ALBSTADT - Dopo avervi mostrato le immagini del prototipo la scorsa settimana, Merida ha tolto il velo sulla versione definitiva della nuova Merida Ninety Six. Ad una prima occhiata i cambiamenti non sono così drastici per una precisa scelta della casa.
Rispetto all’attuale Big Ninety Nine l’evoluzione più evidente è il cambiamento di posizione dell’ammortizzatore, il cui attacco superiore ora è sul tubo superiore.
Le ruote sono sia da 29” che da 27,5” (in quest’ultimo caso solo in taglia S e M).
La nuova sospensione è chiamata Race Link, ovvero un disegno di tipo monopivot per riproporre il comportamento della Ninety-Six sul cui prototipo Ralph Naef è diventato vice campione del mondo nel 2007.
La prima Ninety-Nine, apparsa nel 2011, ha corretto due aspetti della Ninety-Six di prima generazione: il diverso comportamento della sospensione in base alla taglia del telaio e la sua tendenza a “mangiarsi” velocemente la corsa fra i 25 e i 70 mm di travel.
L’attuale Big Ninety Nine, anche se con ottime sospensioni, è un mezzo più orientato alle marathon e al team Multivan Merida serviva qualcosa di più reattivo, in virtù degli attuali percorsi di Xc.
La nuova sospensione Race Link permette di contenere prima di tutto i pesi: parliamo di 1700 gr per il telaio, senza ammortizzatore ma con asse posteriore.
Se aggiungiamo il Rock Shox Monarch il peso dovrebbe arrivare a 1900 gr.
La disposizione dell’ammortizzatore è studiata per contenere lo spessore del tubo orizzontale e allo stesso tempo per dissipare le forze in modo ottimale.
Il leveraggio della sospensione Race Link è in fibra di carbonio e ha un disegno ottimizzato per l’uso di una trasmissione monocorona e questo ha permesso di avvicinare molto il pivot principale alla corona.
Merida dichiara che la nuova Ninety Six potrà montare, volendo, anche il deragliatore, ma nel caso di una trasmissione 1x11 consiglia una corona da 32 per la 29” e da 34 per la 27,5” per la migliore efficienza della sospensione posteriore.
La sospensione Race Link funziona in modo ottimale con un Sag del 20-25% e il kickback è molto limitato (in base a quanta dichiara Merida).
Va segnalato che finalmente la sospensione ora non varia il suo funzionamento in base alla taglia del telaio e che, inoltre, Merida ha rivisto a fondo il comportamento per evitare che, una volta superato il Sag, la sospensione consumasse facilmente una buona fetta del travel al disposizione.
La nuova Merida Ninety-Six ha una curva regressiva appena superato il Sag, in modo da assorbire bene i piccoli impatti e aumentare il comfort.
Dopo di che diventa progressiva.
Tutti i modelli saranno dotati del comando remoto per l’ammortizzatore e la forcella e sul modello Team troviamo una forcella Rock Shox Rs-1 e un ammortizzatore Monarch XX gestiti dal comando idraulico Fullsprint.
L’asse posteriore sarà 142x12 e non Boost 148 perché il progetto della Ninety Six nuova è iniziato ben prima dell’arrivo di questo standard, ma, in base a quanto dichiarano i tecnici Merida, “comparirà sui modelli futuri perché è uno standard molto interessante”.
Ma non parliamo solo di sospensione.
Gli atleti del team ufficiale Merida Multivan e quelli dei team nazionali italiani e belgi avevano espressamente richiesto una bici più corta, di maggiore maneggevolezza e con una geometria più aggressiva.
Insomma, una bici da Coppa del mondo Xc.
La nuova Merida Ninety-Six conta su un carro un po’ più corto (43,5 cm per la 27,5” e 44,5 cm per la 29”, ovvero 5 mm in meno rispetto alla Ninety Nine), ma soprattutto su un tubo superiore più corto (590 mm in taglia M 29” contro i 604 mm della precedente) e un reach più lungo (42,9 cm contro 42,0 cm).
Questo, in teoria, donerà alla bici una maggiore stabilità e sicurezza grazie al reach più lungo e allo stesso tempo una maggiore maneggevolezza per via del tubo superiore più corto.
L’angolo del piantone aumenta da 73 a 74 gradi, portando il biker più in avanti per aiutarlo sulle salite più ripide.
Le taglie, come detto prima, varieranno in base alla dimensione della ruota: S e M per la 27,5” e m, L e XL per la 29”.
Fra le due versioni cambia il valore di travel: 110 mm per la 27,5” e 96 mm per la 29”.
Un ultimo dettaglio riguarda il passaggio interno dei cavi, previsto per la trasmissione, il freno posteriore e il cavo del lock-out dell’ammortizzatore.
Merida ha previsto delle guide interne per ogni cavo e l’aumento di peso è stimato fra i 30 ai 70 gr per guida.
Se guardate il tubo di sterzo notate il grande foro di ingresso che permette di gestire con più facilità i vari cavi.
In base al numero dei cavi interessati, Merida fornisce dei tappi con il numero opportuno di fori.
Il sistema ideato da Merida prevede, inoltre, che il cavo, una volta inserito, venga tenuto in posizione dal tappo stesso, per evitare possa diventare rumoroso durante una discesa ad esempio.
Non ci ha convinto molto il passaggio del cavo del cambio sotto al movimento centrale (foto sopra): il cavo, infatti, potrebbe arrivare a toccare la catena, ma è anche possibile che si tratti di un montaggio approssimativo.
Per quanto riguarda i prezzi, non esiste ancora un listino ufficiale, ma Merida ha dichiarato che i prezzi della nuova Ninety Six resteranno vicini a quelli della Big Ninety Nine attuale. La gamma sarà articolata in quattro modelli: Cf5 (ovvero la replica del modello utilizzato dal team); Cf4 (carro uguale al Cf5, ma triangolo anteriore realizzato con una fibra di carbonio più economica), CfA (triangolo anteriore uguale a quello del Cf4m ma carro in alluminio) e Lite (telaio in alluminio con il solo leveraggio in carbonio).
La disponibilità è prevista per settembre-ottobre 2015.
A breve altre novità da Albstadt...
Tutte le foto sono di Olivier Beart, Vojo Magazine.
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Redazione MtbCult
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