Nelle ultime due settimane si è parlato molto dei reggisella di Blevins.
Il rider americano ha vinto la prima prova di Coppa del Mondo Xc di Mairiporã con una Specialized Epic WC senza reggisella telescopico, un componente che prima di allora aveva sempre utilizzato.
Inutile dire che questa scelta tecnica controtendenza ha fatto saltare dal divano i “puristi” del reggisella fisso, che hanno postato con orgoglio le foto della bici di Blevins sui social e sulle varie chat.
Noi abbiamo voluto aspettare la seconda prova di Coppa, che si è svolta ad Araxa, sempre in Brasile, per osservare le scelte tecniche sul reggisella di Blevins e, come temevamo, l'americano ha rimontato il telescopico. Non solo, ha scelto anche la Specialized Epic 8 al posto della Epic WC.
Perché due scelte tecniche così diverse?
Ha realmente senso paragonare le esigenze di un top rider di Coppa del Mondo a quelle di un amatore?
E soprattutto, perché ancora molti biker si ostinano a non accettare le evoluzioni tecniche?
Prendiamo spunto dall'episodio sul reggisella di Blevins per cercare di rispondere a queste domande e per approfondire l'argomento.
I REGGISELLA DI BLEVINS: TECNICA, TATTICA E ADATTAMENTO
Iniziamo proprio dal reggisella di Blevins: perché lo statunitense ha scelto di correre a Mairiporã senza telescopico?
I motivi precisi li sa soltanto lui, ma guardando il tracciato della prima prova di Coppa qualche idea ce la siamo fatta.
Il dislivello c'era, ma le pendenze in discesa non erano mai esagerate. C'erano dei salti e qualche drop su roccia, ma erano tutti costruiti e con traiettorie ben definite.
Insomma, niente di super complicato per un atleta abituato a correre sui tracciati di World Cup, soprattutto se parliamo di Blevins, che è cresciuto nel Bmx, ha una tecnica sopraffina ed è super stiloso.
Il ragionamento che potrebbe aver fatto l'americano è questo: «Stavolta non ho bisogno del telescopico, posso permettermi di scegliere una seconda bici super leggera e super veloce come la Epic WC, vediamo come va».
Alla fine è andata bene, perché Blevins ha vinto a Mairiporã dimostrando una gran condizione, ma resta il fatto che quasi tutti i suoi avversari hanno utilizzato il reggisella telescopico, e non parliamo di sprovveduti, bensì di atleti di altissimo livello come Koretzky, Colombo, Sarrou e così via.
In questi casi, la scelta è sempre molto personale...
Una settimana dopo, ad Araxa, Blevins ha fatto una scelta molto diversa, correndo con la Specialized Epic 8, una full “vera”, e con il reggisella telescopico RockShox Reverb AXS dal travel abbondante.
I più attenti avranno notato che durante le prove libere l'americano ha girato anche con la Epic WC, che probabilmente ha ritenuto poco adatta al percorso della seconda prova di Coppa, pieno di salti, doppi, drop e traiettorie meno definite.
In queste situazioni, avere un travel di 120 mm su entrambe le ruote e la sicurezza di potersi muovere sulla bici con la massima libertà dona sicuramente una marcia in più, anche psicologicamente. Quindi, perché privarsene?
Bisogna aggiungere anche che lo statunitense del Team Specialized Factory Racing ha una capacità di adattamento fuori dal comune, perché non è facile saltare da una bici all'altra, con setup così diversi, trovandosi subito a proprio agio.
Qui sotto, uno dei primi giri di Blevins sulla pista di Araxa 😎
Purtroppo, in gara lo statunitense è rimasto attardato a causa di una scivolata nelle battute iniziali, ma sulle scelte tecniche non ha sbagliato nulla.
QUESTIONE DI MANICO? SÌ, MA NON SOLO...
Per guidare senza telescopico su certi percorsi serve tanto manico, questo è fuori discussione.
Sicuramente a Blevins non manca, ma nemmeno agli altri atleti di Coppa: Nino Schurter utilizza il reggisella telescopico da pochi anni, Luca Schwarzbauer e Sam Gaze addirittura non lo hanno mai utilizzato.
Vanno come gli altri in discesa?
