Quale futuro per il cross country italiano?
La questione è delicata ed è opportuno fare il punto della situazione.
L'Xc è la specialità regina della Mtb, la disciplina olimpica, il mondo in cui nascono i talenti veri, una palestra per i più giovani...
Ne avevamo parlato anche in questo articolo.
E' vero, esistono anche le Granfondo e le Marathon, bellissime e in grado di richiamare un numero maggiore di appassionati, soprattutto in ambito amatoriale.
Ma il cross country, detto poi da un praticante della specialità, è tutta un'altra faccenda.
Ecco, forse proprio a causa della convivenza un po' “forzata” tra Xc e Gf, negli ultimi anni il calendario del cross country italiano è sempre più scarno.
Fatta eccezione per qualche realtà regionale, supportata da organizzatori super appassionati e/o da sponsor di alto livello, nel resto d'Italia le gare Xc sono veramente poche, concentrate solo ad inizio stagione e spesso si svolgono su percorsi non allo stesso livello dello standard del resto d'Europa o del mondo.
Mettendola sul personale, io stesso, che amo l'Xc più di qualsiasi altra specialità, negli ultimi due anni mi sto orientando maggiormente sulle Granfondo e sulle Marathon. Altrimenti non correrei mai!
Eppure...
Eppure di talenti in Italia ne abbiamo.
Tanti giovani stanno emergendo anche a livello internazionale, il cross country “tira” molto a livello mediatico, è sempre più spettacolare ed adrenalinico.
Però...
Però il cross country italiano fatica sempre di più.
Gli Internazionali d'Italia Series?
Sì, eventi super, gare di alto livello e staff volenteroso.
Ma parliamo pur sempre di competizioni destinate ai “pochi eletti” delle categorie agonistiche: quest'anno solo le gare di Andora e San Marino hanno dato la possibilità anche agli amatori di gareggiare sullo stesso percorso dei pro'.
Questo non porta di certo pubblico “extra” a bordo pista, né fa crescere il movimento, né tantomeno avvicina gli sponsor o convince le aziende del settore ad investire...
Con questo, non vogliamo dare la colpa agli organizzatori del circuito Fci di riferimento, ma bisogna ammettere che, se un appassionato volesse avvicinarsi all'Xc “vero”, al momento sarebbe quasi impossibile.
Okay, ma perché il cross country italiano soffre in questo modo?
Le ragioni, a mio avviso, sono diverse.
Proviamo ad elencarle:
- Cultura: è ormai nell'immaginario collettivo che l'Xc sia uno sport da giovani o da pro'. In realtà, fino a qualche anno fa esistevano solo le gare a circuito e tutti vi prendevano parte senza troppi problemi.
- Tecnica: il livello tecnico in Italia è più basso della media europea.
Una delle cause è proprio la scarsa abitudine a gareggiare sui percorsi tecnici e ad un determinato ritmo. Le Marathon sono belle, ma il concetto di tecnica di guida è diverso e spesso in Italia è quasi inesistente...
- Burocrazia: organizzare un Xc di alto livello è costoso ed il ritorno economico è minore rispetto a una Gf.
Anche organizzare una Marathon di alto livello richiede investimenti, ma il ritorno è maggiore.
Inoltre, una Marathon di livello più basso, magari di un ente della consulta e non FCI, richiama quasi sempre più partecipanti di un Xc di qualità.
E con un ritorno economico maggiore (aspetto non di poco conto).
A proposito degli enti: molti organizzatori sono quasi “costretti” a sceglierli, soprattutto a causa dei costi elevati richiesti dalla FCI.
E bisogna ammettere che alcune gare CSI, Uisp, Csain e così via, hanno degli standard organizzativi veramente ottimi.
- Concetto di “impresa”: all'amatore italiano piace superare i propri limiti sfidandosi su percorsi lunghi e impegnativi.
Ormai, sembra che chi non partecipa a marathon di 80-90 km con 3000 metri di dislivello, non sia degno di chiamarsi biker...
Ma in realtà non è così!
Spesso un'ora e mezza di gara, fatta a tutta, dà una bella scarica di adrenalina e fisicamente è molto impegnativa.
