Il biker Xc è davvero il più completo?
Analizzando quanto accaduto nella stagione appena terminata, sembrerebbe proprio di sì.
Andiamo per ordine e partiamo dal mondiale marathon di Auronzo di Cadore: ha vinto Henrique Avancini, brasiliano del Team Cannondale Factory Racing che la settimana precedente aveva corso da protagonista il mondiale Xc chiudendo al 4° posto!
Non solo, Avancini è stato il più forte nella nuova disciplina dello Short Track: mezz'ora o poco più a tutta, senza tanta salita e a velocità folli, una specialità da bikers potenti, esplosivi.
Ecco perché, la sua partecipazione al mondiale marathon era sembrata a tutti una trovata pubblicitaria, e invece...
Ma allora, come ha fatto il brasiliano a suonarle a tutti gli specialisti su un percorso di oltre 100 km con più di 4000 metri di dislivello?
Di motivi ce ne sono diversi, ma invece di analizzare il singolo caso, vogliamo fare un discorso più ampio, parlando del biker Xc e della sua polivalenza.
Sì, perché oltre ad Avancini, ci sono altri specialisti dell'Xc che negli ultimi anni sono andati forte non solo nelle marathon, ma anche su strada.
L'aspetto atletico
Iniziamo da una grande verità: la qualità paga sempre!
Okay, non è una novità, tutti i preparatori atletici o anche i semplici bikers “autodidatti” sanno che non basta fare chilometri, servono i giusti lavori specifici e tante altre piccole accortezze.
Il biker Xc, soprattutto chi corre in Coppa del mondo, è molto più attento a questo aspetto, lavora molto di più sulla forza (una qualità che andrebbe richiamata sempre, altrimenti si perde), spesso in palestra, esegue più intervalli ad alte intensità e di forza “esplosiva”.
Nel contempo, però, non si fa mancare la dose settimanale di chilometri, magari inserendo delle salite più lunghe.
Capite, quindi, che si tratta di una preparazione completa.
Chi corre nelle marathon farà dei volumi sicuramente maggiori, parlando di ore e chilometri.
La situazione cambia da persona a persona, ovviamente, ma in generale il pallino per i chilometri, le ore e il dislivello è una caratteristica che contraddistingue chi corre su lunghe distanze.
Un ragionamento giusto, per carità, ma un atleta di alto livello non dovrebbe mai tralasciare anche altri aspetti che in situazioni particolari, come quella di Auronzo, potrebbero pagare.
Paez e Geismayr, infatti, hanno portato in volata il più veloce, Avancini, che li ha battuti nettamente proprio grazie all'esplosività.
La tecnica
Il biker Xc, al 90 per cento dei casi è tecnicamente superiore: su questo non ci piove.
Molti marathoneti sono ex specialisti dell'Xc che non ce l'hanno fatta ad adattarsi ai percorsi moderni, brevi, intensi e soprattutto molto più tecnici che in passato.
Chi corre nel cross country in Coppa del mondo ha un'abilità tecnica assoluta e questo aiuta anche quando si devono affrontare le discese di una marathon.
Tornando al mondiale di Avancini, sulla salita delle Tre Cime aveva perso circa 30 secondi da Paez e Geismayr, ma gli sono bastati pochi minuti di discesa tecnica per raggiungerli dopo lo scollinamento...
Okay, il brasiliano è stato uno dei pochi ad utilizzare la full, ma siamo sicuri che sarebbe riuscito nell'obiettivo anche con una semplicissima hardtail: questione di manico.
Molto spesso, infatti, chi corre nelle marathon tralascia un po' troppo l'aspetto tecnico, privilegiando quello atletico.
Ma dopo la salita c'è la discesa, ha davvero senso perdere tutto quello che si è guadagnato in salita?
Con questo non vogliamo dire che i marathoneti sono dei "fermoni", anzi, c'è gente che sa guidare e anche forte, ma analizzando le abitudini comuni (anche degli amatori) questo aspetto va sottolineato.
