Nel 2009 Rocky Mountain presentava la prima piattaforma Altitude e faceva esordire il triangolo in fibra di carbonio con lavorazione proprietaria FORM, escursione di 140mm e foderi orizzontali in alluminio. Per l’epoca un telaio all’avanguardia, molto diverso dalle forme attuali, soprattutto per le particolari lavorazioni ad esso connesse e per un piantone sella con angolazione più verticale del solito.
Nel 2013 viene applicato il sistema Ride 9 che, a detta del costruttore, permette un bilanciamento ottimale poiché è la bici che cerca di adattarsi al biker e non viceversa.
Ci troviamo dunque alla terza iterazione di un modello da sempre fuori dagli schemi e affinato nelle geometrie e nella costruzione.
Nel passaggio dei cavi o nelle protezioni sul telaio, la Altitude mostra una cura del dettaglio fuori dal comune.
La versione che abbiamo provato è definita Altitude Rally Edition, cioè ha un allestimento studiato per l’enduro ed è nata da una precisa esigenza del mercato francese e italiano.
In basso la foto della prima versione della Rocky Mountain Altitude 770 Msl Rally Edition, svelata in Val d’Allos nel 2013.
Fra le peculiarità della Altitude spicca il Ride-9 il cui funzionamento viene spiegato dal video seguente:
La peculiarità del telaio è rappresentata dal Ride-9, un sistema composto da due inserti rotanti posizionati nell'ancoraggio superiore dell'ammortizzatore che permettono di variare angoli e progressività della sospensione a seconda delle preferenze di chi pedala.
Le 9 posizioni possibili sono spiegate nello schema seguente:
1 – GEOMETRIA
- Angolo di sterzo: piantone e altezza movimento centrale variano a seconda della posizione scelta tramite il Ride-9. In sostanza si tratta di poter variare la geometria del telaio su tre diverse posizioni: pedalata, neutralità, discesa.
Per ognuna di queste si può variare il comportamento della sospensione per renderlo più progressivo, più neutro o più lineare per un totale di nove possibili soluzioni (da cui il nome Ride-9).
In pratica l’angolo di sterzo varia fra 66,2° e 67,8° (con forcella da 160 mm di travel).
- Angolo piantone: anche questa misura è influenzata dal Ride-9 con valori compresi fra 73,2° e 74,8°. Come si può vedere Rocky Mountain ha pensato tanto alla facilità di guida in discesa quanto all’efficienza della pedalata in salita.
- Altezza movimento centrale (non in posizione di Sag): 13.47"-14.2" ovvero 34,2-36 cm
- Lunghezza tubo superiore: 586 mm in taglia M, cioè non segue le ultime tendenze che vogliono tubi orizzontali molto allungati.
- Lunghezza carro: 428mm, un carro compatto che conferisce agilità.
- Interasse: 1146 mm, un valore contenuto.
- Assetto in sella: sono alto 174 cm per 74 Kg di peso, compreso l’equipaggiamento e zainetto ed ho un’altezza sella di 72,5 cm. La posizione in sella che ho riscontrato è piuttosto avanzata, secondo la filosofia di Rocky Mountain. Manubrio da 800 mm di larghezza e diametro di 35 mm e attacco manubrio da 55 mm di serie sono valori elevati, ma che si possono ridurre a misura.
- Altro e/o eventuali sensazioni: le variazione rese possibili dal sistema Ride-9 vanno sperimentate per trovare quelle più adatte al nostro stile di guida e al percorso. Per quanto mi riguarda, ho trovato realmente utili un paio di posizioni, una che privilegia la discesa e un’altra più bilanciata.
Ci tengo a precisare che modificare le posizioni del Ride-9 richiede meno di un minuto e si può fare anche durante l’uscita.
Voto finale (da 1 a 10): 9,0
Per tutto il test ho adottato i seguenti valori di SAG: ammortizzatore: 30%; forcella: 25%
2 – COMPORTAMENTO IN SALITA (Ride-9 in posizione centrale -1 , oppure -8)
– Tuning scelto per l’ammortizzatore: l’ammortizzatore Fox Float X Dps a volume maggiorato (EVOL) ha una taratura specifica per Rocky Mountain, il controllo della compressione alle basse velocità su tre livelli viene gestita da un comando remoto al manubrio mentre la regolazione della velocità di estensione è impossibile da raggiungere se non smontando l’ammortizzatore. Questo aspetto negativo, in realtà, non dipende tanto dal telaio, quanto dall’ammortizzatore (come avevamo riportato in occasione del test della prima serie di Float X).
