Non sono mai stato un amante dei dischi dal grande diametro, ve lo confesso!
Centottanta millimetri si sono sempre dimostrati più che sufficienti.
Che si tratti del freno anteriore o posteriore poco cambia, la mia scelta ricade ripetutamente su dischi di questo diametro.
Perché?
Forse si tratta solo di pigrizia nello sperimentare nuove misure
O forse, come spesso accade, trovo maggiore feeling con rotori del genere.
Fatta questa premessa potete immaginare la mia faccia quando, facendo l’unboxing della Cannondale Jekyll ricevuta in test, ho letto 220 mm sul disco del freno anteriore.
“Esagerato, sovradimensionato, cosa ci faccio con un disco del genere?”
Il mio primo pensiero non ha di certo premiato la scelta di Cannondale.
Del resto un disco così grande spiazza anche solo ad osservarlo.
Qui sotto trovate il test completo della nuova Cannondale Jekyll 2022⬇️
Ricordo benissimo il mio stupore quando li vidi per la prima volta in Val di Sole nel lontano 2017.
Era la finale di coppa del mondo di downhill ed il team Commencal usava già dischi incredibilmente grandi, proprio da 220 mm.
Torniamo a noi.
Arriva il week end ed è tempo di iniziare a testare la nuova Jekyll.
La curiosità è tanta, ma il mio pensiero è costantemente rivolto a quell’enorme disco li davanti.
Quasi come fosse quello l’oggetto da testare continua a catturare la mia attenzione.
Iniziano le prime curve, i primi ostacoli e nonostante sia affascinato dalle grandi capacità del mezzo mi accorgo di usare il freno anteriore in maniera reverenziale.
Avete presente quando montate su un’auto tanto potente e come se foste neopatentati diventate di colpo insicuri?
La stessa sensazione l’ho avuta tirando le prime staccate con quell’enorme disco da 220 mm.
Curva dopo curva inizio a prenderci confidenza, a tirare la leva con più decisione.
Gli spazi d’arresto sono totalmente da ricalibrare!
“Frena di brutto!”
Continuo a ripetermelo ogni volta che aziono il freno anteriore.
La differenza di 40 mm rispetto ai miei tanto amati dischi da 180 mm si sente e come.
Una differenza così marcata da portarmi a riflettere e valutare la sostituzione del “piccolo” rotore montato sulla mia bici.
Rimango ulteriormente colpito anche da un altro dettaglio.
Il freno è finalmente costante nel suo rendimento.
Grazie alla maggiore superficie frenante il disco si raffredda più in fretta scaldando meno l’olio presente all’interno dell’impianto.
Ne deriva un comportamento omogeneo durante tutta la discesa.
Davvero notevole!
Ho continuato ad utilizzare la Cannondale Jekyll con disco anteriore da 220 mm per diverso tempo.
Bike park, single track, sentieri ripidi e sconnessi o trail flow e poco pendenti, tutte situazioni dove ho potuto testare la bici ma apprezzare contemporaneamente il grande disco, con il quale ho ormai fatto amicizia.
Le mie titubanze iniziali sono state demolite, questo rotore da 220 mm è davvero un altro mondo!
È chiaro, non è sempre necessario o consigliato.
Dipende molto dall’utilizzo che ne fate della vostra bici.
Se però amate scendere o vi ritrovate spesso in bike park valutatene l’acquisto.
Tenete anche conto del vostro peso, se siete sopra gli 80 Kg un disco da 220 mm potrebbe aiutarvi a trovare la giusta potenza frenante.
Siete e-biker? Anche nel vostro caso un disco da 220 mm è un’ottima soluzione, sopratutto perché ci troviamo di fronte a bici dal peso non indifferente.
Per concludere posso dirvi che: non abbiate preconcetti o timore di sperimentare, spesso potreste stupirvi.
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Sull'autore
Simone Lucchini
Mi piace essere estroso, mi ritengo molto versatile e sono il più giovane del gruppo, con una vocazione che spazia dall’Xc fino all’enduro senza disdegnare il mondo e-Mtb e gravel. Mi piacciono i video e la guida in generale