Quello sulla larghezza del manubrio da Mtb è un dibattito sempre aperto, che si fa più acceso quando le bici si evolvono, cambiano i percorsi e il modo di guidare.
Prima di scendere nei dettagli bisogna fare una premessa: la larghezza del manubrio da Mtb è un parametro molto soggettivo e non esiste una misura ideale. Per capire qual è il giusto valore per le proprie necessità bisogna valutare diversi aspetti e fare qualche tentativo.
Di seguito, analizziamo i parametri prendere in considerazione.
CORPORATURA
A differenza della strada, in Mtb non c'è una correlazione molto stretta tra la larghezza delle spalle e quella del manubrio, ma in generale i riders con corporatura minuta tendono a scegliere delle pieghe leggermente più strette, per ovvi motivi di ergonomia e giuste proporzioni.
Ci sono però delle eccezioni, date dal fatto che un manubrio più largo (ossia una leva maggiore), richiede meno forza nei cambi di direzione, quindi è favorevole per chi ha poca forza su spalle e braccia, ad esempio le donne o i ragazzi giovani che fanno enduro o Dh.
Non a caso, quasi tutte le ragazze che corrono nel downhill usano delle pieghe molto larghe, a volte più larghe di quelle usate dagli uomini.
Di base, quindi, la larghezza del manubrio da Mtb è correlata alla corporatura, ma nei casi in cui c'è una carenza di forza e si devono affrontare percorsi molto veloci e impegnativi, si può scegliere una piega più larga per migliorare il controllo del mezzo.
SPECIALITÀ
L'aspetto più importante nella scelta del manubrio da Mtb riguarda proprio la specialità praticata.
Nel cross country, fino a qualche anno fa raramente si andava oltre i 70 cm, mentre adesso quasi tutte le bici di serie montano un 76 cm, da tagliare in base alle proprie necessità.
Ma perché le pieghe sono sempre più larghe?
Tutto è nato con l'esplosione delle 29 pollici: una ruota più grande richiede più forza nella sterzata e una leva maggiore aiuta parecchio. Con le geometrie moderne (sterzo sempre più aperto) si è amplificato il tutto, perché il manubrio largo aiuta a caricare di più l'anteriore e alcune bici da Xc rendono al massimo solo se guidate in questo modo.
Di base, quindi, se fino a qualche anno fa la piega larga era una priorità solo nel Gravity, oggi è la realtà anche nell'Xc e nelle Marathon.
Ma trattandosi pur sempre di specialità in cui la pedalata riveste il ruolo principale e in cui è importante anche la maneggevolezza nello stretto, bisogna trovare il giusto compromesso.
Avete notato che quasi tutti i top riders dell'Xc usano manubri più stretti, rispetto agli amatori?
Nino Schurter usa addirittura un 68-69 cm, eppure non è proprio esile...
Il motivo principale riguarda l'ingombro: per districarsi nelle partenze di gruppo e per evitare di sfiorare gli alberi nei sentieri più stretti, una piega più stretta è l'ideale.
Inoltre, questi atleti sono molto allenati fisicamente ed hanno una tecnica che gli permette di compensare anche quel piccolo “handicap” che potrebbe offrire una leva minore.
L'amatore deve ragionare in modo diverso, cercando di trovare quel giusto compromesso tra ingombro, agilità e controllo del mezzo. Le misure più utilizzate vanno dai 72 ai 74 centimetri, salvo casi particolari (vedi corporature molto esili o molto robuste) che ampliano leggermente il range.
In generale, nell'Xc/Marathon non si scende sotto i 70 cm e non si va oltre i 76.
Anche nel trail/enduro è importante il fattore ingombro, ma aumentando le velocità raramente si scende sotto i 73-74 centimetri. Anzi, a volte si arriva anche ai 78 cm.
In questo caso è importante anche valutare la correlazione tra larghezza e diametro delle ruote: le 27.5” sono ancora presenti nel trail riding e in genere con una ruota più piccola si avverte meno la necessità di una piega manubrio molto ampia.
Chiudiamo con la Dh, una specialità in cui le pieghe arrivano anche a 80 cm di larghezza.
La velocità è alta, le piste sono molto larghe e c'è bisogno della massima stabilità, di un controllo ottimale dell'anteriore e anche di un maggior assorbimento delle vibrazioni.
