da 1 a 10): 8,0
PRESTAZIONI
- Comfort della calzata: le scarpe Specialized, grazie al Body Geometry, in generale sono comode e le Defroster Trail non fanno eccezione. Il piede ha un minimo di spazio all’interno per muoversi e, volendo, è possibile indossare anche calze invernali (quelle più spesse per intenderci) senza avere troppi problemi (a patto di aver scelto la taglia giusta).
- Rigidità suola: si è pensato a un compromesso fra efficienza di pedalata e facilità nella camminata. In Mtb capita di dover camminare e quando capita di farlo d’inverno, tutto si vuole fuorché una scarpa rigida e scivolosa.
Le Specialized Defroster Trail sono un bilanciamento ben riuscito fra le due necessità.
- Grip suola: molto elevato, la scarpa non scivola, però sul ghiaccio servono comunque attenzione e buon senso…
- Ventilazione: c’è ben poco spazio per questa voce in una scarpa invernale. Tutto è orientato alla protezione termica e se la temperatura all’esterno non è davvero rigida (intorno allo zero termico) oppure se si pedala in salita a lungo e a ritmo sostenuto le scarpe diventano molto calde.
Per una scarpa invernale, quindi, anziché la voce ventilazione ho valutato la voce isolamento termico.
- Protezione dagli agenti atmosferici: l’acqua può solo entrare dalla caviglia, per cui, quando piove oppure in mezzo alla neve, attenti a non lasciare quel varco aperto. Sarebbe un peccato…
- Protezione dagli urti: Specialized ha previsto un rinforzo sul tallone e sulla punta e questo è sufficiente per le esigenze di un utilizzo escursionistico.
- Calzata (quale numero scegliere?): io ho scelto una misura 45 e di solito calzo questa misura o un 44,5. Quindi, la calzata è standard.
Voto finale (da 1 a 10): 9,3
VOTO COMPLESSIVO (da 1 a 10): 8,6
In conclusione…
Il freddo non ammette improvvisazioni e anche quando siamo ben equipaggiati richiede comunque una bella dose di determinazione.
La neve, i panorami invernali e la sensazione di impresa che caratterizzano le uscite al freddo sono una grande spinta a prendere la bici e a partire.
E le Specialized Defroster Trail fanno cadere anche l’ultima delle scuse…
Per informazioni Specialized.com e qui potete trovare il rivenditore Specialized a voi più vicino.
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.