Oltre alla nuove Nomad e Strega, il marchio californiano ha lanciato una inattesa gamma di ruote con cerchi in fibra di carbonio denominata Santa Cruz Reserve, le cui caratteristiche tecniche e prestazioni ne fanno un prodotto di assoluto rilievo.
Santa Cruz anche questa volta ha fatto le cose per bene, non limitandosi ad acquistare un cerchio in fibra di carbonio da un produttore orientale, ma sfruttando la sua esperienza in fatto di composito alla quale ha aggiunto i feedback di una gamma di atleti e ambassador senza eguali al mondo.
Da Josh Bryceland a Iago Garay e Mark Scott fino a Danny MacAskill.
Garanzia a vita, per la prima volta sulle ruote
Prima ancora di entrare nei dettagli tecnici è il caso di mettere in evidenza il servizio di assistenza a vita che Santa Cruz ha previsto su queste ruote: in caso di rottura del cerchio, sia per ragioni riconducibili a un difetto di produzione, sia in caso di danni dovuti a impatti contro rocce (quindi durante il normale uso delle ruote), Santa Cruz si occuperà di dare assistenza al cliente in tempi rapidissimi (dichiarati in 24 ore negli Stati Uniti) tramite uno staff dedicato alle ruote Reserve.
Il cerchio danneggiato verrà sostituito in garanzia.
Questo segna una svolta nell’ambito delle ruote con cerchio in fibra di carbonio e Santa Cruz è riuscita farlo grazie a una serie di novità sulla progettazione e sulla costruzione del cerchio.
Adesso entriamo nei dettagli.
Il posizionamento dei rinforzi
La struttura di un cerchio in fibra di carbonio richiede, secondo Santa Cruz, una serie di modifiche consistenti rispetto a quella di un cerchio in alluminio.
I fori delle nipples, infatti, sono stati rivestiti da uno strato aggiuntivo di fibra di carbonio ben visibile esternamente, permettendo alla nipples di resistere a trazioni e tensioni maggiori.
Un altro dettaglio importante riguarda lo spessore del cerchio.
E qui si è aggiunto materiale in maniera massiva sui bordi del cerchio, ossia sulla parte del cerchio che, in caso di impatto, subisce rotture.
La foto in basso illustra la differenza di spessore dei bordi, di tipo hookless, per un cerchio Reserve 30 27.5: ben 3,5 mm.
E passiamo alla parte interna del cerchio.
Qui Santa Cruz ha utilizzato tutta la sua esperienza nel costruire in maniera quanto più uniforme e regolare possibile la parte interna del cerchio, ossia quella che solitamente è invisibile all’occhio.
Applicare la fibra di carbonio in modo uniforme qui permette di raggiungere dei livelli di solidità molto elevati.
E i risultati che Santa Cruz dichiara sono molto lusinghieri arrivando quasi a raddoppiare la resistenza all’impatto rispetto ai migliori cerchi della concorrenza.
E nonostante i prodotti della concorrenza superino gli standard richiesti in fatto di resistenza, si è visto che nell’uso talvolta questi livelli di robustezza, per quanto molto alti, non risultano adeguati.
E’ questo uno dei motivi che ha spinto Santa Cruz a entrare nel settore delle ruote.
E nel farlo ha creato un laboratorio dedicato allo studio degli impatti sui cerchi, scoprendo che molto spesso gli impatti deleteri avvengono su un solo lato del cerchio e in laboratorio hanno ricreato questa situazione.
E sono andati anche un po’ oltre, mettendo alla prova i loro cerchi in carbonio con tensioni estreme dei raggi per verificare la bontà del rinforzo per le nipples.
Risultato? Si è rotto prima il raggio del cerchio…
Poi, una volta arrivati a una definizione più precisa del prodotto, hanno iniziato il lavoro di test dei prototipi in gara con il team Santa Cruz Sram nell’Enduro World Series e con Josh Bryceland, arrivando a fare cose che probabilmente non dovrebbero essere fatte con una bici…
Un esempio? Guardate Danny MacAskill in Wee Day Out.
Un profilo studiato a regola d’arte
Una parte del processo di sviluppo che ha richiesto molta attenzione riguarda la forma del profilo del cerchio.
In Santa Cruz hanno studiato una forma che rappresenta l’equilibrio ottimale fra rigidità e morbidezza, individuando nel rapporto 1,5:1 fra altezza e larghezza il valore corretto per le ruote Reserve.
Struttura asimmetrica
Non è una novità ovviamente, ma in Santa Cruz hanno ritenuto questa soluzione una strada da seguire.
La struttura asimmetrica della ruota permette di ottenere un migliore bilanciamento della tensione dei raggi sul lato sinistro e sul lato destro della ruota.
In sostanza decentrando di 4 mm il foro delle nipples sul cerchio si riesce ad avere un’inclinazione dei raggi più simile fra il lato sinistro e il lato destro della ruota.
Infatti, abbiamo sulla ruota anteriore un'angolazione dei raggi di 6,8° e 7,9° e di 7,1° e 5,9° sulla posteriore, cioè valori abbastanza vicini (e quindi omogenei) fra loro.
