Come scegliere le ruote da Mtb?
A farci riflettere sulla questione è stato un reel pubblicato da DT Swiss su Instagram qualche giorno fa:
Abbiamo detto più volte quanto le ruote siano importanti per le prestazioni, l'affidabilità e il piacere di guida, al punto di sbilanciarci affermando che le ruote siano il migliore upgrade per la Mtb.
Ma quella delle ruote non è una scelta scontata, perché è molto legata alle necessità individuali e al tipo di specialità praticata: è impossibile generalizzare.
Per essere sicuri di selezionare quelle giuste bisogna osservare diversi fattori, che vanno oltre il semplice peso, il materiale e la larghezza del canale.
Ad esempio, il mozzo e il tipo di ingaggio sono molto sottovalutati...
L'obiettivo di questo articolo è prendere in esame i punti cruciali della ruota, per capire come questi possono influenzare la guida e la pedalata e aiutarvi a scegliere il modello giusto.
Materiale
Ormai il carbonio ha preso il sopravvento sulla lega di alluminio, perché la qualità dei compositi di ultima generazione è migliore e anche le tecnologie di lavorazione si sono evolute. Di conseguenza, si possono produrre dei cerchi in carbonio super resistenti da utilizzare anche nella Dh e nell'Enduro.
Quindi, indipendentemente dalla specialità praticata, se cercate una ruota sufficientemente leggera e performante andate sul carbonio.
Tuttavia, il fattore prezzo non è da sottovalutare, anzi, incide molto nella scelta dei componenti, soprattutto se l'obiettivo principale non sono le competizioni o se la propria bici è una trail bike, una enduro, una Dh o una e-Mtb.
In questi campi, l'alluminio ha ancora ragione di esistere e alcune aziende hanno perfezionato il modo di lavorare questo materiale proprio per accontentare gli amanti della lega e offrire un'alternativa al carbonio, meno costosa ma comunque valida.
Larghezza e tipo di canale
Largo è meglio in ogni specialità, senza ombra di dubbio: si ha più volume d'aria, si possono utilizzare pressioni più basse e la gomma lavora meglio perché assume una forma migliore.
La “lotta” tra sostenitori del canale più contenuto e quello più abbondante è finita quando anche i cerchi larghi (30 mm nell'Xc, 30/32/35 mm nel gravity) hanno raggiunto dei pesi interessanti, paragonabili a quelli dei cerchi con canale più stretto (25/27 mm). Questa evoluzione è legata sempre alla qualità e alla lavorazione del carbonio, che recentemente è cambiata parecchio.
Non solo, la larghezza del cerchio va a braccetto con quella della gomma e visto che la sezione da 2.4” è diventata un must anche nell'Xc/Gf, è normale che tutto vada ad allargarsi.
Un altro fattore da considerare quando si parla dei cerchi è il design del bordino interno, che può essere tradizionale (con dentino), hookless (senza dentino) oppure con mini hook (una via di mezzo proposta dalle aziende nell'ultimo periodo).
Il cerchio hookless ottimizza ancora di più la forma della gomma, permette di togliere qualche grammo e di avere un bordino più spesso, che aiuta a forare meno in caso di impatto con il fianco ed è anche più robusto.
Per contro, il dentino (hook) tiene meglio la gomma in sede, soprattutto a pressioni basse o quando la ruota riceve delle sollecitazioni molto importanti.
La soluzione con mini hook è un compromesso tra le due precedenti, nata per accontentare un po' tutti.
In linea di massima, quindi, nelle specialità tipo Xc o Marathon, un cerchio hookless a canale largo sufficientemente leggero (ma non troppo) è la soluzione ideale, mentre nel trail, enduro e Dh la soluzione con dentino o mini hook potrebbe essere migliore.
Un ultimo dettaglio riguarda la presenza o meno dei fori per le nipples.
Sui cerchi con i fori è più facile sostituire e regolare i raggi, ma è necessario utilizzare il nastro tubeless, che ogni tanto va sostituito e rende il tutto meno pratico.
Al contrario, i cerchi senza fori richiedono più manualità e degli utensili specifici, ma sono già sigillati e non c'è bisogno del nastro: un vantaggio non da poco in termini di praticità.
