Diversi anni fa (non vi specificherò quanti…) Giovanna Bonazzi disse una cosa che mi colpì molto.
«In discesa, meno freni e meglio è».
Senza entrare nei meandri della spiegazione fisica a sostegno di questa affermazione, la grande Giò, che di discesa ha dimostrato di capirne molto, aveva detto una cosa magnificamente vera.
Quando sei in discesa, infatti, il peso bici+biker grava maggiormente sulla ruota anteriore e applicare una forza frenante sulla ruota in questione aumenta l’inerzia della ruota anteriore, la bici rallenta nei cambiamenti di traiettoria e di conseguenza la guida diventa più difficile.
Beh, forse sono riuscito a spiegarvi la fisica di quell’affermazione…
Fatto sta che ai tempi di Giovanna Bonazzi le velocità in discesa erano più basse, perché, prima di tutto, le Mtb non erano quelle di oggi.
Quindi in una singola discesa capitava di giocarti la tua quantità annuale di Jolly…
Adrenalina a fiumi!
Tempo fa, durante un’uscita in Mtb, mi è capitato di pensare che… cCavolo, freniamo davvero troppo!
Non so quanto si possa generalizzare un’affermazione come questa, però provate a seguire il mio ragionamento.
Mentre gli indici delle mani richiamavano all’azione gli 8 pistoncini del mio impianto frenante, ho pensato che, diamine, con una bici come questa, con sospensioni come queste, con ruote da 29 pollici, con gomme a tripla mescola e carcassa di ultima generazione si può frenare all’ultimo momento e soprattutto… Si può frenare meno.
Mi sono tornate in mente le parole di Fabien Barel che in un’intervista di qualche anno fa mi parlava dei suoi allenamenti in discesa senza catena per imparare, appunto, a tenere alta la velocità e a ottimizzare le traiettorie.
Se sai che in uscita di curva non puoi rilanciare la velocità pedalando, devi per forza frenare meno in ingresso di curva.
Sulle abitudini in frenata dei rider si è impegnata anche Quarq, il brand americano che produce misuratori di potenza.
Qualche anno fa, in un servizio sulla Coppa del mondo in Val di Sole, vi abbiamo parlato di un misuratore di potenza applicato sui dischi (foto in basso) allo scopo di capire, non tanto la potenza frenante sviluppata dai sistemi Sram, quanto le abitudini in frenata dei vari rider.
Cioè, ad esempio, hanno la cattiva abitudine di tenere il freno sempre un po’ in tiro? Frenano tanto, di colpo e poco prima della curva?
E quanto cambiano i tempi delle loro run in discesa se si cambia il modo di usare i freni?
Le differenze sono concrete…
Quindi, credo proprio che a distanza di anni, nonostante tutti i gli incredibili miglioramenti tecnici e tecnologici sulle Mtb, le parole di Giò non hanno mai smesso di avere ragione.
La prossima volta che vi trovate su un sentiero o su una discesa che vi sta impegnando ecco cosa dovreste cercare di fare o dovreste tenere a mente (il condizionale è d'obbligo):
- più frenate, più la bici è lenta nel cambiare direzione;
- evitate di tenere i freni sempre in azione, anche se di poco. Si surriscaldano e diventano meno efficaci;
- applicate potenza frenante quando il fondo vi dà maggiore grip. Questa regola, però, è roba da esperti;
- quando dovete impostare la traiettoria corretta su un passaggio tecnico, evitate di farlo con i freni in tiro: la bici diventa meno precisa;
- prima di una curva si rallenta con entrambi i freni e una volta in curva, meglio se solo con il freno posteriore;
- prima di una curva allargate al massimo la traiettoria per aumentare la velocità di percorrenza e frenare meno. Se vi vedesse Barel sarebbero applausi;
- in discesa su rocce e radici bagnate la ruota anteriore deve sempre rotolare e mai bloccarsi (facile a dirlo...);
- se la pendenza è marcata, date modo ai freni di raffreddarsi, “pinzando” e lasciando la leva del freno a intervalli regolari. E’ soprattutto questione di abitudine;
- non riuscite a non frenare come siete soliti fare? Ovvero in discesa vi “aggrappate” ai freni? Verificate che il vostro stile di guida, la vostra posizione in sella o il setup della vostra bici (la pressione delle gomme è ok?) siano impostati in modo corretto;
- fra il dire e il fare c'è di mezzo il mare...
Ovviamente, se il vostro obiettivo è migliorarsi in discesa, allora le parole di sopra hanno più senso, altrimenti, e questo è molto importante, se in discesa pensate di cavarvela oppure se non avete alcuna intenzione di rischiare più di quanto già rischiate, allora ignorate quanto scritto sopra.
Il proprio rapporto con la frenata, oltre che alla velocità, è strettamente legato anche alla sicurezza e per quanto le parole suddette, in realtà, abbiano come seconda finalità la sicurezza, è bene che ognuno di voi prenda i rischi che si sente di prendere.
In fondo tutto questo ragionamento è partito dalle parole di Giovanna Bonazzi e dato che la Giò era una discesista di Coppa del mondo, va da sé che la ragione primaria di quelle parole fosse guidare meglio per andare più veloci.
Ovvero, uomo avvisato mezzo salvato…
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.