Su quali componenti si può fare a meno del carbonio?

Simone Lanciotti
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Su quali componenti si può fare a meno del carbonio?

Simone Lanciotti
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Su quali componenti si può fare a meno del carbonio?
Risposta secca: sono 3.

Però è d’obbligo una premessa: ci riferiamo all’ambito "non performance”.
Nell’ambito performance (sia strada che Mtb), infatti, la fibra di carbonio rappresenta un vantaggio innegabile.
Tanto sui telai, quanto sui componenti.

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Leggera (o anche leggerissima), rigida (in misura modulabile dal costruttore), plasmabile in forme anche ardite e durevole nel tempo (ne abbiamo parlato qui), la fibra di carbonio ha un mix di virtù davvero difficile da battere.
E che, sui telai, diventa particolarmente necessario-proficuo negli ambiti racing (leggasi cross country ed enduro-enduro elettrico).
Le cose cambiano, però, se ci si concentra sui componenti e si considera un uso non racing.

Quindi, a chi serve davvero la fibra di carbonio?

Sui telai, potendosela permettere, a tutti, mentre sui componenti le cose stanno in modo molto diverso. In un modo molto diverso rispetto a come la bike industry ce l’ha proposta fino ad oggi.

L’industria della bici, infatti, la utilizza da decenni in grandi quantità e soprattutto in grandi varietà, con il risultato che la “fibra di carbonio” è un materiale con prestazioni molto, molto disomogenee.
Esse, infatti, dipendono dal metodo di lavorazione, dal tipo di resina e dal tipo di fibre di carbonio utilizzate e soprattutto dalla finalità per la quale si costruisce un dato elemento con questo materiale.

Un conto è un manubrio e un conto è una pedivella.
E qui entriamo nel nocciolo della questione…

Su quali componenti si può fare a meno del carbonio?

Se parliamo di ambiti non performance i componenti sono essenzialmente tre: 

  • - manubrio
  • - pedivelle
  • - cerchi

In ambito performance la suddetta lista cambia. Ma torniamo ai tre componenti di sopra, ossia manubrio, pedivelle e cerchi, e analizziamoli nel dettaglio, tenendo sempre a mente la finalità ludica e non agonistica della Mtb o della e-Mtb. 

Il manubrio in alluminio

A parità di misure, un manubrio in fibra di carbonio è più leggero e più capace nel filtrare le vibrazioni rispetto a uno in lega d’alluminio.
Questo beneficio è avvertibile, ma dipende fortemente dalla larghezza del manubrio: più il manubrio è largo (diciamo 780-800 mm) e meno questa differenza è significativa.
E i manubri così larghi sono uno standard oggi nell’enduro, elettrico e non, e nel trail riding, elettrico e non.

E sul fronte peso?

La differenza c’è e non è marginale, perché si passa dai 220 gr di una piega da 780 mm di larghezza in carbonio ai 340-350 gr di una piega di analoga larghezza e valore di rise in lega leggera.
Ma parliamo pur sempre di 200 grammi…

Senza dimenticare il prezzo: dal carbonio alla lega leggera il prezzo cala di un 150-200-250%.
E quindi è il prezzo il fattore realmente significativo.

I cerchi in alluminio

Qui la fibra di carbonio ha fatto passi da gigante diventando il materiale d’elezione per i prodotti di gamma alta e medio-alta.

Ma di pari passo sono andati anche i cerchi in lega leggera che hanno beneficiato degli sviluppi portati avanti sui modelli in composito.
E’ cresciuta la larghezza, si è ridotta l’altezza, profilo hookless e disegni sempre più asimmetrici.

Su quali componenti si può fare a meno del carbonio
Le ruote Mavic e-Deemax di serie sulla Mondraker Crafty Carbon XR

Il peso, se parliamo di cerchi per un uso trail-enduro, a parità di larghezza interna (30 mm), non cambia tantissimo: si passa da 450 gr a 580 gr, circa.

Pochi, direte, ma sulla guida influiscono molto.
Perché?

Il cerchio è posizionato nella periferia di una massa rotante e quindi il peso del cerchio influisce in modo diretto sull’inerzia della ruota, ossia sulla sua prontezza nel cambiare direzione e velocità.
Cioè, in poche parole, il cerchio influisce sulla dinamica di guida della Mtb molto più di un manubrio o di una pedivella e quindi la sua leggerezza è un fattore da tenere in attenta considerazione.

Su quali componenti si può fare a meno del carbonio
I cerchi 9 Wave Flex 35E in fibra di carbonio: qui i dettagli

Quindi, non solo nell’Xc, ma anche in ambito trail-enduro-e-Mtb i cerchi in fibra di carbonio sono un vantaggio non trascurabile rispetto a quelli in alluminio.
Che dalla loro hanno, però, costi più bassi e tecnologie costruttive comunque molto valide.

Le pedivelle in alluminio

La pedivella è un componente che in ambito trail-enduro è molto soggetto a impatti, graffi e sollecitazioni intense (leggasi atterraggi). 
E’ uno scenario che rende la fibra di carbonio proficuamente applicabile, sì, ma rinunciando in parte al suo tipico vantaggio della leggerezza.


Quindi, il peso cambia di poco (diciamo di 100-120 gr a parità di lunghezza) rispetto ad una in alluminio, ma il costo di quest'ultima può scendere in maniera drastica, anche dell’ordine del 400%.
Da valutare con molta attenzione…

In conclusione…

In un precedente articolo ho spiegato che i telai da Mtb ed e-Mtb in lega leggera sono un’opzione che è percepita da molti come “eccessivamente di ripiego”.
Ma in maniera erronea.
Il discorso si estende anche ai componenti e in questo articolo ne ho identificati 3, ovvero manubrio, cerchi e pedivelle, per l’ambito trail-enduro (elettrico e non).

La conclusione è abbastanza chiara: la fibra di carbonio mantiene un vantaggio sulla leggerezza che diventa realmente utile-proficuo solo sui cerchi.

Su pedivelle e manubrio c’è, ma deve fare i conti con un prezzo che aumenta in modo anche significativo.
Spero che dopo aver letto questo articolo abbiate una migliore consapevolezza su cosa scegliere al momento dell’acquisto.

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Sull'autore
Simone Lanciotti

Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.

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