L'Xc amatoriale italiano esiste ancora.
Ebbene sì, sebbene le granfondo abbiano ormai preso il sopravvento, il cross country ha ancora la sua nicchia di appassionati, che merita di avere un proprio palcoscenico, sul quale la tecnica, i fuorisoglia e l'adrenalina fanno da padroni.
Eppure, negli ultimi anni c'è qualcosa che non va: mentre gli agonisti (elite, U23 e junior) stanno pian piano ritrovando la giusta dimensione, che permette loro di competere e scontrarsi costantemente su percorsi validi, al fianco di avversari di tutto rispetto, gli amatori (master) hanno poche possibilità di confrontarsi durante l'anno.
Le gare sono poche, concentrate nelle solite regioni e spesso i regolamenti federali non sono rispettati.
Questo è un paradosso, perché in realtà sono proprio gli amatori che pagano le iscrizioni e in un certo senso “finanziano” l'evento...
Quindi perché questa disparità?
Perché non incentivare la partecipazione amatoriale nella specialità regina della Mtb?
Quali potrebbero essere le soluzioni per far tornare a chi gareggia solo per passione la voglia di competere nell'Xc?
A pochi giorni dal campionato italiano di Maser, dove ho corso anch'io nella categoria M2, voglio esprimere il mio punto di vista sulla questione.
IL CALENDARIO
L'Xc amatoriale italiano è meno “celebre” rispetto ai primi anni 2000.
Per quale motivo?
Molti pensano sia “colpa” dei tracciati più tecnici e della specializzazione, invece a mio avviso è frutto di un progressivo calo del numero di gare regionali.
Avendo sempre meno possibilità di correre nell'Xc, ai master non resta che attaccare il numero nelle granfondo e nelle marathon, perdendo man mano l'abitudine, la tecnica e la mentalità necessarie per divertirsi nel cross country.
Ecco perché bisogna ringraziare quei pochi volenterosi che ancora organizzano gli Xc regionali (FCI o di altri Enti), buttando ore del proprio tempo libero solo per far divertire gli amanti della specialità olimpica.
Un altro aspetto sul quale riflettere è la partecipazione nelle gare nazionali, perché quelle riservate agli amatori sono sempre meno...
Da qualche anno, ad esempio, il circuito Internazionali d'Italia Series ha fatto una scelta ben precisa, riservando le gare solo agli agonisti, senza dare agli amatori la possibilità di gareggiare in un evento di contorno.
Una scelta che sicuramente avrà dei motivi ben fondati, ma che personalmente non condivido: correre sul tracciato degli internazionali (magari con qualche variante facilitata) è sempre emozionante e può incentivare la partecipazione alle gare di cross country. Inoltre, una volta sceso di sella, l'amatore diventa uno spettatore a bordo pista.
E, se siete stati ad una gara internazionale ultimamente, avrete notato che l'affluenza di pubblico sul percorso non è quella di qualche anno fa...
Da apprezzare, invece, è la scelta del circuito Italia Bike Cup, che in tre gare del calendario ha dato ai master la possibilità di gareggiare e conquistare punti Top Class FCI.
A mio avviso, se ci fosse la possibilità di correre e confrontarsi costantemente, includendo degli obiettivi ben precisi durante la stagione, l'Xc amatoriale potrebbe tornare agli albori di un tempo.
E anche l'attività giovanile ne trarrebbe vantaggio, ma questo è un altro discorso...
I TRACCIATI
I tracciati di cross country sono cambiati molto negli ultimi anni, di questo ne abbiamo parlato più volte.
Sono più tecnici, è vero, ma anche le bici sono (molto) più capaci e permettono di affrontare i tratti tecnici con più disinvoltura.
Quindi, dire che le gare Xc amatoriali siano meno frequentate perché i tracciati sono troppo tecnici è sbagliatissimo ed evidenzia degli enormi preconcetti. Piuttosto, molto spesso bisognerebbe tornare a mettersi in gioco lavorando di più sulla confidenza di guida.
L'Xc è e deve essere tecnico, ma un conto è la tecnica e un conto è la pericolosità del percorso.
Nessuno afferma che i tracciati destinati agli elite debbano essere uguali a quelli degli amatori, ma si può lavorare per offrire un giusto compromesso fruibile da parte degli atleti di tutti i livelli.
