La Cape Epic si avvicina e per Nino Schurter e il suo team si profila all’orizzonte una nuova e difficile sfida.
Ma cosa si deve fare per preparare la Mtb per una gara a tappe in modo ottimale?
Visto che Schurter l’ha già vinta la Cape Epic, i tecnici Scott hanno preparato un vademecum sul corretto setup della bici per una gara a tappe che, a ben guardare, può tornare utilissimo anche per le nostre uscite domenicali.
Motivo per cui abbiamo deciso di pubblicarlo.
Prima, però, qualche dettaglio sulla Absa Cape Epic 2018:
Il setup della bici
In apparenza la bici è sempre la stessa, ma in realtà ci sono differenze nel setup.
Ad esempio, delle sospensioni.
Siccome il percorso è lungo, insidioso e soprattutto non conosciuto a menadito come un tracciato di Xc, Schurter preferisce avere sospensioni più morbide, cioè, per essere precisi, con più Sag.
Per evitare i fondocorsa utilizza un po' di token in più (qui vi spieghiamo cosa sono e come si usano) cioè aumenta la progressività di ammortizzatore e forcella.
Le gomme, come potete leggere di seguito, sono rinforzate e con una quantità di liquido sigillante maggiore rispetto a quanto accade nelle gare di Xc.
La trasmissione anche viene modificata: Schurter utilizza, in base alle condizioni del percorso e al dislivello, corone da 36 o 34 denti in abbinamento ad un cambio Sram XX1 Eagle.
Quanti imprevisti da prevedere?
E’ interessante notare, come prima cosa, che in una gara a tappe, siccome il percorso riserva numerose e spesso imprevedibili insidie, i partecipanti devono essere in grado di far fronte a un numero molto ampio di imprevisti.
Le immagini in basso ve ne danno un’idea precisa.
Altri dettagli interessanti riguardano ciò che Schurter infila nella borsa sotto la sella: nel caso si allentasse una delle viti dei pivot, ha con sé una chiave Torx T30 e T25; una bomboletta di CO2; fascette di plastica, nel caso in cui si rompesse un velcro della scarpa o nel caso in cui la foratura della gomma fosse più grande del solito.
In quest'ultimo caso un pezzo di plastica (ricavato dal tubetto della pasta dentifricia), tenuto in posizione dalle fascette, evita che la camera d'aria si rigonfi verso l'esterno.
Un dettaglio sul quale i tecnici Scott puntano l'attenzione è che gli atleti in gara devono saper fronteggiare di tutto.
Dall'esperienza di altri team, ruote e telai possono rompersi e di volta in volta spetta a chi è in gara decidere cosa è meglio fare.
A volte, proseguire fino alla fine della tappa a velocità ridotta, altre volte fermarsi per provare a riparare il guasto.
Si vince non per fortuna, ma per merito, capacità e preparazione.
Dopo una Cape Epic il team diventa ancora di più un team.
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.