Anche qui esistono delle eccezioni, ad esempio su piste lente e con tanti alberi si può decidere se accorciare leggermente il manubrio, ma in generale da 76 a 80 cm sono le misure più utilizzate, sia tra gli uomini che tra le donne.
GEOMETRIE DEL TELAIO
Abbiamo sfiorato l'argomento nei paragrafi precedenti, ora andiamo più a fondo.
Le Mtb di qualche anno fa erano più “chiuse” di sterzo, più compatte e meno capaci in discesa.
Attualmente, tutte le Mtb (a prescindere dalla categoria) sono più lunghe, più basse e più aperte di sterzo, donano più sicurezza in discesa e invitano ad andare più veloce.
La velocità e le capacità più elevate richiedono però un controllo maggiore nella zona di sterzo, proprio per questo motivo i manubri sono più larghi rispetto a qualche anno fa.
Se volete cambiare la larghezza del vostro manubrio, vi consigliamo quindi di valutare bene le geometrie del telaio, principalmente quelle dell'angolo di sterzo e del reach: con reach lungo e sterzo più aperto potrebbe essere meglio una piega più larga, con reach compatto e sterzo più chiuso potrebbe andar bene anche una piega più stretta.
Come vedete abbiamo usato il condizionale, perché resta sempre il discorso della soggettività, ma in linea di massima questo può essere un ulteriore parametro di valutazione.
Ma c'è un altro dettaglio che bisogna valutare: la larghezza del manubrio è strettamente correlata alla lunghezza dell'attacco. Se decidete di allargare la piega dovete prendere in considerazione una pipa più corta (1 cm può bastare), che permette di mantenere la stessa posizione dei gomiti (leggermente piegati, mai troppo distesi) e del busto, senza compromettere l'assetto totale sul mezzo.
Viceversa, se tagliate il manubrio montate un attacco più lungo. E qui torna l'esempio di Nino Schurter, che guida con una piega molto stretta (68-69 cm) ma usa anche un attacco più lungo della media (90 mm).
STILE DI GUIDA E NECESSITÀ
Tutte le “regole” elencate finora, in molti casi potrebbero crollare, per fare spazio all'istinto e alle convinzioni che ognuno di noi inevitabilmente si costruisce nel tempo.
Pensateci bene: chi riuscirebbe a convincere Nino Schurter o Loic Bruni (due nomi a caso) a montare un manubrio più largo o più stretto?
E soprattutto, perché farlo se si trovano alla grande così?
Come abbiamo detto più volte, il manubrio è un componente molto personale, la scelta della sua larghezza dipende dallo stile di guida, dalla sensibilità, dalle necessità e da tante piccole sensazioni “intime” che aumentano o riducono il piacere di guida.
Prendiamo due riders con la stessa statura, stesso peso e stessa bici: a rigor di logica, la larghezza ideale del manubrio dovrebbe essere la stessa, giusto?
Invece non è detto, perché se uno dei due guida in modo più aggressivo e avanzato e l'altro in modo più prudente e arretrato, probabilmente le esigenze saranno diverse.
Tuttavia, un punto di partenza per capire la larghezza ideale del proprio manubrio potrebbe essere il test dei piegamenti sulle braccia (chiamati erroneamente flessioni): fate qualche piegamento a terra cercando la posizione più naturale dei palmi, poi prendete la misura tra le parti esterne delle due mani. Questa potrebbe essere la larghezza ipotetica del vostro manubrio, dalla quale iniziare a valutare tutti gli altri parametri.
IN CONCLUSIONE...
Scegliere la larghezza del manubrio da Mtb può risultare facile per i bikers più sensibili e/o esperti, ma può mettere in confusione chi si conosce poco, proprio perché la questione è molto soggettiva.
Per capire quale misura fa al caso vostro tenete a mente le nostre indicazioni, poi fate dei tentativi e valutate in quale configurazione vi sentite più a vostro agio, non solo in discesa ma in tutte le situazioni di guida.
Una raccomandazione: se cercate una presa più stretta non tagliate subito il manubrio, perché se sbagliate misura dovrete necessariamente sostituirlo, quindi andate per gradi provando a spostare le manopole verso l'interno e procedete con il taglio solo quando avrete trovato il giusto feeling.
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Sull'autore
Daniele Concordia
Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.