– Efficienza sospensione posteriore nell’andatura regolare: il comportamento della bici è molto buono anche utilizzando la compressione intermedia. Per i tratti in asfalto è consigliata la taratura più ferma.
– Efficienza sospensione posteriore nell’andatura fuorisella: sempre brillante. Sarebbe comodo avere la possibilità di gestire con altrettanta efficacia la forcella.
– Efficienza sospensione posteriore in salita offroad: sensibilità sui piccoli urti e sostegno da metà corsa in poi decisamente buone. Ho provato a lasciare il Ride-9 nella posizione 2 oppure 9, ma gli angoli si aprono troppo e l’avantreno si alleggerisce sensibilmente, soprattutto con la 2.
– Commenti sui componenti montati sulla bici: il comando Fox al manubrio per pilotare la compressione risulta tanto efficace quanto scomodo; si deve per forza staccare la mano per raggiungerlo agevolmente. Si potrebbe fare di meglio anche in termini di ergonomia. Gli pneumatici, Maxxis DHR II garantiscono eccellente trazione.
Voto finale (da 1 a 10): 9
3 – COMPORTAMENTO IN DISCESA (Ride-9 in posizione -2 oppure -9)
– Tuning scelto per l’ammortizzatore: rispetto al suo predecessore, in posizione “Open” evidenzia una sensibilità eccellente.
– Curva di compressione della sospensione: in posizione 2 prevede una progressività marcata nell’ultima parte della corsa mentre in posizione 9 risulta più lineare.
– Impatti di piccola entità: vengono gestiti molto bene dall’ammortizzatore, non altrettanto dalla forcella pur aumentando il Sag e operando sui registri della compressione. Ho constatato le stesse sensazioni che erano emerse durante il confronto con la Rock Shox Lyrik (cliccate qui).
– Impatti di grande entità: il sistema Ride-9 permette di trovare la giusta impostazione a patto di sperimentare le soluzioni a disposizione. La forcella gestisce molto bene le compressioni alle alte velocità grazie a una impostazione abbastanza sostenuta nella sua corsa, meno brillante nelle compressioni alle basse velocità nelle quali risulta quasi ruvida in confronto.
– Rigidità torsionale del carro: in questo contesto gioca un ruolo importante la scelta di Rocky Mountain di adottare boccole al posto dei cuscinetti. Meccanicamente le boccole offrono una superficie di accoppiamento superiore, garantendo maggior rigidità, minor manutenzione e un cospicuo risparmio di peso, a patto che la loro realizzazione rispetti tolleranze rigorose. In questo test non ho riscontrato flessioni di varia natura.
– Agilità della bici: un carro cortissimo, angolo di sterzo moderatamente aperto (66.2°), tubo piantone avanzato e movimento centrale basso conferiscono agilità. Un manubrio leggermente più stretto avrebbe aiutato nel mio caso.
– Efficienza sospensione posteriore in frenata: la sospensione resta sempre attiva pur sfruttando a fondo il disco da 180 mm.
– Commenti sui componenti montati sulla bici: eccezionali gli pneumatici per direzionalità e tenuta laterale, anche se all’anteriore avrei preferito un Minion DHF al posto del DHR II.
I freni Shimano Deore XT si sono rivelati eccellenti per potenza e risposta in qualsiasi condizione.
Non abbiamo avuto alcuna caduta di catena dalla corona (Race Face). La forcella invece non mi ha trovato del tutto soddisfatto: le regolazioni della compressione alle alte e basse velocità di scorrimento degli steli, per quanto efficaci (forse troppi 24 scatti indicizzati), non hanno permesso di raggiungere la stessa qualità dell’ammortizzatore.
Voto finale (da 1 a 10): 8,5
4 – COMPORTAMENTO SUL PEDALATO (Ride-9 in posizione -1, oppure -8)
– Tuning scelto per l’ammortizzatore: Rocky Mountain ha chiesto a Fox di realizzare un ammortizzatore con tarature specifiche, la bici risponde bene alla pedalata già nella posizione intermedia, l’impostazione più sostenuta, se la si vuole, è consigliata nei trasferimenti su asfalto.
– Efficienza sospensione posteriore nei rilanci: la brillantezza nella fase di rilancio risente della posizione Ride-9 scelta, il cambiamento di geometria comporta una diversa distribuzione dei pesi e della curva di compressione dell’ammortizzatore. I migliori risultati si ottengono nella posizione neutra.
