Stacco di fine stagione: sì o no? Ne abbiamo parlato con un coach

Daniele Concordia
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Stacco di fine stagione: ha senso farlo oppure no?
Una domanda che è lecito porsi, visto che stanno cambiando alcune tendenze nel mondo dell'allenamento, sempre più legato alle evidenze scientifiche e sempre meno radicato alle “credenze” tramandate da ciclisti e preparatori di un tempo.

Stacco di fine stagione
Foto Instagram di Nino Schurter



Fino a qualche anno fa, lo stacco completo durante la “offseason” era quasi obbligatorio per ciclisti e bikers di tutti i livelli, che riposavano una, due, tre settimane (a volte anche di più), con l'obiettivo di “rigenerarsi” prima di tornare a faticare...
Ma cosa c'è di vero in questa affermazione?
Che differenze ci sono tra amatori e professionisti?
Come gestire al meglio lo stacco di fine stagione?

Ne abbiamo parlato con Matteo Lonati, dottore in Scienze Motorie e preparatore atletico molto affermato nel mondo della Mtb.

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Matteo Lonati

- Ciao Matteo, negli ultimi anni il punto di vista di atleti e preparatori nei confronti della “offseason” sembra sia un po' cambiato. È così?
- Ciao a tutti. Lo stacco di fine stagione è ancora molto gettonato, ma è importante distinguere la necessità fisica e quella psicologica. La necessità fisica proviene da un corpo che è stato altamente stressato durante la stagione e presenta sintomi ben chiari, come perdita di massa magra e grassa, profilo ormonale compromesso, calo dei propri parametri di performance atletica. A livello psicologico, la voglia e il bisogno di dedicarsi ad altre passioni e/o voler dedicare del tempo a tutto quello che la bici ha portato a trascurare. Poi è doveroso fare una distinzione tra professionisti e amatori.

Stacco di fine stagione
Spesso si arriva a fine stagione davvero esausti. Foto di Wilier-Pirelli.

- Spiegaci meglio
- Il professionista deve staccare al 100%, perché ha delle necessità sia fisiche che psicologiche. Soprattutto a livello fisico deve ritrovare una situazione di calma e destrutturare tutto il lavoro fatto in stagione, che spesso è a tetto per volume, intensità e densità, per poi ricostruire.
Per l'amatore è più un aspetto psicologico, perché a livello fisico difficilmente raggiunge stressor biologici che necessitano un reale stacco.

Stacco di fine stagione
Foto Instagram di Nino Schurter

- Amatori vs professionisti: quali differenze pratiche ci dovrebbero essere nello stacco di fine stagione?
- Facendo riferimento al solo “stacco”, inteso come totale riposo, il professionista può permettersi più giorni e concedersi eventualmente qualche sgarro maggiore a livello alimentare, perché successivamente avrà tutto il tempo per ricostruire. L’amatore, se esagera con lo stacco va incontro ad un de-allenamento e/o a un peggioramento della propria composizione corporea, che poi ci metterà più tempo a recuperare, non potendo fare soltanto l’atleta nel periodo successivo.

- In base a quali parametri si decide se fare o non fare un “vero” stacco ed eventualmente la sua durata?
- Parametri biologici verificati tramite esami ematici, spettro ormonale in combinazione con la stanchezza percepita e la semplice voglia di fermarsi. Bastano 7-15 giorni per avere un buon rigenero e ripartire motivati.

- Riposo completo o attività alternative? Eventualmente, quali sarebbe meglio praticare in questa fase di transizione?
- Personalmente preferisco un rallentamento e non un vero e proprio stacco, o al massimo 7 giorni di riposo totale. L'ideale sarebbe praticare un'attività alternativa in cui viene comunque stimolata la componente aerobica e magari anche la componente forza. Per il ciclista, le più utili sono le camminate in montagna e la corsa in salita.

