Come si raggiunge l'equilibrio tra benessere e prestazioni?
Ve lo siete mai chiesto?
Io ci pensavo proprio l'altro giorno, mentre pedalavo da solo su strada, dopo aver rinunciato ad un'uscita in Mtb con gli amici.
Avevo messo la sveglia alle 6:00, in programma c'erano circa 2000 metri di dislivello con salite a buon ritmo e discese “a bomba” nel bike park.
Spettacolo, no?
Sì, probabilmente mi sarei divertito, ma quella mattina il mio corpo (e la mia testa) mi hanno detto: «Alt, oggi non è il caso, rallenta!».
Così ho dato spazio al recupero, ho fatto un giro tranquillo e mentre pedalavo ho capito di aver fatto la scelta giusta e ho deciso anche che continuerò a recuperare per qualche altro giorno: ne ho proprio bisogno, dopo un periodo un po' a tutta su ogni fronte!
Anni fa, probabilmente non avrei ascoltato troppo quei segnali, mi sarei alzato lo stesso ed avrei seguito “il mio programma”, a costo di tornare a casa finito come un calzino.
Ma per fortuna sono cresciuto. E non parlo solo di età anagrafica, ma anche di maturità sportiva.
Okay, questo è un esempio molto personale, ma sono sicuro che sarà capitata a molti di voi una cosa del genere.
E sono anche piuttosto sicuro, che qualcuno di voi non avrebbe fatto la mia stessa scelta...
Saper mollare è davvero un arte: c'è chi la impara con gli anni, chi non la impara mai e chi invece ce l'ha innata.
In realtà è proprio questo il segreto per raggiungere l'equilibrio tra benessere e prestazioni.
QUANDO E PERCHÉ MOLLARE?
Chi ama le competizioni prima o poi dovrà fare i conti con la realtà, perché lo sport fa bene solo se ben calibrato ed “incastrato” con tutti gli altri aspetti della propria vita.
E chi non raggiunge uno stato di benessere complessivo, difficilmente raggiunge dei risultati sportivi soddisfacenti.
Come dice il proverbio, è un cane che si morde la coda...
Mi spiego meglio.
Per migliorare ed andare più forte ci si spinge oltre i propri limiti, non solo in bici, ma anche scesi di sella.
Si aumentano i carichi di allenamento e le uscite settimanali, si sta più attenti a tavola, si riducono le cene fuori, gli aperitivi e così via...
Chi ama lo stile di vita da sportivo, le gare e la bici, fa tutto questo con estremo piacere, tanto da non chiamarlo “sacrificio”, ma passione.
Va tutto bene finché non si raggiunge un limite, che non è sempre fisico, ma spesso è mentale, un limite che non tutti riescono ad individuare e che, se superato, condiziona il divertimento e la forma fisica, ma anche la salute mentale e la vita sociale.
È proprio in questo momento che subentra “l'arte di saper mollare”, di saper fare un passo indietro, che però è necessario per prendere la rincorsa e fare un bel balzo in avanti.
LO SPORT FA BENE, MA...
“Mollare” non vuol dire smettere di andare in bici, ma rallentare, prendersi il proprio tempo, ascoltare il fisico, divertirsi in bici e capire qual è il momento di tornare a spingere sull'acceleratore.
Molte volte, la tabella o la gara obiettivo passano in secondo piano, il corpo umano non è una macchina e bisogna assecondarlo.
A prescindere dalla condizione atletica, questo è importante per la salute.
L'eccesso di attività fisica può creare scompensi a livello cardiaco, abbassa le difese immunitaria e debilita l'organismo sotto diversi punti di vista.
Insomma, lo sport fa bene, ma quando non si raggiunge l'equilibrio tra benessere e prestazioni è più dannoso che salutare.
SCIENZA, ESPERIENZA E SENSAZIONI
I preparatori atletici, i powermeter, la scienza dell'alimentazione e l'informazione sempre più accurata aiutano i bikers più metodici a raggiungere e superare i propri limiti.
Tutto questo, però, diventa inutile nel momento in cui il biker stesso non sa ascoltarsi e tira troppo la corda. In quel momento non c'è preparatore o metodo di recupero che tenga, si resta soli con le proprie insicurezze e con la consapevolezza di aver sbagliato qualcosa.
Sapere come e quando mollare è un'arte che si impara da soli.
È qualcosa di intimo, di personale, che non segue regole particolari ma compare insieme all'esperienza.
Ma è bene parlare della sua importanza, che è il segreto per raggiungere l'equilibrio tra benessere e prestazioni.
POI C'È LA VITA SOCIALE...
Per benessere non intendiamo soltanto la salute, ma anche la capacità di star bene con se stessi e con chi ci sta intorno.
Presi dalla smania delle gare e degli allenamenti, spesso non ce ne rendiamo conto ma diventiamo insopportabili.
Il segreto per farsi “odiare di meno” è sempre lo stesso: mollare la presa e rilassarsi, per riprendere il contatto con la realtà e poi tornare ad apprezzare l'enorme privilegio che regalano lo sport, le competizioni e tutto ciò che ne consegue.
Colgo l'occasione per estendere l'argomento anche alla vita di tutti i giorni, perché negli ultimi tre anni la “qualità di vita” ha acquisito sempre più importanza rispetto al “rendimento”.
Qui sotto vi lascio un post Facebook della testata “La Stampa” che parla proprio di questo argomento.
E fa riflettere non poco...
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Sull'autore
Daniele Concordia
Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.