Ah, per la cronaca, il secondo miglior tempo sul sentiero 10+1 del mondiale marathon (dietro al nostro Juri Ragnoli, che invece negli ultimi anni è migliorato moltissimo in discesa, anche grazie al reggisella telescopico?) lo ha fatto Petter Fagerhaug l'U23 più forte nell'Xc nel 2018.
E al quarto posto, davanti a Samuele Porro, è arrivato il vincitore di Mont Saint Anne, Mathias Fluckiger.
La “freschezza”
L'aspetto tecnico, se vogliamo, è legato anche alla freschezza mentale e fisica: quando si è un po' “appannati” dalla fatica è più facile fare errori.
Ci avete fatto caso che nei periodi di stanchezza o stress fisico non riuscite a guidare come volete? A noi è capitato...
Bene, il biker Xc che corre in Coppa del mondo partecipa a 10, massimo 15 gare l'anno.
Chi corre nelle marathon a volte supera le 30 gare l'anno...
Già solo questo aspetto potrebbe far capire molte cose, ma l'argomento principale è che il biker Xc può programmare meglio gli appuntamenti ed arrivare a fine stagione meno “spremuto”.
Infatti, la data del mondiale a fine settembre non ha favorito gli specialisti anche per questo motivo, probabilmente se avessero corso a metà stagione le cose sarebbero andate diversamente.
La freschezza va a ripercuotersi anche sulla tattica di gara, infatti chi è lucido ha anche più tempo di ragionare e provare a mettere in difficoltà l'avversario.
Basti pensare al Muro del Pianto del mondiale marathon, quando Avancini, sceso di sella, ha messo la bici di traverso per evitare che gli altri fuggissero: dopo 100 km di gara non è facile pensare alla tattica.
La versatilità
Ecco, questo è un concetto che in Italia sta entrando in punta di piedi, ma che è fondamentale.
L'atleta sin da giovane dovrebbe correre un po' ovunque: Mtb, ciclocross, strada...
Solo così acquisisce un bagaglio tecnico, atletico e soprattutto mentale che non perderà mai negli anni.
Chi è abituato a saltare da una bici all'altra con disinvoltura, con buone probabilità sarà in grado di primeggiare o comunque cavarsela un po' ovunque.
Volete gli esempi?
Mathieu Van der Poel è quello più lampante: domina nel ciclocross, vince su strada e in Coppa del mondo Xc è sempre sul podio.
Sì, l'olandese è davvero un fenomeno, ma quest'anno è successo qualcosa di interessante anche al mondiale strada di Innsbruck, dove tra le junior donne ha vinto l'austriaca Laura Stigger, che a Lenzerheide aveva vinto anche il titolo iridato Xc.
Incredibile!
E non solo, in gara a Innsbruck erano presenti anche Jolanda Neff, Annika Langvad e Sina Frei, che sono rimaste incollate al gruppetto di testa fino agli ultimi chilometri.
Insomma, hanno fatto la loro figura...
A proposito della Neff, la settimana prima del mondiale strada aveva anche vinto una gara battendo anche una delle stradiste azzurre più forti, Marta Bastianelli.
Questi sono degli esempi, ma servono a capire che è anche una questione di cultura. Ci sono Paesi che credono molto nella multidisciplinarietà e nella versatilità, non a caso sono anche quelli in cui la metodologia dell'allenamento è all'avanguardia.
Sempre per fare un esempio, un Gerhard Kerschbaumer al mondiale marathon, con la gamba che ha quest'anno, secondo voi avrebbe sfigurato? Secondo noi no, anzi...
Tornando alla domanda iniziale, quindi, il biker Xc è davvero il più completo?
A nostro avviso sì ed i motivi ve li abbiamo spiegati. Non ci sono segreti, ma una serie di dinamiche secondo le quali chi predilige la qualità e la tecnica, programma bene la stagione e corre poco (ma bene) sarà sicuramente avvantaggiato in tutte le situazioni o discipline.
Prendendo sempre come esempio Avancini, dall'inizio dell'anno ha corso in gare a tappe (Cape Epic), cross country, short track e per finire mondiale marathon, facendo bene in tutte le occasioni.
No, non è un superman, è stato soltanto più intelligente...
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Sull'autore
Daniele Concordia
Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.