Regolare la sella della Mtb è un'operazione “delicata".
Oltre alla scelta del modello, anche il suo assetto è motivo di discussione, perché ognuno dice la sua opinione, che magari è quella giusta per le proprie necessità o caratteristiche fisiche, ma potrebbe essere sbagliata per altri.
Questo accade perché è davvero impossibile dare dei giudizi imparziali sulle selle, ecco perché abbiamo deciso di non realizzare dei test veri e propri, analizzando solo le caratteristiche dei vari prodotti.
Per lo stesso motivo vogliamo evitare articoli molto specifici o che utilizzano formule empiriche, perché a nostro avviso quello sull'assetto in sella è un argomento troppo delicato per parlarne in modo generico. Bisogna andare a tentativi (uno alla volta), oppure affidarsi ad un biomeccanico serio ed esperto se si hanno problemi particolari.
Detto ciò, comunque, ci sono dei “miti” sulla regolazione e sulla scelta della sella che vanno sfatati. Ne abbiamo scelti sei, i più comuni in questo periodo, per provare a chiarirvi un po' le idee...
La sella da Mtb deve essere in bolla?
Non sempre: l'abitudine di regolare la sella della Mtb completamente “in bolla” è un retaggio proveniente dal mondo della strada, ma nel fuoristrada intervengono tante variabili che potrebbero invitare ad inclinarla in modo diverso. Dipende anche dal tipo di sella e dalle caratteristiche fisiche del soggetto.
Andiamo con ordine: partendo dalla sella in bolla, molti bikers la abbassano leggermente in punta, parliamo di 1-2 gradi, ma a volte anche di più. In questo modo, sulle salite si ha una posizione più redditizia, senza però andare a compromettere la prestazione in pianura o nelle lunghe distanze.
Una sella troppo bassa sulla punta, infatti, potrebbe causare un lavoro eccessivo dei muscoli del “core”, delle braccia e del collo. Questo, a lungo andare potrebbe portare a sovraccarichi, infiammazioni o contratture.
Al contrario, regolare la sella della Mtb con la punta più alta è sbagliato, per le discipline “pedalate” come Xc, Marathon ed Enduro. Nella Dh il discorso è diverso e in qualche caso può essere giusto.
Una sella più alta nella parte anteriore causa un'eccessiva pressione nelle parti intime, con possibili infiammazioni, intorpidimenti o calcificazioni della prostata nel lungo periodo.
Inoltre, questa posizione costringe ad un lavoro extra dei muscoli lombari e genera delle curve errate della colonna vertebrale, sovraccaricando anche tutti i muscoli della schiena.
A lungo andare si è soggetti a sciatalgie, contratture, protrusioni e così via...
Ricapitolando, quindi, la giusta posizione della sella da Mtb è in bolla o leggermente bassa in punta, un compromesso ideale nella maggior parte delle situazioni.
«Sì, ma allora la sella di Kulhavy?». Dai, ammettetelo, ci avete pensato...
Ecco, quella è un'eccezione, da non prendere come riferimento: le scelte dei pro' sono sempre molto particolari e l'inclinazione della sella che usava Jaro era “estrema”, sicuramente adatta alle sue necessità e comodissima per lui, ma è l'eccezione che conferma la regola.
E' vero che tutta avanzata è meglio?
Sì, ma anche no. Come accade spesso, la verità sta nel mezzo...
Gli studi biomeccanici moderni hanno confermato i vantaggi di una posizione più avanzata rispetto a quella che si utilizzava in passato. Allo stesso tempo, però, le geometrie di alcuni telai sono un po' “datate”, con piantone poco verticale. Ecco perché, in molti casi gli atleti cercano di compensare avanzando molto la sella. Succede in Mtb, ma ultimamente anche l'assetto degli stradisti è più avanzato.
Con alcuni telai di ultima generazione, o meglio ancora con quelli su misura, è possibile ottenere il giusto arretramento senza fare adattamenti estremi e questo è un vantaggio non da poco.