Sì, nessuno lo mette in dubbio, ma parliamo sempre di due degli specialisti più forti al mondo, che oltre ad avere tanto manico sono anche super allenati fisicamente.
Quando si parla di reggisella telescopico, infatti, bisogna menzionare anche l'economia del gesto, che va ad influire sulla lucidità mentale e sulla sicurezza generale.
Lasciando da parte i professionisti, sono sicuro che molti di voi sappiano guidare nel tecnico anche senza reggisella telescopico (incluso il sottoscritto), ma a quale velocità? Con quale sicurezza e stabilità? Prendendo quanti jolly? Con quali limiti sui salti e sui drop?
Insomma, tutto si può fare, ma bisogna vedere sempre in che modo...
Saper affrontare ogni percorso con il reggisella fisso non è sempre sinonimo di tecnica sopraffina, a volte è un limite anche per i più bravi.
È un discorso di pesi e bilanciamento: non conta quanto tu sia bravo, se riesci a stare più centrale e più basso con il corpo avrai dei vantaggi, non solo in discesa ma anche in curva.
Se arretri o avanzi troppo crei uno sbilanciamento, che puoi anche compensare con l'abilità e l'attitudine ad un determinato gesto, ma non sfrutterai mai al massimo la tua Mtb.
COPPA VS NATURAL
Questo è un altro fattore da considerare: la scelta del reggisella di Blevins è stata fatta proprio in funzione del tracciato, che era particolarmente veloce e costruito.
Ma in generale, tutti i percorsi di Coppa sono più compatti, veloci e artificiali dei sentieri naturali che si affrontano di solito nelle granfondo o negli Xc di livello inferiore.
Questa particolarità influenza moltissimo le scelte tecniche, non solo quelle sul reggisella telescopico, ma anche parlando di gomme, sospensioni, assetto in sella e così via...
Ecco perché, quasi sempre è inutile paragonare le esigenze di un rider di Coppa con quelle di un amatore o anche di un Élite che corre in situazioni diverse, su sentieri naturali, più sconnessi e con linee poco definite.
In quei rari casi di tracciati più lenti e naturali, l'atleta professionista può provare il percorso molte volte prima di schierarsi al via, quindi ha memorizzato le traiettorie e può permettersi di “azzardare”, anche in virtù della maggiore pulizia di guida.
Lo sport è lo stesso, le bici sono identiche, ma quello della World Cup è un mondo completamente diverso, che richiede delle scelte tecniche particolari.
VIRILITÀ O ESIBIZIONISMO?
Perché molti si ostinano ancora a non accettare il reggisella telescopico?
A volte è una questione di “virilità”: guidare con il reggisella fisso, in un certo senso ti fa sentire più forte, più coraggioso, più bravo degli altri, più esperto, più “figo".
Altre volte è una questione di esibizionismo: «Scendo dove sei sceso tu, ma senza telescopico, poi posto il video sui social e vediamo quanti like raggiungo. Anzi, vedo i tempi su Strava: scommettiamo che vado più forte?».
Sì, fa un po' ridere, ma in molti casi è davvero così 😬
Ovviamente ci sono anche delle situazioni in cui oggettivamente il reggisella telescopico non serve, ad esempio sugli sterrati veloci e con poca pendenza, ma parliamoci chiaro, la vera Mtb è un'altra cosa...
IN CONCLUSIONE
La questione sul reggisella di Blevins ci è servita solo come spunto per farvi capire che paragonare le esigenze dei riders di Coppa con quelle di tutti noi “comuni mortali” ha poco senso.
Scegliete di non montare il reggisella telescopico? Nessuno ve lo vieta, ma per favore, non dite che “non serve”: se ne siete convinti, vuol dire che non lo avete mai provato seriamente.
A chi è ancora indeciso consigliamo di lasciare da parte l'orgoglio, i preconcetti e le chiacchiere da bar, perché in fin dei conti l'obiettivo è uno: divertirsi di più, magari andando anche più forte.
E il reggisella telescopico può aiutarci a raggiungerlo con meno difficoltà.
Ah, a proposito di Blevins e divertimento, guardate il reel qui sotto 🤪
Qui sotto, tutti i motivi che potrebbero spingere a montare il reggisella telescopico sulla bici da Xc:
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Sull'autore
Daniele Concordia
Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.