Stacco di fine stagione
Foto di Red Bull Content Pool

- Secondo la scienza e secondo la tua filosofia, quale dovrebbe essere la durata minima e massima per far sì che lo stacco di fine stagione aiuti a rigenerarsi senza avere un calo di condizione eccessivo?
- In sette/dieci giorni la performance di endurance cala, l’abilità di utilizzare ossigeno peggiora di un 4-10% e di conseguenza anche il massimo consumo d’ossigeno, indipendentemente dal livello raggiunto dall'atleta. Avviene anche una perdita di un 5-8% nella forza (componente massimale) e sopra i dieci giorni i cali sono ancora più importanti.

- Lo stacco di fine stagione va adattato in base all'età dell'atleta? Ovvero, andando avanti con gli anni bisogna cambiare qualcosa?
- Andando avanti con gli anni è più importante ridurre o non fare un totale stacco, per evitare l'eccessiva perdita di massa magra e contrattile. Lo stacco dalla bici potrebbe essere sostituito da alcuni lavori sulla forza in palestra, ad esempio. La componente forza, infatti, negli atleti meno giovani diventa il reale fattore limitante.

Stacco di fine stagione
Sono sempre di più i professionisti che staccano poco durante la offseason, preferendo un rallentamento ad una vera interruzione dell'attività. In questi casi, pedalare con la e-Mtb può essere utile e piacevole.

- Quali sono gli errori più frequenti che si fanno nel periodo di stacco, principalmente tra gli amatori e tra i ragazzi giovani?
- Non godersi lo stacco, ovvero fermarsi ma attuare restrizioni alimentari perché si ha paura di prendere peso. Se si stacca, invece, bisogna rigenerarsi a pieno e non togliere uno stress (allenamento) per crearne un altro...

- Quindi non bisogna cambiare nulla nell'alimentazione?
- Sicuramente bisogna ridurre l’introito calorico introdotto rispetto al periodo in cui si è particolarmente attivi, ma senza restrizioni esagerate. Le strategie sono soggettive ed andrebbero condivise con un nutrizionista.

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- Quali “segnali” dovrebbe lanciare l'organismo nel momento in cui è pronto per tornare a faticare?
- Siamo pronti a tornare in sella quando subentra la noia, si sente la necessità di iniziare a muoversi, è sparita la sensazione di affaticamento cronico e gli eventuali sintomi di rigidità muscolare. Solitamente avviene anche un sostanziale miglioramento del sonno e aumenta l’appetito: questo è il segnale che si è raggiunta una “omeostasi” completa ed è ora ti tornare a stressare il proprio organismo. Un allenatore tiene conto anche di parametri come l’andamento della HRV (variabilità della frequenza cardiaca), FC Basale (frequenza cardiaca a riposo), esami ematici (innalzamento di alcuni marker) e dei feedback dell’atleta.

RICAPITOLANDO...

Lo stacco di fine stagione è quasi sempre necessario, ma la sua durata e la sua modalità di esecuzione dipende molto dalla situazione soggettiva dell'atleta.
Chi arriva da una stagione lunga, impegnativa e con tante gare all'attivo avrà sicuramente bisogno di uno stacco più deciso, mentre chi ha corso poco e/o non ha nelle gambe tante ore di allenamento potrebbe aver bisogno di uno stacco meno netto ed una ripartenza più ravvicinata.
Il nostro consiglio è ascoltare le sensazioni ma, se avete in mente di intraprendere una programmazione accurata, ascoltate anche il consiglio di un preparatore. Quest'ultimo, grazie alla sua esperienza e all'aiuto della tecnologia, sarà in grado di monitorare al meglio le condizioni di stanchezza dell'atleta e di somministrare il giusto periodo di stacco.

Qui gli altri articoli sull'allenamento.

Qui gli altri articoli in cui abbiamo coinvolto Matteo Lonati.

Per contattare direttamente Matteo Lonati visitate il suo sito internet o la sua pagina Instagram.




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Sull'autore
Daniele Concordia

Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.

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