Aprire i cataloghi e capire qual è la bici giusta è un’impresa.
C’è quella che ti piace perché ha i colori giusti.
C’è quella che ti piace perché è quella che ti servirebbe.
C’è quella che ti piace perché è proprio figa.
E ce ne sarebbero ancora altre da aggiungere, ma ci fermiamo qui.
Adesso, vattela a scegliere la bici giusta…
Dando per scontato di conoscere per quale diametro di ruota optare (cosa affatto semplice, in realtà, da decidere…), rimane una variabile: l’escursione della sospensione posteriore.
Quel valore che dà il carattere alla bici e ne sancisce l’appartenenza a una categoria.
Ma di quale valore di travel hai davvero bisogno?
L’enduro sta crescendo, millimetro dopo millimetro
Ormai è chiaro: le bici da enduro del 2015 (o del 2014 per quei marchi che le hanno già disponibili) non saranno come quelle del 2013.
Pensateci bene: adesso il valore di travel di riferimento è salito ad almeno 160 mm.
Lo scorso anno ne bastavano 150 (o 160 sulle 26”).
E forse ancora oggi basterebbero, ma l’evoluzione continua.
Ovvero il mercato deve cambiare e proporre qualcosa di diverso.
Guardate Scott, Intense, Santa Cruz, Gt (sì, la Sanction 650b ha 165 mm di travel contrariamente a quanto ci aveva dichiarato in un primo momento il tecnico Gt), Yt Industries, Mde e tutti gli altri che verranno poi: l’enduro si sta spostando verso una dimensione più Dh.
La motivazione? Nell’Enduro World Series si va sempre più forte.
La gara la vinci in Speciale, cioè principalmente in discesa, e i trasferimenti in salita a mostri come Clementz, Graves, Maes e compagnia bella preoccupano ben poco.
Quindi, qualche mm in più sulla ruota posteriore e una geometria Dh-inspired funzionano meglio.
Ma anche per i comuni mortali?
Di sicuro un angolo di sterzo che arriva a 65 gradi e un travel che tocca i 165 mm possono essere un bell’aiuto in discesa, più o meno per tutti.
Più velocità e con meno rischi.
E soprattutto così facendo le 27,5” si avvicinano alle 29” (in ambito enduro) per facilità di guida e allo stesso tempo se ne distanziano sempre di più sul piano dell’escursione della sospensione posteriore. Una bella lotta, insomma.
Ma non c’è solo l’enduro
Esatto.
Per un attimo, scordatevi questa parola.
E togliete tutte le bici da enduro dalla vostra mente.
Che cosa rimane? Un grande varietà di bici.
Se scendete un gradino sotto l’enduro trovate l’all mountain, il trail riding, il marathon e via dicendo.
Ovvero, servono davvero 160 mm di escursione?
Come abbiamo avuto modo di scrivere in questo articolo, la scelta della bici si fa avendo in mente anche le proprie necessità, il tipo di terreno sul quale si pedala e poi, d’accordo, ci sono anche le ragioni del cuore. Ovvero “la bici che mi piace e basta”.
Una 27,5” con 140 mm di escursione, oggi, è una bici quasi totale e che non merita di essere messa in ombra solo perché “non è da enduro”.
L’Italia è stato uno dei Paesi a dare il primo impulso all’enduro, ma è anche un Paese che si presta come pochi alle avventure in Mtb.
Se domani doveste partire per una lunga escursione, siamo sicuri che scegliereste una bici da enduro? Oppure una 29” da 120 mm?
Il succo del discorso, in sostanza, è scegliete la bici secondo le vostre necessità.
Ok le mode e le ragioni del cuore, ma se la scelta è fatta con la testa quella bici vi darà più soddisfazioni.
Travel: più ce n’è e meglio è?
In alcuni casi sì, ma più che pensare alla quantità di millimetri a disposizione è meglio concentrarsi sulla qualità dei mm a disposizione.
E qui entra in ballo un discorso affrontato qualche giorno fa in occasione del test dell’ammortizzatore Rock Shox.
Cambiare ammortizzatore equivale spesso a cambiare il comportamento della bici.
Più che spendere soldi su un telaio nuovo, talvolta è sufficiente revisionare (operazione che andrebbe fatta regolarmente) o cambiare l’ammortizzatore per avere un effetto sorprendente.
Se anche fossero solo 100 i mm di travel, assicuriamoci che lavorino al meglio.
E se anche qui si facesse downgrade?
Sta accadendo in campo automobilistico con motori che diventano sempre più piccoli di cubatura, ma non meno prestanti ed efficienti. Anzi.
E se anche qui si adottasse una strategia del genere?
Meno travel significa bici più leggere e più versatili. E talvolta anche più facili da guidare
Per intenderci parliamo della categoria che abbiamo definito marathon trail e all mountain, cioè di bici pensate anche per pedalare, ma con geometrie studiate per far divertire in discesa.
L’industria della Mtb continua a sfornare novità davvero interessanti.
Se siete in procinto di cambiare bici considerate anche queste proposte, ma soprattutto riflettete sull'immagine seguente:
Quante volte il testimone (cioè l'O-ring di gomma nella foto) arriva a fondocorsa sull'ammortizzatore?
Cioè quanto spesso sfruttiamo tutta la corsa a disposizione?
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.