– Agilità della bici: è una delle caratteristiche della Altitude.
– Commenti sui componenti montati sulla bici: ho trasformato subito gli pneumatici in tubeless visto che i cerchi lo permettevano; al risparmio di peso ho sentito un netto miglioramento in termini di agilità e risposta in pedalata.
Voto finale (da 1 a 10): 9,0
5 – DETTAGLI TECNICI TELAIO
– Regolazioni consentite sulla geometria: con il sistema Ride-9 si hanno sostanzialmente tre posizioni; una neutra, una che avvantaggia maggiormente la pedalata e una per la discesa. Le variazioni geometriche sono notevoli. Sebbene inizialmente possa scoraggiare, consiglio di provare tutte le soluzioni per scegliere le due-tre che saranno adottate nella maggior parte dei casi.
– Spazio fra gomma posteriore e carro (in caso di fango): il fango si rivela critico soprattutto se di natura argillosa, non ci sono rimedi in tal senso. Per tutte le altre situazioni non ci sono problemi di passaggio gomma.
– Cura del passaggio cavi: curato nei particolari. I cavi passano all’interno del tubo obliquo ed escono poco dietro il movimento centrale.
– Attacco portaborraccia: all’interno del tubo obliquo e facilmente raggiungibile mentre si pedala.
– Attacco guidacatena: Iscg05
– Compatibilità deragliatore: si, con attacco diretto basso.
– Protezioni sul telaio e sul carro: prevista per il tubo obliquo e sul fodero basso nella posizione di risucchio della catena.
– Posizionamento dell’ammortizzatore: l’eventuale gestione manuale della compressione risulterebbe facilmente raggiungibile. Inspiegabile la collocazione del registro del rebound subito sotto l’occhiello superiore dell’ammortizzatore.
– Peso telaio e bici: il peso della bici allestita è di 12,9 Kg, in taglia M senza pedali, mentre il solo telaio (ammortizzatore compreso) ha un peso dichiarato di 2,8 Kg.
– Prezzo telaio e/o bici: essendo la Rocky Mountain Altitude 790 Msl Rally Edition un prodotto di vertice (realizzazione raffinata e tecnologie proprietarie) si va a confrontare con le proposte di pari livello della concorrenza più blasonata.
Di conseguenza il prezzo è allineato su cifre elevate, ovvero il telaio costa 3.599€ (con 5 anni di garanzia) e la bici completa 7.599€.
– Altro e/o eventuali sensazioni: passaggio cavi critico sotto il movimento centrale, la vernice si può deteriorare precocemente. Durante il test ho affrontato diverse situazioni con fango che hanno messo in crisi il telaio, al termine del lavaggio mi sono accorto che in diverse parti dei foderi orizzontali era scomparsa la vernice. Un rimedio è senza dubbio l’adozione di pellicola protettiva.
Voto finale (da 1 a 10): 9,0
VOTO COMPLESSIVO (da 1 a 10): 9,0
In conclusione…
Al di là del peso non trascurabile la Altitude 790 Msl Rally Edition, grazie al sistema Ride 9, può cambiare radicalmente assetto; è possibile affermare che la polivalenza sia una caratteristica del mezzo.
Rispetto agli altri modelli della famiglia Altitude, la Rally Edition vede l’adozione di una forcella Fox 36 Float al posto della 34, angoli più aperti di quasi mezzo grado e una componentistica meno ricercata in termini di leggerezza, ma di indubbio valore.
La bici viene collocata da Rocky Mountain come enduro race, ma non mi sarebbe dispiaciuto un angolo sterzo leggermente più aperto.
Un plauso alla trasmissione Shimano Deore XT di nuova generazione, sempre affidabile e i freni assolutamente ineccepibili per potenza ed efficacia.
Il sistema di aggancio tra mozzo e forcella con asse da 20mm, con le sue 5 viti (foto sopra), è tutto fuorché veloce.
I cerchi montati, No Tubes Ztr FlowEx sono molto robusti e offrono un canale interno di 25,5mm più che adeguato per coperture fino a 2.5”. La trasformazione in tubeless non ha fatto che migliorare le doti dinamiche della Altitude. Per quanto eccellente, avrei preferito una Maxxis DHF di serie sull’anteriore.
In linea di massima si potrebbe rinunciare al comando remoto dell’ammortizzatore Fox, già facilmente raggiungibile stando in sella, per avere maggiore pulizia di cavi sul manubrio.
Per informazioni: Bikes.com oppure Dsb-bonandrini.com