Il futuro della full da Xc: escursione abbondante o ridotta?
Daniele Concordia
Il futuro della full da Xc: escursione abbondante o ridotta?
Daniele Concordia
Paolo Iatì
Via email
Buongiorno, tempo fa ho riletto il vostro articolo sulle Xc da 120 e il futuro della Mtb e mi sto chiedendo qual è la vostra opinione a valle della scelta compiuta recentemente da Specialized di andare totalmente in controtendenza rispetto a quanto fatto da altri marchi.
Più genericamente, sarei curioso di conoscere la vostra analisi da esperti del settore sulle strategie aziendali totalmente opposte che due colossi come Scott e Specialized hanno svelato.
Dove vogliono andare?
Qual è il futuro della full da Xc secondo i due brand?
Alle spalle di Scott c’è Nino Schurter, che sicuramente influenza molto le scelte di progettazione, ma allo stesso tempo, dietro Specialized ci sono altri atleti di grosso calibro che evidentemente devono aver dato indicazioni opposte, altrimenti perché presentare la Epic WC con “soli” 75 mm di escursione al posteriore?
Come è possibile che atleti che corrono sugli stessi percorsi abbiamo sensazioni così diverse da indirizzare lo sviluppo in direzioni totalmente opposte?
Grazie e buon lavoro.
Risponde Daniele Concordia
Ciao Paolo, approfittiamo della tua domanda per approfondire il discorso sul futuro della full da Xc, un tema sul quale anche noi riflettiamo spesso e che ci fa viaggiare non poco con la mente.
Come hai notato, le scelte delle varie aziende sono molto contrastanti, ma chi ha ragione e chi ha torto?
Ecco il nostro punto di vista sulle motivazioni che stanno creando un po' di confusione tra gli appassionati dell'Xc e delle Marathon...
SCELTE AZIENDALI
Tutto parte da qui: ogni azienda ha una sua filosofia e un modo di guardare verso l'orizzonte.
Hai parlato delle scelte discordanti di Specialized e Scott, ma in realtà è stata Trek (con la Supercaliber) ad aprire la strada alle full “ibride” con travel contenuto. Inizialmente, questa bici era affiancata alla Top Fuel, mentre adesso è l'unica full da Xc puro presente sul catalogo, sebbene sia stata rinnovata ed ora abbia un travel maggiore (80 mm).
Sono scelte aziendali, a volte comprensibili, altre meno, ma è impossibile giudicare senza sapere i reali motivi che spingono a fare certe scelte radicali.
Non ci resta che guardare dall'esterno e fare delle ipotesi.
XC VS MARATHON
Aziende tipo Scott (ma non è l'unica) spingono su una sola bici, la Spark, con la quale affrontare ogni tipo di competizione. Altre aziende, tipo Specialized, sdoppiano l'offerta proponendo addirittura tre modelli di full (Epic Evo, Epic e Epic WC) da scegliere in base ai propri gusti.
A mio avviso, sui percorsi di Xc di Coppa del Mondo un po' di escursione in più fa sempre comodo (120 mm è ormai lo standard più utilizzato), mentre nelle gare di lunga distanza si dovrebbe prestare più attenzione al peso della bici e alla sua pedalabilità, un travel posteriore di 75-100 mm può essere sufficiente.
Qui entra in ballo l'intelligenza e la lucidità del rider, che deve essere in grado di non farsi influenzare troppo dagli slogan promozionali, ma deve scegliere in base alle proprie necessità e ai propri gusti. Anche estetici, perché no...
E qui torniamo all'argomento trattato un paio di anni fa sulle Mtb da Xc e da Marathon, che vi linko qui sotto:
RIDERS DI COPPA VS AMATORI
Attenzione: non guardate cosa fanno e che bici utilizzano gli atleti di Coppa del Mondo!
Sia perché i tracciati di quel tipo, nelle gare amatoriali non esistono, sia perché gli atleti di quel calibro sono capaci di guidare delle bici super essenziali anche nei tratti più tecnici: è il loro mestiere!
Inoltre, dietro alle loro scelte tecniche, molto spesso ci sono anche logiche aziendali ben precise.
Una Mtb che viene utilizzata in Coppa del Mondo ha più visibilità ed è molto più probabile che sia venduta nei negozi.
Ad esempio, gli atleti del Team Specialized Factory Racing, non utilizzano mai tutti la stessa bici...
Ad Andorra, Koretzky, Frei e Vidaurre hanno utilizzato la Epic Evo, mentre Blevins e Stigger hanno utilizzato la Epic WC. Delle scelte dettate dalle sensazioni dell'atleta, ma probabilmente anche dal brand, che ha interesse di mostrare in gara entrambi i modelli.
I top riders sono anche dei promoter, non dimentichiamolo.
NON ESISTE SOLO IL TRAVEL
Questo dettaglio è da sottolineare: l'escursione delle sospensioni è importante, ma non è l'unico fattore che determina il comportamento o la capacità di una Mtb.
Esistono anche le geometrie, che se sono indovinate possono far diventare molto veloce sui terreni impegnativi anche una Mtb molto semplice e con poco travel, oppure rendere molto pedalabili bici visivamente massicce.
Ed esiste anche la taratura dell'ammortizzatore stesso, che incide sulla curva di compressione e quindi sul comportamento di tutta la bici.
Insomma, non fermiamoci ai millimetri di travel, perché il discorso è molto più complesso...
L'ELETTRONICA SPINGE
Il futuro della full da Xc sarà sempre più elettronico.
Anzi, il prototipo del RockShox Flight Attendant da Xc che stanno utilizzando gli atleti sponsorizzati ci fa capire quanto l'evoluzione sia veloce e quanto la tecnologia abbia fatto dei passi in avanti sul fronte sei sistemi wireless ed elettro-idraulici.
Okay, questo discorso non è per forza legato a quello sul travel, ma parlando di futuro è doveroso citare questo tipo di tecnologia che incuriosisce non poco...
Qui un approfondimento:
IN CONCLUSIONE...
Il futuro della full da Xc è ovviamente un mistero e per sapere come andrà a finire serve ancora del tempo.
Attualmente, chi fornisce al potenziale acquirente un'offerta più ampia potrebbe essere avvantaggiato, ma è anche vero che sostenere delle spese di una produzione così ampia non è facile, quindi è un'arma a doppio taglio e (forse) anche la causa dei prezzi più alti.
In cuor mio spero che l'offerta sia sempre più ampia, per dare a tutti la possibilità di scegliere il mezzo più adatto alle proprie caratteristiche.
Quello che mi sento di sottolineare è che non esiste una bici giusta o sbagliata, esistono modi diversi di intendere la Mtb, che si ripercuotono anche sulle scelte tecniche.
Ma invece le hardtail? Che fine faranno?
Ne abbiamo parlato qui:
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Sull'autore
Daniele Concordia
Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.