SOTOGRANDE (SPAGNA) - Nella gamma Cannondale, al momento, sono due le proposte di bici con ruote 650b, ovvero la Jekyll (di qui vi abbiamo parlato qui) e la Trigger, disponibile, fra l'altro, anche in versione 29er.
La Trigger con ruote da 27,5”, però, rappresenta un elemento cruciale nel catalogo del marchio americano perché si rivolge a quella schiera di utenti che in passato hanno apprezzato la primissima Jekyll, poi la Rize e adesso la Trigger.
Si tratta di una bici con travel di 140 mm, anzi, per la precisione di 140 e 85 mm dato che questa Mtb, al pari di tutti gli altri modelli Overmountain, è dotata dell’ammortizzatore Dyad, adeguatamente rivisto e affinato.
Come abbiamo avuto modo di scrivere nel test della Trigger 29 Carbon 1 e nella presentazione della Jekyll 27,5, il Dyad rappresenta a tutti gli effetti due ammortizzatori in uno. Questo video ve lo spiega:
Il passaggio dalle ruote da 26 a quelle da 27,5 pollici di diametro, però, non è stato così scontato e immediato come si potrebbe pensare, ma ha richiesto allo staff e ai rider Cannondale delle sessioni di prova e verifica, come ci conferma questo video:
Per assicurarsi la migliore combinazione possibile fra travel, geometria e setup delle sospensioni, Clementz, Weir & Co sono stati coinvolti per una serie di test utilizzando telai prototipo in lega d’alluminio.
La sospensione riprende il medesimo schema delle “sorelle” Trigger, ossia sospensione pull-shock e tutti gli altri accorgimenti tecnici che hanno reso celebre la Jekyll in termini di precisione di guida e rigidità torsionale.
Il Dyad, qui, sembra perfetto
Una 27,5” con travel di 140 mm è attualmente una delle definizioni di trail bike possibili, ovvero di bici di grande versatilità.
L’abbinamento di un ammortizzatore come il Dyad non fa che accentuare questa vocazione, perché selezionando la modalità Elevate l’ammortizzatore riduce il travel a 85 mm, alza da terra il movimento centrale (per una posizione in sella più vantaggiosa) riducendo il Sag e varia la frenatura in compressione dell’ammortizzatore.
Se si seleziona la modalità Flow, invece, il travel diventa di 140 mm e la geometria cambia favorendo la guida in discesa.
Di fatto con un semplice click si hanno due ammortizzatori diversi con tarature diverse in uno.
Come cambia la geometria?
Per quanto riguardo angoli e misure, Cannondale ha pensato di aumentare il front center, ossia la distanza fra il movimento centrale e l’asse del mozzo anteriore (per dare alla bici un migliore bilanciamento dei pesi e una maggiore maneggevolezza) e di accorciare la lunghezza dell’attacco manubrio (da 60 mm) su tutta la gamma Trigger 27,5.
L’angolo di sterzo, rispetto alla versione da 26”, scende da 69 a 68 gradi, mentre il piantone sale da 73 a 73,5 gradi.
Il carro misura 43,5 cm mentre l’interasse, nella taglia L (quella da noi provata), è di 117,9 cm.
Per quanto riguarda la forcella, sulla Trigger 27,5 debutta una versione della Lefty Supermax da 140 mm (con tuning Trail dell’idraulica specifico per la gamma Trigger) che esteticamente sembra davvero imponente, pur avendo un solo braccio.
Il telaio adotta la medesima fibra di carbonio BallisTec che Cannondale impiega sul resto della gamma Overmountain per assicurare la massima robustezza con un peso quanto più contenuto possibile.
Cannondale dichiara i seguenti pesi per la gamma Trigger 27.5:
Trigger Black Inc: 11,0 kg
Trigger Carbon Team: 11,1 kg
Trigger Carbon 2: 12,4 kg
Trigger 3: 13,5 kg
Trigger 4: 14,0 kg
Le versioni 3 e 4, come si può dedurre dal nome, sono in lega SmartForm invece che in carbonio e ciò spiega l’aumento di peso rispetto alle Carbon.
Quali saranno i prezzi?
Al pari della nuova Jekyll, la gamma Trigger 27,5 sarà disponibile a partire da maggio (a seconda delle versioni) con i seguenti prezzi:
Come va la nuova Trigger?
In occasione della presentazione abbiamo avuto modo di fare un’uscita per saggiare le prestazioni di questa bici e farci un’idea del lavoro svolto da Cannondale su questa trail bike.
Ci è stato affidato il modello Carbon Team di taglia L e l’assetto in sella, con un attacco da 60 mm, ci è sembrato appena un po’ troppo lungo.
Ottimo per pedalare in salita, però.
Il Dyad ormai lo conosciamo piuttosto bene: dopo averlo provato a lungo sulla Trigger 29 Carbon 1, sulla “sorellina” da 27,5” ne abbiamo ritrovato le medesime caratteristiche e peculiarità: buon sostegno alla pedalata in modalità Elevate anche se sui fondi compatti si avverte un certo dondolamento.
Paradossalmente in salita la modalità Flow può talvolta risultare conveniente, quanto meno in offroad, perché gli 85 mm di travel della Elevate, uniti a una curva di compressione molto progressiva, risultano difficile da sfruttare e riservano al fondoschiena sollecitazioni un po’ brusche.
Se il fondo si fa più compatto, diciamo, che la Elevate è senz’altro la scelta più indicata.
Arriva la discesa…
Passiamo alla discesa e qui la Trigger cambia davvero carattere.
La modalità Flow abbassa il movimento centrale e rende la bici più aggressiva in discesa, ma qualcosa, secondo il sottoscritto, potrebbe essere migliorato.
La forcella infatti sembra avere una taratura in compressione troppo frenata al punto che in caso di sollecitazioni intense e ravvicinate le braccia ne risentono tanto.
Abbiamo provato ad aumentare il Sag e il comportamento è leggermente migliorato.
Nel complesso la rigidità torsionale della Trigger e della Lefty è davvero notevole, tanto che è facile avvertire la flessione delle ruote Mavic Crossmax Slr e delle gomme Schwalbe Nobby Nic da 2,25”.
La scelta di optare per un set di ruote quasi Xc oriented non premia però nei sentieri più tecnici e ripidi, dove, invece, una sezione maggiore e una ruota più rigida creano un vantaggio tecnico.
Un altro aspetto da considerare è l’altezza del movimento centrale: 35,1 cm sono un valore alto e tale rimane anche un volta che il rider è seduto in sella.
Quando si pedala, però, si apprezza questa maggiore distanza da terra soprattutto nei tratti più tecnici.
La modalità Flow, aumentando il Sag dell’ammortizzatore, porta il movimento centrale ad abbassarsi e a bilanciare la geometria in discesa.
Nel complesso, quindi, le sensazioni in sella alla Trigger sono molto buone e testimoniano il buon lavoro svolto dal marchio americano.
Fra le trailbike di nuova generazione questa merita un posto di riguardo.
Per informazioni Cannondale.com
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.