Quella sulla lunghezza delle pedivelle da Mtb è una scelta che mette in difficoltà diversi bikers, soprattutto quelli che praticano Xc, Granfondo e Marathon.
Già, perché se nelle specialità Gravity, da ormai diversi anni ci si dirige su pedivelle abbastanza corte (soprattutto per motivi di ingombro), in quelle più "pedalate" i dubbi sono maggiori.
Fino a qualche anno fa, quasi tutti, tecnici e praticanti, sostenevano che in Mtb servisse una leva più lunga per superare gli ostacoli con più facilità, ma negli ultimi anni il discorso si è fatto più complesso, a causa dell'avvento delle 29”, di mezzi molto diversi e di studi biomeccanici più approfonditi, che hanno in parte sconvolto le teorie dei “vecchi” bikers.
Proprio perché su questo argomento c'è ancora tanta confusione, vogliamo chiarirvi le idee.
Per farlo nel migliore dei modi abbiamo tirato in causa quattro esperti, tre dei biomeccanici più celebri d'Italia ed un atleta italiano di alto livello.
Per sapere chi sono e scoprire le loro teorie sulla scelta delle pedivelle da Mtb, premete play:
Riassumiamo i dettagli principali trattati nel video dai nostri esperti...
Scelta delle pedivelle da Mtb: su quali parametri basarsi?
- Misure antropometriche: statura, peso, misura dei vari segmenti corporei, lunghezza del piede e così via. Questa prima analisi può dare già un'indicazione di base.
- Età: un parametro importante nella scelta, perché la lunghezza delle pedivelle va a influire sull'efficienza e sullo stato di salute delle articolazioni.
- Sesso: maschio o femmina? Oltre ad avere meno forza, le donne hanno delle misure diverse di alcuni segmenti corporei, ad esempio femore più lungo, bacino più largo...
- Infortuni precedenti: la leva più lunga crea un sovraccarico alle strutture ossee, articolari e muscolari. Se queste sono già provate da infortuni o traumi passati è ancora più importante la valutazione della giusta misura.
- Flessibilità articolare e muscolare: un muscolo più elastico è in grado di allungarsi meglio, quindi di contrarsi in modo più efficiente e sviluppare più potenza. Una colonna vertebrale più elastica permette di raggiungere una posizione diversa in sella. Ecco perché, due soggetti con le stesse misure antropometriche, non è detto che debbano utilizzare la medesima pedivella.
- Livelli di forza: atleti più potenti riescono a “girare” con più facilità le leve lunghe. Anche se non è detto che per loro questa sia la scelta ideale...
- Predisposizione ad utilizzare rapporti duri o agili: chi pedala di potenza e si alza spesso sui pedali potrebbe trovarsi meglio con una pedivella più lunga, viceversa, chi pedala agile di solito preferisce leve più corte.
- Abitudine: a volte non c'è test o ragionamento che tenga. Chi pedala da tanti anni in un certo modo, a volte non trova riscontri positivi modificando la lunghezza delle pedivelle e quindi il suo modo di pedalare. Esistono bikers più o meno ricettivi ai cambiamenti...
- Utilizzo: la lunghezza delle pedivelle da Mtb può cambiare in base alla specialità (lo vedremo dopo) ma anche in base al livello atletico e agli obiettivi. Gare o semplici uscite? Quanti chilometri si percorrono di solito? E con quanto dislivello?
E per chi è indeciso tra due lunghezze?
Le bici complete in taglia M sono quelle che creano più difficoltà, perché quasi sempre di serie sono montate delle pedivelle da 175 mm, che spesso risultano troppo lunghe per bikers di media altezza (170-175 cm). E purtroppo, le aziende che danno la possibilità di scegliere la lunghezza delle pedivelle in fase di acquisto sono veramente poche...
Un altro caso è quello degli atleti con caratteristiche fisiche e/o stile di pedalata particolari, oppure con un livello di forza non elevato nonostante la statura abbondante.