Raggi
Per parlare dei raggi servirebbe un articolo a parte, perché le variabili da considerare sarebbero infinite, ma in questo caso cerchiamo di riassumere.
Ovviamente, nelle specialità in cui la parte pedalata è predominante il peso e la reattività contano parecchio, quindi le ruote più in voga sono quelle con 24 o 28 raggi, sottili e a volte anche piatti. Con questa base, scegliendo la tensione e l'incrocio dei raggi giusti si può assemblare un set leggero e performante un po' ovunque.
Nel trail, enduro e Dh o ancor di più sulle e-Mtb è necessario avere delle ruote più solide e rigide lateralmente, quindi i raggi saranno 28 o 32, tensionati e incrociati in modo specifico. Quasi sempre, i raggi utilizzati in queste situazioni sono tondi e più spessi.
Poi ci sarebbe il tipo di ancoraggio sul mozzo, che può essere tradizionale (J- Bend) o a testa dritta (Straight Pull).
Di questo argomento ne abbiamo parlato in un articolo specifico:
Mozzi e ingaggio
Partendo dalla loro struttura parliamo della flangia, ovvero della zona in cui vanno ad inserirsi i raggi, che come detto possono essere a J o SP.
La flangia delle ruote da Xc/Marathon, solitamente ha delle dimensioni discrete, ma non esagerate, mentre sui mozzi studiati per il Gravity o per le e-Mtb, spesso è più grande, per due motivi: ottimizzare la solidità e utilizzare dei raggi più corti, che permettono di ridurre le flessioni laterali nei cambi di direzione repentini.
Le tecnologie utilizzate per realizzare la struttura del mozzo sono diverse, ma in generale la parte più interessante di questo componente è il meccanismo interno della ruota libera, infatti le sue caratteristiche possono incidere nella scelta delle ruote da Mtb.
Anche qui, le scelte dei vari brand sono infinite, ma in generale il tipo di ingaggio della ruota libera si suddivide in due macro categorie: a cricchetti oppure Ratchet.
Il mozzo a cricchetti (sopra) è utilizzato da sempre sulle bici, con gli anni si è evoluto ma il suo funzionamento si basa sulla presenza di pochi cricchetti o dentini (il numero cambia in base al modello, in genere si va da 3 a 6), che vanno ad agganciarsi su una ghiera dentata.
Questo sistema è abbastanza affidabile, ma generalmente richiede più manutenzione e la fase di smontaggio/montaggio è meno immediata. Inoltre, anche nei mozzi moderni, la velocità di ingaggio è più lenta rispetto a quella del sistema Ratchet.
Il Ratchet è un sistema ideato da DT Swiss e sebbene ancora oggi sia un punto di forza del marchio svizzero è utilizzato anche da molte altre aziende.
Questo tipo di ruota libera basa il suo funzionamento su due ghiere dentate che lavorano una accanto all'altra, spinte da una o due molle (dipende dal modello) che le tengono in pressione. Questa soluzione assicura un ingaggio più veloce, ma anche una maggiore praticità in fase di manutenzione, infatti il corpetto si smonta e si monta a mano, senza l'utilizzo di attrezzi.
Inoltre, con il sistema Ratchet è possibile sostituire le ghiere dentate in base alle proprie necessità, scegliendo un numero inferiore o superiore dei dentini: maggiori saranno i dentini, più veloce sarà l'ingaggio e quindi la risposta della ruota posteriore nei rilanci, e viceversa.
Per contro, un ingaggio più veloce della ruota libera, sulle Mtb biammortizzate aumenta leggermente il pedal kickback, ovvero quel leggero “ritorno di pedalata” che si ha quando si procede in piedi in discesa, quindi senza pedalare.
Nell'Xc/Marathon l'effetto del pedal kickback è insignificante e non ha molto senso prenderlo in considerazione, mentre può incidere sulle performance nel Gravity. Per questo motivo, a prescindere dal sistema utilizzato, in ottica enduro/Dh sono consigliati dei mozzi con ingaggio meno immediato, che smorza l'effetto del pedal kickback.
Proprio per ridurre l'influenza della ruota libera sul lavoro della sospensione, e.thirteen ha ideato il sistema Sidekick, che lavora in questo modo:
Se volete saperne di più sul pedal kickback e sui sistemi per ridurlo leggetevi questo approfondimento:
Parlando dei mozzi bisognerebbe menzionare anche i cuscinetti, che possono essere di diverse dimensioni, sigillati oppure con coni e sfere, normali oppure ceramici.