Senza contare che esistono le chicken line, e sfruttarle non è una vergogna!
Per fortuna, in Italia ci sono alcune realtà che stanno lavorando per offrire dei tracciati selettivi e divertenti, ma fattibili da chiunque.
Un esempio è il circuito FCI “XCO Lazio Cup”, che negli ultimi tre anni sta tentando di risollevare il cross country del Centro Italia, oppure il "Caveja Bike Cup", che è affiliato Uisp ma coinvolge tanti appassionati dell'Emilia Romagna. Ma anche in altre regioni come Lombardia e Veneto, chi ama l'Xc ha modo di praticarlo su percorsi validi.
In tante altre zone d'Italia è buio totale, davvero un peccato...
Un altro aspetto riguarda la percorribilità dei percorsi in tutte le situazioni e qui l'esempio del recente campionato italiani Xc calza a pennello.
Gli organizzatori del Mtb Club Gaerne hanno voluto rivoluzionare lo storico tracciato di Maser, per proporre qualcosa di più moderno e stimolante: una scelta da apprezzare, audace ma anche rischiosa, soprattutto perché i nuovi sentieri non erano stati collaudati sufficientemente in condizioni di fango.
Ovviamente, una settimana di temporali in pieno luglio ha colto alla sprovvista un po' tutti ed ha condizionato l'intero weekend di gara...
Se gli agonisti sono pronti e organizzati per correre in ogni situazione, gli amatori hanno subito le conseguenze di un percorso impraticabile già durante la ricognizione del sabato, nonostante i tagli effettuati dallo staff nei punti più scivolosi.
Non pensiamo solo ai più forti, ma mettiamoci nei panni di un master 7-8, oppure di una donna con poca esperienza: ho visto coi miei occhi ragazze nel panico, su un percorso che anche gli uomini più forti facevano a piedi...
Correre in certe situazioni non è più un divertimento, ma una sofferenza.
Per fortuna, la domenica il sole ha fatto la sua parte e la situazione è migliorata molto, ma l'esempio serve a far capire che è dovere degli organizzatori proporre dei percorsi collaudati e percorribili in bici anche in caso di temporali improvvisi.
Questo è importante soprattutto per incentivare la partecipazione degli amatori, che hanno tutto il diritto di gareggiare nelle dovute condizioni dopo aver fatto dei sacrifici, pagato l'iscrizione, il viaggio, l'hotel e così via...
I TEMPI DI GARA
Il regolamento della Federazione Ciclistica Italiana parla chiaro: le gare riservate alle categorie Master devono avere una durata compresa tra i 60' e i 75', eccezion fatta per le categorie femminili e per gli M7-M8, la cui gara non deve superare i 60'.
Molto spesso, però, gli organizzatori decidono all'ultimo momento di accorciare la gara togliendo un giro, a volte giustamente (vedi condizioni meteo proibitive), altre senza motivo.
È successo così anche a Maser: nella riunione del sabato, giorno in cui aveva piovuto ed il tracciato era impraticabile, i giudici erano fermi sulle loro decisioni, ovvero non cambiare il programma e mantenere i 4 giri iniziali.
Il giorno dopo, quando il tracciato era migliorato e si faceva tutto in bici, a pochi minuti dal via hanno deciso di togliere un giro.
Di conseguenza, se la gara degli M5-M6 è durata il giusto, quella delle categorie Master Sport, M1, M2, M3 e M4 sono state troppo corte.
La mia gara (sono M2) è durata 54 minuti ed ho chiuso al sesto posto, il vincitore ha chiuso in poco più di 50'. Una gara allievi sarebbe stata più lunga...
Okay, l'Xc amatoriale deve essere breve e intenso, ma bisognerebbe rispettare i regolamenti e dare a tutti la possibilità di gestire la propria gara e godersi il proprio momento di gloria.
Qui sotto l'attività Strava della mia gara:
IN CONCLUSIONE
L'Xc amatoriale non è morto, ma con qualche attenzione in più verso i partecipanti potrebbe godere di una salute ancora migliore.
