Ciclismo e ripresa post-Covid: un argomento molto attuale (purtroppo), ma ancora un po' sottovalutato da alcuni atleti e tecnici.
L'organismo che ha contratto il virus Sars-COV-2, anche se ha avuto sintomi lievi ha comunque “combattuto una guerra interna”, che potrebbe aver lasciato delle tracce, più o meno evidenti, pregiudicando la salute ma anche la ripresa dell'attività sportiva.
Non sono pochi, infatti, gli atleti che anche dopo la scomparsa dei sintomi continuano ad accusare una debolezza generale o faticano per ritornare ai propri livelli.
Ma perché accade questo?
Come comportarsi per tornare a divertirsi sui pedali, senza avere delle complicazioni?
Quali esami fare prima di risalire in sella?
Abbiamo fatto queste domande (e anche altre) a due figure importanti per l'atleta, ossia un medico sportivo (dottor Gaetano Daniele, nonché medico di Nibali, Ciccone e della Trek Segafredo) e ad un preparatore atletico (Matteo Lonati, laureato in Scienze Motorie con Specializzazione in Scienze e Tecniche delle Attività Motorie Preventive e Adattate, da tanti anni accanto ad atleti di alto livello sia su strada che in Mtb).
Ascoltate bene i loro consigli, non sono per niente scontati...
DOTTOR GAETANO DANIELE
- Oltre a quello polmonare, quali sono gli altri apparati colpiti dal Covid?
- Come è già noto, colpisce principalmente le vie respiratorie, il discorso cambia però tra chi ha avuto una polmonite importante e chi invece solo dei lievi sintomi. Di solito, però, è raro che gli atleti abbiano dei problemi molto gravi. Poi bisogna stare attenti alla miocardite, un'infiammazione a carico del cuore che può comparire anche con le normali influenze, ma è un'ipotesi che non va mai esclusa.
Infine, potrebbero esserci dei problemi anche a carico del sistema di coagulazione del sangue.
Per tutti questi motivi, sin dall'inizio del lockdown sono stati pubblicati dalla Federazione Medico Sportiva Italiana dei protocolli per la ripresa attività sportiva.
- Quindi bisogna fare degli esami particolari, prima di tornare in sella?
- Esatto, tutti, sia gli atleti professionisti, sia gli amatori. La visita di idoneità decade e bisogna farne un'altra, più specifica e approfondita. Viene integrata con una serie di esami: test da sforzo massimale su cicloergometro, eco color doppler, holter 24h, spirometria, esami del sangue e radiologia polmonare. Se è tutto ok il medico dà l'idoneità, altrimenti si cerca di risolvere i problemi. Questo iter per i tesserati è obbligatorio, per gli altri è consigliato.
Qui il documento ufficiale della FMSI:
- Quanto impatto ha, il Covid, sulla massa e sul tono muscolare?
- Dipende sempre dalla gravità dei sintomi, in generale sugli atleti non molto. Però la debolezza generale si può prolungare per parecchie settimane.
- Sta seguendo degli atleti conosciuti nel recupero post-Covid?
- Ho seguito Giulio Ciccone a settembre, si è ripreso abbastanza bene, effettuando tutti gli esami del caso al rientro. Poi al Giro d'Italia si è ritirato, ma non per colpa del Covid, ha avuto una normale bronchite, non correlata al virus.
- Molti atleti nella fase di ripresa lamentano una frequenza cardiaca più alta del solito sotto sforzo. Cosa consiglia il medico in questi casi?
- Il protocollo della FMSI include anche degli esami specifici per controllare gli eventuali problemi cardiaci. In ogni caso, anche se non ci sono complicanze a carico del cuore, va modulata la ripresa degli allenamenti, meglio se con la collaborazione di un preparatore atletico. Va messo in preventivo che ci vuole un po' di tempo per riprendersi, a volte ci vuole un mese, a volte un po' meno. Insomma, non c'è una regola fissa.
- C'è qualche integratore particolare o dei cibi da privilegiare/evitare in questa fase delicata?
- Con gli esami del sangue, il medico capisce se c'è da fare qualche integrazione di vitamine o minerali, ma anche qui la situazione è molto soggettiva.
- Come bisogna comportarsi, una volta tornati in sella?
- In generale, suggerisco di non trascurare la malattia perché non è come l'influenza, anche se alcuni sintomi sono sovrapponibili. E' bene non pensare di essere invincibili e non bruciare le tappe.
