Motore Bosch CX o Specialized Turbo 2.2?
Parlando di drive unit per e-Mtb di tipo “full power” sono questi due i principali attori sul mercato, seguiti da una pletora di rivali (in primis Shimano) non proprio trascurabile.
Bosch e Specialized, o meglio il motore Brose rielaborato da Specialized, però, sono i due punti di riferimento e dato che in molti mi hanno chiesto quale dei due va meglio o quale dei due consuma meno batteria, questo articolo punta proprio a fare chiarezza sull’argomento.
Quanto state per leggere è la somma della mia esperienza con i due motori.
Dal 2015 ad oggi.
Erogazione intuitiva
Lo Smart System di Bosch è qualcosa che, quando ha fatto il suo debutto, mi ha spinto a creare un video che spiegasse proprio il livello di precisione ed efficacia raggiunto dall’erogazione del Performance Line CX.
Sa essere molto corposo anche a bassa cadenza e arriva a intuire ciò che stai facendo, grazie all’altissima frequenza con cui monitora la coppia applicata sui pedali, la cadenza di pedalata, la variazione della cadenza di pedalata e la velocità di avanzamento.
Al punto che nelle modalità Tour+ ed eMtb l’assistenza del motore varia di continuo, adattandosi in modo ottimale a ciò che il biker sta per affrontare.
Sbagliando davvero di rado.
Un vero riferimento in ambito e-Mtb.
E lo Specialized Turbo 2.2?
Questo motore, in quanto ad intuitività di erogazione, è indietro, ma è anche molto meno giovane rispetto al rivale tedesco.
Ad eccezione di qualche miglioria introdotta con la Turbo Levo G3 nel 2021, di fatto è lo stesso motore della G2 presentata nel 2018.
E che ancora dice la sua.
Cosa gli manca?
La capacità di adattarsi alle continue variazioni ritmo, traiettoria e, quindi, di assistenza elettrica che caratterizza il Bosch.
Specialized ha introdotto sulla Turbo Levo G2 lo Shuttle Mode che, in una certa misura, permette al motore Turbo 2.2 di comportarsi quasi come un Bosch Smart System.
Quasi.
Per entrambe le unità motrici, però, è necessaria una cosa…
Consumo di energia
Tanta prestanza unita alla mirabolante capacità di adattarsi agli input di chi sta in sella richiedono una cosa: una batteria molto capace.
Specialized dal 2018 utilizza una batteria proprietaria da 700 Wh (che all’epoca fu un netto passo in avanti), mentre Bosch solo da un paio d’anni è arrivata a 750 Wh.
Chi consuma di meno?
E’ difficile rispondere perché le due unità motrici non hanno delle modalità di assistenza paragonabili.
Funzionano con logiche diverse e per renderle abbastanza paragonabili (e sottolineo abbastanza) occorre utilizzare l’app.
Diciamo che le modalità Tour+ ed eMtb di Bosch sono confrontabili con una modalità del motore Turbo 2.2 di Specialized impostata nel modo mostrato in questo screenshot:
Livello di supporto: 40%
Potenza di picco: 100%
Risposta in accelerazione: 40%
Shuttle Mode: 40%
Questa impostazione rende l’erogazione del motore Specialized un po’ più simile a quella del Bosch, però la richiesta di energia del motore aumenta in modo netto.
Quindi, chi consuma di meno?
Potrei dire lo Specialized, ma è anche vero che ha una erogazione meno corposa e meno reattiva del Bosch, nonché una batteria un po' più piccola, mentre il Bosch è in generale più prestante ma anche più energivoro.
E se si considerano le modalità Eco?
App e personalizzazioni
Qui entrano in ballo le app.
Specialized guida da anni (ovvero da quando la Turbo Levo ha esordito nel 2015) lo scenario delle app di gestione delle e-bike.
Bosch si è avvicinata all’intuitività ed efficacia di configurazione della Specialized Mission Control solo di recente.
Ma qui Specialized continua ad essere in vantaggio sulla personalizzazione dell’assistenza.
Torniamo alla modalità Eco.
Nel caso di Bosch, la modalità Eco, pur variando i parametri di Assistenza e Dinamica, rimane sempre una Eco.
Nel caso di Specialized, la modalità Eco può anche diventare una Turbo, lasciando all’utente la massima libertà di configurazione.
Da questo punto di vista Specialized permette di configurare la modalità Eco in maniera più ampia e precisa di quanto faccia Bosch, senza dimenticare la modalità Infinite Tune che ha debuttato con la Levo G3.
Questa modalità permette di aumentare o diminuire di un 10% sia la potenza di picco che il livello di supporto ad ogni click sui pulsanti + e - sul comando remoto.
Quando mi è capitato di pedalare in gruppo l’ho trovata molto utile.
Comando remoto
Al momento, entrambi, sono molto validi e fra i più compatti sulla piazza.
Bosch di recente ha raggiunto dimensioni finalmente compatte e ha aggiunto la finezza del collegamento wireless con il motore (l’unica ad averlo), mentre il comando remoto Specialized è, sì, ancora cablato, ma ha fatto scuola essendo lo stesso dal 2017 ed è uno dei pochi (o forse l’unico?) ad avere un pulsante dedicato alla modalità walk.
Display
Entrambe le unità possono funzionare senza un display, ma mentre per Bosch è effettivamente opzionale, per Specialized è stato integrato nella pulsantiera posta sul tubo superiore, chiamato TCU Master Mind.
Anche qui non c’è un reale vincitore, perché molto dipende dalle proprie abitudini.
Più importante, semmai, è la gamma di connettività concesse.
Connettività Ant+ e BLE
Il più completo è il sistema Specialized, perché riesce a far visualizzare via Ant+ tantissime informazioni sul display, ad esempio, di un Garmin o di un Bryton, dalla potenza applicata sui pedali alla percentuale di carica residua della batteria.
Per Bosch no: non essendo compatibile Ant+ ma solo Bluetooth Low Energy, l’app Bosch Flow diventa l’elemento centrale per la visualizzazione e la raccolta dei dati di un’uscita.
Per una precisa scelta di Bosch.
Io personalmente, come credo la maggior parte degli utenti che si reputano esperti, non utilizzo lo smartphone per registrare i dati delle mie uscite.
Bosch CX o Specialized Turbo 2.2: in conclusione
In conclusione, quale dei due è meglio?
In termini di intuitività e prevedibilità di erogazione vince Bosch: qualunque e-Mtb con il Performance Line CX Smart System si arrampica con facilità e infonde confidenza in chi guida.
Subito dietro Specialized che, seppure con un sistema non più recentissimo, riesce a difendersi bene per quanto riguarda la configurabilità del motore tramite app (Specialized Mission Control), la connettività e il display.
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.