Francesco Savona, a causa di un infortunio alla caviglia, è stato costretto a uno stop forzato con la Mtb e con le gare di enduro e quindi per un po' non leggerete più i suoi report da dentro le gare.
A La Thuile, però, è voluto andare lo stesso, per raccontare la gara senza partecipare, ma facendo un giro nei paddock dei rider più forti d'Italia.
Ecco in cosa si è imbattuto.
SL
LA THUILE - La stagione 2017 del Superenduro è entrata nel vivo con la terza tappa di La Thuile. Dopo gli straordinari successi registrati nella gara di apertura a Gualdo Tadino, in Umbria, e poi a Canazei, in Trentino (quest’ultima con un sold out di 470 partecipanti), la terza tappa del Superenduro è stata l’occasione giusta per dare uno sguardo da vicino alle bici dei rider più forti d’Italia. Non le troverete tutte, ma ci riserviamo di mostrarvi le altre in occasione dei prossimi appuntamenti, nazionali e non.
La prima riflessione che ci è venuta in mente curiosando qua e là per i paddok è stata che, rispetto a qualche anno fa, si sono “assottigliate” le differenze tra le bici dei piloti professionisti e quelle degli “amatori”.
Per intenderci, quelle standard che si acquistano in negozio.
Oggi, con un discreto budget, è possibile acquistare degli autentici bolidi da enduro che avrebbero fatto invidia ai prototipi utilizzati dai pro’ nelle stagioni passate; questo non significa però che un “comune mortale” andrà forte come loro!
Il talento non è ancora in vendita…
La seconda riflessione è che la componentistica che viene utilizzata nelle gare dai pro’ quasi sempre diventa disponibile nei negozi un po’ di mesi dopo.
Questo è vero, soprattutto, per le bici dei rider dell’Enduro World Series.
Comunque, occhi ben aperti, perché indagando qua e là abbiamo scoperto dettagli molto interessanti.
Iniziamo con la bici dei Lupato Brothers del team Cingolani, Alex e Denny.
Si tratta di due Trek Slash 9.9 29 Rsl, allestite da Andreani per quanto riguarda forcella e ammortizzatore a molla Ohlins.
Davanti troviamo la nuovissima RXF 36 Coil da 160 mm (foto sopra) accoppiata a un TTX 22. Tarature differenti, però, per i due giovani piloti, secondo quanto ci hanno riferito in Andreani: «Denny ci ha confidato che preferisce un setting più morbido rispetto a quello utilizzato da Alex».
La trasmissione prevede poi per entrambi una corona ovale da 34 denti, mentre sulla ruota posteriore troviamo il sistema DeanEasy a doppia camera d'aria che garantisce una valida protezione anti foratura, consentendo tra l’altro una pressione molto bassa del pneumatico per aumentare la trazione sui fondi difficili.
Così montata, il peso della bici è di circa 14 Kg.
Santa Cruz Hightower (non ancora la versione Lt) in versione 29” (a meno di cambiamenti dell’ultimo istante) per il capitano Bruno Zanchi del team Airoh Ion Santa Cruz, per l’occasione allestita con una forcella Formula Selva da 160mm con taratura personalizzata (valvola della compressione Hard, ma con regolazioni speciali per essere molto progressiva nei cambi di velocità e nei drop).
L’ammortizzatore, ancora una volta, è un Ohlins TTX 22, mentre la trasmissione è Sram con pacco pignoni Ingrid 46T10 (qui i dettagli) con corona anteriore da 34 denti.
Invece, il “local” Lorenzo Suding, campione italiano 2017 di enduro a Tavernerio, non prenderà parte alla gara di casa in quanto reduce da un infortunio.
Yeti Sb 6 (qui il test) per il veterano Davide Sottocornola (team Cico Bikes) che, nonostante i suoi 38 anni, è sempre lì a giocarsi le prime posizioni coi giovanissimi: grande Davide!
La bici monta una forcella Formula Selva da 170 mm di escursione e ammo a molla Ohlins TTX22.
La guarnitura è una leggerissima Race Face Next SL in carbonio con corona da 32 denti e pacco pignoni 11V da 10-42.
I dischi Corsa Estrema sono da 200 mm di diametro su entrambe le ruote, l’impianto frenante della Hope invece è abbinato a pastiglie organiche della Billet.
Le ruote Industry Nine Trail sono abbinate all’immancabile sistema DeanEasy che consente a Davide di scendere con pressioni molto basse: 1,5 bar all’anteriore e circa 1,7 al posteriore.
La bici così montata pesa attorno ai 13 kg.
Mondraker Dune Carbon XR per il team Gb Rifar Mondraker che schiera due campioni del calibro di Marco Milivinti e Matteo “Teo” Raimondi (foto sopra), quest’ultimo vincitore delle prime due tappe del Superenduro 2017 e del neonato trofeo 4Enduro.
