MONTEREY - Il nostro è uno sport giovane.
E’ nato circa 30 anni fa, non è il più conosciuto, né il più praticato del mondo, ma è uno sport che ha una storia.
L’evoluzione è un elemento che è legato fortemente alla storia.
Ogni tassello, ogni novità, piccola o grande che sia, dà la sua spinta all’evoluzione e segna la direzione della storia.
Andiamo avanti, senza dimenticare ciò che siamo.
La chiami nostalgia, la chiami maturazione oppure, appunto, evoluzione, ma di fatto siamo sempre in movimento.
E poi succede che all’improvviso ti guardi indietro e ti accorgi che sono passati più di 20 anni da quando hai iniziato a pensare a questo mezzo meccanico.
La mountain bike.
E’ successo alla Sea Otter Classic, davanti a una bici che è stata strapazzata da un motore senza fine come Ned Overend sui percorsi di Coppa del mondo all’inizio degli anni Novanta.
Si chiama Specialized S-Works M2 e ha le tubazioni in lega leggera e una innata personalità.
Davanti la S-Works M2 e dietro la S-Works Epic Ht in versione speciale esposta alla Sea Otter Classic
All’epoca era il massimo che si potesse chiedere per gareggiare e tale è rimasta per molti anni.
Nello stand della Specialized alla Sea Otter Classic fa bella mostra di sé accanto alla più moderna e brillante S-Works Epic Ht World Cup in versione Ned Overend Replica.
Guardare la S-Works M2 significa voltarsi indietro, tanto indietro negli anni, e questo inevitabilmente riaccende la galleria dei ricordi…
I particolari della bici meritano di essere guardati più da vicino.
Seguiteci…
Le leve freno nel 1991 non erano di certo corte come quelle attuali, visto che la frenata con i cantilever richiedeva molta più forza e quindi coinvolgeva due, tre o quattro dita addirittura. Altri tempi. Queste leve avevano un riporto in gomma per migliorare il grip, ma il riporto finiva per staccarsi in breve tempo. Il comando del deragliatore era di tipo thumb shifter, cioè si attuava con il pollice, in barba ad ergonomia, facilità d'uso, comodità e via dicendo...
L'alluminio M2 di questa bici era, per l'epoca, quanto di più raffinato esisteva e rendeva il telaio più leggero di uno in acciaio, cioè il materiale più usato all'epoca.
Suntour agli esordi della Mtb era un marchio di tutto rispetto e competeva ad armi pari con Shimano e Campagnolo. Ecco i famosi freni cantilever, accreditati di una potenza maggiore rispetto agli Shimano. Poi Shimano inventò i V-brake e tutto cambiò...
La forcella è una Future Shock, cioè un marchio di Specialized riservato alle sospensioni e che oggi ritroviamo sulla nuova Specialized Roubaix. Parliamo di sospensioni con elastomeri (cioè polimeri sintetici) come elemento elastico. Siamo proprio agli albori...
La lega in questione si chiamava Duralcan
I cantilever posteriori della Suntour erano dotati di una sorta di booster che amplificava la potenza frenante. L'effetto però era appena avvertibile...
Il cambio Suntour Xc Ltd era il top per l'epoca: gabbia lunga e design canonico per quei tempi
Non fate caso all'allestimento di questa bici: i freni avevano un tirante posizionato molto più in alto rispetto a quello che vedete in questa foto. I freni V-brake avrebbero rivoluzionato il modo di frenare in Mtb. Prima dei freni a disco...
I fermapiedi. Le cinghiette. Le gabbiette. O chiamateli come volete, ma una volta questi erano i pedali per le Mtb, direttamente ereditati dalle bici da strada e da ciclocross. Il fermapiedi potevano essere di plastica (come nella foto) oppure in metallo e oggi questo tipo di pedali è molto ricercato dai collezionisti. Verso la fine del 1990, però, Shimano introdusse il pedale a sgancio rapido Spd, uno degli standard più longevi nella Mtb.
Un dettaglio sulla guarnitura Suntour Xc Pro Micro Drive: le corone erano da 42-32-20 in luogo delle più popolari 48-38-28. In questo modo si aumentavano la distanza fra terreno e corona e la leggerezza complessiva della trasmissione. Infatti, l'adozione di corone più piccole permetteva anche l'uso di pignoni più piccoli e quindi più leggeri.
Un'altra icona della Mtb, le gomme Specialized Ground Control, molto diverse dalle attuali. Difficile dire quante ne abbia vendute Specialized di gomme come questa...
Dal Giappone, una volta, arrivavano anche i cerchi, in lega leggera e con una larghezza che, all'inizio, era del tutto paragonabile ai cerchi larghi di oggi. Uno dei produttori più in voga del momento era Araya, ancora attivo oggi, ed è probabile che Specialized si appoggiasse proprio a questo produttore per i propri cerchi.
Quasi nessun telaio oggi può più vantare una simile origine. Ad eccezione di alcuni marchi di nicchia e dei produttori di telai in titanio, in acciaio e in lega (ma solo alcuni) la produzione mondiale di telai avviene in Oriente e a iniziare furono proprio i marchi americani della Mtb e poi tutta l'industria della bici in generale.
70 cm? 60 cm? Macché! Qui arriviamo sì e no a 50 cm di larghezza...
Il manettino del cambio Suntour aveva un funzionamento indicizzato che all'occorrenza poteva funzionare "manualmente", cioè senza lo scattino. Anche qui parliamo di un'altra era geologica...
Questa bici appartiene a un collezionista di Morgan Hill, ma il museo di Specialized è comunque ben fornito, ricordate?
E sullo sfondo cosa c'è? C'è l'ultima erede della Specialized S-Works M2, ossia la S-Works Epic Ht con una colorazione che celebra proprio gli anni d'oro di Ned Overend. Non sapete chi è costui? Leggete qui...
Allo stand Specialized era presente, appunto, una delle bici più ammirate di tutta la Sea Otter Classic, ossia la Specialized S-Works Epic Ht in versione Ned Overend Replica.
E infatti eccolo qui...
La bici, in sostanza, è identica per allestimento alla versione S-Works che abbiamo provato ieri, ma la colorazione è davvero emozionante.
La forcella RockShox Sid e le ruote Roval Control Sl ricordano i componenti originali della S-Works M2...
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia.
E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina.
Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.
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