Secondo voi, servirebbe più protezione nell'Xc di Coppa del Mondo e nelle gare più tecniche?
Fino a poco tempo fa, nessuno di noi aveva mai riflettuto più di tanto sulla questione, nel cross country si è sempre corso con la Lycra e il casco leggero, punto e basta.
Ma i percorsi sempre più spettacolari, con salti e tratti tecnici paragonabili a quelli che si trovano in una PS di enduro, in effetti un po' fanno riflettere, ponendosi una domanda: ha senso utilizzare lo stesso abbigliamento di 20 anni fa?
O conviene rivedere qualcosa, prima che qualcuno si faccia male sul serio?
Ognuno ha un'idea diversa sulla questione, che in effetti è un po' complessa, ma proviamo ad esporre la nostra opinione nelle righe seguenti...
Osservando i salti e le sezioni tecniche di alcuni percorsi e pensando anche alla lucidità mentale che potrebbe diminuire col passare dei giri, ovviamente viene da dire: «Sì, le protezioni nell'Xc servono eccome!».
Poi, però, mettendosi nei panni degli atleti si pensa: «Okay, ma sai che caldo e che fastidio un'ora e mezza di gara con altri accessori addosso?».
In effetti, nel cross country si pedala fuori soglia per tutta la gara, serve la massima libertà di movimento e, soprattutto, si corre da marzo a ottobre, ossia nei mesi più caldi...
Da praticanti, comprendiamo gli atleti che vogliono la massima leggerezza dei tessuti e degli accessori.
A nostro avviso, però, qualcosa si può fare.
La cosa più facile da mettere in pratica, sarebbe utilizzare un casco più protettivo, sia nella parte posteriore della nuca, che nella parte laterale. Meglio ancora se con una piccola visiera, che copre maggiormente il viso in caso di cadute in avanti.
Pensandoci bene, alcune cadute viste a Petropolis sarebbero state meno traumatiche per gli atleti, se avessero indossato una visiera anteriore.
Ad esempio, guardate cos'è successo a Sara Cortinovis:
Lo sa bene il cileno Martin Vidaurre, che ha corso (e vinto) la gara pre-Coppa di Petrópolis utilizzando un bel caschetto da trail con visiera.
Il cileno usa spesso questo tipo di casco, sia in allenamento che in gara: da prendere come spunto!
La tecnologia è andata avanti e attualmente esistono caschi da trail abbastanza leggeri, ma sicuramente più protettivi di quelli minimali e nati per la strada.
Quindi, perché non usarli? Perlomeno su alcuni percorsi...
Ma arriviamo alle protezioni per il corpo, questione molto più delicata e complessa.
I vari marchi hanno provato a realizzare ginocchiere, gomitiere e paraschiena specifici per il cross country ed alcuni atleti hanno iniziato ad utilizzarli in allenamento.
Ricordate Marika Tovo lo scorso anno?
A nostro avviso, però, non esistono ancora delle protezioni idonee da indossare in gara, situazione in cui tutto si porta all'estremo.
Le ginocchiere sarebbero davvero fastidiose, le articolazioni hanno bisogno di massima libertà nella fase pedalata, inoltre i tessuti elastici andrebbero ad irritare la pelle in una zona delicata.
Discorso un po' diverso per le gomitiere, che potrebbero dare meno fastidio, anche se la loro utilità è comunque ridotta, rispetto a quella delle ginocchiere.
Un accessorio importante, invece, sarebbe il paraschiena: da una gamba o un braccio rotto si può guarire, mentre alcuni danni sulla schiena sono irreparabili!
Anche in questo caso bisogna apprezzare gli sforzi delle aziende, che si stanno impegnando per proporre dei paraschiena leggeri e con inserti in materiali deformabili, ma protettivi, che tutto sommato non sono impossibili da utilizzare nelle specialità pedalate, ma danno comunque fastidio e aumentano di molto la sudorazione nella zona della schiena, quindi non sono idonei per correre in Coppa del Mondo.
Quindi, come si potrebbe rimediare?
Fantasticando un po', viene in mente che si potrebbe inserire una protezione removibile per la colonna direttamente nella maglia da bici.
In questo modo non sarebbe a contatto con la pelle, quindi creerebbe meno fastidi a livello di sudorazione, ma una volta indossata si avrebbe comunque un pizzico di protezione in più in una zona delicata.
Non sappiamo dirvi con sicurezza se questa soluzione sia davvero utile, né se le aziende di abbigliamento la metteranno mai in pratica, ma a noi l'idea non sembra così assurda...
Sebbene le zone più delicate le abbiamo già menzionate, qualche azienda ha pensato anche alla zona del bacino, inserendo dei piccoli gusci protettivi nel pantaloncino, che coprono l'articolazione dell'anca, la più esposta in caso di caduta laterale, insieme a quella della spalla, che però resterebbe protetta solo indossando una pettorina intera, cosa impossibile nell'Xc.
Insomma, il discorso sulle protezioni nell'Xc è ancora un po' caotico e ricco di controsensi, ma a nostro avviso è bene parlarne, per dare modo alle aziende, agli atleti e agli organi superiori (vedi UCI) di ragionarci bene e fare le dovute considerazioni.
Ben vengano le bici sempre più capaci ed i tracciati sempre più spettacolari, ma pensare di affrontarli con lo stesso equipaggiamento di chi corre su strada è da folli e anche da incoscienti.
Un pizzico di prevenzione in più non guasterebbe...
In passato avevamo già parlato delle protezioni da Xc per rispondere ad un lettore:
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Sull'autore
Daniele Concordia
Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.