Albert Philipsen (Danimarca) e Isabella Holmgren (Canada): sono loro due i vincitori dei mondiali junior 2023.
Il primo aveva già vinto il titolo iridato su strada la settimana precedente, la seconda ha già in tasca il mondiale 2023 di ciclocross.
Due campioni giovanissimi, che confermano quanto la multidisciplinarietà sia la chiave del successo nel ciclismo moderno.
Se fino a qualche anno fa, spaziare da una disciplina all'altra era quasi vietato, un vero taboo tra i tecnici e tra le società ancorate ai dogmi del passato, ultimamente è cambiato totalmente l'approccio e, guarda caso, iniziano ad uscire fuori i veri talenti.
Philipsen, oltre ad aver vinto il mondiale in Scozia, aveva già indossato la maglia di campione europeo qualche settimana prima, in Portogallo.
Ma forse neanche lui si aspettava la doppietta ai mondiali junior strada/Mtb nel Regno Unito.
Di certo, la condizione con cui si è presentato ai mondiali era strepitosa, infatti in entrambe le gare è stato capace di staccare nettamente i suoi avversari, che hanno ammesso la sua superiorità.
Anche Elian Paccagnella, l'azzurro che ha conquistato la medaglia d'argento ai mondiali junior Xc (bravissimo!) ha confermato che il danese era imprendibile: 54” il suo vantaggio sul traguardo.
Per la cronaca, a completare il podio dei mondiali junior è stato il canadese Ian Ackert.
Qui sotto la classifica completa del mondiale junior maschile:
Holmgren non ha fatto la doppietta in Scozia, ma al mondiale su strada ha portato a casa un ottimo ottavo posto, confermando una grande predisposizione anche a questa disciplina.
Sono 39 i secondi rifilati dalla canadese alle avversarie durante il mondiale Xc.
Tra l'altro, l'argento è andato alla sua connazionale Marin Lowe, mentre sul terzo gradino del podio è salita la polacca Natalia Grzegorzewska.
Nella gara Xc junior femminile, la prima azzurra a tagliare il traguardo è stata Elisa Lanfranchi, che ha chiuso in settima posizione.
Qui sotto la classifica completa del mondiale junior femminile:
I risultati mondiali junior, ma anche il fatto che alcuni dei top riders più acclamati (VDP e Pidcock su tutti, ma anche Puck Pieterse) siano anche dei talentuosi stradisti e ciclocrossisti, fanno riflettere sui benefici di sapersi trovare a proprio agio indipendentemente dal mezzo sul quale ci si trova.
Dei benefici che non sono solo di carattere fisico, ma anche di tipo mentale, perché cambiando bici e modo di interpretare la gara è stimolante e meno noioso.
Con questo non vogliamo dire che bisogna correre per forza ovunque per diventare dei campioni o per migliorare, ma di sicuro è un abitudine da insegnare ai più giovani, che poi col passare del tempo potranno scegliere se specializzarsi su una sola disciplina, oppure continuare a divertirsi su strada e nel fuoristrada.
In Italia, questa mentalità non è del tutto concepita, ma pian piano arriveremo anche noi...
Qui gli altri articoli che parlano del cross country.
Per altre informazioni sui mondiali di Glasgow cliccate QUI.
Condividi con
Tags
Sull'autore
Daniele Concordia
Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.
Speriamo di vedere più Italia sul podio