WHISTLER - Ci sono due rivoluzioni in corso nella Mtb: una si chiama 27,5 pollici e l'altra monocorona, anzi, 1x11, come la declinerebbe Sram che di fatto la sta portando avanti dallo scorso anno con l'XX1 e l'X01.
Sul diametro delle ruote ci siamo già espressi in diversi articoli (come questo), ma il mondo della trasmissione merita qualche attenzione in più.
L'1x11 è nato lo scorso anno ed è stato testato in gara su due tipologie di bici ben precise: Xc ed enduro.
Quello che sta succedendo è che questo sistema di trasmissione si sta allargando ad altri ambiti, come l'escursionismo e in qualche misura anche nel marathon, destando un forte interesse fra i costruttori, alcuni dei quali per il 2014 hanno iniziato a proporre telai pensati solo per il monocorona.
E' il caso della Specialized Epic World Cup, della Norco Sight Killer B Carbon, della nuova gamma Lapierre Zesty e Spicy e magari anche di altri marchi che vedremo a Eurobike.
Il commento del product manager di Norco riguardo all'1x11 è eloquente: una volta che lo provi non torni più indietro e allora ha poco senso proporre una bici che abbia ancora l'attacco per il deragliatore.
Quindi, il deragliatore è destinato a sparire?
Un futuro senza deragliatore?
E' qualcosa che molti rider auspicano, ma è anche qualcosa che molti temono, soprattutto coloro che fanno marathon e gare di lunga distanza.
Ma c'è un "ma": quanti di costoro hanno provato un sistema 1x11? E quanti hanno davvero realizzato che no, l'1x11 non è per le gare di lunga distanza?
Una sola corona davanti può destare perplessità sulle prime perché per abitudine il biker è abituato a vederne 2. Anzi, già passare da 3 a 2 ha rappresentato una svolta epocale, quindi è comprensibile che togliere un'altra corona possa destare reticenza.
Ma chi ha provato il nuovo sistema Sram ha scoperto che gli svantaggi in salita non sono così evidenti. E' vero, occorre maggiore attenzione nella scelta della corona (se è troppo piccola può penalizzare la velocità in pianura, ammesso che si riesca o si abbia bisogno di spingere la Mtb ad oltre 40 all'ora), ma è anche vero che si toglie peso alla bici e si riduce una ragione di stress per la catena derivante dall'azione del deragliatore.
Il fatto che alcuni marchi abbiano iniziato ad abbracciare con decisione l'1x11 conferma che il sistema funziona e può funzionare per schiere di utenti molto più eterogenee di quanto si credesse all'inizio.
Più facilità per chi è all'esordio
Una Mtb che ha 30 rapporti (nominali, perché quelli effettivi devono tenere conto della ridondanza di sviluppo metrico di alcuni incroci e di incroci di catena non consentiti) è più facile da usare di una che ne ha solo 11? Proviamo a porre la domanda ad una persona che ha iniziato oggi a pedalare e non ne sa nulla di incroci possibili e di incroci non leciti di catena.
Se questa persona si trovasse a gestire un solo comando che controlla il cambio, secondo noi si troverebbe più velocemente a suo agio.
Chi non sa usare il cambio, nel senso di saper controllare l'incrocio di catena più opportuno per ogni situazione, probabilmente si rivolgerà ad un sistema 1x11 tanto quanto uno che il cambio lo sa usare.
Perché questo sistema è più veloce, leggero, ha meno componenti soggetti a rotture o revisione, pur restando però un compromesso.
Agli americani, però, piace molto pensarla così: ciò che non c'è (a bordo di una Mtb) non si rompe.
In futuro ci sarà un solo manettino
Oggi si chiama 1x11 ed ha, appunto, un solo comando per azionare il cambio e gestire i rapporti, ma la strada che la Mtb sta prendendo appare sempre più chiara ed è quella della semplificazione.
Oggi parliamo di 11 velocità, ma nessuna ci vieta di pensare ad un futuro a 12 o magari 13 velocità. A quel punto il range di rapporti possibili sarà diventato ancora più ampio, ma per il momento abbiamo l'1x11 che rappresenta il primo passo verso il futuro.
Sram sta lavorando in maniera decisa in questa direzione, mentre Shimano si vocifera che stia invece investendo sull'elettronica con la quale ha raccolto tanti consensi su strada con i gruppi Di2. Anche questa è una direzione possibile, ma è cruciale, a nostro avviso, che l'elettronica venga utilizzata per fare qualcosa di utile che il biker non sa fare o non riesce a fare mentre guida.
E in futuro non è escluso che monocorona ed elettronica possano coesistere.
Eurobike è vicino, ma intanto iniziamo a prendere coscienza dell'evoluzione che la Mtb sta facendo.
Fateci sapere cosa ne pensate commentando qui di seguito.
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.