In tutte queste situazioni o in qualsiasi altro caso in cui il rider avverta delle difficoltà nel trovare il colpo di pedale giusto, potrebbe essere opportuno modificare la lunghezza delle pedivelle.
Ma meglio più lunghe o più corte?
Dopo la chiacchierata con i tecnici abbiamo avuto la conferma che quasi sempre si tende ad accorciarle.
Perché? Ve lo spieghiamo subito...
- Meno probabilità di infortuni e infiammazioni: leva più corta significa meno sovraccarico, quindi meno stress a livello articolare e muscolare.
- Pedalata più economica e redditizia: si tende a “chiudere” la pedalata con più facilità, disegnando con il pedale un cerchio più piccolo. In questo modo si sprecano meno energie e si possono dei rapporti leggermente più duri (quindi facendo più velocità), mantenendo però una pedalata più brillante.
- Più stabilità a livello di bacino: la leva corta porta con sé meno oscillazioni del bacino e quindi più stabilità soprattutto nelle lunghe distanze e con dislivelli abbondanti.
- Angolo del bacino più favorevole: già di per sé, la pedivella più corta permette di aprire l'angolo che si crea tra busto e ginocchio quando la gamba si trova al punto morto superiore. Alzando leggermente la sella, una modifica necessaria quando si decide di accorciare le pedivelle, l'assetto è ancora migliore e lo stress a livello del bacino e della colonna vertebrale è ridotto.
- Respirazione migliore: le modifiche appena citate fanno sì che il diaframma e gli altri muscoli respiratori funzionino in modo più efficiente, proprio perché il busto “si apre”.
Xc e Marathon: ha senso cambiarle in base alla specialità?
A volte sì, ma non sempre. In ogni caso, esistono diverse filosofie...
Tutti i tecnici sono d'accordo sul fatto che nelle marathon la pedivella più corta è quasi sempre conveniente: si pedala per tante ore con dislivelli importanti, di conseguenza l'economia del gesto è fondamentale. Senza contare, poi, che molto spesso gli specialisti delle lunghe distanze prediligono una pedalata agile.
Nel cross country, per alcuni atleti la pedivella più lunga potrebbe essere favorevole, perché i picchi di potenza raggiunti in gara sono maggiori, ma gli sforzi sono più brevi.
Inoltre, chi corre nell'Xc si alza più spesso sui pedali.
In ogni caso, al giorno d'oggi anche nell'Xc si iniziano a preferire delle pedivelle più corte, in genere da 170 mm e a volte anche da 165 mm (soprattutto tra le donne), per tutti i motivi appena citati e anche perché gli atleti hanno capito che possono avere una pedalata più brillante ma anche più "economica".
Da non dimenticare anche il fattore ingombro, infatti su alcune full da Xc moderne, che hanno un movimento centrale più basso, le pedivelle da 175 mm impattano su rocce e radici nei tratti più tecnici, soprattutto in salita.
L'eccezione che conferma la regola è Nino Schurter, che nonostante non sia molto alto (circa 170 cm) usa da sempre delle pedivelle da 175 mm.
Ma si sa, di Nino ce n'è uno e la forza per spingere quella leva non gli manca di sicuro
In conclusione...
Se non trovate il giusto colpo di pedale o avete notato altri disagi che vi sembrano inspiegabili, uno dei motivi potrebbe essere legato alla lunghezza delle pedivelle da Mtb.
Il parere dei tecnici è chiaro: le pedivelle corte hanno più pregi che difetti e il riscontro degli atleti (anche di alto livello) è quasi sempre positivo, numeri e sensazioni alla mano.
In ogni caso, per scegliere la misura giusta in base alle vostre necessità, vi consigliamo un esame accurato presso un centro biomeccanico qualificato e autorizzato, perché questo componente è molto più importante di quanto si pensasse fino a qualche anno fa.
Dopo aver realizzato questo articolo abbiamo fatto un test con pedivelle più corte.
Ecco com'è andata:
Qui un articolo sulla scelta delle pedivelle per la bici da strada:
Qui tutti gli altri articoli sull'assetto in sella.
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Sull'autore
Daniele Concordia
Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.