Questo, però, lo ammetto, è un concetto molto personale: questione di gusti e qui nessuno può giudicare.
- Assenza di eventi e realtà: è un cane che si morde la coda.
Se non ci sono gare Xc, come faccio a provare e migliorare?
L'assenza di eventi crea un forte danno al movimento e non permette di crescere.
E questo accade anche a livello giovanile.
Chi abita al Nord Italia è agevolato, il calendario è più ricco e inoltre è più semplice fare trasferte, anche in Svizzera o altri Paesi limitrofi culturalmente più preparati.
Un giovane che abita al Centro o al Sud, a volte si trova veramente in difficoltà, non solo per la mancanza di eventi, ma anche per la presenza di pochissimi team in grado di supportare e gestire la crescita atletica dei ragazzi.
Complici questi ed altri fattori, il cross country italiano fatica a spiccare il volo come accadeva qualche anno fa. Eppure, pensandoci bene, i motivi per preferirlo alle Granfondo o alle Marathon, anche in ambito amatoriale, sarebbero parecchi.
Elenchiamo i primi che ci vengono in mente:
- I tracciati, se ben studiati, sono molto più divertenti e allenanti, anche tecnicamente. D'altronde, l'obiettivo principale per un amatore dovrebbe essere sempre il divertimento... C'è da dire, inoltre, che i mezzi attuali sono studiati appositamente per i tracciati Xc più tecnici e nervosi, quindi il rider moderno è agevolato e non poco.
In molte marathon, invece, non si sfruttano tutte le potenzialità delle Mtb di ultima generazione.
- Essendo le gare abbastanza corte, seppur molto intense, per togliersi delle soddisfazioni non è necessario fare degli allenamenti troppo lunghi e/o con dislivelli importanti, che richiedono tante ore anche durante la settimana.
Aspetto fondamentale per chi lavora e per chi abita in luoghi in cui di salita vera ce n'è poca.
Per lavorare sul ritmo e sulla forza, non c'è bisogno di scalate dolomitiche.
- Anche chi non è in super forma o magari ha qualche chiletto in più può fare un buon risultato, magari contando sulle abilità tecniche e sull'esplosività.
Le salite, in genere non sono lunghe...
- Partenze ad orari meno proibitivi, che permettono di arrivare sul posto la mattina stessa e magari fare anche un giro di prova sul percorso prima di partire.
- Durata breve, che spesso permette di tornare a casa per pranzo o subito dopo, senza togliere troppo tempo alla famiglia e alla vita privata in generale.
- Costi di iscrizione minori rispetto alle Granfondo o alle Marathon, che sommati agli orari più pratici che permettono di arrivare in loco la mattina stessa senza dormire in hotel, fanno risparmiare parecchio a fine stagione.
- Facilità di gestione, sia da parte degli organizzatori (il percorso ad anello, di solito è logisticamente e burocraticamente meno impegnativo), sia da parte dei bikers, che ad esempio in caso di guasto o giornata “no” possono tornare all'arrivo senza problemi.
Insomma, vorrei invitare i tanti biker della categoria Master che popolano le classifiche delle gare di lunga distanza a considerare con più attenzione l'Xc.
Per molti di loro potrebbe essere la disciplina perfetta,.
Per i motivi suddetti e magari anche per altri, che vi invitiamo a farci presente, se l'argomento vi sta a cuore.
Tuttavia, finché le varie federazioni non presenteranno dei calendari “degni” aperti a tutte le categorie, non solo al Nord Italia, ma anche nelle altre regioni, possibilmente spalmando le gare su tutta la stagione e non in 2-3 mesi, quelle dette finora resteranno solo parole e la possibilità di svolgere un'attività Xc costante sarà sempre più lontana.
Io, da vero appassionato della disciplina olimpica, mi auguro che il cross country italiano torni ad essere quello che era un tempo: un riferimento per il fuoristrada e una scuola per i bikers di domani!
Qui tutti gli articoli che parlano di cross country.
Qui tutti gli articoli sulle full da Xc.
Qui tutti gli articoli sulle hardtail da Xc.
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Sull'autore
Daniele Concordia
Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.