Per affrontare al meglio le discesistiche Speciali di La Thuille “Teo” usa ruote Industry Nine con canale da 26 mm e freni Hope con dischi da 200 mm sia all’anteriore che al posteriore.
Per quanto riguarda le sospensioni monta una forcella Fox 36 da 170 mm con cartuccia Fit2 (la 170 gli dà più fiducia sui tratti scassati…) e un ammortizzatore a Fox Float X2.
All'interno delle coperture utilizza l’innovativo “salsicciotto” PTN (Pepi’s Tire Noodle) come sistema antiforatura, che gli permette di gareggiare a pressioni più basse per aumentare il grip anche sui terreni più scivolosi (1,3 bar all’anteriore e 1,6 bar al posteriore…).
La bici così montata pesa 14 kg.
Infine la Trek Slash 9.8 29 del team Red Bike che ha in Vittorio “Vitto” Gambirasio il suo pilota di punta.
La bici ha tutta componentistica italiana.
L’ammortizzatore è un Extreme Racing Shox Storia e la forcella è una Formula Selva da 160 mm.
La guarnitura è una FRM con corona da 34 denti e cambio a 11v con pignone finale da 42.
In gara il “Vitto” non usa sistemi antiforatura (anche se li sta testando durante le prove) perché le gomme Michelin che utilizza sono specifiche per la disciplina enduro e, quindi, “a prova di bomba”.
La bici pronto gara pesa circa 14 kg contro i 13,11 kg della bici “di serie”.
Fabio Fina, manager e responsabile meccanico del team Red Bike, ci ha confidato che la scorrevolezza di una bici da enduro non va ricercata solo nel contenimento del peso, bensì con i giusti serraggi che fanno sì che tutte le componenti scorrano più fluide tra loro.
Roba da pro’, però, visto che il ciclista della domenica spesso e volentieri gira con viti e bulloni serrati alla morte!
Una, anzi, tre riflessioni…
Alla fine di questo incredibile weekend di gara tre considerazioni si impongono alla nostra attenzione.
La prima: una volta su una bici da Enduro si cercava di più la leggerezza.
Oggi, con Speciali sempre più scassate e simili a delle piste da Dh, i piloti cercano la robustezza, la stabilità del mezzo e l’affidabilità dei singoli componenti, anche a discapito di qualche etto in più sull’ago della bilancia.
La Mondraker Dune Carbon XR standard, per esempio, pesa 12,9 kg senza pedali; quella del “Teo” ne pesa 14 kg.
Ancora, la Trek Slash 29 9.9 “standard” pesa 12,79 kg, mentre quella dei Lupato Brother’s, tra sospensioni a molla e pneumatici super rinforzati, arriva a 14 kg.
Due: questo è anche l’anno della consacrazione definitiva dell’ammo a molla sulle Enduro da gara.
I vantaggi?
Tanti: la maggiore scorrevolezza e sensibilità su piccoli ostacoli, per tenere il retrotreno sempre incollato al terreno, la costanza delle prestazioni anche con sollecitazioni intense e ripetute; e poi il comportamento “burroso” (“plush” come direbbero gli inglesi) della molla sugli ostacoli non è lontanamente comparabile con la risposta di un ammortizzatore ad aria, per quanto ottimi progressi siano stati fatti in tal senso.
Inoltre, la molla aiuta non poco nelle Speciali più lunghe, perché mantiene una risposta sempre molto lineare anche in presenza di grossi ostacoli.
La terza: il "jolly" dei nuovi sistemi antiforatura
Quest’anno hanno permesso a tanti pro’ di finire le Speciali e salvare la gara (Teo Raimondi ne sa qualcosa…) anche con le gomme a terra: sto parlando dei vari sistemi antiforatura (DeanEasy, PTN, Schwalbe ProCore e, a breve, anche il Mr Wolf Banger) che, al di là degli accorgimenti tecnici utilizzati (doppia camera piuttosto che mousse in stile motociclistico) assicurano comfort, grip e confidenza con la guida a livelli mai visti prima su una Mtb.
Su questo argomento, però, torneremo in maniera più dettagliata.
E adesso lasciamo la parola al cronometro: domani si gareggia e La Thuile sarà lo scenario di una gara epica.
Qui i dettagli del 3º round del Superenduro
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Sull'autore
Francesco Savona
Mi affascina il mondo delle e-bike, soprattutto quello legato alle bici da trail e da enduro, specialità nella quale ho corso per qualche anno, quando ancora l'elettrico non esisteva. Ma sono anche un amante dei lunghissimi giri alpini, per intenderci quelli epici, da bici in spalla... Ho anche un trascorso professionale ventennale nell'ambito editoriale delle moto