Anche su questo argomento abbiamo realizzato un approfondimento:
Peso
L'effetto del peso sulle ruote è quello che si avverte di più, non solo a livello di sensazioni, ma anche quando si parla di prestazioni effettive.
Il peso è importante soprattutto nelle specialità in cui la parte pedalata è più rilevante, quindi Xc e Marathon, quindi chi ha questo obiettivo dovrà scegliere le ruote da Mtb con un occhio alla bilancia, guardando con l'altro occhio anche tutto il resto...
La regola principale è non esagerare e contestualizzare.
Non esagerare vuol dire non scegliere delle ruote troppo leggere, diciamo che per un wheelset da Xc il peso limite per una ruota standard potrebbe essere di 1200-1300 grammi. In qualche caso (vedi costruzioni particolari con raggi tessili) si può scendere ancora, ma parliamo di prodotti esclusivi.
Inoltre, e passiamo al secondo punto sulla contestualizzazione, il peso delle ruote va valutato anche in base al peso corporeo del rider e alle necessità: chi è leggero (diciamo sotto i 70 kg), affronta percorsi Xc o Marathon non troppo estremi e guida in modo pulito può tenersi sui limiti basso, chi invece è meno leggero e guida in modo aggressivo, sconfinando verso il trail riding, farebbe bene a scegliere delle ruote leggermente più pesanti, 1400-1500 grammi vanno bene.
Il fattore peso conta in parte anche nelle altre specialità, ma fino a un certo punto: una ruota troppo pesante rende la guida più macchinosa, ma a livello di prestazioni la differenza è meno evidente, mentre è molto più importante assicurarsi di avere un set solido e sufficientemente rigido.
Compliance
Il termine “compliance” viene usato in gergo per definire la capacità della ruota di deformarsi e assorbire le asperità del terreno, quindi la sua flessibilità in senso verticale.
Per scegliere le ruote da Mtb giuste per le nostre necessità dobbiamo valutare attentamente questo fattore, perché è strettamente legato ai propri gusti ma anche alla bici che si utilizza.
Ad esempio, su una bici da Xc full potremmo scegliere anche delle ruote con una compliance ridotta, ovvero più rigide verticalmente, mentre su una front sono fortemente consigliate delle ruote più morbide, che compensano la maggiore rigidezza del telaio.
Stesso discorso tra trail/enduro e Dh: una ruota da trail può essere anche leggermente più morbida, in grado di assecondare meglio le asperità del terreno e perdonare qualche errore, mentre nel downhill, in cui le escursioni sono abbondanti, la velocità è maggiore, le run durano pochi minuti e c'è bisogno della massima precisione, una ruota rigida e solida strutturalmente è da preferire.
Un ruolo cruciale sulla compliance lo svolgono l'altezza e la forma del profilo: i cerchi bassi e tondeggianti, di solito assorbono di più, mentre quelli alti e spigolosi sono più rigidi.
Ma la capacità di flettere o meno è data anche dalla laminazione (del carbonio) e dal tipo di lega (alluminio).
In generale, negli ultimi anni le aziende puntano meno sulla rigidezza pura, andando a ricercare quel giusto compromesso tra reattività e compliance che migliora la confidenza di guida.
Ma in generale se la bici è rigida si può smorzare con una ruota più morbida, se invece la bici ha un telaio di per sé molto capace, allora sarebbe meglio optare per la massima rigidezza per avere meno dispersioni di energia e una maggior precisione.
Qui sotto, un approfondimento sulle ruote da Xc e la loro rigidezza:
In conclusione: come scegliere le ruote da Mtb?
Prima di tutto individuate una fascia di prezzo in base al budget che avete a disposizione, dopodiché osservate i dettagli che abbiamo elencato in questo articolo, infine scegliere il modello che fa al caso vostro e che si adatta meglio alla bici che utilizzate.
Vi consigliamo vivamente di non fermarvi solo al peso, al prezzo e all'estetica, perché la ruota è un componente importante, che va scelto senza troppa fretta per non pagarne le conseguenze col passare dei mesi e degli anni.
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Sull'autore
Daniele Concordia
Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.