Detto questo, quindi, si deduce che la regola del filo a piombo è decaduta, perché si è visto che l'arretramento varia in base al soggetto, al telaio, alla disciplina praticata, alla misura delle pedivelle, alla conformazione fisica, all'elasticità muscolare, ai problemi fisici e da tanti altri fattori che non possono basarsi su una regola empirica e generica.
La perpendicolarità tra ginocchio e asse del pedale può essere usata come base, ma non è una regola fissa, ecco.
Ma quali sono i vantaggi del pedalare più avanzato? E quanto avanzato?
Il vantaggio principale è la spinta maggiore e più redditizia della gamba sul pedale, soprattutto in salita, dove si vanno a variare le inclinazioni del telaio e soprattutto quella del piantone.
La tendenza generale, quindi, è avanzare un po' di più la sella rispetto al passato, ma non è detto che questa sia una regola fissa per tutti. Anche in questo caso potrebbe aiutare l'esperienza di un tecnico in grado di valutare la situazione e trovare l'assetto giusto.
E' vero che più è alta, più si spinge forte?
Sbagliatissimo! Anche in questo caso serve il giusto equilibrio.
Senza entrare troppo nello specifico parlando di gradi, angoli e cose simili, possiamo dire che bisognerebbe regolare la sella della Mtb ad un'altezza che permetta di sfruttare in modo corretto i muscoli delle gambe, senza andare a sovraccaricare troppo la catena cinetica posteriore, che comprende i muscoli ischiocrurali e tutti i muscoli della schiena.
Spesso infatti, sciatalgie, tensioni muscolari e contratture sono causate proprio dalla sella eccessivamente alta.
Un sintomo della sella troppo alta è il "basculamento" laterale del bacino: basta osservarsi (o farsi osservare da dietro) per controllare il movimento.
Inoltre, in Mtb una sella troppo alta è controproducente anche sullo sconnesso e in discesa: sullo sconnesso, l'altezza giusta permette di pedalare senza avvertire traumi sulla colonna e facendo "galleggiare" la sella tra le gambe nei punti più rotti.
In discesa, invece, la sella troppo alta rende più difficile l'arretramento fuorisella (se non si usa il reggisella telescopico), manovra basilare e molto frequente nel fuoristrada.
Al contrario, la sella troppo bassa potrebbe sovraccaricare troppo le ginocchia, oltre a peggiorare il rendimento nell'intero arco della pedalata.
Insomma, anche qui serve il giusto compromesso, a volte raggiungibile anche a tentativi, ma se avete dei problemi particolari, non aspettate che sorga il dolore per affidarvi ad un professionista.
Xc e marathon: è vero che serve un assetto specifico?
A volte sì, ma non sempre.
In linea di massima, la posizione da marathon è più distesa, quella da Xc più raccolta.
Le geometrie attuali con top tube e reach più lunghi hanno un po' sconvolto questa “regola”, ma in parte rimane sensata.
Ovviamente, chi affronta gare di 4-5 o 6 ore dovrebbe privilegiare il comfort, cercando una posizione meno sacrificata, ma allo stesso tempo anche performante.
Chi fa cross country, gare di 1h30' circa, cercherà la massima prestazione e la maneggevolezza della bici in discesa o nei sentieri stretti.
Per fare queste modifiche si potrebbe agire sull'arretramento sella e sulla lunghezza e/o inclinazione dell'attacco manubrio.
Per esempio, in vista di gare molto lunghe si potrebbe arretrare leggermente di più la sella (parliamo di pochissimi millimetri), cercando un'assetto che distribuisca il lavoro su diversi distretti muscolari e non solo sul quadricipite.
Allo stesso tempo, uno stem leggermente più lungo o più negativo lascia più spazio a braccia e busto di abbassarsi ed allungarsi, sovraffaticando meno i muscoli del tronco.
Viceversa per l'Xc, dove una sella più avanzata e un attacco corto con dislivello poco accentuato facilitano la guida nei percorsi molto tecnici.
Anche in questo caso, comunque, parliamo di regole generiche, ogni modifica andrebbe valutata caso per caso, facendo qualche prova. Non fate cambiamenti di questo tipo in prossimità della gara, magari provate prima in allenamento... E se proprio non ne venite a capo, affidatevi ad un biomeccanico.