Può piacere oppure no, ma le categorie amatoriali sono la linfa del movimento e non un “peso” da sopportare. Invece, soprattutto nelle gare FCI di rilevanza nazionale, molto spesso l'impressione che si ha da fuori è proprio quella...
I master sono i potenziali spettatori, coloro che pagano le iscrizioni, gli abbonamenti alle piattaforme streaming per godersi le gare dei pro', le bici, i ricambi, gli integratori e tanto altro ancora...
Pensare di escluderli del tutto dalla specialità regina della Mtb o di prenderli in considerazione solo in qualche caso, magari quando fa comodo, è sbagliatissimo e poco rispettoso.
Ma è giusto fare anche il ragionamento opposto, schierandosi dalla parte di chi organizza: il cross country richiede delle doti tecniche, un allenamento specifico e una certa predisposizione mentale.
Non si può pensare di esordire una volta all'anno in questa specialità e trovarsi subito a proprio agio, scaricando la colpa su chi organizza se questo non accade...
Se vi piace l'Xc amatoriale e volete competere divertendovi, prima di tutto rimboccatevi le maniche e fatevi trovare pronti, lavorando sulla tecnica e non solo sulle qualità atletiche.
Poi, se ci sarà bisogno, potrete parlare degli errori compiuti dalle federazioni o dagli organizzatori.
E voi, come vedete l'Xc amatoriale in Italia?
Fatecelo sapere nei commenti...
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Sull'autore
Daniele Concordia
Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.
Salve io faccio GARE. Da più di 40 anni XC. Ho sempre corso anche oggi 2023. Internazionale series o internazionali d Italia xc li ho fatti tutti. In passato si correva Agonisti ELITE con AMATORI. ELITE in Italia erano pochi. Poi si le GARE. XC. Tutte parlo della Lombardia. FCI. Un vero campionato. VALLI VARESINE, BRESCIA CUP. , OROBIE CUP ,MASTER POZZI. , erano tutte gare XC. Con anche punti per italiani. Oggi sempre siamo a meno gare la gente sempre più forte. Preparatore dietologo allenamento. Il livello è alto e i percorsi sempre più impegnativi. Peggio degli italiani coppa del mondo 🌍. Sono tracciati naturali. Uno deve spaccarsi. La domenica per poi. Lavorare LUNEDÌ. Oggi per me AMATORE è un ELITE. Ai tempi correvo gare XC con campioni come NINO. ABSALON. MIGUEL. È tanti altri. Per fortuna per me esiste ancora altri enti come ACSI. Che faccio un campionato da GENNAIO a SETTEMBRE. Tutto gestito da loro con costi a 15 euro 💶 con premio finale di classifica generale ovvio correre sempre in pochi. Poi una volta pagavano in busta. Domenica corro A PONTIDA. Una GARA 🏁 STORICA. Ma ai tempi pagavano dal 1 al 5 per categoria più ristori finale OGGI. ELITE solo coppa del MONDO o internazionali poi sempre categorie giovani. FCI. No fa più niente per amatori. Per quello che volevo fare ELITE. Per fortuna che faccio il MASTER CICLI POZZI se no ero ELITE così non pagavo le gran fondo è gare oggi meglio ELITE tessera master non c’è più niente in giro anche se ripeto che i MASTER vanno più FORTI che ELITE.
L'xc amatoriale è sempre vivo, appena viene data occasione con qualche gara nuova, rispuntano vecchi amici di un tempo.
Anzi semmai sono le GF con costi sempre più alti a generare un certo malumore tra i partecipanti.
L'aspetto tecnico però, credimi, è di certo un freno alle partecipazioni. Una soluzione tanto semplice (per le gare internazionali con elite e amatori) quanto efficace è
ad esempio quanto fatto in val Casies per gli scorsi campionati italiani (c'erò anch'io).
Dopo i master sport (dove se ne sono schiantati diversi), hanno chiuso le pro-line, a abbiamo fatto obbligatoriamente le chicken.
Non cambia nulla, avrebbero sempre vinto gli stessi, il percorso rimaneva tecnico e godibile per tutti.
Anche qui un distinguo, un conto una radiciaia, super tecnica, al massimo cado di lato a velocità bassa.
Un conto i nuovi elementi come salti e rock garden a volte sono un pò "o la va, o la spacca", e questo non va bene.