Dirty: la sella Native è solo per l'enduro

Simone Lanciotti
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Dirty: la sella Native è solo per l'enduro

Simone Lanciotti
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PUNTA ALA - Per chi non lo sapesse alle spalle di Dirty c'è Selle San Marco e questa rappresenta la credenziale maggiore per il marchio italiano di selle create solo per l'offroad. Per il 2014, però, Dirty fa qualcosa di più e propone la sella Native, pensata solo per l'enduro e sviluppata da rider che vivono solo di enduro. Parliamo del team Life Cycle e di Cedric Gracia (sempre più impegnato in questa disciplina), ad esempio.
Andiamo nei dettagli della Native.

sella native
Native Pro: il modello di punta con telaio in carbonio e alluminio e colorazione nero-bianca e nero-rossa

Stretta solo dove serve
Fra le caratteristiche di spicco c'è il comfort della pedalata e per la discesa. Non è facile unire caratteristiche così diverse su un'unica sella, ma Dirty c'è riuscita. La Native verrà proposta in tre allestimenti differenti: Pro, Team e One.
Le misure sono di 278 mm per la lunghezza e 131 per la larghezza, mentre il peso per la versione con telaio in carbonio è di 155 grammi, quindi un record per le selle da enduro.
Due le colorazioni per la versione Pro (nero-rosso e nero-bianco).
Per quanto riguarda i pesi delle altre versioni siamo a 189 grammi per la Team e a 219 per la One.

Materiali innovativi
Fra i pregi di questa sella ci sono senza dubbio i materiali e le tecniche costruttive utilizzate, come il BioFoam (un materiale a matrice poliuretanica a tre strati), il MicroFeel (utilizzato sul rivestimento esterno e resistente alla pioggia, al sudore e alle abrasioni e con ottime caratteristiche di traspirabilità), l'UltraDrive (una finitura speciale del rivestimento che migliora il controllo della bici in condizioni di guida al limite), AntiScratch (protezione sui lati della sella per resistere meglio alle abrasioni), il NoShuffle (finitura speciale del naso della sella per ridurre l'attrito con la parte interna della coscia), CarbonWaist (utilizzato sul telaio della sella e costituito da un tubo di alluminio con un rivestimento strutturale in carbonio con brevetto Dirty).
Per i modelli più economici troviamo invece un telaio in XSilite (un mix di titanio e silicio), in Manganese oppure in CarbonSteel.

sella native
Il telaio è in CarbonWaist, ossia un tubo in alluminio con un rivestimento strutturale in carbonio. E' solo sulle versioni Pro.

Ma non solo enduro...
Infatti gli altri modelli della gamma Dirty sono la Zero da freeride, la Squod da all mountain e la Tricky da dirt dumping.
La Zero ha le seguenti misure: 284 mm di lunghezza e 125 mm di larghezza con pesi che variano fra i 160 e 250 grammi per la versione meno costosa. Quindi, leggerezza anche per la fascia di prezzo più bassa.
La Squod, invece, è lunga 268 mm e larga 140 mm con pesi da 180 e 225 grammi per le due versioni previste (Pro e Team).
Infine la Tricky, 268x140 mm e un peso che dovrebbe oscillare intorno ai 225 grammi.

La disponibilità nei negozi delle nuove selle è prevista per l'autunno prossimo.

Per informazioni www.dirtysm.com

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Sull'autore
Simone Lanciotti

Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.

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