Front e full: c'è differenza nella regolazione?
Dipende dallo schema sospensivo della full suspension.
Tornando per un attimo alla bici che utilizzava Jaroslav Kulhavy, in parte la sua scelta di abbassare molto la punta della sella era giustificata dal fatto che la vecchia Specialized Epic invitava a fare quella modifica (ne abbiamo parlato anche qui).
La sua era un'esagerazione, ma su alcune full una volta saliti in sella e fatto il Sag si ha una leggera variazione dell'angolo del piantone, con conseguente innalzamento della sella in punta. Pochi millimetri, ma che si avvertono subito mentre si pedala.
Ecco perché, a volte sulla full si tende ad abbassarla leggermente di più nella parte anteriore, per far sì che vada in bolla (o quasi) una volta saliti.
Tutto ciò, però, varia in base allo schema sospensivo della Mtb, perché in molti casi la posizione rimane identica come sulla front. Bisogna valutare in base al telaio...
Per lo stesso motivo, qualche piccolo cambiamento potrebbe essere necessario anche parlando di altezza sella.
Per quanto riguarda l'arretramento, invece, non c'è molta differenza tra front e full, ma la valutazione andrebbe fatta in modo dinamico proprio per il comportamento dell'ammortizzatore, che in parte potrebbe variare gli angoli durante la pedalata.
E' vero che la sella più larga è più comoda?
Iniziamo sfatando questo mito: no, non è detto che la sella larga sia per forza più comoda per tutti, dipende.
Negli ultimi due anni i vari brand stanno presentando delle selle corte e larghe, un design che in effetti ha ragione di esistere e si adatta a molte persone (non tutte) semplicemente per il fatto che una sella più larga permette di scaricare il peso del corpo su una superficie maggiore, quindi le pressioni “critiche” sono attenuate.
Stesso discorso per la lunghezza, perché una punta “tronca” permette di avanzare molto sulla sella senza avvertire pressioni nei tessuti molli.
In realtà, però, con le selle corte e larghe entrano in ballo altri problemi: parlando di fuoristrada, è importante avere lo spazio per arretrare fuorisella in discesa (soprattutto se non si utilizza il telescopico) e più la sella è larga, più si avrà difficoltà nel farla scivolare tra le gambe nei tratti molto ripidi.
Questa sensazione è frequente tra gli atleti molto magri e/o bassi e/o con bacino stretto, che di solito utilizzano una sella più stretta e poco spigolosa.
Le selle corte e larghe, inoltre, quasi sempre hanno un profilo molto piatto, una forma che ad alcune persone potrebbe risultare scomoda, soprattutto con il passare dei chilometri.
Ricapitolando, quindi, la sella corta e larga potrebbe essere sicuramente un'ottimo compromesso per i riders più robusti, con bacino largo, a volte anche per quelli di statura normale o contenuta, ma non è per tutti.
A quanto pare, invece, questo tipo di selle si adattano molto bene alla conformazione del bacino femminile, pertanto sono usate da parecchie donne (non da tutte).
In generale, questo tipo di sella è molto versatile, ma non è la panacea di tutti i mali: ognuno deve scegliere la sella in base alla propria conformazione fisica, in base alla disciplina e ad altre eventuali necessità, non in base ai consigli dell'amico o del “tuttologo” di turno.
Bene, con questi cinque punti abbiamo risposto a sei delle domanda più proposte sulla regolazione e sulla scelta della sella.
Come avrete capito, oltre alla sua forma ci sono tanti altri fattori da valutare per pedalare comodi e per ottimizzare le prestazioni.
C'è molta confusione in giro, ma speriamo di avervi chiarito qualche dubbio.
Qui sotto, tutti i consigli sulla scelta della sella da Mtb:
Se siete indecisi su quali pedivelle scegliere, guardate qui:
Qui tutti gli altri articoli che parlano di assetto in sella.
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Sull'autore
Daniele Concordia
Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.