Inoltre, la struttura in fibra di carbonio del cerchio è concepita per far sì che il cerchio stesso riesca a resistere meglio alle forze di torsione che si vengono a generare durante il normale uso della bici.
Ogni ruota, per raggiungere questo livello di prestazioni, è costituita a mano con 28 raggi incrociati in 3ª, per migliorare robustezza e comfort.
I mozzi invece possono essere Dt Swiss 350 oppure Industry Nine Torch, mentre i raggi non a testa dritta sono Dt Swiss Competition Race mentre le nipples sono Sapim Secure Lock in Ergal.
In questo modo la manutenzione è più veloce e non richiede componenti o misure specifiche.
La gamma delle ruote Santa Cruz Reserve
Ed eccoci alla gamma completa delle ruote composta da 5 modelli, 3 con diametro di 29 pollici e 2 da 27,5”.
Il numero inserito nel nome, ad esempio Reserve 27, indica la larghezza interna del cerchio che può essere, appunto, di 25, 27 oppure 30 mm per le Reserve da 29” e di 27 e 30 mm per le Reserve da 27,5”.
Secondo Santa Cruz, le Reserve 25 da 29” sono pensate per un utilizzo Xc e quindi in abbinamento, ad esempio, con la Santa Cruz Highball; le Reserve 27 da 29” per il trail riding e quindi abbinabili alle Tallboy, Hightower e Joplin; infine le Reserve 30 da 29” sono per l’enduro.
Ecco di seguito la gamma Santa Cruz Reserve 29 pollici:
e questa la gamma Santa Cruz Reserve 27,5”:
Al momento non sono ancora noti i prezzi al pubblico, perché le ruote complete e i singoli cerchi in aftermarket arriveranno in autunno, mentre le ruote saranno disponibili come upgrade sulle Santa Cruz Nomad e sulle Juliana Strega a partire da luglio prossimo.
Come vanno le ruote Santa Cruz Reserve?
Durante il test della nuova Nomad il sottoscritto ha avuto modo di provare le nuove ruote Santa Cruz Reserve per 3 giorni molto intensi e su terreni tutt’altro che facili, sia per pendenza, sia per difficoltà tecnica.
Sassi smossi, scalini su roccia e pietre più o meno grandi sono lo scenario perfetto per mettere a dura prova l’integrità strutturale delle ruote con cerchio in carbonio.
Sono partito con qualche perplessità, lo confesso, perché visto che in passato i testi di ruote con cerchi in fibra non hanno avuto sempre esiti positivi, mi aspettavo di scrivere delle problematiche occorse durante la prova.
E invece, no.
Le ruote Santa Cruz Reserve hanno funzionato in modo impeccabile per i 3 giorni e per tutti i tester che le hanno provate.
Ossia, zero rotture.
Graffi e rigature anche profonde, ma nessun cedimento o danno, e c’è da star certi che durante questi 3 giorni fra la Francia e l’Italia nessuno s’è risparmiato…
La reattività delle ruote, abbinata a quella del nuovo telaio Nomad, ha permesso una guida molto disinvolta in discesa, soprattutto quando il sentiero era stretto (o molto stretto…) senza dare reazioni molto brusche.
Le gomme utilizzate, delle Maxxis Minion Dhf 3C Exo Tr DoubleDown da 2,5” davanti e Minion Dhr II Exo Tr DoubleDown da 2,4” dietro, hanno ampliato le capacità della bici, penalizzando solo in parte la maneggevolezza.
La resistenza alla torsione, comunque, è stata la dote che più ho apprezzato: quando si trattava di “spazzolare” un tornante stretto con la posteriore oppure di caricare l’anteriore per un nose press la riposta è sempre stata precisa, costante e prevedibile.
Certo, sono un upgrade di una certa consistenza economica sulle versioni premium delle Nomad e delle Strega, ma in quanto a prestazioni non hanno nulla da invidiare alle rivali più note e popolari (Enve su tutte).
Senza dimenticare la garanzia a vita.
In conclusione…
La Nomad è un netto cambio di traiettoria per Santa Cruz, ma allo stesso tempo è facile riconoscere il carattere delle bici californiane appena si sale in sella.
Le ruote invece sono una novità molto interessante e anche importante per Santa Cruz, perché vogliono mostrare alla bike industry di tutto il mondo che, grazie alla loro esperienza sul carbonio, sono in grado di produrre cerchi che innalzano di molto il livello qualitativo rispetto allo standard attuale.
Al punto da aggiungere anche la garanzia a vita, cosa che fino ad ora nessun produttore di cerchi in fibra aveva mai fatto.
E forse neanche mai pensato di fare…
Il test di 3 giorni è servito a farsi una prima idea sulle ruote Santa Cruz Reserve e il primo verdetto, di certo non definitivo, è però davvero molto lusinghiero.
Aspettiamo di poterle provare più a lungo e sui nostri sentieri abituali per esprimere un giudizio.
Per informazioni SantaCruzBicycles.com oppure Dsb-Bonandrini.com
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.