Le sospensioni elettroniche, ovvero le sospensioni a controllo e gestione elettronica, hanno fatto la loro timida comparsa una decina di anni fa, ma solo negli ultimi 2 anni (vedi Fox Live Valve e RockShox Flight Attendant) hanno acquisito una certa popolarità.
Ancora molto piccola, ma sicuramente più entusiastica grazie ad un’efficienza finalmente valida.
Mi riferisco in particolare al sistema di RockShox che al momento è il riferimento nel settore Mtb, ma Fox, come si vede in queste foto e da quanto si capisce dai rumor che circolano nell’ambiente, sta lavorando a una versione più evoluta ed efficace del sistema Live Valve.
Sì, al momento le sospensioni elettroniche restano un’opzione destinata alle bici di alta gamma, ahimè, e sono sistemi che solo pochi fortunati appassionati, per ora, possono dire di conoscere.
E apprezzare.
Viste da fuori, sulle sospensioni elettroniche se ne leggono di tutti i colori:
“Un’inutile complicazione elettronica”
“Perché aggiungere elettronica su un mezzo che è nato senza elettronica”
“E’ solo un modo per farci spendere più soldi”
Forse è tutto vero, ma allo stesso tempo non lo è.
Benvenuti algoritmi. O forse no…
Richie Rude sta testando sulla sua Yeti 160E quello che sembra essere il prototipo ufficiale del nuovo Fox Live Valve.
Sembrerebbe senza fili, finalmente, e, ne siamo certi, anche con un funzionamento più evoluto ed efficiente di quello attuale.
Parliamo comunque di un sistema (del quale non conosciamo ancora i dettagli ufficiali) governato da sensori, servomotori elettrici e software, cioè algoritmi.
Cioè righe di codice che determinano il comportamento della sospensione in determinate condizioni.
Vi sembrano robe dell’altro mondo?
Se state per rispondere di sì, vi invito prima a guardarvi intorno, ad entrare nella vostra auto, ad afferrare il vostro smartphone oppure, se siete particolarmente fan della tecnologia, a gestire il pannello della domotica di casa vostra.
Quindi, non è roba dell’altro mondo…
L’elettronica aiuta quando…
…quando costa poco, direte voi.
E mi aggiungo al coro.
Ma prima di costare poco deve superare una serie di passaggi, più o meno obbligati.
Prendiamo le sospensioni elettroniche, ma il discorso lo si potrebbe estendere anche al cambio elettromeccanico.
Prima fa il suo debutto sull’alto di gamma e i prezzi sono alti.
Poi inizia ad estendersi anche sui modelli di prezzo più basso e, magari, nel frattempo anche sul mercato spuntano soluzioni analoghe di marchi competitor.
A quel punto diventa di uso più o meno comune e il prezzo è diventato molto più accessibile.
Ma serve del tempo, come potete immaginare, e nel frattempo è già arrivato qualcos’altro e si ricomincia daccapo.
Quindi è più corretto dire che l’elettronica è di aiuto quando fa qualcosa che a noi richiede tempo, concentrazione ed esperienza.
Le sospensioni elettroniche si stanno indirizzando proprio in quella direzione, cioè comprendere e anticipare le necessità del biker in base alle condizioni di marcia, ma sempre, per ora, con la possibilità da parte dell’utente di imporre il suo controllo.
Pensa solo a pedalare e guidare
Di base è questo il concetto.
Le mani restano sempre sul manubrio e non ci si distrae a cercare pomelli e levette, potendo contare su un sistema intelligente che non sbaglia mai.
O quasi mai.
E se lo fa, commette comunque errori veniali.
Questa, ve lo anticipo, è una delle conclusioni a cui sono arrivato dopo aver testato in lungo e in largo il Flight Attendant (a breve vi dirò).
Non sbaglia e fa un ottimo lavoro.
Al punto che, sì, lo vorrei avere sulla mia bici.
E’ indispensabile?
No, non lo è.
Così come non lo è il cambio elettromeccanico.
Ma è il primo passo di un’evoluzione che ci porterà un giorno ad avere molti più servomotori sulle bici, anche dove oggi pensiamo non servano.
Niente è indispensabile fino a quando non ti abitui ad usarlo.
Guardando le cose con più lungimiranza potrei dire che i gingilli elettronici super costosi di oggi un domani saranno merce di costo più abbordabile.
Quindi, se state inveendo contro l’elettronica sulle Mtb pensateci prima due volte: oggi lasciatevi stupire, perché domani inizierete a giocarci anche voi. 😉
Per informazioni Sram.com/RockShox e RideFox.com
PS: se volete provare il sistema RockShox vi segnaliamo l'evento ufficiale organizzato da RockShox stessa: leggete qui
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.