MATTEO LONATI
- Quali qualità atletiche si perdono maggiormente quando si contrae il Covid?
- Come ormai sappiamo, il Covid colpisce principalmente le vie respiratorie, in modo lieve, moderato o grave. Inevitabilmente, la difficoltà ad avere una ventilazione normale e ottimale porta ad avere un vistoso calo della propria capacità di effettuare esercizio aerobico: camminare, correre, pedalare senza affaticarsi vistosamente e precocemente... Nel dettaglio, cala vistosamente il massimo consumo di ossigeno, parametro che esprime il volume massimo di ossigeno che un essere umano può consumare nell'unità di tempo per contrazione muscolare.
- Una volta spariti i sintomi, c’è differenza tra chi lo ha avuto lieve o più forte, per la ripresa atletica?
- Assolutamente sì: il grado di infezione delle vie respiratorie o tutte le possibili problematiche che può portare il Covid (dolori articolari e muscolari etc) creano maggior o minor de-allenamento, anche perché una forma lieve presuppone anche una convalescenza in termini di tempo minore, quindi la possibilità di riprendere prima ad allenarsi.
- Hai avuto casi di Covid tra i tuoi atleti? Se sì, come ti sei comportato nel somministrare gli allenamenti?
- Sì, due atleti positivi al tampone ed un terzo con tutti i sintomi, ma al tempo non è stato possibile effettuare il tampone. Ho vietato ogni forma di allenamento, ci sono numerosi recenti studi effettuati anche su atleti professionisti dove si osserva che una percentuale elevata di atleti, anche asintomatici, mostra sofferenza cardiaca e possibilità di miocardite. Professionisti che si allenano, pur essendo positivi, non sono un buon esempio per l'amatore.
- Quanto, secondo te, incide il periodo di inattività e quanto la malattia in sé per sé, nella ripresa degli allenamenti?
- Domanda difficile, a cui non posso dare risposta certa. Ho avuto due esempi ben distinti: un atleta che ha avuto sintomi forti, ma che sono durati meno di 10 giorni e un atleta che ha avuto sintomi lievi e nulli ma ci ha impiegato più di 21 giorni per avere un esito negativo al tampone. I due atleti hanno avuto tempistiche di recupero atletico quasi identiche. Direi che entra in gioco anche la singola e totale risposta soggettiva e genetica da parte dell'individuo.
- E quanto conta l’aspetto mentale?
- Molto. Soprattutto nell'atleta positivo asintomatico che non vede motivo per non allenarsi, ma viene consigliato e obbligato al riposo. La pazienza e il non voler recuperare "tutto e subito" è fondamentale. Se con altre tipologie di infortunio o de-abilitazione si può giocare sull'accorciare i tempi e prendersi dei rischi, questa volta bisogna restare molto cauti.
- Anche chi ha avuto sintomi lievi, a volte manifesta una “mancanza di forza e resistenza”, che spesso si prolunga per settimane. Qual è la miglior strategia per riprendersi senza sovraccaricare troppo l'organismo?
- Tenere monitorati i parametri interni come l'andamento della propria frequenza cardiaca a riposo, sotto sforzo e nei recuperi dopo l'allenamento. Utilizzare anche la scala della percezione della fatica (scala di Borg) e correlare le sensazioni a parametri interni ed esterni (Watt e/o riferimenti cronometrici).
- In genere, quali sono le tempistiche per tornare ai livelli precedenti o comunque ad avere una condizione accettabile?
- Molto soggettivo: dipende da quanto è durato lo stop e con che forza il virus ha colpito. Generalmente, un rapporto da 1:1 a massimo 1:2 rispetto ai giorni in cui si è stati fermi o si ha avuto malessere e i giorni di ripresa: per 7-10 giorni fermi servono dai 7-20 giorni di ripresa adeguata di allenamento per trovare un buon colpo di pedale.
- Consigli di fare o di evitare qualcosa in particolare nel periodo post-Covid?
- A mio avviso, una volta appurato di essere guariti non bisogna lasciarsi influenzare da quanto successo e riprendere in toto il proprio allenamento, non vedo la necessità di evitare qualche tipologia di lavoro atletico, sempre con la giusta gradualità e progressione dei carichi di lavoro.
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Sull'autore
Daniele Concordia
Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.